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Vecchio 18-04-2011, 18.15.43
Ale78
 
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Predefinito Recensione Armenia 2011 (+ Tblisi + Nagorno Karabakh)

Mi auguro che in questo NG d'ora in avanti ci sia “meno trollaggio e
più viaggio” (nuovo slogan) al fine di riportare in all’ovile
viaggiatori smarriti che, forse stanchi di litigi, abbiamo perso per
strada. Perciò, anche se non impazzivo certo dalla voglia di
scriverla, ecco una non troppo breve recensione di un breve viaggio
in Armenia, con puntatina a Tbilisi e anche nel Nagorno Karabakh, dal
9 al 17 aprile 2011.
Contrariamente alle mie recenti abitudini non ho viaggiato solo, ma
con un caro amico, con cui mi sono trovato magnificamente, anche se
l’avere compagnia ovviamente non mi ha permesso di entrare in contatto
con la gente del posto quanto desideravo. Il viaggio è stato intenso,
per non dire al massacro, particolarmente godibile. L’itinerario
ipotizzato alla partenza è stato stravolto praticamente ogni giorno, e
questa improvvisazione mi ha entusiasmato.
Da tempo desideravo un viaggio nel Caucaso. In particolare mi attirava
la Georgia, spesso lodata anche in questo NG, ma in aprile non avrei
potuto raggiungere alcune mete di mio interesse. Inoltre, il mio amico
era più interessato all’Armenia.
Per andare in Armenia la soluzione più economica è volare in Georgia
con la Pegasus Airlines, e da qui spostarsi con il minibus, e così
abbiamo fatto. Biglietto aereo preso un mesetto prima di partire, €
240 ciascuno, mi sembra, vado a memoria. La Air Baltic ha buoni
prezzi, vola sia su Jerevan sia su Tbilisi, ma entrambi i voli sono
stagionali, e non erano ancora attivi nelle date che ci interessavano.
I voli della Pegasus sono stati puntuali. Dato le 5 ore a disposizione
a Istanbul, dove abbiamo fatto scalo, ci siamo anche permessi di
andare a cenare (all’andata) e a far colazione (al ritorno) nel
quartiere di Kadikoy, raggiungibile con un bus economico.
Siamo arrivati all’aeroporto di Tblisi di notte, e abbiamo dormito in
aeroporto fino alle 6, orario del primo treno che collega l’aeroporto
al centro. La stazione, di fronte all’aeroporto, è nuova. Tutt’altro
invece il treno, un avanzo dei tempi più tetri dell’Unione sovietica,
che ci ha messo 45 minuti per fare circa 15 km. La stazione di Tbilisi
è ancora più inquietante, scendendo dal treno sembra di essere in zona
di guerra . Al piano superiore invece, anche qui è tutto nuovo.
Secondo la Lonely Planet da un piazzale vicino partirebbe un minibus
per Jerevan alle 8, ma non ce n’è traccia. Allora in taxi fino ad una
stazione fuori dal centro, dove riusciamo a prenderne un altro, che ci
lascerà appena dopo il confine armeno, ad Alaverdi. Il minibus è
diretto a Jerevan, e il costo è uguale anche se ci si ferma prima, e
costa 15 gel, vale a dire una dozzina di euro a persona. Il visto è
più economico del previsto, poco più di 5 euro. Si può pagare solo con
valuta armena, ma c’è una banca a disposizione. Uno dei motivi per cui
ci siamo permessi l’A/R su Tbilisi anziché su Jerevan è che ci sono
dei monasteri nei pressi della gola del Debed, pressappoco ad ugual
distanza da entrambe la capitali. Abbiamo dormito ad Haghpat in casa
privata (accogliente – inoltre la signora Flora è davvero un tesoro),
proprio accanto al monastero e con vista vallata. Volevamo raggiungere
Sanahin a piedi, ma c’era una pioggia terrificante, per cui abbiamo
optato per taxi + funivia per minatori (spaventosa hihihi) + qualche
chilometro a piedi sotto un’acqua sempre più atroce, che ci ha
sfiancato. Il monastero è molto bello, ma arrivarci è stata proprio
una sofferenza. Per fortuna per il ritorno abbiamo evitato parte della
strada grazie ad un locale che ci ha dato un passaggio. Tornati
stremati ci siamo concessi un’ora di pisolino; al nostro risveglio ci
accorgiamo che la neve ha sostituito la pioggia. Fiocchi immensi
avevano già imbiancato l’intera vallata. Visitiamo pertanto il
monastero di Haghpat sotto la neve, una bella esperienza. La sera
siamo cotti, cottissimi, e dopo un’ottima cena casalinga dormiamo
beatamente.
Il programma originale prevedeva di andare a Jerevan e visitare da lì
il centro dell’Armenia con gite di giornata, ma l’idea di soggiornare
