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Vecchio 19-11-2008, 15.41.31
max22
 
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Predefinito Vita in Brasile? Costa quanto in Italia

Hai letto bene il titolo mio caro lettore. Non ti illudere. E’
finalmente arrivata l’ora di sfatare un mito, molto radicato in
Italia, che si riassume in due parole: “Prendo i soldi e scappo in
Brasile”.

Si perche’ su questo mito generazioni di italiani hanno passato i
migliori anni della propria vita a sospirare nella penombra dei loro
uffici a sognare una vita su una spiaggia brasiliana da sogno,
circondati da caipirinhas, splendide mulatte e l’immancabile ombra di
una palma di cocco.

Per realizzare questo sogno era facile. Bastava mettere da parte un
gruzzolo, rispettabile ma non enorme, e poi via verso il sole
brasiliano dimenticando la vita magra con il capoufficio di turno.
Mi dispiace disilluderti mio caro lettore ma i tempi sono cambiati. Il
tuo gruzzoletto non durera’ molto, specialmente se la tua idea e’
quella di mettere su famiglia e ricominciare una nuova vita all’ombra
della palma di cocco.
Il livello di vita della classe media brasiliana, equiparabile a
quello di quella medio-bassa italiana, ha un costo drammaticamente
simile a quello italiano. Inutile illudersi che il gruzzolo duri in
eterno come altrettanto illusoria e’ l’idea di mettere su un
ristorante o un alberghetto e cosi’ integrare i soldi del “tesoretto”
messo da parte con ricavi in loco.

Ma perche’ dici questo? mi chiederai mio caro lettore, frustrato per
aver il proprio sogno di vita infranto. Beh, gli argomenti sono i
seguenti. Uno puramente numerico ma con una premessa.

Il sogno continua se, dopo aver mollato tutto si sbarca in Brasile per
vivere una vita basica senza conforts da classe media, un appartamento
molto piccolo e soprattutto niente famiglia. In questo caso i costi
sono ancora abbastanza bassi, anche se i costi della propria
alimentazione sono aumentati notevolmente rispetto a 5 – 10 anni fa.
Ma se si arriva in Brasile a mezz’eta’ con volonta’ di ricominciare
una vita con una famiglia nuova, inutile illudersi, la sentenza e’
terribile: i costi sono gli stessi del paese che si e’ lasciato,
l’Italia.
Perche’? Facile a spiegare. Tutto e’ basato sulla privatizzazione di
fatto dei servizi pubblici in Brasile. Che significa? Istruzione e
sanita’ qui si paga mio caro lettore e anche molto salata. E' bene
specificare che stiamo parlando in particolare del Nord Est del
Brasile.
Puoi sempre andare all’ospedale pubblico, a volte anche efficiente. Ma
il piu’ delle volte non troppo differente da qualcosa di simile a una
macelleria a cielo aperto, dove uomini, donne e bambini sono curati in
maniera cosi’atroce che non permetteresti lo stesso trattamento
nemmeno al tuo peggior nemico.
E la scuola? Quando ci sono, banchi, sedie e aule, la violenza che le
attinge ha raggiunto livelli cosi’ impressionanti che la polizia e’
chiamata per sedare le numerose risse che succedono.
Infine i conti. Secondo uno studio di APK, una ong di assistenza degli
italiani dello stato di Bahia, una famiglia di 4 persone (con casa di
proprieta’ e due figli) paga, in media 1000 reais per una scuola di
livello medio-buono. La necessaria assicurazione sulla salute aggiunge
altre 1500 reais al bilancio familiare (stima per difetto). Se poi a
cio’ aggiungiamo spese per alimentazione, vestiario e divertimento si
arriva ad altri 2000 reais in media. Totale 4500- 5000 reais,
equivalente a circa 2000 euro. In altre parole il costo della vita di
una famiglia di classe medio-bassa in Italia. E l’integrazione del
proprio bilancio con un attivita’ in loco (ristorante, albergo)?
A questo riguardo bisogna sfatare un’ altro mito: l’ 80% delle nuove
iniziative imprenditoriali in Brasile muore prima di completare un
anno di vita. In altre parole l’improvvisazione (che colpisce tanto i
brasiliani quanto gli stranieri nelle loro attivita’ imprenditoriali)
e’ mortale per l’iniziativa privata. Non e’ piu’ sufficiente essere
italiano, saper fare una buona pasta al sugo e dare un buon look al
proprio ristorante per sbarcare il lunario.
La concorrenza e’ spietata, il brasiliano (ed il turista) ruota
moltissimo il posto dove mangiare la sera e “farsi una clientela” non
e’ facile. In piu’ c’e’ in Brasile un’ attenzione esagerata ai costi:
quanto piu’ economico, meglio, anche a scapito della qualita’. In
pratica e’ durissima. E mentre i ricavi languono i costi crescono in
maniera esponenziale proprio quando l’attivita’ non riesce a decollare
come all’inizio.
Risultato: alta percentuale di fallimento del settore della
ristorazione. Esempio: a Salvador il ristorante alla Casa d’Italia,
centro storico della comunita’ italiana di Salvador, non e’ durato
piu’ di un anno, e in questo caso la locazione nella Casa d’Italia
doveva essere un punto di forza, oltre alla cucina tipicamente
mediterranea del ristorante. Discorso simile per gli alberghetti e
pensioni aperti da italiani che pensano di saperla lunga a riguardo e
poi falliscono miseramente.

Conclusione: mio caro lettore, se decidi, nella penombra del tuo
ufficio nel centro di Milano, Roma o anche nella periferia italiana,
di venire in Brasile, pensa a che vieni a fare e come, e organizza il
tutto molto bene con analisi preventiva di costi e ricavi. Il tempo
dell’improvvisazione e’ finito e se non farai cosi’ potresti anche
finire male ed essere costretto al rimpatrio in Italia per mancanza di
fondi.

[url]http://maxbono.blogspot.com/[/url]
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