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Tigre 31 10-06-2007 23.24.38

Trekking in val D'Orcia
 

Eš una calda domenica dei primi di ottobre del 2005, con la metā pių bella
siamo a fare un week-end a Chianciano, lascio la macchina alla Foce e poi
mi inerpico sulla ripida salita , che sovrasta il complesso villa-fattoria
degli Origo.
Anni fā ebbi un lungo colloquio con un loro vecchio colono, gli Origo sono
imparentati con la casa reale inglese e la marchesa era cugina della regina
Elisabetta. Essi arrivarono in questa zona dopo la 1° grande guerra, la
tenuta che acquistarono era di oltre 2000 ha e lontana dal paese di
Chianciano dai 5 ai 10 km. Non lo lšidea di come potesse essere dal lato
agricolo, mā quasi sicuramente piagge, per cereali e prati,le culture
arboree sono ancora ora molto esigue.
Il marchese diede il via ad una serie di lavori innovativi per lšepoca: fece
o risistemoš ben 26 case coloniche, alcune si vede bene che sono di 80 anni
fa e tutte perfettamente identiche.
Hanno la scala esterna ed al 1° piano la cucina, salotto ed almeno 3
camere, al piano terreno nella stalla si notano alle vecchie mangiatoie
almeno 12 anelli, che servivano per altrettanti capi di bestiame, di fianco
la stanzetta per il trinciaforaggi, con lšattrezzatura per scaldare lšacqua
al bestiame in inverno.
Nelle stalle tutte le finestre sono a ribalta, in modo che il bestiame non
prendesse correnti dšaria.
Sul retro della stalla una grande e razionale concimaia, era consapevole
dellšimportanza della maturazione del letame , grande risorsa per il podere.
Vicino alla stalla un grande fienile , nella zona non ho visto i sili , che
a metā degli anni Œ 30 furono fatti , in tutti i poderi delle ns. zone.
Vicino alle scalette dšingresso il forno per cuocere il pane.
Il tutto ricalca quanto mi insegnarono 25 anni dopo allo JAS di
Scandicci, sulle sistemazioni delle case coloniche.
Messe a punto le case il marchese si dedicoš ai ragazzi e fece lšasilo nido
, era il 1922, probabilmente fuš uno dei primi dš Italia , fatto in una zona
rurale.
Dopo lšinfaticabile pensō ad una scuola rurale per i ragazzi , che erano
troppo lontani dal paese e lo scuola- bus era al di lā dal venire.
I miei compagni delle elementari negli anni Œ30 , venivano a piedi a
scuola, perō la distanza massima che facevano era di poco pių di 2 km, quiš
era doppia e quadrupla ad andare al paese.
La scuola era organizzata con solo due maestre, una per le elementari
inferiori ed una per le elementari superiori.
Poi fece una piccola infermeria ed infine un circolo di dopolavoro per i
coloni , probabilmente usō tutte le leggi fasciste dellšepoca per i
finanziamenti, non pote avere i finanziamenti per i silos, che furono fatti
un quindicennio dopo, da altre parti.
Fatti tutti questi lavori , pensoš di creare anche un bel cimitero, a circa
un km dal suo complesso e di fronte ad una gigantesca quercia , forse
millenaria.
Esso rimane in una pendice boscosa dalla quale si vede tutta la Val dš
Orcia , č composto da 12 gradoni, ed alla fine di esso vi č la ******** per
le funzioni religiose, ai lati di essa vi sono 3 tombe per lato.
Quelle di sinistra, sono lšultima dimora di lui ,la moglie ed il figlio
morto giovanetto, mentre in tutti gli altri gradoni dormono lšultimo
riposo i suoi coloni.
Quelle di destra , aspettano ancora i discendenti.
Il piccolo cimitero č pieno di rosai, che vengono bagnati in estate con un
sistema a caduta libera di acqua che proviene da una sorgente posta pių in
alto.
