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Vecchio 01-04-2009, 13.52.39
carla polastro
 
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Predefinito [RECE] Marocco, marzo 2009 (1a parte di 2)

"Sono [i richiami dei mendicanti ciechi] arabeschi sonori intorno a Dio, ma
sono ben più impressionanti di quelli che si presentano davanti ai nostri
occhi."

Da "Le Voci di Marrakech" di Elias Canetti

Domenica 22 marzo 2009:

Essendoci alzati a un'ora "drammaticamente" antelucana (le 3 meno un
quarto), oggi non brilliamo certo per energia e dinamismo...:-) Lo sbalzo
termico (da -1° C a +30° C) non aiuta neanche un po' a migliorare le nostre
condizioni generali, ça va sans dire. SarÃ* quindi cosa saggia prendercela
con molta calma, in questa prima giornata marocchina. Dopo più di un'ora di
coda al controllo passaporti, approdiamo al riad "Dar Attajmil",
[url]http://www.darattajmil.com[/url], poco prima di mezzogiorno. L'ombra degli alti
banani del patio è un rifugio delizioso dalla polverosa calura della
strada. Mentre compiliamo i moduli di registrazione, ci viene offerto
l'immancabile tè alla menta. Veniamo poi invitati a salire sulla terrazza,
un autentico angolino d'eden, con il suo rigoglioso pergolato, la
bouganvillea, l'agave, le rose in piena fioritura... Come si sta bene qui,
rinfrescati da una leggera brezza, sorseggiando tè e sgranocchiando
biscotti, con il volo di miriadi di rondini a tenerci compagnia. A tenerci
compagnia sono anche i due gatti che vivono nel riad e Besma, la dolcissima
bimba di Fatima, la cuoca.

Ci avventuriamo fuori dal riad intorno alle quattro. Attraversiamo sotto un
sole ancora alto la piazza principale di Marrakech, la leggendaria e
animatissima Jemaa el-Fna, fino a raggiungere il simbolo della cittÃ*, la
magnifica Koutoubia, capolavoro dell'architettura almohade. Il caldo ci
spinge a cercare un po' di refrigerio nei vicini giardini pubblici,
affollati, in questo pomeriggio domenicale, da famiglie con bambini e
coppie di innamorati. La maggior parte dei turisti sembra essere francese,
******** e italiana, ma non mancano gli Inglesi e i Tedeschi, oltre a più
rari Nordamericani. Insomma, il centro di Marrakech è un'autentica Torre di
Babele!:-)

Ceniamo da soli, a lume di candela, sulla terrazza del riad, nella luce
violetta e limpida del tramonto. Ascoltiamo l'antico richiamo del muezzin,
lo stridio delle rondini, le voci che salgono dalla rue Laksour, il rombo
degli onnipresenti motorini.

Lunedì 23 marzo 2009:

Ritemprati da una buona nottata di sonno e da una "robusta" prima
colazione:-), alle nove partiamo "alla scoperta" della cittÃ*. La nostra
intenzione è di prendere un taxi e di farci portare ai giardini Majorelle,
ma - arrivati davanti alla Koutoubia - vediamo un double-decker rosso che
effettua due tour panoramici, la "Marrakech monumentale" e la "Marrakech
romantica (La Palmeraie)". Decidiamo di prenderlo (i biglietti costano 130
dirham l'uno e includono entrambi i tour), saliamo al piano superiore e ci
sediamo in prima fila, a goderci il panorama, il sole e l'aria fresca del
mattino. Il bus costeggia le mura della Medina, si ferma davanti al palazzo
della Bahia, poi in prossimitÃ* delle tombe sadiane, per uscire infine dalla
cittÃ* vecchia e inoltrarsi sull'avenue Mohammed V, una delle principali
arterie della cittÃ* nuova. Superate place de la Liberté e place du 16
Novembre, arriviamo nel cuore del quartiere di Gueliz, dove scendiamo, per
dirigerci a piedi verso i giÃ* citati giardini Majorelle,
[url]http://www.jardinmajorelle.com[/url] . Li raggiungiamo percorrendo due vie molto
trafficate, il bd Mohammed Zerktouni e l'avenue Yacoub el-Mansour. Fatti i
biglietti (30 dirham per il solo giardino), in un attimo di troviamo come
su un altro pianeta, immersi nell'ombra e nella quiete (nonostante il
notevole afflusso di visitatori) della "bambouseraie", un vero incanto!
Purtroppo solo una piccola frazione del vasto spazio verde creato da
Jacques Majorelle a partire dal 1924 è aperta al pubblico. Ma è comunque
sufficiente per captarne l'atmosfera quasi fatata,l'armonia che si cela
dietro all'apparente caos degli alberi, della profusione di fiori e di
piante grasse. In un angolo particolarmente tranquillo, un frammento di
colonna romana ricorda Yves Saint-Laurent che, insieme a Pierre Bergé, nel
1980 acquistò il giardino, riportandolo all'antico splendore. Pesci rossi e
tartarughine nuotano beatamente in una grande vasca che, nella stagione
delle ninfee, dev'essere un trionfo di tinte pastello. Ci sediamo nel
delizioso "Café Majorelle", nella penombra creata da grandi teli écru. La
spremuta d'arancia ha tutto il gusto e il colore di questa terra e di
questo sole...

