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  #11  
Vecchio 20-03-2007, 20.05.44
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Predefinito Re: [RECE] Libia, marzo 2007 (prima parte, solo testo)

come sempre...un mito....carla sei tutti noi

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  #12  
Vecchio 20-03-2007, 20.05.44
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come sempre...un mito....carla sei tutti noi

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  #13  
Vecchio 20-03-2007, 20.05.44
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come sempre...un mito....carla sei tutti noi

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Vecchio 20-03-2007, 20.05.44
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Predefinito Re: [RECE] Libia, marzo 2007 (prima parte, solo testo)

come sempre...un mito....carla sei tutti noi

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  #15  
Vecchio 20-03-2007, 23.34.41
marilisa
 
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Predefinito Re: [RECE] Libia, marzo 2007 (prima parte, solo testo)


"Carla Polastro" <carlapolastro@faqparigine.it> ha scritto nel messaggio
news:56ahulF27jd6fU1@mid.individual.net...[color=blue]
> LIBIA
>
> MARZO 2007
>
>
> Sabato 3 marzo:
>
> Siamo stati informati solo un paio di giorni fa dalla Mistral Viaggi di un
> cambiamento nell'operativo voli: anziché con Blue Panorama Airlines,
> voleremo da Roma Fiumicino a Tripoli con una compagnia libica mai sentita
> prima, le Afriqiyah Airways. Al check-in, la sostituzione dei biglietti
> avviene nel caos più totale. Cominciamo bene...
>
> Decolliamo con una mezz'ora di ritardo e atterriamo a Tripoli intorno alle
> 16 (ora locale). Il controllo dei visti è sorprendentemente veloce, mentre
> è un po' più lunga l'attesa per il recupero dei bagagli. Nella hall degli
> arrivi internazionali veniamo accolti da Abdul, la nostra guida libica
> (l'accompagnatrice dall'Italia - dimostrando grande "professionalità" -
> gli
> delegherà praticamente ogni incombenza, comportandosi come se fosse anche
> lei in vacanza).
>
> Saliti sul pullman della Magic Libya (corrispondente locale di Mistral),
> ci
> dirigiamo verso il nostro albergo, l'Al Mahari (il dromedario), in shari
> Al
> Fath, a meno di un chilometro dalla Piazza Verde, il cuore di Tripoli. La
> hall è molto accogliente. Il gorgoglio di una fontana dall'acqua limpida
> crea un sottofondo piacevolmente rilassante. Le camere e i relativi bagni,
> invece, avrebbero urgente bisogno di una ristrutturazione radicale e ci si
> chiede quando sia stata l'ultima volta che un battitappeto o aspirapolvere
> sia stato passato sulla moquette...
>
> Prima della cena nel simpatico ristorante "Tripolis" (di cui non sono
> riuscita a rintracciare l'indirizzo), facciamo un primo giro "d'assaggio"
> nel centro cittadino. Seguiamo un tratto del lungomare, per poi passare di
> fronte all'Asserraj al-hamra (Castello Rosso), le cui luci soffuse si
> riflettono nelle tranquille acque del laghetto artificiale, creando un
> effetto visivo di notevole suggestione. Attraversiamo la vasta as-Sahah
> al-Khadrah (la già citata Piazza Verde), addobbata da luminarie in stile
> Luna Park che i Libici sembrano prediligere, vista la loro diffusione.
> Percorriamo la via 1° Settembre, per poi svoltare in Midan al-Jazair
> (piazza Algeria), dominata dall'ex-cattedrale italiana, ora moschea, dal
> Palazzo delle Poste e da quello del Popolo.
>
> Domenica 4 marzo:
>
> E' una giornata radiosa. Il cielo tripolino è perfettamente terso, la luce
> ha la brillantezza del cristallo e mette in straordinario risalto i
> contorni degli edifici e delle alte palme, mosse da una leggera brezza.
>
> Il pullman ci lascia a pochi passi dall'Arco di Marco Aurelio, eretto nel
> 163 d.C., unica vestigia di rilievo dell'antica Oea, riportato alla luce
> da
> archeologi italiani fra il 1914 e il '18. Il monumento appare alquanto
> spoglio, poiché buona parte dei bassorilievi che lo adornavano è stata
> trasferita al Museo Nazionale (Museo della Jamahiriya, all'interno del
> Castello Rosso).
> Subito dietro l'arco si erge l'ottocentesca Moschea Gurgi, che vanta il
> più
> alto minareto della città. L'interno ha dimensioni raccolte ed è
> graziosamente decorato con mattonelle a motivi geometrici e floreali. Le
> cupole sono rivestite di stucco, nello stile marocchino. Assai pregevole è
> il minbar, dalle tinte delicate.
> Lasciata la moschea, attraversiamo l'ex-quartiere ebraico (sopra le porte
> di
> molte case sono ancora ben visibili le Stelle di Davide), ammasso di basse
> case in condizioni più o meno fatiscenti, abitate quasi esclusivamente da
> immigrati, provenienti da altri Paesi africani.
> Camminiamo poi lungo qualche viuzza del suq. Un anziano battitore di rame
> ci
> saluta in italiano, con grande cordialità.
>
> La nostra meta è il Museo della Jamahiriya, fondato negli Anni Trenta e
> che
> conserva un'eccezionale collezione di reperti preistorici, fenici, punici,
> greci, romani, bizantini... Nelle numerose sale è tutto un susseguirsi di
> capolavori, dal mausoleo tardo-romano proveniente dalla necropoli di
> Qirzah
> (IV sec. d.C.), alla Venere Capitolina (II sec. d.C., restituita dal
> governo italiano nel 1999), alle statue di atleta e Apollo con il volto di
> Antinoo, copie romane di originali greci rinvenute nelle Terme di Adriano
> a
> Leptis Magna, al gruppo delle Tre Grazie, da Cirene, di sublime eleganza,
> ai mosaici, ai meravigliosi bassorilievi staccati dall'Arco di Settimio