in posti sperduti ci piace di più. Per cui progettiamo di scendere
fino a Yeghegnazdor per visitare il monastero di Novarank da lì.
L’idea è di arrivarci per una strada alternativa con una combinazione
di autobus, taxi e minibus, passando da Sevan e dal passo di Selim. Ma
cambieremo. Partiamo da Haghpat con una mashrutka, ad Alaverdi
prendiamo uno scassatissimo e lentissimo autobus per Vanazdor. Il
primo mezzo pubblico per Sevan è tardi, perciò andiamo fino a lì con
un taxi, anche per vedere un monastero dal nome impronunciabile lungo
la strada; l’autista però dopo essere partiti ci dice (ma non so
quanto sia vero) che il monastero non è visitabile per restauro, ci
porta in un altro monastero (tanto per evitare che noi potessimo
chiedergli uno sconticino sul prezzo pattuito), e quindi arrivamo a
Sevan. Visitiamo il monastero e i dintorni; c’è il sole (ci
accompagnerà per tutta la vacanza, dopo l’allarmante pioggia del primo
giorno) e il panorama sul lago Sevan merita. Per la chiusura del passo
di Selim per neve siamo costretti ad arrivare a Yeghegnazdor via
Jerevan. Da Sevan a Jerevan abbiamo utilizzato l’ennesimo minibus,
mentre da Jerevan a Yeghegnazdor ci ha dato un passaggio per pochi
soldi un tassista fuori servizio che tornava a casa con la sorella e
la moglie. Già sulla strada abbiamo visto il monte Ararat, che pur
completamente coperto da nuvole ci ha impressionato per l’estensione
delle sue pendici. Giunti già di sera a Yeghegnadzor, triste paese in
una zona molto bella, trovare il B&B indicato sulla Lonely Planet è un
impresa titanica. Alla fine il “B&B Antione” (pronunciato “Anzion” dai
locali, consigliatissimo: è una bella casa rosa, dispone anche di
stanze con bagno privato e il trattamento è eccellente), lo troviamo
suonando a caso i campanelli delle abitazioni circostanti.
Il mattino seguente con un taxi privato chiamato dalla gentile sig.ra
Armenie del B&B visitiamo il monastero di Novarank. E’ a mio giudizio
il più interessante di tutti quelli che ho visitato, per il panorama
insolito e affascinante. Anche perché in Armenia è la fine
dell’inverno, viaggiando verso sud il panorama è sempre più brullo e
pertanto risente meno del fatto che le piante siano ancora senza
foglie :) Proprio per il panorama la sera precedente avevamo cambiato
di nuovo itinerario, decidendo di spingerci fino a Goris per visitare
il monastero di Tatev. Da questo paesino i mezzi verso sud arrivano
già pieni da Jerevan, ma la signora Armenie, oltre ad averci trattato
come principi, parla con una coppia di russi interessata allo stesso
percorso, li fa attendere il nostro ritorno da Novarank, e così la
spesa del taxi è divisa per 4. Lungo il tragitto ci fermiamo a
visitare anche l’equivalente armeno di Stonehenge, oggettivamente però
non un granché. All’arrivo a Goris pensavamo di stare fermi una notte
(B&B Lyova&sons, carino ma con gestore furbetto) e di tornare a
Jerevan il giorno seguente (il progetto iniziale era di tornare a
Tbilisi con il treno notturno del giovedì), ma ci informiamo per il
Nagorno Karabakh, scoprendo che è possibile visitare le località che
contano (limitatamente a quelle accessibili in sicurezza) con una gita
di giornata. La coppia di russi, contagiata, deciderà di aggregarsi a
noi. :) Passiamo il pomeriggio con i russi, andando con loro al
monastero di Tatev e dintorni. Non indicata nella Lonely Planet perché
nuova di zecca, usiamo anche una funivia a dir poco spettacolare:
lunghissima, attraversa un’intera vallata (quindi nessun pilone in
mezzo, per intenderci). Il monastero di Tatev è a dir poco suggestivo,
e il panorama è magnifico. Anche i dintorni di Goris sono graziosi,
anche se la città in sé, decantata dalla guida australiana, è così
così. In effetti la LP stavolta mi ha parzialmente deluso, per
indicazioni mancanti sui trasporti e per alcuni giudizi assurdi (per
esempio a Jerevan dà per piacevole una passeggiata su un ponte
trafficatissimo).
Il giorno dopo è la volta del Nagorno Karabakh. La visita con gita di
giornata è più semplice del previsto dal punto di vista burocratico;
anzi, le procedure di recente sono state semplificate: per il visto
non servono più le foto e il costo è stato ridotto a poco più di 5
euro. All’ingresso nella nazione (nazione si fa per dire, visto che
