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Vecchio 10-04-2009, 18.05.05
Albertuan au travail
 
Messaggi: n/a
Predefinito [RECE] Gambia Febbraio 2009

Prima di tutto, mi sembra opportuno rispondere ad una domanda: perché
La Gambia?
La risposta che spontanea mi sorge è un disarmante ed ovvio “perché
no?â€. Infatti non capisco il dover motivare una scelta di destinazione
di viaggio, come se esistesse una motivazione plausibile ed oggettiva;
uno va dove gli pare, e nei posti che soggettivamente riscuotono
interesse, punto e fine delle “spiegazioniâ€.
Ma, in effetti, un motivo c'è, e dai più “puri e duri†Viaggiatori
viene di solito aborrito e disprezzato: costava dannatamente poco!
Non so che farci, ma di fronte ad una ridicola offerta
volo+albergo+mezzapensione a nemmeno 900 euro (in due, mica a testa, e
due camere singole...) nemmeno Morena, notoriamente poco o nulla
interessata all'Africa ha saputo resistere, ed ha detto “ok, prenota
prima che cambino ideaâ€.
Ed ho prenotato per La Gambia :-)
Al contrario della mia dolce metÃ*, io all'Africa è da un po' che penso
(vedi la speranza di andare, prima o poi, in Mozambico...), e non mi è
parso vero di poter approfittare del cedimento mulierbe, quindi eccomi
a raccontare a lorsignori sopravvissuti di usenet, le Avventure
Africane di Albertuan (sarebbe una cit., vediamo chi la becca ^__^)

Sabato 07/02/2009
In albergo ci sono pochi italiani, oltre a noi due solamente altre due
coppie di Lecco (che praticamente non si muoveranno dalla spiaggia...),
tutti gli altri ospiti sono inglesi, ed il personale è in effetti
abbastanza sorpreso di aver a che fare con europei non-anglici (e
scarsamente portati per la lingua d'Albione, ma decisamente portati per
la mimica), ed è meglio così: se non capisci la lingua degli altri, si
possono evitare inutili ed imbarazzanti scambi di saluti a cena e
colazione ;-)))))
Nella Gambia i mezzi pubblici sono pressochè inesistenti, ci si muove
soltanto coi taxi ed i “bush-taxi†(minibus con orari aleatori e
destinazioni conosciute praticamente solo agli Dei ma, se si riesce ad
incappare in quello giusto, decisamente economicissimi).
Poi ci sono i taxi “turistici†di colore verde, che stazionano
ovviamente di fronte agli hotel, sono riservati ai turisti e chiedono
cifre dieci volte superiori ai taxi gialli “pubbliciâ€... non è certo la
prima volta che mi imbatto in combinazioni del genere, direi che sono
una “norma†extraUE, ma continuo a chiedermi PERCHE' un turista
dovrebbe prendere il taxi verde e pagarlo di più?
Non sono più puliti di quelli gialli.
Non sono meglio tenuti di quelli gialli.
Non hanno sedili più comodi di quelli gialli.
Boh?
Va bene, considerazioni a parte, ci facciamo portare a Banjul, la
capitale distante una 15ina di chilometri (usando un taxi verde, ma
pagandolo come un taxi giallo... ha tanto insistito per portarci, che
ci è sembrato giusto fargli guadagnare i suoi 150 Dalasi, ma non i 1000
che ci aveva chiesto eh? Tra l'altro, la guida LP asserisce che coi
taxi verdi non si tratta, quando ho tempo e/o voglia dovrei scriver
loro di correggere l'asserzione)
La capitale è un paesone di circa 30.000 abitanti, niente architettura
particolare da notare, ma un gran bel mercato, con un gran bel nome:
Albert Market :-)
Mi ci sento a casa!
Al di la' del nome, è troppo tempo che non mi immergo in un po' di vita
“altraâ€, e camminare in mezzo agli odori ed ai colori di un mercato
africano è esattamente quello che mi serve per ricaricare le batterie.
Usciti dal mercato, passeggiamo lungo Liberation St., e ci dirigiamo
verso il porto cittadino... una gran differenza da dentro a fuori il
mercato non c'è, negozi e venditori da tutte le parti pure lungo la
via, solo che qua passano le automobili... ah, e non ci sono bancarelle
di pesce.
Il porto è un CASINO DISUMANO, ma talmente ricco di impressioni da
farmi sedere e restare a guardare il niente odoroso e rumoroso per un
po'.
Tornando, ci fermiamo a mangiare ad una bancarella... oddio...un coso
con una friggitrice appoggiata sopra, dove una bella ragazza frigge i
“fishpai†(credo si chiamino così), sorta di sfoglia fritta nell'olio,
ripiegata a triangolo ed imbottita di carne e salsa.
Cosa strana, a parte il ripieno il gusto della sfoglia fritta è
ESTREMAMENTE familiare: a Ferrara li chiamiamo “pinziniâ€, a Modena
“Gnocco frittoâ€, a Bologna “Crescentineâ€, ma comunque si chiamino, sono
identici al “fishpaiâ€!!
Siamo piuttosto stanchi, il caldo picchia ed il fisico comincia a
cedere, quindi, visto che siamo in vacanza, decidiamo di tornare in
albergo, e per oggi basta, che mica siamo a cottimo ;-)
In albergo conosco Ousman, un barista che parla francese e forse ha
delle dritte interessanti per andare a Georgetown lungo il fiume
Gambia.