> Severo, "porta d'ingresso" di Leptis Magna...
>
> Per raggiungere il ristorante dove pranzeremo, intorno alle 14 ("Al
> Gambare", shari Baladiyah), percorriamo parte dell'ex-quartiere coloniale
> italiano: la candida Galleria De Bono, la via 1° Settembre, piazza
> Algeria.
>
> Finito di pranzare, ci trasferiamo all'aeroporto per il volo verso
> Benghasi,
> dove ceneremo e pernotteremo all'Hotel Tibesti (shari Jamal Abdul Nasser),
> un tempo considerato il miglior albergo del Paese. A vederlo oggi, si fa
> fatica a crederci.
>
> Lunedì 5 marzo:
>
> Un cielo limpidissimo, un fulgido sole e un venticello fresco, a tratti
> addirittura freddo, ci accolgono a Cirene, città greca cantata da Pindaco
> e
> Callimaco, in magnifica posizione, sul fianco di una montagna, a picco sul
> mare.
>
> Iniziamo la visita dal vasto ginnasio (trasformato in foro in epoca
> romana),
> con le alte colonne doriche che si stagliano nette nella vivida luce
> mattutina. Proseguiamo per la lunga via di Batto (intitolata al mitico re
> fondatore della città). Dell'odeon rimane solo il pregevole arco
> d'accesso,
> poiché in età bizantina questa struttura venne trasformata in caserma per
> i
> soldati. Di fronte all'Odeon, si estendono i resti della casa di Giasone
> Magno, sacerdote del tempio di Apollo. Segno evidente dell'incuria in cui
> versano i siti archeologici libici (e quelli cirenaici in particolar
> modo),
> i bei mosaici pavimentali non sono protetti in alcun modo e ci si cammina
> persino sopra!:-( Ne parliamo con la guida locale, che ci conferma il
> totale disinteresse da parte del regime per quanto riguarda la
> salvaguardia
> del patrimonio culturale. E' totalmente carente anche la sorveglianza,
> soprattutto di notte, e continuano perciò a verificarsi furti di reperti
> (nei giorni seguenti, apprenderemo con sgomento che dal mercato di Leptis
> Magna - monumento-simbolo del sito - sono stati recentemente trafugati
> alcuni banchi in marmo). In tutti i siti cirenaici, pascolano liberamente
> pecore, capre e mucche, e si cammina quindi su di un "tappeto" di
> escrementi. Va però apprezzato l'aspetto "bucolico" della cosa...:-)
>
> Ci dirigiamo poi verso la casa di Esichio, amministratore della provincia
> di
> Cirenaica nel IV sec. d.C. I simboli rappresentati in un mosaico
> pavimentale superstite ci dicono che era di fede cristiana.
>
> L'agorà conserva il presunto monumento funebre di Batto, alcuni resti del
> tempio delle Basi ottagone, i due imponenti altari di Apollo e vestigia
> del
> santuario di Demetra e Kore e del tempio di Apollo (divinità tutelare di
> Cirene). E' qui nell'agorà che svetta quello che, a parer mio, è il più
> affascinante dei monumenti del sito: il monumento navale, risalente
> all'epoca tolemaica (IV-III sec. a.C.). E' composto da una Nike acefala e
> priva delle ali, su di un basamento a forma di triremi, sostenuto da
> delfini. Com'è reso in modo mirabile il drappeggio della veste, sembra di
> sentire il vento che lo fa aderire al corpo giovane e snello! Il
> pensiero,
> inevitabilmente, va alla Nike di Samotracia, alta alla sommità dello
> scalone d'onore del Louvre, e si viene colpiti, ancora una volta,
> dall'insuperabile grazia dell'arte greca...
>
> Percorriamo la via sacra, incontrando dapprima le terme greche, dette "di
> Paride", scavate nel fianco della montagna probabilmente già in epoca
> arcaica, e poi la Fonte di Apollo, la sorgente d'acqua che permise
> l'insediamento umano ben prima dell'arrivo dei profughi di Thera.
>
> Continuando a scendere, si arriva al santuario di Apollo, su di una vasta
> terrazza che domina la pianura sottostante. E' un luogo di grande
> suggestione, i cui edifici hanno subìto, nel corso dei secoli,
> innumerevoli
> distruzioni e ricostruzioni.
>
> Un po' più in basso, sorgono le rovine del teatro greco, successivamente
> trasformato in anfiteatro dai Romani. Dovrebbe, a breve, iniziarne il
> restauro un'équipe archeologica italiana.
>
> Subito dopo pranzo, visitiamo l'imponente tempio di Zeus, a una certa
> distanza dal resto degli scavi. Si erge in mezzo agli alberi, i prati sono
> punteggiati da miriadi di fiori variopinti. Venne costruito nel V sec.
> a.C., parzialmente distrutto durante la rivolta ebraica del 115 d.C. e
> restaurato una prima volta sotto Adriano e Marco Aurelio. Il terremoto del
> 365 e la furia iconoclasta dei Cristiani lo ridussero nuovamente in
> rovine.
> Il suo recupero, non ancora terminato, iniziò negli Anni Sessanta, grazie
> soprattutto ad archeologi italiani.
>
> Trattandosi di un lunedì, il museo di Cirene è chiuso. La superba statua
> di
> Alessandro Magno ci limiteremo quindi a vederla in cartolina (sigh)!:-(
>
> Lasciata Cirene, scendiamo verso la costa, diretti alla non lontana
> Apollonia (l'attuale Sousa). Ben poco è stato ricostruito della città
> antica, ma il suo teatro, lambito dalle acque del Mediterraneo, vale - da
> solo - la visita! Rimarrei seduta qui, su questo blocco di pietra, con il
> viso sferzato dal vento salmastro, per ore! Provo una tale serenità, una
> tale pace... Le voci dei miei compagni di viaggio si mescolano al dolce
> suono della risacca, al costante sibilo del vento e allo stridio dei
> gabbiani, che volano bassi sulla superficie appena increspata del mare,
> nella morbida luce del tramonto.
>
> Ceniamo e pernottiamo all'Hotel Al Manara (il faro), a pochi metri dal
> sito
> (della serie: pugno in un occhio), un albergo semplice, ma pulito e
> abbastanza accogliente.
>
> (Continua)
>[/color]