non è riconosciuta da nessuno) segnano il nostro nome su un registro
cartaceo, quindi alla capitale si va presso un ministero e in pochi
minuti si ottiene il colorato visto sul passaporto, del quale mi sento
orgoglioso. Io e il mio amico cominciamo a chiamare il posto Latveria,
chi da ragazzo leggeva i Fantastici Quattro saprà sicuramente a cosa
ci riferiamo! Da vedere però non c’è granché di interessante: la
cittadina di Shushi, che non meriterebbe nemmeno una visita veloce, e
il bel monastero di Gandzasar. La visita di Agdam è proibita e
pericolosa, quindi la saltiamo. Un giro di questo tipo dura 10 ore
circa, quasi tutte passate in auto su tornanti un po’ folli. E,
sinceramente, ho preferito come paesaggi quelli armeni. Mi manca però
l’estremo nord del paese, tornando indietro farei un giretto anche lì,
dove le montagne sono più alte. Al ritorno a Goris 5 minuti di pausa e
quindi ritorno a Yeghegnadzor, dove la Sig.ra Armenie ci ospita con
tutti gli onori. Avremmo potuto partire il giorno seguente con una
mashrutksa, ma Il tempo a nostra disposizione stava finendo, e abbiamo
preferito fare il sacrificio economico dei taxi per risparmiare tempo.
Già il giorno precedente avevamo deciso di non prendere il treno
notturno di giovedì da Jerevan, rimandando il ritorno in Georgia al
sabato con minibus (il treno c’è un giorno sì e uno no, non abbiamo
alternativa), con piccolo dispiacere per il mio compagno di viaggio,
patito dei treni.
Da Yeghegnadzor partiamo presto per Jerevan, sempre in taxi , anche
per poter visitare il monastero di Khor Virap, sulla strada. Il cielo
è di un azzurro da cartolina, vediamo l’Ararat in tutto il suo
splendore, nonostante sia aprile. La vista è spettacolare. Jerevan
invece è una brutta città, ma già lo sapevamo. Lasciamo gli zaini
all’Envoy Hostel (ottimo, ma con prezzi europei). Nello stesso
pomeriggio visitiamo il tempio di Garni e il monastero di Geghard, che
in teoria è il più bello ma mi affascina meno di tanti altri (forse
perché si assomigliano tutti, e alla fine ci si stanca, anche se
ognuno ha la sua particolarità). Al ritorno visita al museo del
genocidio armeno, che è piccolo, ma colpisce duramente al cuore.
Passeggiare per Jerevan invece non dà grandi soddisfazioni, nonostante
qualche caffè interessante. Che la cosa migliore siano i bar dà idea
però della tristezza della città, sovietica che più sovietica non si
può.
Venerdì, ultimo giorno in Armenia, passiamo la mattinata a Echmiadzin,
l’equivalente armeno del Vaticano, dove veniamo “abbordati” da una
ragazza guida, che parla solo armeno e spagnolo, ma la prendiamo lo
stesso (eh, aveva un bel sorriso). Visitiamo anche un museo. Ad onor
del vero la visita non mi entusiasma, anche perché non credo molto a
cose come la punta della lancia che ha trafitto Cristo o ad un pezzo
dell’arca di Noè. Ma è piacevole avere a disposizione almeno una volta
in tutto il viaggio una guida a cui fare domande, anche scomode, sulla
popolazione armena. Al ritorno prendiamo appuntamento per una visita
al più prestigioso produttore nazionale di brandy, l’Ararat, visitiamo
un museo d’arte, che espone forse l’unica brutta opera che Donatello
abbia mai realizzato, e la biblioteca, che espone libri antichissimi.
Alle 16 in punto siamo puntuali alla visita guidata con degustazione
di cognac. Io mi appassiono e compro anche qualche bottiglia, le
imbarcherò con ogni precauzione possibile.
Sabato mattina alle 8 minibus per Tbilisi, dove arriviamo alle 13.
Chissà per quale motivo spostandoci a est si guadagna un’ora anziché
perderla. Tbilisi è carina, lasciamo gli zaini ad un bagno storico,
dove ci rilasseremo prima di cena, e facciamo un giretto limitandoci
al centro storico. Ovviamente proviamo anche il tipico kachapuri, una
sorta di focaccia di Recco alla georgiana. Alle 23 arriviamo in
aeroporto, dove abbiamo dormito per la seconda volta e preso il volo
poco prima delle 5 del mattino. Scalo a Istanbul e arrivo a Orio, dove
i bagagli arrivano a 40 minuti dall’atterraggio, tempi di attesa
peggiori di quelli del caucaso, ma se non altro il brandy è salvo.
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Vecchio 18-04-2011, 21.06.43
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Predefinito Re: Recensione Armenia 2011 (+ Tblisi + Nagorno Karabakh)