Considerazioni in finale di giornata:
I tizi che voglio appiopparti qualcosa sono estremamente insistenti.
Inoltre lontano dalle spiagge dei buana-faccia-di-stracchino ce ne sono
pochi o niente, quindi siamo effettivamente un “bersaglio†ben
visibile. :-)
A parte l'insistenza dei tipi, la sensazione generale di pericolo
rasenta lo zero. I ladri e gli scippatori ci saranno pure qua, ma io
non ne ho visti.
Bella gente! Alti, snelli, bei volti... i commenti di Morena sui
muscoli color ebano e sulle pance piatte e scolpite si sprecano, roba
da chiedere il divorzio!
La spiaggia di Kotu dove siamo alloggiati è enorme, ma poco
interessante, onde alte adatte al surf e correnti forti: perchè tutti
'sti grassi inglesi vengono a svernare qui? Mi sa che non si sono
ancora accorti che le Colonie hanno dichiarato l'indipendenza da
qualche annetto, e credono di essere ancora i proprietari della
zona...però ho bevuto un frullato di baobab, ed è buono. :-)

Domenica 08/02/2009
“Andiamo a vedere i coccodrilli?â€
“Ma si, siamo in Africa, non si puo' non vedere i coccodrilliâ€
Allora eccoci a Bakau, paesotto sulla costa atlantica, più o meno a
metÃ* strada fra Kotu e Banjul, dove gli abitanti mantengono, al centro
del villaggio, un lago con dei coccodrilli grassi e imbolsiti, il
Kachikaly Crocodile Pool.
Il cocco viene considerato animale sacro, e come tale nutrito e
vezzeggiato, ed il fatto che la religione dominante da queste parti sia
l'Islam pare non creare nessun tipo di contrasto... beh, diciamo che le
Grandi Religioni sono abbastanza una bella facciata, nemmeno troppo in
profonditÃ* rimangono vive e vegete le antiche credenze.
Niente a che fare con il sincretismo religioso di Cuba o del Brasile,
proprio se ne fregano dei dettami “ufficiali†(Cristiani o Islamici che
siano), continuano bellamente a portare i loro amuleti, a rivolgersi
agli sciamani e tutto il resto.
E mi pare più che giusto così. :-)
Entrare nel Crocodile Pool costa la bella cifra di 50 Dalasi (più o
meno un euro e mezzo), un tizio ci fa accarezzare un coccodrillo (a me
fa un po' schifo per la veritÃ*), girelliamo fotografando intorno, poi
usciamo e attraversiamo il villaggio, fatto di polvere rossa, capanne
col tetto di lamiera o paglia e steccati sconnessi: qualcuno potrebbe a
questo punto insistere nel chiedermi che ci sono andato a fare, ma è
per vedere posti come Bakau che ci sono venuto!
E poi, essere inseguito da bambini che ci vogliono toccare, che si
meravigliano della nostra pelle rosea (siamo praticamente a ridosso
della zona degli alberghi, ma le facce-di-stracchino rimangono
asserragliate sulla spiaggia)... beh, per quanto mi riguarda vale da
solo il viaggio o quasi :-)