Attendo il seguito..

Marilisa


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Vecchio 20-03-2007, 23.34.41
marilisa
 
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Predefinito Re: [RECE] Libia, marzo 2007 (prima parte, solo testo)


"Carla Polastro" <carlapolastro@faqparigine.it> ha scritto nel messaggio
news:56ahulF27jd6fU1@mid.individual.net...[color=blue]
> LIBIA
>
> MARZO 2007
>
>
> Sabato 3 marzo:
>
> Siamo stati informati solo un paio di giorni fa dalla Mistral Viaggi di un
> cambiamento nell'operativo voli: anziché con Blue Panorama Airlines,
> voleremo da Roma Fiumicino a Tripoli con una compagnia libica mai sentita
> prima, le Afriqiyah Airways. Al check-in, la sostituzione dei biglietti
> avviene nel caos più totale. Cominciamo bene...
>
> Decolliamo con una mezz'ora di ritardo e atterriamo a Tripoli intorno alle
> 16 (ora locale). Il controllo dei visti è sorprendentemente veloce, mentre
> è un po' più lunga l'attesa per il recupero dei bagagli. Nella hall degli
> arrivi internazionali veniamo accolti da Abdul, la nostra guida libica
> (l'accompagnatrice dall'Italia - dimostrando grande "professionalità" -
> gli
> delegherà praticamente ogni incombenza, comportandosi come se fosse anche
> lei in vacanza).
>
> Saliti sul pullman della Magic Libya (corrispondente locale di Mistral),
> ci
> dirigiamo verso il nostro albergo, l'Al Mahari (il dromedario), in shari
> Al
> Fath, a meno di un chilometro dalla Piazza Verde, il cuore di Tripoli. La
> hall è molto accogliente. Il gorgoglio di una fontana dall'acqua limpida
> crea un sottofondo piacevolmente rilassante. Le camere e i relativi bagni,
> invece, avrebbero urgente bisogno di una ristrutturazione radicale e ci si
> chiede quando sia stata l'ultima volta che un battitappeto o aspirapolvere
> sia stato passato sulla moquette...
>
> Prima della cena nel simpatico ristorante "Tripolis" (di cui non sono
> riuscita a rintracciare l'indirizzo), facciamo un primo giro "d'assaggio"
> nel centro cittadino. Seguiamo un tratto del lungomare, per poi passare di
> fronte all'Asserraj al-hamra (Castello Rosso), le cui luci soffuse si
> riflettono nelle tranquille acque del laghetto artificiale, creando un
> effetto visivo di notevole suggestione. Attraversiamo la vasta as-Sahah
> al-Khadrah (la già citata Piazza Verde), addobbata da luminarie in stile
> Luna Park che i Libici sembrano prediligere, vista la loro diffusione.
> Percorriamo la via 1° Settembre, per poi svoltare in Midan al-Jazair
> (piazza Algeria), dominata dall'ex-cattedrale italiana, ora moschea, dal
> Palazzo delle Poste e da quello del Popolo.
>
> Domenica 4 marzo:
>
> E' una giornata radiosa. Il cielo tripolino è perfettamente terso, la luce
> ha la brillantezza del cristallo e mette in straordinario risalto i
> contorni degli edifici e delle alte palme, mosse da una leggera brezza.
>
> Il pullman ci lascia a pochi passi dall'Arco di Marco Aurelio, eretto nel
> 163 d.C., unica vestigia di rilievo dell'antica Oea, riportato alla luce
> da
> archeologi italiani fra il 1914 e il '18. Il monumento appare alquanto
> spoglio, poiché buona parte dei bassorilievi che lo adornavano è stata
> trasferita al Museo Nazionale (Museo della Jamahiriya, all'interno del
> Castello Rosso).
> Subito dietro l'arco si erge l'ottocentesca Moschea Gurgi, che vanta il
> più
> alto minareto della città. L'interno ha dimensioni raccolte ed è
> graziosamente decorato con mattonelle a motivi geometrici e floreali. Le
> cupole sono rivestite di stucco, nello stile marocchino. Assai pregevole è
> il minbar, dalle tinte delicate.
> Lasciata la moschea, attraversiamo l'ex-quartiere ebraico (sopra le porte
> di
> molte case sono ancora ben visibili le Stelle di Davide), ammasso di basse
> case in condizioni più o meno fatiscenti, abitate quasi esclusivamente da
> immigrati, provenienti da altri Paesi africani.
> Camminiamo poi lungo qualche viuzza del suq. Un anziano battitore di rame
> ci
> saluta in italiano, con grande cordialità.
>
> La nostra meta è il Museo della Jamahiriya, fondato negli Anni Trenta e
> che
> conserva un'eccezionale collezione di reperti preistorici, fenici, punici,
> greci, romani, bizantini... Nelle numerose sale è tutto un susseguirsi di
> capolavori, dal mausoleo tardo-romano proveniente dalla necropoli di
> Qirzah
> (IV sec. d.C.), alla Venere Capitolina (II sec. d.C., restituita dal
> governo italiano nel 1999), alle statue di atleta e Apollo con il volto di
> Antinoo, copie romane di originali greci rinvenute nelle Terme di Adriano
> a
> Leptis Magna, al gruppo delle Tre Grazie, da Cirene, di sublime eleganza,
> ai mosaici, ai meravigliosi bassorilievi staccati dall'Arco di Settimio
> Severo, "porta d'ingresso" di Leptis Magna...
>
> Per raggiungere il ristorante dove pranzeremo, intorno alle 14 ("Al
> Gambare", shari Baladiyah), percorriamo parte dell'ex-quartiere coloniale
> italiano: la candida Galleria De Bono, la via 1° Settembre, piazza
> Algeria.
>
> Finito di pranzare, ci trasferiamo all'aeroporto per il volo verso
> Benghasi,
> dove ceneremo e pernotteremo all'Hotel Tibesti (shari Jamal Abdul Nasser),
> un tempo considerato il miglior albergo del Paese. A vederlo oggi, si fa
> fatica a crederci.
>
> Lunedì 5 marzo:
>
> Un cielo limpidissimo, un fulgido sole e un venticello fresco, a tratti
> addirittura freddo, ci accolgono a Cirene, città greca cantata da Pindaco
> e
> Callimaco, in magnifica posizione, sul fianco di una montagna, a picco sul
> mare.
>
> Iniziamo la visita dal vasto ginnasio (trasformato in foro in epoca
> romana),
> con le alte colonne doriche che si stagliano nette nella vivida luce
> mattutina. Proseguiamo per la lunga via di Batto (intitolata al mitico re
> fondatore della città). Dell'odeon rimane solo il pregevole arco
> d'accesso,
> poiché in età bizantina questa struttura venne trasformata in caserma per
> i
> soldati. Di fronte all'Odeon, si estendono i resti della casa di Giasone
> Magno, sacerdote del tempio di Apollo. Segno evidente dell'incuria in cui
> versano i siti archeologici libici (e quelli cirenaici in particolar
> modo),
> i bei mosaici pavimentali non sono protetti in alcun modo e ci si cammina
> persino sopra!:-( Ne parliamo con la guida locale, che ci conferma il
> totale disinteresse da parte del regime per quanto riguarda la
> salvaguardia
> del patrimonio culturale. E' totalmente carente anche la sorveglianza,
> soprattutto di notte, e continuano perciò a verificarsi furti di reperti
> (nei giorni seguenti, apprenderemo con sgomento che dal mercato di Leptis
> Magna - monumento-simbolo del sito - sono stati recentemente trafugati
> alcuni banchi in marmo). In tutti i siti cirenaici, pascolano liberamente
