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  #1  
Vecchio 22-07-2010, 12.10.02
Giumak
 
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Predefinito [RECE] Quel che resta del viaggio, di Tony Capuozzo.

Quel che resta del viaggio



Quando, da ragazzo, girai l’Europa in autostop, scrivevo a pennarello,
sul mio zainetto, le città che avevo toccato, come un trofeo. Quando
incominciai a viaggiare per lavoro, avevo una valigia metallica, e
attaccai, uno accanto all’altro adesivi di paesi, luoghi, compagnie
aeree, hotel. Poi smisi, perché mi sentivo ridicolo. Ma ancora adesso,
quando per strada sorpasso una roulotte che sul retro reca gli adesivi
dei luoghi raggiunti, provo una piccola solidarietà complice. Ma non
ho più bisogno di esibire a me stesso e agli altri dove sono stato. Mi
sono chiesto spesso che cosa resti. Conservo un sacco di oggetti
apparentemente inutili Ciascuno mi ricorda un posto, un viaggio, anche
a distanza di anni. Molti ne ho gettati, da alcuni fatico a staccarmi,
ma in fondo potrei buttarli tutti, e non cambierebbe niente. L’ho
capito quando, all’arrivo in Macedonia, non trovai la mia valigia sul
nastro dei bagagli. Non era solo il fatto che il lavoro mi aspettava,
ma ancora di più il fatto che ero affezionato a quella valigia e al
suo contenuto, camicie e pantaloni lisi da viaggi precedenti, e quasi
un portafortuna, per me. Al ritorno - vestito come un kosovaro da
grandi magazzini- la compagnia aerea mi accompagnò in un enorme
magazzino di bagagli perduti, dove c’era di tutto, ma non la mia
valigia. Mi rassegnai e presi a pensare a quelle mie cose come
staccate da me, addossate a un’altra vita, ma sempre mie, mie per
sempre, sotto forma di ricordo, e capii che ci si può staccare dalle
cose, e puntare a quel bagaglio essenziale che siamo noi stessi, più
un po’ di biancheria non importante. Certo, le fotografie sono una
traccia più adulta degli adesivi. Ma sono vittime della tecnologia:
che fare di quei grossi contenitori di diapositive, quasi
inguardabili, adesso ? E non mi sono mai liberato dal ricordo di certe
serate soporifere in cui un amico di ritorno dal suo annuale viaggio
in India ci sottoponeva alla faticosa proiezione delle sue
diapositive: “..qui eravamo a…ecco questo è…”. Lo steso invecchiamento
ha colpito decine di cassette radio, con musica locale, anche se resto
convinto che poche cose come la musica ti trascinino all’indietro, al
tempo di quel viaggio o di quell’altro. Restano indirizzi sparsi,
posti da consigliare a un amico, perché difficilmente sarai tu a
ritornarci (le poche volte che ho ceduto alla tentazione di ritornare
in un luogo in cui ero stato felice è stata una delusione, come quella
spiaggia dello Yucatan che ricordavo deserta ed era punteggiata,
quindici anni dopo, da undici campeggi. Anche gli oggetti, alla fine,
perdono il sapore dell’inizio. Ho cinque bottigliette di sabbia presa
qua e là, di colore diverso, prima di smettere perché mi sembrava
ecologicamente improprio, ma certe volte mi viene voglia di mescolarle
e di versarle in qualche spiaggia altra, come se frullassi le mie
estati, e il mondo. Qua e là giacciono pesci di metallo comprati a
Beirut, lampade dell’Oman, tappeti afghani, crocefissi nicaraguensi,
statuette messicane, Buddha thailandesi. Potrei rinunciarvi ? Potrei:
alla fine è come quelle bottiglie di vino greco resinato, che ti piace
quando ceni sul porticciolo dell’isola, ma se lo stappi a Milano, fa
veramente schifo. E potrei fare a meno anche di tanti oggetti di
lavoro, che pure ricordano viaggi: la macchina per scrivere portatile
che un solerte funzionario di dogana mi annotò a mano su un
passaporto, in Argentina, come fosse un oggetto prezioso. Qualche
elmetto delle guerre balcaniche, carte geografiche spiegazzate e
segnate da frecce e circoletti a pennarello. Ho conservato i vecchi
passaporti, sì, con i loro timbri, come a confermare a me stesso che
tutto è stato vero, ma non li sfoglio mai. Ogni tanto, in quelle
operazioni dolorose che sono i traslochi, ho fatto un po’ di pulizia.
E’ stato come andare dallo psicanalista, perché sfogli, guardi, ti
sorprendi, scopri cose dimenticate, ti siedi a decidere cosa ti
seguirà e che cosa no. Qualche volta, scherzando sugli anni che
passano, e sul tentativo di mettere ordine ai viaggi delle nostre vite
trasformandoli in chilometri, mi capita di dire che siamo come le
auto: sì, contano gli anni di immatricolazione, ma ancora di più i
chilometri percorsi. E alla fine, quando, banalmente, concludo che la
cosa più preziosa dei viaggi siano i ricordi, immateriali, cose che
nessuno ti può togliere, mi accorgo con un sussulto che anche la
memoria non è immobile, e mi affascina all’improvviso la capacità di
dimenticare, per fare posto a cose nuove, a viaggi nuovi, a curiosità
inevase. Fin quando il viaggio buono è quello che ci sta davanti,
l’unica cosa che conta siamo noi stessi, senza nessuna valigia.