Vista la non troppo piacevole scarpinata dell'andata, per tornare alla
fermata del bus panoramico prendiamo un taxi. In pochi minuti siamo
nuovamente di fronte all'Office du Tourisme di Gueliz. Un quarto d'ora
d'attesa ed ecco arrivare il nostro double-decker, a bordo del quale
passiamo davanti alla nuova, imponente stazione ferroviaria (il cui
ingresso si ispira alla Bab Aguenaou, la porta d'accesso alla kasba di
Yacoub el-Mansour, risalente al XII secolo), al Teatro Reale, al Centro
Congressi, fino ai giardini della Menara. Tornando verso il centro,
scendiamo di fronte a Le Méridien, nel cui bellissimo giardino, a pochi
metri dalla grande piscina, pranziamo, [url]http://tinyurl.com/d84oev[/url] . Nel
primo pomeriggio riprendiamo il bus dove l'avevamo lasciato. Scendiamo in
place des Ferblantiers. La nostra meta è l'"incomparabile" palazzo el-Badi,
fatto erigere da Ahmed el-Mansour nel tardo Cinquecento (biglietto
d'ingresso: 10 dirham; altri 10 dirham, facoltativi, per il minbar della
Koutoubia).

Ne rimangono solo spoglie rovine, dopo le razzie ordinate da Moulay Ismail a
beneficio della sua nuova capitale, Meknes. I rari frammenti di mosaico e
una piccola, leggiadra fontana in marmo bianco, nell'immenso cortile ora
disseminato di alberi d'arancio in profonde fosse che un tempo erano bacini
colmi d'acqua, danno una pur vaga idea della perduta sontuositÃ* di questo
grandioso edificio. Al posto dei cortigiani di Ahmed el-Mansour, ora vivono
qui tantissime cicogne: le mura sono praticamente ricoperte di nidi!

A nostro avviso, l'attrattiva maggiore di el-Badi è uno splendido minbar
proveniente dalla prima moschea della Koutoubia. Di legni pregiatissimi
(fra i quali il cedro), fu magistralmente intagliato da artigiani di
Cordoba fra il 1137 e il 1147, su ordine dell'ultimo sultano
almoravide, 'Ali bin Yusuf, [url]http://tinyurl.com/dfpl9b[/url] .

Da el-Badi ci dirigiamo verso la Moschea della Kasba (n.b.: tutte le moschee
di Marrakech sono precluse ai non-Musulmani), sulla cui destra si trovano
le Tombe sadiane, uno dei complessi architettonici più suggestivi della
cittÃ*. Davanti al mausoleo più importante, quello di Ahmed el-Mansour e dei
suoi più stretti famigliari, c'è una lunga coda di visitatori sia autoctoni
che stranieri. Nell'attesa, camminiamo lentamente per la necropoli. Fra le
tombe crescono rose di tanti colori diversi, dal bianco al rosso rubino,
dal rosa al giallo. Una perfetta e solitaria rosa tea è sul punto di
sbocciare.

Arriviamo finalmente alla soglia del mausoleo di Ahmed el-Mansour (non si
può andare oltre), raffinatissimo esempio dell'arte islamica fra Cinque e
Seicento. Il mihrab, in particolare, è decorato in maniera sontuosa, con
l'arco sorretto da slanciate colonnine di marmo.

Davanti a Bab Aguenaou riprendiamo al volo il bus panoramico, torniamo a
Gueliz e lì cambiamo pullman per effettuare il secondo tour, quello nella
Palmeraie.

Imbocchiamo il bd de Safi e ben presto la cittÃ* lascia il posto a un'enorme
distesa di altissime palme, ulivi e rigogliosi alberi di mimosa, squillanti
macchie gialle in un mare di verde. La strada, tortuosa e abbastanza
stretta, si dipana tra ville, grandi resort e campi da golf. Placidi
cammelli portano a spasso i turisti o si riposano nelle radure.