Si va a Serekunda, la cittÃ* più grande della Gambia, e crocevia di
tutte le merci e gli scambi della zona, con un taxi giallo e
scassatello che ci trasporta per i soliti 150 Dalasi.
E' un ENORME mercato, nelle vie sovraffollate risulta impossibile
fotografare, tanto si è sommersi e sballottati dal fiume di gente che
la percorre, un caos veramente inenarrabile ma eccitante come poche
cose al mondo, e pure qua sensazione di pericolo zero: nel casino
totale avrebbero potuto fregarmi anche i pantaloni (in Italia sarebbe
successo), ma niente, nessuno che anche solo accenni al tentativo.
Veniamo abbordati da due “piattole†che, a ben vedere, non vogliono
altro che scambiare due chiacchiere con questi pallidi turisti lontani
dalla loro zona (anche qua nessuna presenza di europei... e siamo ad
una decina di km dalle spiagge); uno dei due parla un po' di francese,
e riesco a spiegargli che vorremmo stare da soli: gentilmente se ne va,
e dopo un po' anche l'altro lascia perdere.
Le strade sono di terra battuta rossa, e quelle asfaltate sono comunque
ricoperte di polvere rossa, il sole incavolato dell'Africa spande
dovunque i suoi raggi a riflettere il colore sulle case e sulle auto...
ah, giusto! Abbiamo visto un'auto tappezzata di avvisi medici, sia
scritti che illustrati: direi un presidio medico ambulante, notevole
come idea.
Beviamo un paio di bibite: una è prodotta in Egitto, ed una viene dalla
Thailandia... ma pensa te...

Ripartiamo per Lamin, con l'intenzione di fare un giretto sul fiume, ma
il taxi ad un paio di km dal Lamin Lodge scassa una gomma.
Non “bucaâ€, la scassa proprio.
E del resto, con la serie di voragini che ha superato per arrivare qua,
mi meraviglio che non si sia scassata prima. E' vero che le strade in
buone condizioni sono pochissime, ma il taxista per arrivare a Lamin ha
fatto decisamente il giro dell'oca (o del ***** unto, come direbbe mio
cognato Riccardo), prendendo gli stradoni più distrutti della Gambia
Occidentale, nell'intento evidente di trasportarci a destinazione e
contemporaneamente curare altri suoi affari: a Bakau ha cercato e
salutato una ragazza, poi ha rintracciato un tizio a cui ha dato un
telefono, poi ha scambiato una qualche informazione con un gruppo di
persone, poi ha cercato e salutato un altro tizio... insomma, diciamolo
che un po' se l'è cercata ;-)
Abbandoniamo quindi il taxi ed il suo depresso autista al loro destino,
avviandoci verso il fiume, circondati da una schiera di bambini e
bambine; Morena ne prende in braccio una, ed immediatamente un'altra
pretende di salire in braccio a me!
Sudati arriviamo in riva al Gambia, e ci lasciamo catturare da dei...
boh, chissÃ* come posso chiamare chi noleggia le piroghe?
Comunque si chiamino, ci fanno fare un giro di un'oretta scarsa in
mezzo alle mangrovie, ed una volta a terra i pagaiatori ci scroccano
pure una mancia extra sul conto pattuito: ODIO farmi potare come un
cespuglio, ma non ho scelta e caccio i Dalasi, 400 di noleggio e 100 di
mancia.
I pagaiatori non sono contenti (ne volevano 400), io non sono contento
(ne ho spesi 100 in più del pattuito), non ho visto che un paio di
uccelli e dell'acqua, e per tornare ci tocca far chiamare un taxi ai
gestori del Lamin Lodge (altri 25 Dalasi). Quando arriva, l'avido
autista, consapevole che noi siamo consapevoli di non avere nessuna
possibilitÃ* di contrattare, dato che l'UNICO mezzo di trasporto nel
raggio di un po' di chilometri è il suo, ci rapina altri 400
Dalasi!!!!! :-(
Ok, con un Euro ci compri 34 Dalasi, in valore assoluto non è che ci
siamo rovinati, ma tendo a “ragionare†nella valuta locale... e poi è
una questione di principio, ecco. :-/

Una volta in albergo, parlo di nuovo con Ousman, che ci spara 8000
Dalasi a cranio per andare a Georgetown via fiume: francamente mi pare
una cifra assurda, meglio riparlarne.