Toni Capuozzo
rubrica Contachilometri, su Riders
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Vecchio 22-07-2010, 15.27.09
federicoP
 
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Predefinito Re: [RECE] Quel che resta del viaggio, di Tony Capuozzo.

Giumak ha scritto :
[color=blue]
> Quel che resta del viaggio
>.....
> ..... Restano indirizzi sparsi,
> posti da consigliare a un amico, perché difficilmente sarai tu a
> ritornarci (le poche volte che ho ceduto alla tentazione di ritornare
> in un luogo in cui ero stato felice è stata una delusione,[/color]

Noooooo.....

Ritornare nei posti amati (salvo, ovviamente, posti deturpati da
cemento/turismo/globalizzazione) permette di assaporare e conoscere
meglio, di approfondire, di rinnovare ricordi e bellissime sensazioni
giÃ* vissute.


[color=blue]
> .....
> E alla fine, quando, banalmente, concludo che la
> cosa più preziosa dei viaggi siano i ricordi, immateriali, cose che
> nessuno ti può togliere, mi accorgo con un sussulto che anche la
> memoria non è immobile, e mi affascina all’improvviso la capacitÃ* di
> dimenticare, per fare posto a cose nuove, a viaggi nuovi, a curiositÃ*
> inevase. Fin quando il viaggio buono è quello che ci sta davanti,
> l’unica cosa che conta siamo noi stessi, senza nessuna valigia.[/color]


No, non mi affascina la capacitÃ* di dimenticare, é buono anche il
viaggio che ci sta dietro, quello che ricordiamo con piacere e che ci
spinge a continuare a viaggiare, sia nel giÃ* visto che in quello ancora
da vedere.


Ciao Beppe

--
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  #3  
Vecchio 22-07-2010, 15.27.09
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Predefinito Re: [RECE] Quel che resta del viaggio, di Tony Capuozzo.

Giumak ha scritto :
[color=blue]
> Quel che resta del viaggio
>.....
> ..... Restano indirizzi sparsi,
> posti da consigliare a un amico, perché difficilmente sarai tu a
> ritornarci (le poche volte che ho ceduto alla tentazione di ritornare
> in un luogo in cui ero stato felice è stata una delusione,[/color]

Noooooo.....

Ritornare nei posti amati (salvo, ovviamente, posti deturpati da
cemento/turismo/globalizzazione) permette di assaporare e conoscere
meglio, di approfondire, di rinnovare ricordi e bellissime sensazioni
giÃ* vissute.


[color=blue]
> .....
> E alla fine, quando, banalmente, concludo che la
> cosa più preziosa dei viaggi siano i ricordi, immateriali, cose che
> nessuno ti può togliere, mi accorgo con un sussulto che anche la
> memoria non è immobile, e mi affascina all’improvviso la capacitÃ* di
> dimenticare, per fare posto a cose nuove, a viaggi nuovi, a curiositÃ*
> inevase. Fin quando il viaggio buono è quello che ci sta davanti,
> l’unica cosa che conta siamo noi stessi, senza nessuna valigia.[/color]


No, non mi affascina la capacitÃ* di dimenticare, é buono anche il
viaggio che ci sta dietro, quello che ricordiamo con piacere e che ci
spinge a continuare a viaggiare, sia nel giÃ* visto che in quello ancora
da vedere.


Ciao Beppe

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Vecchio 22-07-2010, 15.27.09
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Predefinito Re: [RECE] Quel che resta del viaggio, di Tony Capuozzo.

Giumak ha scritto :
[color=blue]
> Quel che resta del viaggio
>.....
> ..... Restano indirizzi sparsi,
> posti da consigliare a un amico, perché difficilmente sarai tu a
> ritornarci (le poche volte che ho ceduto alla tentazione di ritornare
> in un luogo in cui ero stato felice è stata una delusione,[/color]

Noooooo.....

Ritornare nei posti amati (salvo, ovviamente, posti deturpati da
cemento/turismo/globalizzazione) permette di assaporare e conoscere
meglio, di approfondire, di rinnovare ricordi e bellissime sensazioni
giÃ* vissute.


[color=blue]
> .....
> E alla fine, quando, banalmente, concludo che la
> cosa più preziosa dei viaggi siano i ricordi, immateriali, cose che
> nessuno ti può togliere, mi accorgo con un sussulto che anche la
> memoria non è immobile, e mi affascina all’improvviso la capacitÃ* di
> dimenticare, per fare posto a cose nuove, a viaggi nuovi, a curiositÃ*
> inevase. Fin quando il viaggio buono è quello che ci sta davanti,
> l’unica cosa che conta siamo noi stessi, senza nessuna valigia.[/color]


No, non mi affascina la capacitÃ* di dimenticare, é buono anche il
viaggio che ci sta dietro, quello che ricordiamo con piacere e che ci
spinge a continuare a viaggiare, sia nel giÃ* visto che in quello ancora
da vedere.


