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  #1  
Vecchio 30-06-2008, 18.02.10
Carla Polastro
 
Messaggi: n/a
Predefinito [RECE] Uzbekistan, prima parte, solo testo: Termez

Giovedì 12 giugno 2008:

Devo ammettere che il primo impatto con l'Uzbekistan non è stato dei più
incoraggianti. Dopo sei ore di volo da Fiumicino su di un vecchissimo
Boeing 757 dai sedili mezzo sfondati delle Uzbekistan Airways, ce ne
vorranno altre due per passare i controlli passaporti e doganali, il tutto
in un microclima da serra tropicale!:-(

All'esterno dell'aerostazione, pur essendo le 22 passate, la temperatura e
il tasso d'umiditÃ* non sono, purtroppo, molto diversi... Entrare una
mezz'oretta più tardi nella fresca hall dell'Hotel Dedeman Silk Road, nel
centro di Tashkent, ci fa sentire come naufraghi che hanno finalmente
toccato terra...

La “tregua†sarÃ* comunque di breve durata, visto che fra meno di nove ore
saremo nuovamente in aeroporto, per volare verso Termez, nell'estremo sud
del Paese, al confine con l'Afghanistan.

Venerdì 13 giugno 2008:

Alle 9,05 decolliamo alla volta di Termez a bordo di un antidiluviano
Antonov 24 delle (indovinate un po') Uzbekistan Airways, che detengono il
monopolio dei voli interni.

Voliamo abbastanza bassi da poter ammirare il panorama sottostante, in
particolar modo i Monti Fan, estremitÃ* occidentale del Pamir. Le cime
innevate, che si stagliano nettissime contro il cielo perfettamente sereno,
sono davvero magnifiche!

Atterriamo poco dopo le 10,30 e scendere sulla pista (costellata di velivoli
della Luftwaffe; dal 2002 è di stanza qui un contingente tedesco della
Nato) è come entrare in un forno, gasp!

Caricati i bagagli sul pullman, in una ventina di minuti raggiungiamo il
nostro albergo, l'Hotel Meridian, di costruzione recente. A me e a
Gianluca, del tutto casualmente, viene assegnata una spaziosa suite (mai
che qualcosa del genere capiti in un Ritz-Carlton:-)), al quarto piano.

La giornata odierna marcherÃ* l'inizio di quella che, ahinoi, sarÃ* la prassi,
o quasi, per l'intero tour: visite nelle ore più calde, con temperature che
spesso e volentieri supereranno i 45° C. E questo perché il dr. Pietro
Rossi, l'archeologo che ha organizzato (malissimo) questo viaggio e che ne
è l'accompagnatore culturale (nulla da eccepire, invece, su questo punto),
odia alzarsi presto al mattino... Da notare che sul programma veniva
specificato che le visite si sarebbero svolte nelle prime ore della
giornata e nel tardo pomeriggio, “onde evitare le ore più caldeâ€. Alla
faccia della correttezza!

Non solo, scopriremo ben presto che l'egregio dr. Rossi ha studiato un
itinerario tagliato su misura per i propri interessi, non tenendo
minimamente conto del fatto che il gruppo che accompagna non è composto da
suoi colleghi. Indi per cui, ci farÃ* visitare, in condizioni climatiche da
colpo apoplettico (che numerosi partecipanti, anziani e/o in sovrappeso,
sfioreranno, infatti, più volte), una lunga serie di siti pressocché
illeggibili.

In breve: Gianluca e io abbiamo poche certezze nella vita, ma una di queste
è che non viaggeremo MAI PIU' con la Schliemann & Carter di Torino, di cui
il dr. Rossi è co-titolare.

Torniamo alla nostra “ordaliaâ€. Poco dopo le 14,30 lasciamo l'albergo e in
pochi minuti di pullman raggiungiamo il Museo Archeologico, lungo la via
principale della cittÃ* (Al-Termizi 29), e ricco di reperti di alto livello
(alcuni di essi, però, sono copie; gli originali li vedremo il 24 giugno al
Museo Storico del Popolo dell'Uzbekistan di Tashkent). La visita è
interessantissima, e solo le avvincenti ed esaurienti spiegazioni del dr.
Rossi riescono a farci sopportare i 35° C (termometro dixit) che regnano
nelle sale del museo, inaugurato nel 2001. Pare che l'impianto di aria
condizionata sia guasto ormai da sei mesi...