Verso le 18,30 facciamo ritorno al riad: un piccolo break ci vuole!:-) Per
andare a cena ci immergiamo nella folla dei suq e di place Jemaa el-Fna,
fino a raggiungere la terrazza al primo piano del ristorante "Les
Prémices", dall'ottimo rapporto qualitÃ*/prezzo (circa 180 dirham per due
entrées, due plats, un caffè, un tè alla menta e una bottiglia d'acqua
minerale).

Martedì 24 marzo 2009:

Pochi minuti prima delle otto risuona il campanello del riad: è Lofti, il
nostro autista. Scopriremo ben presto che non avremmo potuto essere più
fortunati di così. E' simpatico, premuroso, puntualissimo e guida in modo
impeccabile. Soffrendo parecchio le curve, ero un po' preoccupata per i
numerosissimi tornanti della strada fra Marrakech e Ouarzazate, e invece,
grazie a Lofti, il viaggio sarÃ* "a breeze".:-)

La nostra meta è lo ksar di Ait Ben Haddou,
[url]http://whc.unesco.org/en/list/444[/url], ma il bello - come spesso accade - sarÃ*
proprio arrivarci... I paesaggi che incontreremo lungo il cammino sono
incredibilmente variegati e suggestivi. Grazie a un inverno eccezionalmente
piovoso, la vegetazione, nelle vallate, è rigogliosissima, con nuances che
vanno dal verde tenero del grano, a quello argentato degli ulivi e dei
pioppi tremuli, a quello smeraldino dell'erba.

E poi c'è il rosso della terra ricca di ferro, l'azzurro intenso del cielo,
il bianco e il rosa degli alberi da frutta in piena fioritura, il giallo
delle mimose, per non parlare del candore accecante delle cime innevate
dell'Alto Atlante... Siamo davvero immersi in una sorta di "trionfo
cromatico"!

Soffia un vento fortissimo, che scuote violentemente le fronde degli alberi,
le vesti dei passanti, fa increspare le acque dei torrenti di montagna e
costringe le greggi di pecore a formare compatte masse di lana. Quando
scendiamo dall'auto per fare qualche foto, fatichiamo a restare ben
piantati sulle gambe. Sembra quasi di essere in Patagonia!:-)

Al Tizi n-Tichka ("passo dei pascoli", 2260 m. s.l.m.), cominciamo la
discesa verso Ait Ben Haddou, che raggiungiamo poco prima di mezzogiorno.
Lofti ci "affida" a una guida locale, Abdullah, per la visita al sito. GiÃ*
da una certa distanza, il colpo d'occhio è spettacolare.

Per guadare l'asif Mellah, che divide il villaggio moderno da quello antico,
ci sono due alternative: a piedi o a dorso d'asino. Optiamo per la seconda.
Per fortuna, a Gianluca non viene l'idea di fotografarmi in tale frangente,
perché avrebbe potuto facilmente ricattarmi per il resto della mia vita,
con un'immagine del genere!;-))

Arrivati sani e salvi sull'altra riva:-), ci inerpichiamo lungo le strette
viuzze dello ksar. Abdullah, che parla un ottimo francese, ce ne racconta
la storia, le cui origini risalgono all'XI secolo, segnata da innumerevoli
scontri tra tribù ostili e dal passaggio di migliaia e migliaia di
carovane, portatrici di tappeti, gioielli, spezie, dal Sahara a Marrakech.
Pur in rovina, le fortificazioni conservano un aspetto possente. Si
stagliano vividamente, con il rosso cupo del fango in cui sono state
erette, contro il limpido cielo primaverile e le montagne. Le rocce
tutt'intorno hanno sfumature rosa, azzurrine, verde pallido.

Abdullah ci dice quanto sia stato difficile, qualche anno addietro,
trasferirsi nel villaggio moderno (dotato di acqua corrente ed
elettricitÃ*), con la moglie e i figli. Se, come ha promesso l'Unesco,
arriveranno acqua e luce anche nello ksar, ha la ferma intenzione di
tornare a vivere nella casa in cui è nato e cresciuto, perché le sue radici
sono qui, fra queste mura che offrono un perfetto riparo dalla calura
pre-desertica, nei vicoli di cui conosce ogni centimetro, nei quali
incrocia visi che gli sono famigliari da sempre.

Saliamo fino al punto più alto, dove rimangono i resti degli antichi granai,
ad ammirare questo splendido panorama, godendoci una brezza leggera, che
mitiga il calore del sole, alto nel cielo che sembra di porcellana
finissima.

Sono ormai le tredici. Ridiscendiamo verso l'asif Mellah, ripetiamo la scena
con gli asini (l'Unesco, a quanto pare, progetta anche di costruire un
ponte, prima o poi) e andiamo a mangiare (men che mediocremente) in uno dei
ristoranti del villaggio moderno.