> pecore, capre e mucche, e si cammina quindi su di un "tappeto" di
> escrementi. Va però apprezzato l'aspetto "bucolico" della cosa...:-)
>
> Ci dirigiamo poi verso la casa di Esichio, amministratore della provincia
> di
> Cirenaica nel IV sec. d.C. I simboli rappresentati in un mosaico
> pavimentale superstite ci dicono che era di fede cristiana.
>
> L'agorà conserva il presunto monumento funebre di Batto, alcuni resti del
> tempio delle Basi ottagone, i due imponenti altari di Apollo e vestigia
> del
> santuario di Demetra e Kore e del tempio di Apollo (divinità tutelare di
> Cirene). E' qui nell'agorà che svetta quello che, a parer mio, è il più
> affascinante dei monumenti del sito: il monumento navale, risalente
> all'epoca tolemaica (IV-III sec. a.C.). E' composto da una Nike acefala e
> priva delle ali, su di un basamento a forma di triremi, sostenuto da
> delfini. Com'è reso in modo mirabile il drappeggio della veste, sembra di
> sentire il vento che lo fa aderire al corpo giovane e snello! Il
> pensiero,
> inevitabilmente, va alla Nike di Samotracia, alta alla sommità dello
> scalone d'onore del Louvre, e si viene colpiti, ancora una volta,
> dall'insuperabile grazia dell'arte greca...
>
> Percorriamo la via sacra, incontrando dapprima le terme greche, dette "di
> Paride", scavate nel fianco della montagna probabilmente già in epoca
> arcaica, e poi la Fonte di Apollo, la sorgente d'acqua che permise
> l'insediamento umano ben prima dell'arrivo dei profughi di Thera.
>
> Continuando a scendere, si arriva al santuario di Apollo, su di una vasta
> terrazza che domina la pianura sottostante. E' un luogo di grande
> suggestione, i cui edifici hanno subìto, nel corso dei secoli,
> innumerevoli
> distruzioni e ricostruzioni.
>
> Un po' più in basso, sorgono le rovine del teatro greco, successivamente
> trasformato in anfiteatro dai Romani. Dovrebbe, a breve, iniziarne il
> restauro un'équipe archeologica italiana.
>
> Subito dopo pranzo, visitiamo l'imponente tempio di Zeus, a una certa
> distanza dal resto degli scavi. Si erge in mezzo agli alberi, i prati sono
> punteggiati da miriadi di fiori variopinti. Venne costruito nel V sec.
> a.C., parzialmente distrutto durante la rivolta ebraica del 115 d.C. e
> restaurato una prima volta sotto Adriano e Marco Aurelio. Il terremoto del
> 365 e la furia iconoclasta dei Cristiani lo ridussero nuovamente in
> rovine.
> Il suo recupero, non ancora terminato, iniziò negli Anni Sessanta, grazie
> soprattutto ad archeologi italiani.
>
> Trattandosi di un lunedì, il museo di Cirene è chiuso. La superba statua
> di
> Alessandro Magno ci limiteremo quindi a vederla in cartolina (sigh)!:-(
>
> Lasciata Cirene, scendiamo verso la costa, diretti alla non lontana
> Apollonia (l'attuale Sousa). Ben poco è stato ricostruito della città
> antica, ma il suo teatro, lambito dalle acque del Mediterraneo, vale - da
> solo - la visita! Rimarrei seduta qui, su questo blocco di pietra, con il
> viso sferzato dal vento salmastro, per ore! Provo una tale serenità, una
> tale pace... Le voci dei miei compagni di viaggio si mescolano al dolce
> suono della risacca, al costante sibilo del vento e allo stridio dei
> gabbiani, che volano bassi sulla superficie appena increspata del mare,
> nella morbida luce del tramonto.
>
> Ceniamo e pernottiamo all'Hotel Al Manara (il faro), a pochi metri dal
> sito
> (della serie: pugno in un occhio), un albergo semplice, ma pulito e
> abbastanza accogliente.
>
> (Continua)
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"Carla Polastro" <carlapolastro@faqparigine.it> ha scritto nel messaggio
news:56ahulF27jd6fU1@mid.individual.net...[color=blue]
> LIBIA
>
> MARZO 2007
>
>
> Sabato 3 marzo:
>
> Siamo stati informati solo un paio di giorni fa dalla Mistral Viaggi di un
> cambiamento nell'operativo voli: anziché con Blue Panorama Airlines,
> voleremo da Roma Fiumicino a Tripoli con una compagnia libica mai sentita
> prima, le Afriqiyah Airways. Al check-in, la sostituzione dei biglietti
> avviene nel caos più totale. Cominciamo bene...
>
> Decolliamo con una mezz'ora di ritardo e atterriamo a Tripoli intorno alle
> 16 (ora locale). Il controllo dei visti è sorprendentemente veloce, mentre
> è un po' più lunga l'attesa per il recupero dei bagagli. Nella hall degli
> arrivi internazionali veniamo accolti da Abdul, la nostra guida libica
> (l'accompagnatrice dall'Italia - dimostrando grande "professionalità" -
> gli
> delegherà praticamente ogni incombenza, comportandosi come se fosse anche
> lei in vacanza).
>
> Saliti sul pullman della Magic Libya (corrispondente locale di Mistral),
> ci
> dirigiamo verso il nostro albergo, l'Al Mahari (il dromedario), in shari
> Al
> Fath, a meno di un chilometro dalla Piazza Verde, il cuore di Tripoli. La
> hall è molto accogliente. Il gorgoglio di una fontana dall'acqua limpida
> crea un sottofondo piacevolmente rilassante. Le camere e i relativi bagni,
> invece, avrebbero urgente bisogno di una ristrutturazione radicale e ci si
> chiede quando sia stata l'ultima volta che un battitappeto o aspirapolvere
> sia stato passato sulla moquette...
>
> Prima della cena nel simpatico ristorante "Tripolis" (di cui non sono
> riuscita a rintracciare l'indirizzo), facciamo un primo giro "d'assaggio"
> nel centro cittadino. Seguiamo un tratto del lungomare, per poi passare di
> fronte all'Asserraj al-hamra (Castello Rosso), le cui luci soffuse si
> riflettono nelle tranquille acque del laghetto artificiale, creando un
> effetto visivo di notevole suggestione. Attraversiamo la vasta as-Sahah
> al-Khadrah (la già citata Piazza Verde), addobbata da luminarie in stile
> Luna Park che i Libici sembrano prediligere, vista la loro diffusione.
> Percorriamo la via 1° Settembre, per poi svoltare in Midan al-Jazair
> (piazza Algeria), dominata dall'ex-cattedrale italiana, ora moschea, dal
> Palazzo delle Poste e da quello del Popolo.
>
> Domenica 4 marzo:
>
> E' una giornata radiosa. Il cielo tripolino è perfettamente terso, la luce
> ha la brillantezza del cristallo e mette in straordinario risalto i
> contorni degli edifici e delle alte palme, mosse da una leggera brezza.
>
> Il pullman ci lascia a pochi passi dall'Arco di Marco Aurelio, eretto nel
> 163 d.C., unica vestigia di rilievo dell'antica Oea, riportato alla luce
> da
> archeologi italiani fra il 1914 e il '18. Il monumento appare alquanto
> spoglio, poiché buona parte dei bassorilievi che lo adornavano è stata
> trasferita al Museo Nazionale (Museo della Jamahiriya, all'interno del
> Castello Rosso).
> Subito dietro l'arco si erge l'ottocentesca Moschea Gurgi, che vanta il
> più
> alto minareto della città. L'interno ha dimensioni raccolte ed è
> graziosamente decorato con mattonelle a motivi geometrici e floreali. Le