Lunedì 09/02/2009
Decidiamo di dedicarci all'escursione naturalistica, e disperdiamo al
vento altri 250 Dalasi per andare all'Abuka Nature Reserve.
Non è proprio un posto favoloso, un sacco di alberi di non so che tipo
(del resto non so riconoscere un pioppo da un castagno), tantissimi
uccelli di varia foggia e natura, scimmie seminascoste fra i rami, ed
al suo interno una specie di “ospedale†per animali (o forse un mini
zoo), ma si sta' bene, è tranquillo e nessuno ci disturba; ma dopo 3
ore di camminata in mezzo ai rami , le nostre vecchie gambe non ne
possono più, e decidiamo di uscire.
Di taxi nemmeno l'ombra, anzi molto ma molto sole (è quasi
mezzogiorno), e quindi proviamo a fermare un “bush-taxi†che sembra
viaggiare in direzione Serekunda.
A bordo siamo gli unici bianchi, e ci sentiamo un po' osservati, ma
pare che vada effettivamente nella direzione giusta, ed infatti per 10
Dalasi a testa ci scarica nel centro della cittÃ*-mercato dove, per
altri 100 Dalasi, un taxi ci riaccompagna in albergo: cavolo, è un
sistema da usare più spesso! :-) [ammesso che riesca a capire gli orari
e le destinazioni, ovvio...]
Vicino al resort vediamo, seminascosto dalla vegetazione, un chiosco di
un metro e mezzo per un metro e mezzo, dove mangiamo l'unica cosa in
vendita (frittata con cipolla) e beviamo l'unica bevanda che ha da
darci (caffè d'orzo rovente), il tutto per la ridicola somma di 30
Dalasi (85 centesimi... in due! Segnalato alla NNT con 9 stelle ^__^)
Il tipo che lo gestisce è gentilissimo, e chiaramente sorpreso di
averci come clienti, normalmente da lui si servono solo i taxisti per
uno spuntino veloce, i turisti li vede solo passare e basta. Chiediamo
pure a lui informazioni per andare a Georgetown via fiume, e l'unico
cliente presente al momento (oltre noi due), telefona al fratello che
ha una lancia, ma ci comunica che servono, fra andata e ritorno, 4
giorni... peccato! Se penso che, per 200 Euro di differenza potevamo
prenotare 15 giorni ed avere quindi il tempo di navigare il Gambia, mi
mangio le mani (me ne sono accorto praticamente il giorno prima di
partire, prendendo pure dell'asino dalla mia dolce metÃ*).