On 18 Apr, 17:15, Ale78 <alez...@yahoo.it> wrote

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> Mi auguro che in questo NG d'ora in avanti ci sia “meno trollaggio e
> più viaggio” (nuovo slogan) al fine di riportare in all’ovile
> viaggiatori smarriti che, forse stanchi di litigi, abbiamo perso per
> strada....[/color]

nobile intento ma dubito che possa sortire i desideri da te
auspicati.
Ad ogni buon conto grazie per la RECE sicuramente molto interessante,
sia per ciò che hai scritto dell'Armenia, poco battuta ma di cui ho
già sentito qualcosa in giro, che dello sconosciuto Nagorno Karabakh,
di cui invece non si parla quasi mai. Un viaggio interessante anche
come programma un pò 'alla giornata', che è il modo di viaggiare che
metto in atto non appena mi è possibile farlo.

ciao :-)

G.
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Vecchio 18-04-2011, 21.06.43
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Predefinito Re: Recensione Armenia 2011 (+ Tblisi + Nagorno Karabakh)

On 18 Apr, 17:15, Ale78 <alez...@yahoo.it> wrote

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> Mi auguro che in questo NG d'ora in avanti ci sia “meno trollaggio e
> più viaggio” (nuovo slogan) al fine di riportare in all’ovile
> viaggiatori smarriti che, forse stanchi di litigi, abbiamo perso per
> strada....[/color]

nobile intento ma dubito che possa sortire i desideri da te
auspicati.
Ad ogni buon conto grazie per la RECE sicuramente molto interessante,
sia per ciò che hai scritto dell'Armenia, poco battuta ma di cui ho
già sentito qualcosa in giro, che dello sconosciuto Nagorno Karabakh,
di cui invece non si parla quasi mai. Un viaggio interessante anche
come programma un pò 'alla giornata', che è il modo di viaggiare che
metto in atto non appena mi è possibile farlo.

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On 18 Apr, 17:15, Ale78 <alez...@yahoo.it> wrote

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> Mi auguro che in questo NG d'ora in avanti ci sia “meno trollaggio e
> più viaggio” (nuovo slogan) al fine di riportare in all’ovile
> viaggiatori smarriti che, forse stanchi di litigi, abbiamo perso per
> strada....[/color]

nobile intento ma dubito che possa sortire i desideri da te
auspicati.
Ad ogni buon conto grazie per la RECE sicuramente molto interessante,
sia per ciò che hai scritto dell'Armenia, poco battuta ma di cui ho
già sentito qualcosa in giro, che dello sconosciuto Nagorno Karabakh,
di cui invece non si parla quasi mai. Un viaggio interessante anche
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On 18 Apr, 17:15, Ale78 <alez...@yahoo.it> wrote

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> Mi auguro che in questo NG d'ora in avanti ci sia “meno trollaggio e
> più viaggio” (nuovo slogan) al fine di riportare in all’ovile
> viaggiatori smarriti che, forse stanchi di litigi, abbiamo perso per
> strada....[/color]

nobile intento ma dubito che possa sortire i desideri da te
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sia per ciò che hai scritto dell'Armenia, poco battuta ma di cui ho
già sentito qualcosa in giro, che dello sconosciuto Nagorno Karabakh,
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On 18 Apr, 17:15, Ale78 <alez...@yahoo.it> wrote

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> Mi auguro che in questo NG d'ora in avanti ci sia “meno trollaggio e
> più viaggio” (nuovo slogan) al fine di riportare in all’ovile
> viaggiatori smarriti che, forse stanchi di litigi, abbiamo perso per
> strada....[/color]

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On 18 Apr, 17:15, Ale78 <alez...@yahoo.it> wrote

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> viaggiatori smarriti che, forse stanchi di litigi, abbiamo perso per
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On 18 Apr, 17:15, Ale78 <alez...@yahoo.it> wrote

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On 18 Apr, 17:15, Ale78 <alez...@yahoo.it> wrote

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On 18 Apr, 17:15, Ale78 <alez...@yahoo.it> wrote

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