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Giumak ha scritto :
[color=blue]
> Quel che resta del viaggio
>.....
> ..... Restano indirizzi sparsi,
> posti da consigliare a un amico, perché difficilmente sarai tu a
> ritornarci (le poche volte che ho ceduto alla tentazione di ritornare
> in un luogo in cui ero stato felice è stata una delusione,[/color]

Noooooo.....

Ritornare nei posti amati (salvo, ovviamente, posti deturpati da
cemento/turismo/globalizzazione) permette di assaporare e conoscere
meglio, di approfondire, di rinnovare ricordi e bellissime sensazioni
giÃ* vissute.


[color=blue]
> .....
> E alla fine, quando, banalmente, concludo che la
> cosa più preziosa dei viaggi siano i ricordi, immateriali, cose che
> nessuno ti può togliere, mi accorgo con un sussulto che anche la
> memoria non è immobile, e mi affascina all’improvviso la capacitÃ* di
> dimenticare, per fare posto a cose nuove, a viaggi nuovi, a curiositÃ*
> inevase. Fin quando il viaggio buono è quello che ci sta davanti,
> l’unica cosa che conta siamo noi stessi, senza nessuna valigia.[/color]


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Giumak ha scritto :
[color=blue]
> Quel che resta del viaggio
>.....
> ..... Restano indirizzi sparsi,
> posti da consigliare a un amico, perché difficilmente sarai tu a
> ritornarci (le poche volte che ho ceduto alla tentazione di ritornare
> in un luogo in cui ero stato felice è stata una delusione,[/color]

Noooooo.....

Ritornare nei posti amati (salvo, ovviamente, posti deturpati da
cemento/turismo/globalizzazione) permette di assaporare e conoscere
meglio, di approfondire, di rinnovare ricordi e bellissime sensazioni
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[color=blue]
> .....
> E alla fine, quando, banalmente, concludo che la
> cosa più preziosa dei viaggi siano i ricordi, immateriali, cose che
> nessuno ti può togliere, mi accorgo con un sussulto che anche la
> memoria non è immobile, e mi affascina all’improvviso la capacitÃ* di
> dimenticare, per fare posto a cose nuove, a viaggi nuovi, a curiositÃ*
> inevase. Fin quando il viaggio buono è quello che ci sta davanti,
> l’unica cosa che conta siamo noi stessi, senza nessuna valigia.[/color]


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Giumak ha scritto :
[color=blue]
> Quel che resta del viaggio
>.....
> ..... Restano indirizzi sparsi,
> posti da consigliare a un amico, perché difficilmente sarai tu a
> ritornarci (le poche volte che ho ceduto alla tentazione di ritornare
> in un luogo in cui ero stato felice è stata una delusione,[/color]

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> .....
> E alla fine, quando, banalmente, concludo che la
> cosa più preziosa dei viaggi siano i ricordi, immateriali, cose che
> nessuno ti può togliere, mi accorgo con un sussulto che anche la
> memoria non è immobile, e mi affascina all’improvviso la capacitÃ* di
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> inevase. Fin quando il viaggio buono è quello che ci sta davanti,
> l’unica cosa che conta siamo noi stessi, senza nessuna valigia.[/color]


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Giumak ha scritto :
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> Quel che resta del viaggio
>.....
> ..... Restano indirizzi sparsi,
> posti da consigliare a un amico, perché difficilmente sarai tu a
> ritornarci (le poche volte che ho ceduto alla tentazione di ritornare
> in un luogo in cui ero stato felice è stata una delusione,[/color]

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meglio, di approfondire, di rinnovare ricordi e bellissime sensazioni
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> .....
> E alla fine, quando, banalmente, concludo che la
> cosa più preziosa dei viaggi siano i ricordi, immateriali, cose che
> nessuno ti può togliere, mi accorgo con un sussulto che anche la
> memoria non è immobile, e mi affascina all’improvviso la capacitÃ* di
> dimenticare, per fare posto a cose nuove, a viaggi nuovi, a curiositÃ*
> inevase. Fin quando il viaggio buono è quello che ci sta davanti,
> l’unica cosa che conta siamo noi stessi, senza nessuna valigia.[/color]


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> Quel che resta del viaggio
>.....
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> posti da consigliare a un amico, perché difficilmente sarai tu a
> ritornarci (le poche volte che ho ceduto alla tentazione di ritornare
> in un luogo in cui ero stato felice è stata una delusione,[/color]

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> .....
> E alla fine, quando, banalmente, concludo che la
> cosa più preziosa dei viaggi siano i ricordi, immateriali, cose che
> nessuno ti può togliere, mi accorgo con un sussulto che anche la
> memoria non è immobile, e mi affascina all’improvviso la capacitÃ* di
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> inevase. Fin quando il viaggio buono è quello che ci sta davanti,
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> in un luogo in cui ero stato felice è stata una delusione,[/color]

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