Martedì 10/02/2009
Riuscire a capire come si arriva a Gunjur coi bush-taxi è un'impresa
disperata: l'autista non capisce la cartina, il bigliettaio dice di
parlare francese ma risponde “oui†anche se gli chiedo informazioni su
quella zoccola della mamma (vabbe' non l'ho ovviamente fatto, ma ci
sono arrivato vicino ^__-).
Ho capito, anche questa volta prendiamo un taxi!
Che ci scarica a Gunjur o, per meglio dire, all'incrocio che porta a
Gunjur, per arrivare al villaggio c'è un bel po' di strada sterrata da
fare, e per un tratto ci accompagna uno studente coranico senegalese,
incuriosito pure lui da queste facce pallide, o forse desideroso di
poter parlare francese con qualcuno, visto che pure lui l'inglese non
lo sa :-)
Arrivati alla sua madrassa ci saluta gentilmente, mentre noi
proseguiamo arrancando verso il mare ancora abbastanza distante.
Arriviamo finalmente e... sorpresa! Stazionano davanti al villaggio un
sacco di bush-taxi, e ci arriva una carrabile sterrata,
grrrrrrrrrrrr!!!!
Comunque è bellissimo, barche e gente (tantissima gente), pesci appena
pescati e pesci ad essiccare, l'odore è ovviamente intenso, siamo
letteralmente presi d'assedio da bambini e curiosi e venditori di
chissÃ* che cosa.
Un po' per sganciarci ed un po' per riparaci dal sole, ci rifugiamo
nell'unico “negozio†del villaggio, dove Morena ha il privilegio di
potersi sedere su di una cassa dietro al bancone, mentre l'anziano
proprietario letteralmente scaccia chiunque appena ci guardi, e ci
mangiamo in tranquillitÃ* due panini col cioccolato spalmabile (estratto
da un barattolone formato famiglia da 5 kg) e beviamo cocacola calda.
[panini+coca+2 bottiglie d'acqua 40 Dalasi - segnalato alla NNT con 7
stelle]
Lo stomaco borbotta in maniera preoccupante, non so se è colpa della
bibita calda o della similNutella scaduta, comunque regalo
generosamente la mezza lattina di bibita avanzata ad un ragazzo,
paghiamo salutiamo e ce ne andiamo a passeggio.
Incontriamo, alla “periferia†del villaggio, un senegalese che lavora
costruendo barche per i pescatori, e fra una chiacchiera ed un
“fishpai†ci informa della massiccia presenza nel tessuto economico
locale dei suoi connazionali.
Per la veritÃ*, le parole, più o meno testuali sono:â€Gli abitanti della
Gambia non vogliono lavorare e sudare, se non ci fossimo noi senegalesi
a muovere le braccia, questi sarebbero giÃ* morti di fameâ€.
Decisamente per la serie: “tutto il mondo è paese†:-D
Ci appollaiamo sulla enorme spiaggia all'ombra protettrice di un paio
d'alberi, in attesa che arrivi un'ora meno rovente, facciamo un paio di
bagni rinfrescanti nelle onde oceaniche, poi saliamo su di un bush-taxi
a caso dove, in attesa della partenza, veniamo intrattenuti da un
agitato ragazzo coi capelli rasta e da un tranquillo trentenne... è
risaputo che non parlo inglese, e che pure Morena con la lingua
d'Albione ci azzecca poco, allora (continuo a chiedermi anche adesso)
come accidenti abbiamo fatto a farci capire e a capire?
Miracoli dell'adattabilitÃ* umana e del talento gesticolatorio italico
immagino.
Il minibus, dopo una veloce scarrozzata fra una voragine ed una crepa
della carrozzabile, ci scarica sulla strada principale, dove saliamo su
di un altro bush-taxi diretto a Brikama.
Stiamo poco a Brikama, giusto il tempo di guardarci attorno e di fare
qualche foto, poi un taxi ci riaccompagna a Kotu.
Nota di colore locale: qui si fumano TUTTI dei cannoni di maria che
nemmeno in Jamaica...
Altra nota: per bere praticamente tutti si servono di “confezioniâ€
fatte di un sacchetto di plastica da cui succhiano l'acqua o la
bibita, che scopriamo costare una decina di volte in meno della
equivalente bevanda in bottiglia di plastica.

Mercoledì 11/02/2009
Saliamo sul bush-taxi diretto a Banjul e, qui arrivati, ci dirigiamo al
porto, dove acquistiamo il biglietto del traghetto per Barra.
GiÃ* solo la sala d'aspetto vale abbondantemente il prezzo (10 Dalasi a
testa): gente di tutti i tipi, dai religiosi con veste tradizionale ai
venditori di caramelle, dalle donne con turbante e bambino a tracolla
alle ragazzine in tenuta scolastica, un tripudio di colori (tripudio?
ho detto tripudio?? non ci posso credere... ^__^) e di suoni!
Il traghetto poi... sul traghetto salgono tutti gli aventi diritto, e
per tutti intendo dai camion alle biciclette ai passeggeri singoli, e
senza uno straccio di precedenza: il primo che arriva alla passerella
sale, e se dietro hai un mezzo cingolato, vedi di stare attento e di
spostarti. Poi, una volta a bordo, in mezzo alla gente ammonticchiata
in ogni dove, passano venditori di QUALSIASI COSA (cibo, acqua, bibite,
DVD, scarpe, orologi...), carichi della loro mercanzia che riescono
incredibilmente a non fare cadere!!
E vendono!
Faranno forse offerte speciali per i passeggerei? Mah...

A Barra, a parte il porto, un ***** sgrufolante nell'immondizia ed una
quantitÃ* incredibile di gente attorno al porto, non c'è assolutamente
nulla, solo polvere rossa e casette basse.
Sinceramente meglio così, un po' di silenzio e di tranquillitÃ* ci
vogliono, e così girelliamo “a vanvera†per la strada di terra battuta,
venendo abbordati da due bambini che vendono arachidi: uno piccolissimo
con il vassoietto, ed uno più grandicello con la gestione della cassa.
Ovviamente compriamo un paio di confezioni, e Morena paga con una
banconota da 10 Dalasi; il “cassiere†comincia a frugarsi in tasca alla
ricerca del resto, ma mia moglie non lo vuole, lasciando i due
ragazzini a confabulare fra loro eccitati: non ho ancora capito
l'effettivo potere di acquisto della valuta locale, ma mi sa' che hanno
fatto giornata ;-)
Tornando al porto, dal cortile di una casa altri bambini urlano
“hello!†per attirare la nostra attenzione, ci guardano con occhi
curiosi e ci toccano ridacchiando. Regaliamo loro i sacchetti di
arachidi, che ricevono con grandi sorrisi meravigliati.
Arrivare a Banjul in bush-taxi è facile, andarsene con lo stesso mezzo
un po' meno, così prendiamo un taxi e rientriamo a Kotu: siamo un po'
cotti dal sole. :-/