Dopo oltre due ore, usciamo boccheggianti dal museo, risaliamo sul pullman e
ci dirigiamo verso il confine afghano. E' lì che sorgono, a poche centinaia
di metri dal mitico Amu Darya (l'Oxus dei Greci), i resti di uno stupa
buddhista del III sec. a.C., in mattoni e alto 16 metri, detto la Torre di
Zurmala.

E' quasi il tramonto ormai. La morbida luce del sole che cala nel cielo
limpido, solcato dal volo di stuoli di rondini, accende di rosa intenso le
mura di Kyrk-Kyz Kala (“delle 40 fanciulleâ€, X sec. d.C.), forse un ostello
per donne seguaci del Sufismo, forse residenza di campagna della dinastia
samanide. Le mura esterne, come sempre in mattoni crudi, sono in ottimo
stato di conservazione, e l'intero complesso possiede una notevole
imponenza e un certo fascino.

Sabato 14 giugno 2008:

Al nostro risveglio, ritroviamo la cittÃ* immersa in una violenta tempesta di
sabbia che arriva dall'Afghanistan. Il cielo è uniformemente grigio, gli
alberi sembrano doversi spezzare da un momento all'altro, piegati quasi a
90° dal fortissimo vento.

Poco dopo le 9 ci mettiamo in marcia. Siamo diretti a una trentina di
chilometri da Termez, ove sorgono gli affascinanti resti della greca
Pandokeion, uno degli insediamenti voluti da Alessandro Magno lungo
l'Oxus/Amu Darya, poi conquistati dai Kushani poco prima dell'era volgare.
Il sito è attualmente noto come Kampyr Tepe e si trova in posizione assai
suggestiva. Per il momento è stata ricostruita una piccola frazione delle
mura di cinta, quel che basta, tuttavia, a dare un'idea della cittadella
nelle sue forme originali.

Nelle vicinanze del sito ci attende, però, una sgradita sorpresa. Nessuno, e
men che meno il dr. Rossi, si è preso la briga di controllare che il
pullman potesse arrivare fino alle rovine. Vien fuori che non può, a causa
di un cavalcavia ferroviario troppo basso... Pietro non si scompone, e
senza aver mai messo prima piede in questo luogo in vita sua, ci rassicura
dicendo che il sito “è subito lìâ€. Le ultime parole famose: il “subito lìâ€
si traduce in più di due chilometri di strada. Il “bello†sarÃ*
ripercorrerli alla fine della visita, col sole a picco. Nel gruppo
serpeggia giÃ* aria di ammutinamento. E siamo solo all'inizio...

Nel pomeriggio, dopo aver pranzato ed esserci riposati un po' in albergo,
torniamo una seconda volta al Museo Archeologico, il cui amabilissimo
direttore, che giÃ* ci aveva accompagnati a Kampyr Tepe la mattina, ci fa
visionare i bei reperti esposti in un colonnato che corre intorno
all'edificio e che è normalmente chiuso al pubblico. Il pezzo che ci
colpisce maggiormente è senza dubbio un leone in pietra, di chiara impronta
persiana.

Salutato e ringraziato calorosamente il direttore del Museo Archeologico,
risaliamo in pullman per raggiungere la nostra prossima meta: i resti del
monastero buddhista di Fayaz Tepe, dove svetta un grande stupa del I-III
sec. d.C. I lavori di conservazione e restauro sono stati sponsorizzati
dall'Unesco e dal Japan Fund-in-Trust for the Preservation of World
Heritage. All'ingresso del sito è stato creato un piccolo ma interessante
museo. Anche qui sono state esposte delle copie dei reperti più importanti,
mentre gli originali – fra i quali i frammenti di un affresco e un delicato
bassorilievo raffigurante Buddha con due monaci – sono conservati al giÃ*
citato Museo Storico del Popolo dell'Uzbekistan di Tashkent.