> cupole sono rivestite di stucco, nello stile marocchino. Assai pregevole è
> il minbar, dalle tinte delicate.
> Lasciata la moschea, attraversiamo l'ex-quartiere ebraico (sopra le porte
> di
> molte case sono ancora ben visibili le Stelle di Davide), ammasso di basse
> case in condizioni più o meno fatiscenti, abitate quasi esclusivamente da
> immigrati, provenienti da altri Paesi africani.
> Camminiamo poi lungo qualche viuzza del suq. Un anziano battitore di rame
> ci
> saluta in italiano, con grande cordialità.
>
> La nostra meta è il Museo della Jamahiriya, fondato negli Anni Trenta e
> che
> conserva un'eccezionale collezione di reperti preistorici, fenici, punici,
> greci, romani, bizantini... Nelle numerose sale è tutto un susseguirsi di
> capolavori, dal mausoleo tardo-romano proveniente dalla necropoli di
> Qirzah
> (IV sec. d.C.), alla Venere Capitolina (II sec. d.C., restituita dal
> governo italiano nel 1999), alle statue di atleta e Apollo con il volto di
> Antinoo, copie romane di originali greci rinvenute nelle Terme di Adriano
> a
> Leptis Magna, al gruppo delle Tre Grazie, da Cirene, di sublime eleganza,
> ai mosaici, ai meravigliosi bassorilievi staccati dall'Arco di Settimio
> Severo, "porta d'ingresso" di Leptis Magna...
>
> Per raggiungere il ristorante dove pranzeremo, intorno alle 14 ("Al
> Gambare", shari Baladiyah), percorriamo parte dell'ex-quartiere coloniale
> italiano: la candida Galleria De Bono, la via 1° Settembre, piazza
> Algeria.
>
> Finito di pranzare, ci trasferiamo all'aeroporto per il volo verso
> Benghasi,
> dove ceneremo e pernotteremo all'Hotel Tibesti (shari Jamal Abdul Nasser),
> un tempo considerato il miglior albergo del Paese. A vederlo oggi, si fa
> fatica a crederci.
>
> Lunedì 5 marzo:
>
> Un cielo limpidissimo, un fulgido sole e un venticello fresco, a tratti
> addirittura freddo, ci accolgono a Cirene, città greca cantata da Pindaco
> e
> Callimaco, in magnifica posizione, sul fianco di una montagna, a picco sul
> mare.
>
> Iniziamo la visita dal vasto ginnasio (trasformato in foro in epoca
> romana),
> con le alte colonne doriche che si stagliano nette nella vivida luce
> mattutina. Proseguiamo per la lunga via di Batto (intitolata al mitico re
> fondatore della città). Dell'odeon rimane solo il pregevole arco
> d'accesso,
> poiché in età bizantina questa struttura venne trasformata in caserma per
> i
> soldati. Di fronte all'Odeon, si estendono i resti della casa di Giasone
> Magno, sacerdote del tempio di Apollo. Segno evidente dell'incuria in cui
> versano i siti archeologici libici (e quelli cirenaici in particolar
> modo),
> i bei mosaici pavimentali non sono protetti in alcun modo e ci si cammina
> persino sopra!:-( Ne parliamo con la guida locale, che ci conferma il
> totale disinteresse da parte del regime per quanto riguarda la
> salvaguardia
> del patrimonio culturale. E' totalmente carente anche la sorveglianza,
> soprattutto di notte, e continuano perciò a verificarsi furti di reperti
> (nei giorni seguenti, apprenderemo con sgomento che dal mercato di Leptis
> Magna - monumento-simbolo del sito - sono stati recentemente trafugati
> alcuni banchi in marmo). In tutti i siti cirenaici, pascolano liberamente
> pecore, capre e mucche, e si cammina quindi su di un "tappeto" di
> escrementi. Va però apprezzato l'aspetto "bucolico" della cosa...:-)
>
> Ci dirigiamo poi verso la casa di Esichio, amministratore della provincia
> di
> Cirenaica nel IV sec. d.C. I simboli rappresentati in un mosaico
> pavimentale superstite ci dicono che era di fede cristiana.
>
> L'agorà conserva il presunto monumento funebre di Batto, alcuni resti del
> tempio delle Basi ottagone, i due imponenti altari di Apollo e vestigia
> del
> santuario di Demetra e Kore e del tempio di Apollo (divinità tutelare di
> Cirene). E' qui nell'agorà che svetta quello che, a parer mio, è il più
> affascinante dei monumenti del sito: il monumento navale, risalente
> all'epoca tolemaica (IV-III sec. a.C.). E' composto da una Nike acefala e
> priva delle ali, su di un basamento a forma di triremi, sostenuto da
> delfini. Com'è reso in modo mirabile il drappeggio della veste, sembra di
> sentire il vento che lo fa aderire al corpo giovane e snello! Il
> pensiero,
> inevitabilmente, va alla Nike di Samotracia, alta alla sommità dello
> scalone d'onore del Louvre, e si viene colpiti, ancora una volta,
> dall'insuperabile grazia dell'arte greca...
>
> Percorriamo la via sacra, incontrando dapprima le terme greche, dette "di
> Paride", scavate nel fianco della montagna probabilmente già in epoca
> arcaica, e poi la Fonte di Apollo, la sorgente d'acqua che permise
> l'insediamento umano ben prima dell'arrivo dei profughi di Thera.
>
> Continuando a scendere, si arriva al santuario di Apollo, su di una vasta
> terrazza che domina la pianura sottostante. E' un luogo di grande
> suggestione, i cui edifici hanno subìto, nel corso dei secoli,
> innumerevoli
> distruzioni e ricostruzioni.
>
> Un po' più in basso, sorgono le rovine del teatro greco, successivamente
> trasformato in anfiteatro dai Romani. Dovrebbe, a breve, iniziarne il
> restauro un'équipe archeologica italiana.
>
> Subito dopo pranzo, visitiamo l'imponente tempio di Zeus, a una certa
> distanza dal resto degli scavi. Si erge in mezzo agli alberi, i prati sono
> punteggiati da miriadi di fiori variopinti. Venne costruito nel V sec.
> a.C., parzialmente distrutto durante la rivolta ebraica del 115 d.C. e
> restaurato una prima volta sotto Adriano e Marco Aurelio. Il terremoto del
> 365 e la furia iconoclasta dei Cristiani lo ridussero nuovamente in
> rovine.
> Il suo recupero, non ancora terminato, iniziò negli Anni Sessanta, grazie
> soprattutto ad archeologi italiani.
>
> Trattandosi di un lunedì, il museo di Cirene è chiuso. La superba statua
> di
> Alessandro Magno ci limiteremo quindi a vederla in cartolina (sigh)!:-(
>
> Lasciata Cirene, scendiamo verso la costa, diretti alla non lontana
> Apollonia (l'attuale Sousa). Ben poco è stato ricostruito della città
> antica, ma il suo teatro, lambito dalle acque del Mediterraneo, vale - da
> solo - la visita! Rimarrei seduta qui, su questo blocco di pietra, con il
> viso sferzato dal vento salmastro, per ore! Provo una tale serenità, una
> tale pace... Le voci dei miei compagni di viaggio si mescolano al dolce
> suono della risacca, al costante sibilo del vento e allo stridio dei
> gabbiani, che volano bassi sulla superficie appena increspata del mare,
> nella morbida luce del tramonto.
>
> Ceniamo e pernottiamo all'Hotel Al Manara (il faro), a pochi metri dal
> sito
> (della serie: pugno in un occhio), un albergo semplice, ma pulito e
> abbastanza accogliente.
>
> (Continua)
>[/color]