Nel menu serale del resort ancora pollo o praline di pesce: basta, non
ne possiamo più! E non è per fare gli italiani schizzinosi, è che il
cuoco qua dentro non sa proprio fare a cucinare :-(
Quindi decidiamo di cenare fuori e scialiamo in un ristorante della
zona:
braciola alta due dita e patatine fritte
spezzatino e riso
caffè
DUE calici di vino (buono... retrogusto che non so definire, ma buono)
Il tutto per 620 Dalasi (18 euro), ed un calcio alla miseria, che si
vive una volta sola! [segnalato alla NNT con 3 stelle sotto zero: si
spende, quindi per il solito utente NaciNaci meglio evitare ^__^)
Pago con 700 Dalasi ma non hanno il resto, arrivano al massimo a 50.
Con gesto munifico lasciamo la differenza come mancia, sospettando che
sia una “combine†voluta.

Giovedì 12/02/2009
Gitarella a Bakau, a pochi chilometri da Kotu lungo la costa.
Il paese conserva ancora un centro originale, con tanto di mercato e
ristorantini, dove finalmente notiamo anche altri occidentali a
passeggio (anche se rigorosamente accompagnati da locali), ma verso la
spiaggia inizia una incredibile zona di resort di lusso, con tanto di
ordinatissimo finto-mercato con ordinatissimi negozietti a schiera di
artigianato locale, e “pub†che vendono grandi birre alla spina.
Qui le facce-di-stracchino si muovono in semilibertÃ*, sciabattando
annoiate fra l'oceano e la piscina, avventurandosi intrepide nel
mercatino, sorvegliate a distanza dalle guardie all'ingresso.

Torniamo a Kotu, Morena si sente stanca e va in camera, e qui comincia
la parte meno divertente... ha un febbrone della *******, ha freddo e
trema, io rintraccio tutte le coperte che posso, ma ovviamente continua
a star male.
Verso sera sembra star meglio, si alza e si avvia verso il bagno, si
appoggia allo stipite e mormore “udio a mor... [oddio muoio]†e scivola
per terra!!!!
Mi lancio a prenderla e, mentre la sorreggo, sento distintamente un
ciack provenire dalla mia schiena: no!!! l'ernia adesso no!!!!!
Semiparalizzato e dolorante, la trascino verso il letto, in un
sacramentare intenso verso Natale e la sua spillonatrice, non so come
riesco a stenderla e lentamente mi raddrizzo, ma comincia a vomitare!!!
Memore dei telefilm americani sui dottori, mi rendo conto che, distesa,
potrebbe soffocare nel suo vomito quindi, sempre insultando a gran voce
Natale e i suoi baffi portasfiga, la faccio scivolare e sedere sul
pavimento.
Nel frattempo rinviene, si guarda attorno e borbotta “perchè sono in
terra?â€
Con la schiena a pezzi, mi siedo di fianco a lei e comincio a
sghignazzare in preda a una quasi crisi isterica, mentre mentalmente
auguro a Natale di essere ospite d'onore ad un'orgia di fakaleti
infoiati e feticisti dei baffi...
Ovviamente, la vacanza finisce con un medico che la visita, Morena che
non si fida di quello che io ed il medico ci diciamo in francese e
vuole la traduzione o, peggio, interviene a sproposito confondendo il
dottore, una puntura ed una pasticca, un discreto spavento ed il
pagamento di 500 Dalasi ad uno sciamano perchè punti le sue arti
negromantiche in una certa zona di quel ramo del lago di Como (o di
Lecco, che tanto è uguale ^__^)

Note a margine
La popolazione da “villaggio vacanza†continua a meravigliarmi: grasse
ragazze inglesi che, senza rispetto per gli usi locali, espongono i
loro topless, vecchie matrone abbarbicate al braccio di nerboruti
discendenti di Kunta Kinte (il villaggio originale è a pochi chilometri
da qua), nordeuropei biondicci e dal ventre gonfio di birra a farsi
massaggiare da ragazze degne della copertina di Vanity Fair... e
nessuno che si muova dalla piscina, al massimo vanno in spaiggia,
mangiano e bevono arrossandosi al sole africano, senza aver visto un
metroquadro al di la' della zona dei resort.
De gustibus...