Il cimitero č meta anche di turisti che vengono a vedere quanto č bello,
non si puō dire che il marchese 80 anni fā non vedesse lontano.
Mentre salgo sopra al complesso villa- fattoria e noto i grandi magazzini,
con accanto un peso pubblico molto grande ed arrugginito, una grande
legnaia, ampi piazzali, la chiesetta, mi immagino come poteva essere questa
azienda un paio di generazioni fa, eccezionale.
La villa č molto grande e bella , ma deve essere da tempo disabitata. Di
tanto in tanto guardo lšorologio, devo essere in cima alla prima rampa della
salita intorno alle 7,30, ho un appuntamento con il sole.
Non il giornale , ma quello vero lšastro, sembra che secondo la teoria
Yoga, risalente a 5000 anni fā, il sole nascente e quando tramonta ad
osservarlo rinforzi la vista,neš ho molto bisogno.
Questo vale nei due periodi di circa 30 minuti , dopo quando č alto nel
cielo , probabilmente puō far male.
La prima fase della salita di circa 2 km a tornanti dentro il bosco , la
viottola č assai ben curata,si puō osservare il sole senza inciampare.
Dopo si incontra un pianoro di circa 1 km, in questo vi sono due coloniche
regalate dalla marchesa al comune, che le sta riadattando.
Erano abbandonate da almeno 30 anni ed in condizioni disagiatissime, il
bosco si era ripreso lšaia i piazzali e la concimaia, i tetti erano semi
crollati.
Credo che vi siano nella zona altre 4 case regalate al comune , in quanto le
proprietarie non avevano i denari per risistemarle, tante altre sono state
passate ai coloni con la legge sulla proprietā contadina.Il resto
dellšazienda viene gestito a conto diretto con alcuni operai, uno di loro lo
scorso anno mi raccontava che avevano seminato ben 560 ha di grano duro , il
resto viene seminato a girasoli o tenuto a prato.
Lšazienda ha pochissime piante arboree, il terreno non č tanto adatto e poi
non potrebbero curarle con cosiš poco personale.
Dopo il pianoro vi č una leggera discesa con un laghetto, mi ricordo di
esserci passato in Aprile, sempre di primo mattino e di aver sentito il pių
bel concerto di rane della mia vita.
Penso che si trattasse di un inno di amore , in quanto ripassandoci
qualche mese dopo , il laghetto era pieno di girini. Una grossa rana
iniziava a gracidare in maniera forte nel pių completo silenzio, poi 100-200
o pių rane rispondevano in un concerto assordante. Poi di nuovo si
zittivano, per ripartire dopo il capo-claque.
I maschi delle rane, si riconoscono in quanto alla fine delle zampine ,
hanno delle callositā adesive, si fanno trasportare dalle femmine , che sono
molto pių grosse, le loro uova sono contenute in una specie di lungo filo
gelatinoso ,che il maschio feconda con il suo sperma dallšalto.
Come altitudine , sono giā oltre i 700 metri , il terreno ex agricolo č
stato in gran parte riassorbito dal bosco. Mangio alcune piccole mele , che
si possono dire veramente silvane, in quanto , insieme ai due meli , vi sono
dei magrissimi olivi , misti a querce e viti il campo č diventato un bosco.
Inizio ora la seconda fase di salita di un altro paio di km , che mi porterā
a Pietra Porciana , il punto pių alto della zona 804 metri slm.
Passo ora da le ultime due case della tenuta, vi sono due lapidi, una
ricorda che quiš vi era il comando del IV° raggruppamento del gruppo
partigiano Amiata, con 10 nomi dei caduti partigiani di quel comune.
Suš lšaltra lapide ci sono i nomi di un colonnello, un capitano e 4 soldati
inglesi della 8° Army.
Furono uccisi dai tedeschi , con il fuoco di una mitraglia mentre erano suš
di una jeep, facevano parte del corpo delle guardie reali.
I tedeschi quiš avevano una delle loro tante linee difensive, questa
costeggiava il torrente Astrone e finiva a Chiusi, dove inflissero
gravissime perdite alle truppe alleate.