Attendo il seguito..

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Vecchio 20-03-2007, 23.34.41
marilisa
 
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Predefinito Re: [RECE] Libia, marzo 2007 (prima parte, solo testo)


"Carla Polastro" <carlapolastro@faqparigine.it> ha scritto nel messaggio
news:56ahulF27jd6fU1@mid.individual.net...[color=blue]
> LIBIA
>
> MARZO 2007
>
>
> Sabato 3 marzo:
>
> Siamo stati informati solo un paio di giorni fa dalla Mistral Viaggi di un
> cambiamento nell'operativo voli: anziché con Blue Panorama Airlines,
> voleremo da Roma Fiumicino a Tripoli con una compagnia libica mai sentita
> prima, le Afriqiyah Airways. Al check-in, la sostituzione dei biglietti
> avviene nel caos più totale. Cominciamo bene...
>
> Decolliamo con una mezz'ora di ritardo e atterriamo a Tripoli intorno alle
> 16 (ora locale). Il controllo dei visti è sorprendentemente veloce, mentre
> è un po' più lunga l'attesa per il recupero dei bagagli. Nella hall degli
> arrivi internazionali veniamo accolti da Abdul, la nostra guida libica
> (l'accompagnatrice dall'Italia - dimostrando grande "professionalità" -
> gli
> delegherà praticamente ogni incombenza, comportandosi come se fosse anche
> lei in vacanza).
>
> Saliti sul pullman della Magic Libya (corrispondente locale di Mistral),
> ci
> dirigiamo verso il nostro albergo, l'Al Mahari (il dromedario), in shari
> Al
> Fath, a meno di un chilometro dalla Piazza Verde, il cuore di Tripoli. La
> hall è molto accogliente. Il gorgoglio di una fontana dall'acqua limpida
> crea un sottofondo piacevolmente rilassante. Le camere e i relativi bagni,
> invece, avrebbero urgente bisogno di una ristrutturazione radicale e ci si
> chiede quando sia stata l'ultima volta che un battitappeto o aspirapolvere
> sia stato passato sulla moquette...
>
> Prima della cena nel simpatico ristorante "Tripolis" (di cui non sono
> riuscita a rintracciare l'indirizzo), facciamo un primo giro "d'assaggio"
> nel centro cittadino. Seguiamo un tratto del lungomare, per poi passare di
> fronte all'Asserraj al-hamra (Castello Rosso), le cui luci soffuse si
> riflettono nelle tranquille acque del laghetto artificiale, creando un
> effetto visivo di notevole suggestione. Attraversiamo la vasta as-Sahah
> al-Khadrah (la già citata Piazza Verde), addobbata da luminarie in stile
> Luna Park che i Libici sembrano prediligere, vista la loro diffusione.
> Percorriamo la via 1° Settembre, per poi svoltare in Midan al-Jazair
> (piazza Algeria), dominata dall'ex-cattedrale italiana, ora moschea, dal
> Palazzo delle Poste e da quello del Popolo.
>
> Domenica 4 marzo:
>
> E' una giornata radiosa. Il cielo tripolino è perfettamente terso, la luce
> ha la brillantezza del cristallo e mette in straordinario risalto i
> contorni degli edifici e delle alte palme, mosse da una leggera brezza.
>
> Il pullman ci lascia a pochi passi dall'Arco di Marco Aurelio, eretto nel
> 163 d.C., unica vestigia di rilievo dell'antica Oea, riportato alla luce
> da
> archeologi italiani fra il 1914 e il '18. Il monumento appare alquanto
> spoglio, poiché buona parte dei bassorilievi che lo adornavano è stata
> trasferita al Museo Nazionale (Museo della Jamahiriya, all'interno del
> Castello Rosso).
> Subito dietro l'arco si erge l'ottocentesca Moschea Gurgi, che vanta il
> più
> alto minareto della città. L'interno ha dimensioni raccolte ed è
> graziosamente decorato con mattonelle a motivi geometrici e floreali. Le
> cupole sono rivestite di stucco, nello stile marocchino. Assai pregevole è
> il minbar, dalle tinte delicate.
> Lasciata la moschea, attraversiamo l'ex-quartiere ebraico (sopra le porte
> di
> molte case sono ancora ben visibili le Stelle di Davide), ammasso di basse
> case in condizioni più o meno fatiscenti, abitate quasi esclusivamente da
> immigrati, provenienti da altri Paesi africani.
> Camminiamo poi lungo qualche viuzza del suq. Un anziano battitore di rame
> ci
> saluta in italiano, con grande cordialità.
>
> La nostra meta è il Museo della Jamahiriya, fondato negli Anni Trenta e
> che
> conserva un'eccezionale collezione di reperti preistorici, fenici, punici,
> greci, romani, bizantini... Nelle numerose sale è tutto un susseguirsi di
> capolavori, dal mausoleo tardo-romano proveniente dalla necropoli di
> Qirzah
> (IV sec. d.C.), alla Venere Capitolina (II sec. d.C., restituita dal
> governo italiano nel 1999), alle statue di atleta e Apollo con il volto di
> Antinoo, copie romane di originali greci rinvenute nelle Terme di Adriano
> a
> Leptis Magna, al gruppo delle Tre Grazie, da Cirene, di sublime eleganza,
> ai mosaici, ai meravigliosi bassorilievi staccati dall'Arco di Settimio
> Severo, "porta d'ingresso" di Leptis Magna...
>
> Per raggiungere il ristorante dove pranzeremo, intorno alle 14 ("Al
> Gambare", shari Baladiyah), percorriamo parte dell'ex-quartiere coloniale
> italiano: la candida Galleria De Bono, la via 1° Settembre, piazza
> Algeria.
>
> Finito di pranzare, ci trasferiamo all'aeroporto per il volo verso
> Benghasi,
> dove ceneremo e pernotteremo all'Hotel Tibesti (shari Jamal Abdul Nasser),
> un tempo considerato il miglior albergo del Paese. A vederlo oggi, si fa
> fatica a crederci.
>
> Lunedì 5 marzo:
>
> Un cielo limpidissimo, un fulgido sole e un venticello fresco, a tratti
> addirittura freddo, ci accolgono a Cirene, città greca cantata da Pindaco
> e
> Callimaco, in magnifica posizione, sul fianco di una montagna, a picco sul
> mare.
>
> Iniziamo la visita dal vasto ginnasio (trasformato in foro in epoca
> romana),
> con le alte colonne doriche che si stagliano nette nella vivida luce
> mattutina. Proseguiamo per la lunga via di Batto (intitolata al mitico re
> fondatore della città). Dell'odeon rimane solo il pregevole arco
> d'accesso,
> poiché in età bizantina questa struttura venne trasformata in caserma per
> i
> soldati. Di fronte all'Odeon, si estendono i resti della casa di Giasone
> Magno, sacerdote del tempio di Apollo. Segno evidente dell'incuria in cui
> versano i siti archeologici libici (e quelli cirenaici in particolar
> modo),
> i bei mosaici pavimentali non sono protetti in alcun modo e ci si cammina
> persino sopra!:-( Ne parliamo con la guida locale, che ci conferma il
> totale disinteresse da parte del regime per quanto riguarda la
> salvaguardia
> del patrimonio culturale. E' totalmente carente anche la sorveglianza,
> soprattutto di notte, e continuano perciò a verificarsi furti di reperti
> (nei giorni seguenti, apprenderemo con sgomento che dal mercato di Leptis
> Magna - monumento-simbolo del sito - sono stati recentemente trafugati
> alcuni banchi in marmo). In tutti i siti cirenaici, pascolano liberamente
> pecore, capre e mucche, e si cammina quindi su di un "tappeto" di
> escrementi. Va però apprezzato l'aspetto "bucolico" della cosa...:-)
>
> Ci dirigiamo poi verso la casa di Esichio, amministratore della provincia
> di
> Cirenaica nel IV sec. d.C. I simboli rappresentati in un mosaico
> pavimentale superstite ci dicono che era di fede cristiana.
>
> L'agorà conserva il presunto monumento funebre di Batto, alcuni resti del
> tempio delle Basi ottagone, i due imponenti altari di Apollo e vestigia
> del
> santuario di Demetra e Kore e del tempio di Apollo (divinità tutelare di
> Cirene). E' qui nell'agorà che svetta quello che, a parer mio, è il più
> affascinante dei monumenti del sito: il monumento navale, risalente
> all'epoca tolemaica (IV-III sec. a.C.). E' composto da una Nike acefala e
> priva delle ali, su di un basamento a forma di triremi, sostenuto da
> delfini. Com'è reso in modo mirabile il drappeggio della veste, sembra di
> sentire il vento che lo fa aderire al corpo giovane e snello! Il
> pensiero,
> inevitabilmente, va alla Nike di Samotracia, alta alla sommità dello
> scalone d'onore del Louvre, e si viene colpiti, ancora una volta,
> dall'insuperabile grazia dell'arte greca...
>
> Percorriamo la via sacra, incontrando dapprima le terme greche, dette "di
> Paride", scavate nel fianco della montagna probabilmente già in epoca
> arcaica, e poi la Fonte di Apollo, la sorgente d'acqua che permise
> l'insediamento umano ben prima dell'arrivo dei profughi di Thera.
>
> Continuando a scendere, si arriva al santuario di Apollo, su di una vasta
> terrazza che domina la pianura sottostante. E' un luogo di grande
> suggestione, i cui edifici hanno subìto, nel corso dei secoli,
> innumerevoli
> distruzioni e ricostruzioni.
>
> Un po' più in basso, sorgono le rovine del teatro greco, successivamente
> trasformato in anfiteatro dai Romani. Dovrebbe, a breve, iniziarne il
> restauro un'équipe archeologica italiana.
>
> Subito dopo pranzo, visitiamo l'imponente tempio di Zeus, a una certa
> distanza dal resto degli scavi. Si erge in mezzo agli alberi, i prati sono
> punteggiati da miriadi di fiori variopinti. Venne costruito nel V sec.
> a.C., parzialmente distrutto durante la rivolta ebraica del 115 d.C. e
> restaurato una prima volta sotto Adriano e Marco Aurelio. Il terremoto del
> 365 e la furia iconoclasta dei Cristiani lo ridussero nuovamente in
> rovine.
> Il suo recupero, non ancora terminato, iniziò negli Anni Sessanta, grazie
> soprattutto ad archeologi italiani.
>
> Trattandosi di un lunedì, il museo di Cirene è chiuso. La superba statua
> di
> Alessandro Magno ci limiteremo quindi a vederla in cartolina (sigh)!:-(
>
> Lasciata Cirene, scendiamo verso la costa, diretti alla non lontana
> Apollonia (l'attuale Sousa). Ben poco è stato ricostruito della città
> antica, ma il suo teatro, lambito dalle acque del Mediterraneo, vale - da
> solo - la visita! Rimarrei seduta qui, su questo blocco di pietra, con il
> viso sferzato dal vento salmastro, per ore! Provo una tale serenità, una
> tale pace... Le voci dei miei compagni di viaggio si mescolano al dolce
> suono della risacca, al costante sibilo del vento e allo stridio dei
> gabbiani, che volano bassi sulla superficie appena increspata del mare,
> nella morbida luce del tramonto.
>
> Ceniamo e pernottiamo all'Hotel Al Manara (il faro), a pochi metri dal
> sito
> (della serie: pugno in un occhio), un albergo semplice, ma pulito e
> abbastanza accogliente.
>
> (Continua)
>[/color]