A breve distanza da Fayaz Tepe, proprio sul confine afghano, visitiamo il
veneratissimo mausoleo di Khadim al-Thermezi, filosofo e matematico vissuto
nell'VIII sec. Mausoleo sorto su un santuario buddista anteriore e
circondato da un piacevole giardino fiorito.

A qualche metro di distanza, a strapiombo sull'Amu Darya, si staglia la
massa informe di quella che fu l'acropoli dell'antica Demetria, avamposto
militare ellenistico fondato all'inizio del II sec. a.C. dal re
greco-battriano Demetrio, e distrutto da Gengis Khan nel 1220.

Il filo spinato che delimita la terra di nessuno tra l'Uzbekistan e
l'Afghanistan è punteggiato da cartelli con l'immagine di una macchina
fotografica con una X sopra e la scritta, in caratteri
cubitali, “impossibleâ€, anziché “forbiddenâ€.:-)

(Continua)
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  #2  
Vecchio 30-06-2008, 18.15.22
CB
 
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Predefinito Re: [RECE] Uzbekistan, prima parte, solo testo: Termez

> Caricati i bagagli sul pullman, in una ventina di minuti raggiungiamo il[color=blue]
> A qualche metro di distanza, a strapiombo sull'Amu Darya, si staglia la
> massa informe di quella che fu l'acropoli dell'antica Demetria, avamposto
> militare ellenistico fondato all'inizio del II sec. a.C. dal re
> greco-battriano Demetrio, e distrutto da Gengis Khan nel 1220.[/color]

...suggestivo direi.

...a parte il dr. Rossi, di cui, a questo punto, vorrei
vedere una fotografia :-))


Corrado
[url]www.corradobina.it[/url]



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  #3  
Vecchio 30-06-2008, 18.15.59
federicoP
 
Messaggi: n/a
Predefinito Re: [RECE] Uzbekistan, prima parte, solo testo: Termez

Carla Polastro ha scritto :


[color=blue]
>......... l'archeologo che ha organizzato (malissimo) questo viaggio e che ne
> è l'accompagnatore culturale (nulla da eccepire, invece, su questo punto),
> odia alzarsi presto al mattino...........[/color]


Oltre che interessante, come prevedibile, la tua rece si prospetta
anche particolarmente gustosa....

Nei momenti più difficili, ad esempio andando a piedi per due
chilometri sotto ad un sole cocente, "qualcuno" ti ha mai ricordato di
avere avuto qualche dubbio su questo viaggio o è stato così signore da
far finta di niente ? ;-))))


Alla prossima, grazie :-)

--
federicoP



" Viaggiare e' un desiderio che provano in tanti, e tutti se ne
pentono, perche' non si ritorna mai. "

Da: La Misura del Mondo, di D. Kehlmann


[url]www.federicop.eu[/url]
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  #4  
Vecchio 30-06-2008, 18.17.56
Giumak
 
Messaggi: n/a
Predefinito Re: [RECE] Uzbekistan, prima parte, solo testo: Termez

Carla Polastro ha scritto:
[color=blue]
> Il filo spinato che delimita la terra di nessuno tra l'Uzbekistan e
> l'Afghanistan è punteggiato da cartelli con l'immagine di una macchina
> fotografica con una X sopra e la scritta, in caratteri
> cubitali, “impossibleâ€, anziché “forbiddenâ€.:-)[/color]

nonostante tutto, non lo trovo inappropriato. :-)
[color=blue]
> (Continua)[/color]

grazie di questa prima parte, interessante come sempre, aspetto la
successiva e dì a Gianluca di darsi una mossa con le foto! (da che
pulpito...) :-)

Beppe
--


"Vorrei che andaste incontro al sole e al vento
con la pelle, più che con il vestito,
perchè il respiro della vita
è nella luce solare
e la mano della vita è nel vento"

(Kahlil Gibran "Il profeta")
_________________________________________
[url]www.beppequarta.it[/url]
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  #5  
Vecchio 30-06-2008, 18.24.11
Carla Polastro
 
Messaggi: n/a
Predefinito Re: [RECE] Uzbekistan, prima parte, solo testo: Termez

CB wrote:
[color=blue]
> ..a parte il dr. Rossi, di cui, a questo punto, vorrei
> vedere una fotografia :-))[/color]

Fotografia che io potrei usare come bersaglio per le freccette...:-)))

Battute a parte, il dr. Rossi è anche una persona simpatica (oltre che ben
preparata). Solo non dovrebbe fare il tour operator/leader, imho...