Arrivo in cima alla montagnola, ho letto che qui vi furono dei tremendi
combattimenti a corpo a corpo, frā i tedeschi ed il marocchini del gen. Juin
, per intenderci quelli della Ciociara, che furono poi ritirati dal fronte
a metā luglio, per sbarcare poi a metā agosto in Provenza.
I tedeschi subirono un pesante fuoco di artiglieria, infatti in un cratere
di 50 anni fā, vi si sono installate due piante una quercia ed un platano,
Il cratere della bomba ha un diametro di circa 6 metri con una profonditā
di due, le piante si sono sviluppate a cespuglio, facendo un gran numero di
rami.
Proseguo ancora e sono nella faggeta dei Rocconi, presumo coloni di anni fa,
sento il cattivo odore dei cinghiali, infatti un grosso maschio quasi nero,
sgranocchia delle ghiande sotto ad un quercia,
Ci guardiamo negli occhi, poi a retromarcia sempre guardandomi , rientra
nel bosco.
Sono ora nel centro attrezzato delle Crocette, non vi č anima viva, appena
2-3 anni fā i 12 tavoli erano tutti occupati, le ragioni sono due: sono
stati fatti tanti centri simili nella zona, č finito lšeffetto novitā di
pranzare nel bosco.
Passo di fronte allšaula nel bosco , č stata fatta , con il contributo CE ,
per far conoscere a gli alunni la flora e la fauna della zona.
Dopo un altro paio di km, sono sul Trinoro, che č un grosso pianoro
completamente triangolare, gli abitanti della zona per i nomi , sono logici
, come gli inglesi.
Vado in direzione di Castiglioncello, non molto distante, prendo una
scorciatoia,che č un sentiero del bosco , ad un certo punto vengono gių dal
ciglione 7 o 8 cinghialini , con la pelliccia a strisce.
Dovrebbero essere di due mamme , in quanto una parte sono intorno a 5 kg e
lšaltra parte di peso doppio. giocano allegramente frā di loro , non appena
mi vedono spariscono nel bosco.
Proseguendo sempre verso il paesello, sulla mia sinistra vedo il vecchio
cimitero del paese, lo vado a visitare sulle foto dei coloni , poste suš
varie croci, si vede il defunto con le tipiche camicie senza collo, bene
abbronzato e con lšaria ch avevano quando venivano a chiedere il podere a
mezzadria.
Le tumulazioni sono cessate da almeno un trentennio, noto sul muro del
cimitero una grossa lapide in inglese e la foto di una signora negra di
mezza etā.
Traduco a senso il testo , č il marito addolorato della sua morte che ha
dettato questa lapide, si capiva che essa desiderava essere sepolta in
questo piccolo cimitero, in queste lande desolate di fronte a Radicofani e
non nella natia Alabama.
Arrivo al paese, il solito cane nero , mi si avvicina e mi annusa per
memorizzarmi , č rimasto solo in quanto il suo padrone č morto un anno fā.
Era un vecchio contadino di oltre 80 anni, mi diceva che nel paesino
abitavano in 5 persone ed il suo cane, in estate invece venivano molti
turisti in gran parte romani ed anche stranieri.
Arrivo alla chiesa, sulla base del campanile , una lapide, con i caduti
della 1°GG.MM , i nomi sono 18, in base alla media di caduti nazionali in
quella guerra , si puō facilmente calcolare che gli abitanti della zona
potessero essere oltre un centinaio.
Su questo sperone di roccia vi era un castello , del quale č rimasta solo la
porta, che domina lšintera Val dš Orcia.
Al posto del castello vi sono ora circa 12-13 abitazioni , di cui un paio si
capisce che erano ex coloniche.
Inizio la discesa verso Chiarentana, mentre la salita per arrivare a questo
paese č di circa 9 km , di cui un pianoro ed il trinoro, la discesa č quasi
a picco, in circa 2 km , si passa da 800 metri a 400 m , dopo di che č
tutto un pianoro fino alla Foce, termine della camminata.
