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Vecchio 07-02-2009, 21.18.58
giorgio tonazzi
 
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Predefinito Viaggiatori MAI turisti! chi poteva essere a "**********" l'Iraq?

È LUCA MARCHIÒ, 33ENNE COMASCO
Iraq: «turista» italiano fermato a Falluja
Bloccato a un posto di blocco e rispedito in Italia con il primo aereo.
Imbarazzo in ambasciata

Un impiegato dell'hotel di Bagdad con la fotocopia dei documenti di
Marchiò (da New York Times)
Bashar Yacoub non poteva credere ai suoi occhi. Ma quando quel ragazzo
occidentale, senza battere ciglio, gli ha ripetuto di voler «solo
visitare la cittÃ*», il manager della reception del Coral Palace Hotel di
Bagdad ha dovuto arrendersi all'evidenza. Quello che aveva di fronte era
il primo turista occidentale dall'inizio della guerra, nel 2003. Era lì
senza guardie del corpo, e senza un traduttore. Ed era italiano.
L'avventura di Luca Marchiò, comasco 33enne, è però finita due giorni
dopo l'incontro con mister Yacoub, quando ha tentato di visitare la (un
tempo famigerata, e ancora preda di tensioni e violenze) cittÃ* di
Falluja. Ad accorgersi di lui è stato un militare a un checkpoint, che
ha preso in consegna il giovane (credendolo, forse, un jihadista
straniero) e l'ha portato in caserma. «Le autoritÃ* mi hanno spiegato che
non sarei potuto rimanere in cittÃ* per la notte», ha detto al New York
Times. «Il loro suggerimento è stato quello di tornarmene a Bagdad». In
realtÃ*, l'ambasciata d'Italia ha riferito che il giovane sarebbe stato
«messo sul primo aereo domani mattina» (sabato, ndr), ponendo fine a una
situazione che ha creato, anche tra le autoritÃ* italiane, qualche
imbarazzo. Nessuno, infatti, sapeva della presenza di Marchiò in Iraq:
nemmeno i genitori del ragazzo. «Non ne sapevamo niente», dice a
Corriere.it la madre, Marinella. «Luca non vive in casa con noi, ed è
abituato a viaggiare molto, anche in zone di guerra, per il suo lavoro.
E da mamma dico: purtroppo. Ora ci hanno detto che sta tornando, e che
sta bene. E questo è ciò che conta».
TURISTA - Anche le autoritÃ* italiane non sapevano nulla del viaggio. Il
New York Times scrive di essere stato il primo a notificare la cosa
all'ambasciata. Che ha poi tentato di ricostruire l'incredibile viaggio
del «turista». Partito dall'Italia, Marchiò è sbarcato in Egitto,
passando poi in Turchia e, via terra, in Iraq, con un visto di dieci
giorni. Passato il confine su un taxi, è arrivato a Bagdad. Ed è entrato
nel Coral Palace. «Sono un turista», ha ripetuto a mister Yacoub, alla
reception, e ai giornalisti del Times. «Voglio vedere le cittÃ* più
importanti del Paese, vedere e capire la realtÃ*. Penso che ogni Paese
del mondo debba essere visitato». Yacoub ha tentato di dissuaderlo –
alla domanda se l'Iraq, e soprattutto Falluja, siano pronti per turisti
che non siano pellegrini sciiti, il receptionist ha replicato con un
enfatico «No» – ma senza successo. Per 40 dollari, Marchiò ha acquistato
all'albergo un tour della cittÃ*: la statua di Sherazade, la narratrice
di Le mille e una notte, il lago artificiale vicino all'universitÃ*, la
piazza Abu Jaafar al-Mansur sulla riva del Tigri, il parco Zawra'a, i
negozi di Karada. «"Quando è arrivata la notte si è spaventato un po', e
ha voluto tornare in hotel», ha detto Ramez Fa'eq, 23 anni, la guida a
cui l'hotel l'aveva affidato.

A FALLUJA - Il giorno seguente, Marchiò è partito per Falluja su un
minibus pubblico. Poche ore dopo, il signor Yacoub ha ricevuto la
chiamata della polizia. «La stavo aspettando», ha detto. «E ovviamente
erano molto preoccupati per lui. L'Iraq non è ancora pronto per i
turisti. Certo, la sicurezza è molto migliorata. Ma in questo Paese ti
puoi aspettare qualunque cosa in qualunque momento». «Gli ho spiegato
che non era sicuro vagare per il Paese», ha detto Renato Di Porcia, vice
capo della missione all'ambasciata italiana a Bagdad. Il sito del
ministero degli Esteri definisce l'Iraq un Paese «ad altissimo rischio:
sono fortemente sconsigliati i viaggi se non organizzati in un adeguato
contesto di sicurezza e previamente concordati con l'ambasciata d'Italia
a Bagdad o con il ministero degli Esteri a Roma». «È stata una
situazione molto strana», ha commentato Di Porcia. Marchiò «è un ragazzo
un po' naif».
Davide Casati
07 febbraio 2009
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