Ciao Corrado,

Carla
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  #6  
Vecchio 30-06-2008, 18.25.50
Carla Polastro
 
Messaggi: n/a
Predefinito Re: [RECE] Uzbekistan, prima parte, solo testo: Termez

federicoP wrote:
[color=blue]
> Nei momenti più difficili, ad esempio andando a piedi per due
> chilometri sotto ad un sole cocente, "qualcuno" ti ha mai ricordato di
> avere avuto qualche dubbio su questo viaggio o è stato così signore da
> far finta di niente ? ;-))))[/color]

Eravamo entrambi troppo impegnati a maledire quel "è subito lì" e ad
arrivare vivi al pullman...;-))
[color=blue]
> Alla prossima, grazie :-)[/color]

Grazie a te dell'attenzione, caro Federico!

Carla

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  #7  
Vecchio 30-06-2008, 18.27.37
federicoP
 
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Predefinito Re: [RECE] Uzbekistan, prima parte, solo testo: Termez

Giumak ha scritto :
[color=blue]
> ............
> e dì a Gianluca di darsi una mossa con le foto![/color]


Secondo me Gianluca è troppo impegnato ad infilare spilloni nella
bambolina modello "Il Piccolo Archeologo" che si è appena comprata
;-))))

--
federicoP



" Viaggiare e' un desiderio che provano in tanti, e tutti se ne
pentono, perche' non si ritorna mai. "

Da: La Misura del Mondo, di D. Kehlmann


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  #8  
Vecchio 30-06-2008, 18.29.11
Carla Polastro
 
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Predefinito Re: [RECE] Uzbekistan, prima parte, solo testo: Termez

Giumak wrote:
[color=blue]
> nonostante tutto, non lo trovo inappropriato. :-)[/color]

Fa sicuramente "colore locale"...;-)

In Uzbekistan, le scritte in inglese sono alquanto "creative" (e spesso
involontariamente umoristiche).
[color=blue]
> grazie di questa prima parte, interessante come sempre, aspetto la
> successiva e dì a Gianluca di darsi una mossa con le foto! (da che
> pulpito...) :-)[/color]

Grazie a te, caro Beppe! Per quanto riguarda le foto, ieri abbiamo
provveduto alla selezione (si noterÃ* una preponderanza di immagini di
Bukhara, chissÃ* come mai...:-)), ma non ho idea di quando Gianluca, giÃ*
immerso nel lavoro fino al collo, riuscirÃ* a metterle on-line.

Bisous,

Carla
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  #9  
Vecchio 30-06-2008, 18.49.32
Giumak
 
Messaggi: n/a
Predefinito Re: [RECE] Uzbekistan, prima parte, solo testo: Termez

federicoP ha scritto:
[color=blue]
> Secondo me Gianluca è troppo impegnato ad infilare spilloni nella
> bambolina modello "Il Piccolo Archeologo" che si è appena comprata ;-))))[/color]

ROTFL! Stò povero Rossi, proprio nei frequentatori di ihv doveva
incappare! :-))

Beppe


--


"Vorrei che andaste incontro al sole e al vento
con la pelle, più che con il vestito,
perchè il respiro della vita
è nella luce solare
e la mano della vita è nel vento"

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  #10  
Vecchio 30-06-2008, 19.31.47
federicoP
 
Messaggi: n/a
Predefinito Re: [RECE] Uzbekistan, prima parte, solo testo: Termez

Giumak ha scritto :

[color=blue]
>
> ROTFL! Stò povero Rossi, proprio nei frequentatori di ihv doveva incappare!
> :-))
>[/color]


Speriamo che Carla nella prossima puntata lo riabiliti un po',
altrimenti per lui è davvero finita, rischia di diventare l'icona
dell'organizzatore disorganizzato :-))))

--
federicoP



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