Incontro un cacciatore ,gli chiedo seš vi č selvaggina, lui risponde che seš
la mangiano gli animali nocivi, gli dico che nella passeggiata precedente in
quella zona ho trovato una donnola,che č un mustelide che attaccava gli
animali del pollaio , perō quiš non ci sono, seš vuol campare deve cacciare
la selvaggina.
Con la fine della civiltā contadina,ci sono stati problemi anche per la
fauna , prima i cani dei coloni , uccidevano tanti animali nocivi, ora non
esistendo piu i contadini ed i loro cani ,questi animali si sono
moltiplicati a dismisura.
Proseguo nel pianoro e mi fermo di fronte a due grosse querce, completamente
ricoperte di edera, sono sotto il monte in una bella posizione solatia.
Lšedera č in fiore, migliaia e migliaia di api vi sono a bottinare, esse
sono intente nel proprio lavoro e non si degnano di un vecchio umano che
le guarda.
Loro sono consapevoli di essere arrivate in questo mondo, almeno 20-25
milioni di anni prima di noi e sono perfette in ogni loro manifestazione.
Due generazioni fa non sarebbe stato possibile allšedera ricoprire 2
grosse querce , in quanto i guardacaccia , erano sempre muniti di una
piccola accetta, con la quale tagliavano alla base i rami della pianta.
Non soš seš credenza o meno, questo rampicante avvolgendo le piante neš
frenava lo sviluppo. A vedere queste due querce , non si direbbe č nata una
pianta nuova , con migliaia di api sopra a bottinare.
Proseguo la marcia ed arrivo alla casa di un pastore sardo, due grossi cani
maremmani candidi , mi attendono sulla strada, sono i pių pericolosi, uno
cerca di aggirarmi e pure io mi giro guardandolo fisso negli occhi,
continuammo cosiš per diversi metri , poi alla fine si stanca e rientra con
lšaltro nellšaia della colonica.
Proseguo la marcia , il terreno ora diventa agricolo, con qualche rara vite
ed olivo, i campi sono stati seminati a grano.
Trovo un paio di coloniche trasformate in case da week-end , altre
abbandonate , tutte hanno intorno o sulla strada i gelsi, ormai vecchissimi,
il loro tronco č in parte distrutto e contorto.
Ricordo che fuš il Granduca di Toscana , in una sua ordinanza di circa 150
anni fā a volere che ogni podere avesse almeno 4 piante di questo albero ,
indispensabile per lšallevamento del filugello.
Era una piccola ripresa per le donne della famiglia contadina allevare
questi bachi , io neš ho sentito parlare , perō a mio tempo era una cosa giā
finita.
Ad un certo punto, da una curva spuntano due giovani tedeschi in bici ,
mentre sono frequenti dalle ns. parti , nel senese sono assai rari. Mi viene
di impulso fermarli con uno strano discorso in tedesco ed inglese: Achtung,
uan mile tu white dog attention, very bad dog.
I due mi ringraziarono sentitamente, credo che abbiano capito, di cosa si
trattava, i cani maremmani sono molto feroci, i loro padroni gli lasciano
liberi sulla strada.
Sono a Chiarentana , la fattoria degli Origo , eš tutta ricoperta di vitis,
č difficile stabilire lšeta' , penso abbia almeno 2 o 3 secoli, intorno i
sono due campi di tennis, una piscina e un bel maneggio.
Pochi km dopo sono al cimitero, del quale neš ho parlato prima, vi sono
alcune persone a far visita ai loro defunti, un km dopo sono alla Foce, dove
ho la macchina ed ha termine la camminata.
Ho fatto circa 18 km , in poco meno di 4 ore, osservando il tutto, rientro
al Moderno, dove troverō lšaltra metā del cielo, come dicono in Asia, nel
pomeriggio rientreremo a casa.
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Traduzione italiana a cura di: Downloadgratuito.net
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