Intorno alle tre ripartiamo per Marrakech. Facciamo un paio di soste lungo
la strada, la prima delle quali al Tizi n-Tichka, dove un vento tipo bora
triestina nei suoi momenti migliori:-) ci costringe a risalire velocemente
in auto, per non essere del tutto accecati dai mulinelli di polvere.

Poco dopo le 18 siamo di ritorno al riad. Credo che questa giornata rimarrÃ*
nei nostri ricordi come l'"highlight" di questa breve vacanza marocchina...

(Continua)
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Predefinito Re: [RECE] Marocco, marzo 2009 (1a parte di 2)

Il 01 Apr 2009, 12:52, carla polastro <carlaTOGLIpolastro@inwind.it> ha
scritto:[color=blue][color=green]
>> Domenica 22 marzo 2009:[/color]
> Poco dopo le 18 siamo di ritorno al riad. Credo che questa giornata[/color]
rimarrÃ[color=blue]
> nei nostri ricordi come l'"highlight" di questa breve vacanza[/color]
marocchina...

Grazie Carla,
questa tua rece, piena di info ci tornerà sicuramente utile a giugno quando
anche noi passeremo 4 giorni a Marrakech...
già che ci sono ti chiedo se pensi che possano bastare 4 giorni per vivere
un pò la citta e l'escursione fare l'escursioni a Ait Ben Haddou e
Essaouria, ed eventualmente quale escluderesti?
Vabbè ne parleremo sabato e domenica... :-)

Diego :-)

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Il 01 Apr 2009, 12:52, carla polastro <carlaTOGLIpolastro@inwind.it> ha
scritto:[color=blue][color=green]
>> Domenica 22 marzo 2009:[/color]
> Poco dopo le 18 siamo di ritorno al riad. Credo che questa giornata[/color]
rimarrÃ[color=blue]
> nei nostri ricordi come l'"highlight" di questa breve vacanza[/color]
marocchina...

Grazie Carla,
questa tua rece, piena di info ci tornerà sicuramente utile a giugno quando
anche noi passeremo 4 giorni a Marrakech...
già che ci sono ti chiedo se pensi che possano bastare 4 giorni per vivere
un pò la citta e l'escursione fare l'escursioni a Ait Ben Haddou e
Essaouria, ed eventualmente quale escluderesti?
Vabbè ne parleremo sabato e domenica... :-)

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Il 01 Apr 2009, 12:52, carla polastro <carlaTOGLIpolastro@inwind.it> ha
scritto:[color=blue][color=green]
>> Domenica 22 marzo 2009:[/color]
> Poco dopo le 18 siamo di ritorno al riad. Credo che questa giornata[/color]
rimarrÃ[color=blue]
> nei nostri ricordi come l'"highlight" di questa breve vacanza[/color]
marocchina...

Grazie Carla,
questa tua rece, piena di info ci tornerà sicuramente utile a giugno quando
anche noi passeremo 4 giorni a Marrakech...
già che ci sono ti chiedo se pensi che possano bastare 4 giorni per vivere
un pò la citta e l'escursione fare l'escursioni a Ait Ben Haddou e
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Il 01 Apr 2009, 12:52, carla polastro <carlaTOGLIpolastro@inwind.it> ha
scritto:[color=blue][color=green]
>> Domenica 22 marzo 2009:[/color]
> Poco dopo le 18 siamo di ritorno al riad. Credo che questa giornata[/color]
rimarrÃ[color=blue]
> nei nostri ricordi come l'"highlight" di questa breve vacanza[/color]
marocchina...

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Il 01 Apr 2009, 12:52, carla polastro <carlaTOGLIpolastro@inwind.it> ha
scritto:[color=blue][color=green]
>> Domenica 22 marzo 2009:[/color]
> Poco dopo le 18 siamo di ritorno al riad. Credo che questa giornata[/color]
rimarrÃ[color=blue]
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Il 01 Apr 2009, 12:52, carla polastro <carlaTOGLIpolastro@inwind.it> ha
scritto:[color=blue][color=green]
>> Domenica 22 marzo 2009:[/color]
> Poco dopo le 18 siamo di ritorno al riad. Credo che questa giornata[/color]
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Il 01 Apr 2009, 12:52, carla polastro <carlaTOGLIpolastro@inwind.it> ha
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>> Domenica 22 marzo 2009:[/color]
> Poco dopo le 18 siamo di ritorno al riad. Credo che questa giornata[/color]
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Il 01 Apr 2009, 12:52, carla polastro <carlaTOGLIpolastro@inwind.it> ha
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Il 01 Apr 2009, 12:52, carla polastro <carlaTOGLIpolastro@inwind.it> ha
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> Poco dopo le 18 siamo di ritorno al riad. Credo che questa giornata[/color]
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