Attendo il seguito..

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Vecchio 20-03-2007, 23.34.41
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Predefinito Re: [RECE] Libia, marzo 2007 (prima parte, solo testo)


"Carla Polastro" <carlapolastro@faqparigine.it> ha scritto nel messaggio
news:56ahulF27jd6fU1@mid.individual.net...[color=blue]
> LIBIA
>
> MARZO 2007
>
>
> Sabato 3 marzo:
>
> Siamo stati informati solo un paio di giorni fa dalla Mistral Viaggi di un
> cambiamento nell'operativo voli: anziché con Blue Panorama Airlines,
> voleremo da Roma Fiumicino a Tripoli con una compagnia libica mai sentita
> prima, le Afriqiyah Airways. Al check-in, la sostituzione dei biglietti
> avviene nel caos più totale. Cominciamo bene...
>
> Decolliamo con una mezz'ora di ritardo e atterriamo a Tripoli intorno alle
> 16 (ora locale). Il controllo dei visti è sorprendentemente veloce, mentre
> è un po' più lunga l'attesa per il recupero dei bagagli. Nella hall degli
> arrivi internazionali veniamo accolti da Abdul, la nostra guida libica
> (l'accompagnatrice dall'Italia - dimostrando grande "professionalità" -
> gli
> delegherà praticamente ogni incombenza, comportandosi come se fosse anche
> lei in vacanza).
>
> Saliti sul pullman della Magic Libya (corrispondente locale di Mistral),
> ci
> dirigiamo verso il nostro albergo, l'Al Mahari (il dromedario), in shari
> Al
> Fath, a meno di un chilometro dalla Piazza Verde, il cuore di Tripoli. La
> hall è molto accogliente. Il gorgoglio di una fontana dall'acqua limpida
> crea un sottofondo piacevolmente rilassante. Le camere e i relativi bagni,
> invece, avrebbero urgente bisogno di una ristrutturazione radicale e ci si
> chiede quando sia stata l'ultima volta che un battitappeto o aspirapolvere
> sia stato passato sulla moquette...
>
> Prima della cena nel simpatico ristorante "Tripolis" (di cui non sono
> riuscita a rintracciare l'indirizzo), facciamo un primo giro "d'assaggio"
> nel centro cittadino. Seguiamo un tratto del lungomare, per poi passare di
> fronte all'Asserraj al-hamra (Castello Rosso), le cui luci soffuse si
> riflettono nelle tranquille acque del laghetto artificiale, creando un
> effetto visivo di notevole suggestione. Attraversiamo la vasta as-Sahah
> al-Khadrah (la già citata Piazza Verde), addobbata da luminarie in stile
> Luna Park che i Libici sembrano prediligere, vista la loro diffusione.
> Percorriamo la via 1° Settembre, per poi svoltare in Midan al-Jazair
> (piazza Algeria), dominata dall'ex-cattedrale italiana, ora moschea, dal
> Palazzo delle Poste e da quello del Popolo.
>
> Domenica 4 marzo:
>
> E' una giornata radiosa. Il cielo tripolino è perfettamente terso, la luce
> ha la brillantezza del cristallo e mette in straordinario risalto i
> contorni degli edifici e delle alte palme, mosse da una leggera brezza.
>
> Il pullman ci lascia a pochi passi dall'Arco di Marco Aurelio, eretto nel
> 163 d.C., unica vestigia di rilievo dell'antica Oea, riportato alla luce
> da
> archeologi italiani fra il 1914 e il '18. Il monumento appare alquanto
> spoglio, poiché buona parte dei bassorilievi che lo adornavano è stata
> trasferita al Museo Nazionale (Museo della Jamahiriya, all'interno del
> Castello Rosso).
> Subito dietro l'arco si erge l'ottocentesca Moschea Gurgi, che vanta il
> più
> alto minareto della città. L'interno ha dimensioni raccolte ed è
> graziosamente decorato con mattonelle a motivi geometrici e floreali. Le
> cupole sono rivestite di stucco, nello stile marocchino. Assai pregevole è
> il minbar, dalle tinte delicate.
> Lasciata la moschea, attraversiamo l'ex-quartiere ebraico (sopra le porte
> di
> molte case sono ancora ben visibili le Stelle di Davide), ammasso di basse
> case in condizioni più o meno fatiscenti, abitate quasi esclusivamente da
> immigrati, provenienti da altri Paesi africani.
> Camminiamo poi lungo qualche viuzza del suq. Un anziano battitore di rame
> ci
> saluta in italiano, con grande cordialità.
>
> La nostra meta è il Museo della Jamahiriya, fondato negli Anni Trenta e
> che
> conserva un'eccezionale collezione di reperti preistorici, fenici, punici,
> greci, romani, bizantini... Nelle numerose sale è tutto un susseguirsi di
> capolavori, dal mausoleo tardo-romano proveniente dalla necropoli di
> Qirzah
> (IV sec. d.C.), alla Venere Capitolina (II sec. d.C., restituita dal
> governo italiano nel 1999), alle statue di atleta e Apollo con il volto di
> Antinoo, copie romane di originali greci rinvenute nelle Terme di Adriano
> a
> Leptis Magna, al gruppo delle Tre Grazie, da Cirene, di sublime eleganza,
> ai mosaici, ai meravigliosi bassorilievi staccati dall'Arco di Settimio
> Severo, "porta d'ingresso" di Leptis Magna...
>
> Per raggiungere il ristorante dove pranzeremo, intorno alle 14 ("Al
> Gambare", shari Baladiyah), percorriamo parte dell'ex-quartiere coloniale
> italiano: la candida Galleria De Bono, la via 1° Settembre, piazza
> Algeria.
>
> Finito di pranzare, ci trasferiamo all'aeroporto per il volo verso
> Benghasi,
> dove ceneremo e pernotteremo all'Hotel Tibesti (shari Jamal Abdul Nasser),
> un tempo considerato il miglior albergo del Paese. A vederlo oggi, si fa
> fatica a crederci.
>
> Lunedì 5 marzo:
>
> Un cielo limpidissimo, un fulgido sole e un venticello fresco, a tratti
> addirittura freddo, ci accolgono a Cirene, città greca cantata da Pindaco
> e
> Callimaco, in magnifica posizione, sul fianco di una montagna, a picco sul
> mare.
>
> Iniziamo la visita dal vasto ginnasio (trasformato in foro in epoca
> romana),
> con le alte colonne doriche che si stagliano nette nella vivida luce
> mattutina. Proseguiamo per la lunga via di Batto (intitolata al mitico re
> fondatore della città). Dell'odeon rimane solo il pregevole arco
> d'accesso,
> poiché in età bizantina questa struttura venne trasformata in caserma per
> i
> soldati. Di fronte all'Odeon, si estendono i resti della casa di Giasone
> Magno, sacerdote del tempio di Apollo. Segno evidente dell'incuria in cui
> versano i siti archeologici libici (e quelli cirenaici in particolar
> modo),
> i bei mosaici pavimentali non sono protetti in alcun modo e ci si cammina
> persino sopra!:-( Ne parliamo con la guida locale, che ci conferma il
> totale disinteresse da parte del regime per quanto riguarda la
> salvaguardia
> del patrimonio culturale. E' totalmente carente anche la sorveglianza,
> soprattutto di notte, e continuano perciò a verificarsi furti di reperti
> (nei giorni seguenti, apprenderemo con sgomento che dal mercato di Leptis
> Magna - monumento-simbolo del sito - sono stati recentemente trafugati
> alcuni banchi in marmo). In tutti i siti cirenaici, pascolano liberamente
> pecore, capre e mucche, e si cammina quindi su di un "tappeto" di
> escrementi. Va però apprezzato l'aspetto "bucolico" della cosa...:-)
>
> Ci dirigiamo poi verso la casa di Esichio, amministratore della provincia
> di
> Cirenaica nel IV sec. d.C. I simboli rappresentati in un mosaico
> pavimentale superstite ci dicono che era di fede cristiana.
>
> L'agorà conserva il presunto monumento funebre di Batto, alcuni resti del
> tempio delle Basi ottagone, i due imponenti altari di Apollo e vestigia
> del
> santuario di Demetra e Kore e del tempio di Apollo (divinità tutelare di
> Cirene). E' qui nell'agorà che svetta quello che, a parer mio, è il più
> affascinante dei monumenti del sito: il monumento navale, risalente
> all'epoca tolemaica (IV-III sec. a.C.). E' composto da una Nike acefala e
> priva delle ali, su di un basamento a forma di triremi, sostenuto da
> delfini. Com'è reso in modo mirabile il drappeggio della veste, sembra di
> sentire il vento che lo fa aderire al corpo giovane e snello! Il
> pensiero,
> inevitabilmente, va alla Nike di Samotracia, alta alla sommità dello
> scalone d'onore del Louvre, e si viene colpiti, ancora una volta,
> dall'insuperabile grazia dell'arte greca...
>
> Percorriamo la via sacra, incontrando dapprima le terme greche, dette "di
> Paride", scavate nel fianco della montagna probabilmente già in epoca
> arcaica, e poi la Fonte di Apollo, la sorgente d'acqua che permise
> l'insediamento umano ben prima dell'arrivo dei profughi di Thera.
>
> Continuando a scendere, si arriva al santuario di Apollo, su di una vasta
> terrazza che domina la pianura sottostante. E' un luogo di grande
> suggestione, i cui edifici hanno subìto, nel corso dei secoli,
> innumerevoli
> distruzioni e ricostruzioni.
>
> Un po' più in basso, sorgono le rovine del teatro greco, successivamente
> trasformato in anfiteatro dai Romani. Dovrebbe, a breve, iniziarne il
> restauro un'équipe archeologica italiana.
>
> Subito dopo pranzo, visitiamo l'imponente tempio di Zeus, a una certa
> distanza dal resto degli scavi. Si erge in mezzo agli alberi, i prati sono
> punteggiati da miriadi di fiori variopinti. Venne costruito nel V sec.
> a.C., parzialmente distrutto durante la rivolta ebraica del 115 d.C. e
> restaurato una prima volta sotto Adriano e Marco Aurelio. Il terremoto del
> 365 e la furia iconoclasta dei Cristiani lo ridussero nuovamente in
> rovine.
> Il suo recupero, non ancora terminato, iniziò negli Anni Sessanta, grazie
> soprattutto ad archeologi italiani.
>
> Trattandosi di un lunedì, il museo di Cirene è chiuso. La superba statua
> di
> Alessandro Magno ci limiteremo quindi a vederla in cartolina (sigh)!:-(
>
> Lasciata Cirene, scendiamo verso la costa, diretti alla non lontana
> Apollonia (l'attuale Sousa). Ben poco è stato ricostruito della città
> antica, ma il suo teatro, lambito dalle acque del Mediterraneo, vale - da
> solo - la visita! Rimarrei seduta qui, su questo blocco di pietra, con il
> viso sferzato dal vento salmastro, per ore! Provo una tale serenità, una
> tale pace... Le voci dei miei compagni di viaggio si mescolano al dolce
> suono della risacca, al costante sibilo del vento e allo stridio dei
> gabbiani, che volano bassi sulla superficie appena increspata del mare,
> nella morbida luce del tramonto.
>
> Ceniamo e pernottiamo all'Hotel Al Manara (il faro), a pochi metri dal
> sito
> (della serie: pugno in un occhio), un albergo semplice, ma pulito e
> abbastanza accogliente.
>
> (Continua)
>[/color]

Attendo il seguito..

Marilisa


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  #20  
Vecchio 20-03-2007, 23.34.41
marilisa
 
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Predefinito Re: [RECE] Libia, marzo 2007 (prima parte, solo testo)