A chi frega qualcosa, qua le foto:
[url]http://tinyurl.com/ctu9ln[/url]

A1

P.S. Si, lo so, ho scritto una RECE completa, quindi probabilmente si
avvicina l'Armageddon, o il Ragnarok, o l'Entropia Finale.............


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Vecchio 10-04-2009, 18.16.54
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Predefinito Re: [RECE] Gambia Febbraio 2009

Albertuan au travail <nontelado@lamiaemail.it> wrote:

....[color=blue]
> quindi eccomi
> a raccontare a lorsignori sopravvissuti di usenet, le Avventure
> Africane di Albertuan (sarebbe una cit., vediamo chi la becca ^__^)[/color]

Riusciranno i nostri eroi a ritrovare il loro amico misteriosamente
scomparso in Africa?


ps bellissima RECE, l'ho salvata sull'HD, dopo la leggerò con calma :-)

vincio :)

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Albertuan au travail <nontelado@lamiaemail.it> wrote:

....[color=blue]
> quindi eccomi
> a raccontare a lorsignori sopravvissuti di usenet, le Avventure
> Africane di Albertuan (sarebbe una cit., vediamo chi la becca ^__^)[/color]

Riusciranno i nostri eroi a ritrovare il loro amico misteriosamente
scomparso in Africa?


ps bellissima RECE, l'ho salvata sull'HD, dopo la leggerò con calma :-)

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Albertuan au travail <nontelado@lamiaemail.it> wrote:

....[color=blue]
> quindi eccomi
> a raccontare a lorsignori sopravvissuti di usenet, le Avventure
> Africane di Albertuan (sarebbe una cit., vediamo chi la becca ^__^)[/color]

Riusciranno i nostri eroi a ritrovare il loro amico misteriosamente
scomparso in Africa?


ps bellissima RECE, l'ho salvata sull'HD, dopo la leggerò con calma :-)

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Albertuan au travail <nontelado@lamiaemail.it> wrote:

....[color=blue]
> quindi eccomi
> a raccontare a lorsignori sopravvissuti di usenet, le Avventure
> Africane di Albertuan (sarebbe una cit., vediamo chi la becca ^__^)[/color]

Riusciranno i nostri eroi a ritrovare il loro amico misteriosamente
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Predefinito Re: [RECE] Gambia Febbraio 2009

Albertuan au travail <nontelado@lamiaemail.it> wrote:

....[color=blue]
> quindi eccomi
> a raccontare a lorsignori sopravvissuti di usenet, le Avventure
> Africane di Albertuan (sarebbe una cit., vediamo chi la becca ^__^)[/color]

Riusciranno i nostri eroi a ritrovare il loro amico misteriosamente
scomparso in Africa?


ps bellissima RECE, l'ho salvata sull'HD, dopo la leggerò con calma :-)

vincio :)

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  #7  
Vecchio 10-04-2009, 18.16.54
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Albertuan au travail <nontelado@lamiaemail.it> wrote:

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> quindi eccomi
> a raccontare a lorsignori sopravvissuti di usenet, le Avventure
> Africane di Albertuan (sarebbe una cit., vediamo chi la becca ^__^)[/color]

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> quindi eccomi
> a raccontare a lorsignori sopravvissuti di usenet, le Avventure
> Africane di Albertuan (sarebbe una cit., vediamo chi la becca ^__^)[/color]

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> quindi eccomi
> a raccontare a lorsignori sopravvissuti di usenet, le Avventure
> Africane di Albertuan (sarebbe una cit., vediamo chi la becca ^__^)[/color]

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> quindi eccomi
> a raccontare a lorsignori sopravvissuti di usenet, le Avventure
> Africane di Albertuan (sarebbe una cit., vediamo chi la becca ^__^)[/color]

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