[RECE] Libia, terza e ultima parte (solo testo)
Venerdì 9 marzo:
Facciamo colazione in un bar-pasticceria di Sebha e intorno alle 11 partiamo
per il campo tendato fisso “Magic Lodgeâ€, a 30 km. a sud di al-Uwaynat.
Soffia ancora un forte vento freddo (non si tratta quindi del Ghibli), il
cielo è grigio, velato da enormi nubi di sabbia. Anche l'orizzonte è
un'indistinta massa grigia. Il lungo trasferimento, circa 7 ore, è
parecchio noioso, complice anche la stanchezza causata dalla notte in
pullman. Il nostro giovane autista, Hanza, ha un'aria molto simpatica e
guida benissimo, ma – ancora una volta – la barriera linguistica condiziona
pesantemente le chances di dialogo, che si limita a grandi sorrisi e a un
curioso mélange di inglese, italiano, arabo, francese e, soprattutto,
gesti.
Gianluca e io condividiamo il Toyota (in condizioni alquanto penose, fatta
eccezione per i pneumatici che, grazie al Cielo, sembrano nettamente più
recenti del resto del veicolo) con Alba e Renzo, una coppia di deliziosi
Valdostani, con i quali abbiamo subito “fraternizzatoâ€, così come con
Marisa e Mariuccia, due signore triestine altrettanto simpatiche.
Tutto il gruppo cerca comunque di “pensare positivoâ€, alzando preci perché
il tempo, nei giorni a venire, migliori e torni a splendere il sole in un
cielo terso...
Il picnic, nel primo pomeriggio, ha come ingrediente principale la sabbia
che, sollevata da un vento a tratti fortissimo, penetra ovunque.
Facciamo poi un altro paio di soste, ad Awbari e al-Uwaynat, dove lasciamo
la strada asfaltata e percorriamo una trentina di chilometri di pista, fino
ad arrivare, intorno alle 18, al campo tendato. E' assai piacevole
trovarsi fuori da un veicolo, finalmente!:-)
L'interno delle tende è semplice ma abbastanza confortevole. I tre letti
singoli sembrano usciti da un garni altoaltesino: sono di legno chiaro e
ricoperti da morbidi e candidi piumini. Non essendoci un armadio, il terzo
letto, nel nostro caso, ne fa le veci. Ogni tenda include un piccolo bagno
fornito di acqua calda e fredda (da usare con la dovuta parsimonia,
naturalmente).
Ceniamo nella spaziosa tenda-ristorante e ce ne andiamo a fare la nanna
bello presto. Ne abbiamo proprio bisogno!
Sabato 10 marzo:
Il tempo è analogo a quello di ieri. C'è ancora parecchio vento e il cielo è
caparbiamente grigio. Abbiamo un po' tutti il morale a terra: che
scalogna!:-( Ma in tarda mattinata, con nostro enorme sollievo, cominciano
ad aprirsi i primi ampi squarci di sereno.
La giornata di oggi è dedicata, al pari di quella di domani, alle pitture e
incisioni rupestri di cui l'Akakus è disseminato. Le più antiche risalgono
a 10/12.000 anni fa, ma le datazioni sono molto controverse. Vedremo
esempi, in diverse condizioni di conservazione, dei cinque periodi in cui
gli studiosi hanno suddiviso l'arte rupestre sahariana: la fase della
“Grande fauna selvaggiaâ€; la fase delle “Teste rotonde†(che si colloca tra
i 10.000 e gli 8.000 anni fa); la fase “Pastorale†(intorno agli 8.000 anni
fa); la fase del “Cavallo†(2000 a.C. ca.) e quella “Camelina†(intorno ai
2.000 anni fa).
Alcune delle pitture sono a malapena visibili, mentre altre “sfoggianoâ€
un'incredibile brillantezza, nonostante l'assoluta mancanza di protezione.
Fra un sito rupestre e l'altro, ci fermiamo in diversi punti panoramici,
sentendoci quasi soverchiati da tutta questa bellezza, questa vastitÃ*,
questi colori, che creano un'atmosfera che ha qualcosa di magico, di
irreale...
Alla sera, quando si spengono le luci del campo tendato, la volta celeste è
un trionfo di stelle, perfettamente nitide nella fredda aria notturna. E'
come essere avvolti in uno scialle luminoso, immersi in una sensazione di
gioiosa tranquillitÃ*. E' un'emozione indimenticabile!
Domenica 11 marzo:
Stamane il cielo si è ulteriormente schiarito, pur non essendo ancora del
tutto limpido. La notte è stata gelida e uscire dal bozzolo caldo del
piumino è davvero un'ardua impresa!:-)
Grazie al miglioramento nelle condizioni meteo, il paesaggio è ancora più
suggestivo. Siamo affascinati dal contrasto tra l'ocra della sabbia, il
nero delle rocce e il blu del cielo, che verso sera assume mistiche
tonalitÃ* cobalto. Cosa c'è di più bello del cielo del deserto? Più bello di
questa trasparenza, di questa luce, di queste tinte, vivide e morbide allo
stesso tempo? A ogni viaggio nel deserto, mi pongo queste stesse domande,
sentendomi particolarmente felice di essere viva e di poter condividere
queste emozioni con chi amo.
Lunedì 12 marzo:
Dall'Akakus ci spostiamo verso l'Erg di Oubari, la regione delle grandi
dune. Com'è esaltante “arrampicarsi†con i fuoristrada su per i pendii
sabbiosi, per poi affrontare discese mozzafiato!
Le dune, la cui sabbia ha la consistenza e il colore della cipria, sono
tutt'intorno a noi, si perdono all'orizzonte, i loro contorni cangianti si
stagliano netti contro il cielo, che si fa più terso con ogni giorno che
passa.
Nel tardo pomeriggio, seduti fuori dalla nostra tenda nell'altro campo
“Magic Lodgeâ€, in pieno relax, osserviamo la straordinaria sensualitÃ* di
queste dune, le linee che ricordano le sculture di Brancusi, i giochi di
chiaroscuro, le orme lasciate da uomini e animali, le scie impresse dalle
ruote dei fuoristrada...
Martedì 13 e mercoledì 14 marzo:
Il Sahara libico ci saluta regalandoci il suo cielo più limpido, di un
azzurro incredibilmente intenso. La luce è quasi accecante, l'aria
deliziosamente fresca. Un mix perfetto per visitare alcuni dei laghi di
Ramlat ad-Duwadah. Dopo chilometri e chilometri di dune di sabbia, ecco che
si profilano all'orizzonte piccole oasi, dove file e boschetti di palme
fanno da corona a specchi d'acqua che hanno il colore di quelli di
montagna. Il contrasto tra il verde degli alberi e il giallo ocra della
sabbia è a dir poco magnifico! Il più grande fra quelli sulle cui rive
sostiamo è il lago Gabraoun, le cui acque hanno una concentrazione salina
simile a quella del Mar Morto. Gabraoun significa “tomba di Aounâ€, il
mitico capostipite dei Duwada.
Pranziamo e trascorriamo parte del pomeriggio al “Camping Africa Tours†di
Takartibah, prima di far ritorno a Sebha, dove ceneremo per poi volare a
Tripoli (stavolta c'è andata bene!). Pernottiamo ancora una volta all'Al
Mahari. Domani ci attende una lunga – e noiosa – giornata, che includerÃ*
una sosta di ben cinque ore a Fiumicino.
Il volo Blue Panorama Tripoli-Roma è, per fortuna, “uneventfulâ€. Una volta
atterrati a Genova con un volo Air One, ritiriamo l'auto a noleggio e
finalmente “approdiamo†a casa alle 23,30.
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