"Carla Polastro" <carlapolastro@faqparigine.it> ha scritto nel messaggio
news:56ahulF27jd6fU1@mid.individual.net...[color=blue]
> LIBIA
>
> MARZO 2007
>
>
> Sabato 3 marzo:
>
> Siamo stati informati solo un paio di giorni fa dalla Mistral Viaggi di un
> cambiamento nell'operativo voli: anziché con Blue Panorama Airlines,
> voleremo da Roma Fiumicino a Tripoli con una compagnia libica mai sentita
> prima, le Afriqiyah Airways. Al check-in, la sostituzione dei biglietti
> avviene nel caos più totale. Cominciamo bene...
>
> Decolliamo con una mezz'ora di ritardo e atterriamo a Tripoli intorno alle
> 16 (ora locale). Il controllo dei visti è sorprendentemente veloce, mentre
> è un po' più lunga l'attesa per il recupero dei bagagli. Nella hall degli
> arrivi internazionali veniamo accolti da Abdul, la nostra guida libica
> (l'accompagnatrice dall'Italia - dimostrando grande "professionalità" -
> gli
> delegherà praticamente ogni incombenza, comportandosi come se fosse anche
> lei in vacanza).
>
> Saliti sul pullman della Magic Libya (corrispondente locale di Mistral),
> ci
> dirigiamo verso il nostro albergo, l'Al Mahari (il dromedario), in shari
> Al
> Fath, a meno di un chilometro dalla Piazza Verde, il cuore di Tripoli. La
> hall è molto accogliente. Il gorgoglio di una fontana dall'acqua limpida
> crea un sottofondo piacevolmente rilassante. Le camere e i relativi bagni,
> invece, avrebbero urgente bisogno di una ristrutturazione radicale e ci si
> chiede quando sia stata l'ultima volta che un battitappeto o aspirapolvere
> sia stato passato sulla moquette...
>
> Prima della cena nel simpatico ristorante "Tripolis" (di cui non sono
> riuscita a rintracciare l'indirizzo), facciamo un primo giro "d'assaggio"
> nel centro cittadino. Seguiamo un tratto del lungomare, per poi passare di
> fronte all'Asserraj al-hamra (Castello Rosso), le cui luci soffuse si
> riflettono nelle tranquille acque del laghetto artificiale, creando un
> effetto visivo di notevole suggestione. Attraversiamo la vasta as-Sahah
> al-Khadrah (la già citata Piazza Verde), addobbata da luminarie in stile
> Luna Park che i Libici sembrano prediligere, vista la loro diffusione.
> Percorriamo la via 1° Settembre, per poi svoltare in Midan al-Jazair
> (piazza Algeria), dominata dall'ex-cattedrale italiana, ora moschea, dal
> Palazzo delle Poste e da quello del Popolo.
>
> Domenica 4 marzo:
>
> E' una giornata radiosa. Il cielo tripolino è perfettamente terso, la luce
> ha la brillantezza del cristallo e mette in straordinario risalto i
> contorni degli edifici e delle alte palme, mosse da una leggera brezza.
>
> Il pullman ci lascia a pochi passi dall'Arco di Marco Aurelio, eretto nel
> 163 d.C., unica vestigia di rilievo dell'antica Oea, riportato alla luce
> da
> archeologi italiani fra il 1914 e il '18. Il monumento appare alquanto
> spoglio, poiché buona parte dei bassorilievi che lo adornavano è stata
> trasferita al Museo Nazionale (Museo della Jamahiriya, all'interno del
> Castello Rosso).
> Subito dietro l'arco si erge l'ottocentesca Moschea Gurgi, che vanta il
> più
> alto minareto della città. L'interno ha dimensioni raccolte ed è
> graziosamente decorato con mattonelle a motivi geometrici e floreali. Le
> cupole sono rivestite di stucco, nello stile marocchino. Assai pregevole è
> il minbar, dalle tinte delicate.
> Lasciata la moschea, attraversiamo l'ex-quartiere ebraico (sopra le porte
> di
> molte case sono ancora ben visibili le Stelle di Davide), ammasso di basse
> case in condizioni più o meno fatiscenti, abitate quasi esclusivamente da
> immigrati, provenienti da altri Paesi africani.
> Camminiamo poi lungo qualche viuzza del suq. Un anziano battitore di rame
> ci
> saluta in italiano, con grande cordialità.
>
> La nostra meta è il Museo della Jamahiriya, fondato negli Anni Trenta e
> che
> conserva un'eccezionale collezione di reperti preistorici, fenici, punici,
> greci, romani, bizantini... Nelle numerose sale è tutto un susseguirsi di
> capolavori, dal mausoleo tardo-romano proveniente dalla necropoli di
> Qirzah
> (IV sec. d.C.), alla Venere Capitolina (II sec. d.C., restituita dal
> governo italiano nel 1999), alle statue di atleta e Apollo con il volto di
> Antinoo, copie romane di originali greci rinvenute nelle Terme di Adriano
> a
> Leptis Magna, al gruppo delle Tre Grazie, da Cirene, di sublime eleganza,
> ai mosaici, ai meravigliosi bassorilievi staccati dall'Arco di Settimio
> Severo, "porta d'ingresso" di Leptis Magna...
>
> Per raggiungere il ristorante dove pranzeremo, intorno alle 14 ("Al
> Gambare", shari Baladiyah), percorriamo parte dell'ex-quartiere coloniale
> italiano: la candida Galleria De Bono, la via 1° Settembre, piazza
> Algeria.
>
> Finito di pranzare, ci trasferiamo all'aeroporto per il volo verso
> Benghasi,
> dove ceneremo e pernotteremo all'Hotel Tibesti (shari Jamal Abdul Nasser),
> un tempo considerato il miglior albergo del Paese. A vederlo oggi, si fa
> fatica a crederci.
>
> Lunedì 5 marzo:
>
> Un cielo limpidissimo, un fulgido sole e un venticello fresco, a tratti
> addirittura freddo, ci accolgono a Cirene, città greca cantata da Pindaco
> e
> Callimaco, in magnifica posizione, sul fianco di una montagna, a picco sul
> mare.
>
> Iniziamo la visita dal vasto ginnasio (trasformato in foro in epoca
> romana),
> con le alte colonne doriche che si stagliano nette nella vivida luce
> mattutina. Proseguiamo per la lunga via di Batto (intitolata al mitico re
> fondatore della città). Dell'odeon rimane solo il pregevole arco
> d'accesso,
> poiché in età bizantina questa struttura venne trasformata in caserma per
> i
> soldati. Di fronte all'Odeon, si estendono i resti della casa di Giasone
> Magno, sacerdote del tempio di Apollo. Segno evidente dell'incuria in cui
> versano i siti archeologici libici (e quelli cirenaici in particolar
> modo),
> i bei mosaici pavimentali non sono protetti in alcun modo e ci si cammina
> persino sopra!:-( Ne parliamo con la guida locale, che ci conferma il
> totale disinteresse da parte del regime per quanto riguarda la
> salvaguardia
> del patrimonio culturale. E' totalmente carente anche la sorveglianza,
> soprattutto di notte, e continuano perciò a verificarsi furti di reperti
> (nei giorni seguenti, apprenderemo con sgomento che dal mercato di Leptis
> Magna - monumento-simbolo del sito - sono stati recentemente trafugati
> alcuni banchi in marmo). In tutti i siti cirenaici, pascolano liberamente
> pecore, capre e mucche, e si cammina quindi su di un "tappeto" di
> escrementi. Va però apprezzato l'aspetto "bucolico" della cosa...:-)
>
> Ci dirigiamo poi verso la casa di Esichio, amministratore della provincia
> di
> Cirenaica nel IV sec. d.C. I simboli rappresentati in un mosaico
> pavimentale superstite ci dicono che era di fede cristiana.
>
> L'agorà conserva il presunto monumento funebre di Batto, alcuni resti del
> tempio delle Basi ottagone, i due imponenti altari di Apollo e vestigia
> del
> santuario di Demetra e Kore e del tempio di Apollo (divinità tutelare di
> Cirene). E' qui nell'agorà che svetta quello che, a parer mio, è il più
> affascinante dei monumenti del sito: il monumento navale, risalente
> all'epoca tolemaica (IV-III sec. a.C.). E' composto da una Nike acefala e
> priva delle ali, su di un basamento a forma di triremi, sostenuto da
> delfini. Com'è reso in modo mirabile il drappeggio della veste, sembra di
> sentire il vento che lo fa aderire al corpo giovane e snello! Il
> pensiero,
> inevitabilmente, va alla Nike di Samotracia, alta alla sommità dello
> scalone d'onore del Louvre, e si viene colpiti, ancora una volta,
> dall'insuperabile grazia dell'arte greca...
>
> Percorriamo la via sacra, incontrando dapprima le terme greche, dette "di
> Paride", scavate nel fianco della montagna probabilmente già in epoca
> arcaica, e poi la Fonte di Apollo, la sorgente d'acqua che permise
> l'insediamento umano ben prima dell'arrivo dei profughi di Thera.
>
> Continuando a scendere, si arriva al santuario di Apollo, su di una vasta
> terrazza che domina la pianura sottostante. E' un luogo di grande
> suggestione, i cui edifici hanno subìto, nel corso dei secoli,
> innumerevoli
> distruzioni e ricostruzioni.
>
> Un po' più in basso, sorgono le rovine del teatro greco, successivamente
> trasformato in anfiteatro dai Romani. Dovrebbe, a breve, iniziarne il
> restauro un'équipe archeologica italiana.
>
> Subito dopo pranzo, visitiamo l'imponente tempio di Zeus, a una certa
> distanza dal resto degli scavi. Si erge in mezzo agli alberi, i prati sono
> punteggiati da miriadi di fiori variopinti. Venne costruito nel V sec.
> a.C., parzialmente distrutto durante la rivolta ebraica del 115 d.C. e
> restaurato una prima volta sotto Adriano e Marco Aurelio. Il terremoto del
> 365 e la furia iconoclasta dei Cristiani lo ridussero nuovamente in
> rovine.
> Il suo recupero, non ancora terminato, iniziò negli Anni Sessanta, grazie
> soprattutto ad archeologi italiani.
>
> Trattandosi di un lunedì, il museo di Cirene è chiuso. La superba statua
> di
> Alessandro Magno ci limiteremo quindi a vederla in cartolina (sigh)!:-(
>
> Lasciata Cirene, scendiamo verso la costa, diretti alla non lontana
> Apollonia (l'attuale Sousa). Ben poco è stato ricostruito della città
> antica, ma il suo teatro, lambito dalle acque del Mediterraneo, vale - da
> solo - la visita! Rimarrei seduta qui, su questo blocco di pietra, con il
> viso sferzato dal vento salmastro, per ore! Provo una tale serenità, una
> tale pace... Le voci dei miei compagni di viaggio si mescolano al dolce
> suono della risacca, al costante sibilo del vento e allo stridio dei
> gabbiani, che volano bassi sulla superficie appena increspata del mare,
> nella morbida luce del tramonto.
>
> Ceniamo e pernottiamo all'Hotel Al Manara (il faro), a pochi metri dal
> sito
> (della serie: pugno in un occhio), un albergo semplice, ma pulito e
> abbastanza accogliente.
>
> (Continua)
>[/color]

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