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Vecchio 12-01-2010, 10.27.23
carla polastro
 
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Predefinito [RECE] Parigi (in versione glaciale), gennaio 2010 (1/2)

Martedì, 5 gennaio:

Stando alle previsioni meteo, oggi, a Parigi, avrebbe dovuto dominare il
grigiore. E' invece una giornata di "beau froid", gelida e limpida, a tratti
ventosa.

Il mio annuale "tourbillon espositivo parigino":-) non avrebbe potuto
cominciare meglio di così. Lasciato il mio scarno bagaglio alla reception
dell'Hôtel des Arènes, [url]http://www.hotel-des-arenes.com[/url], in rue Monge (5ème
arr., M° Place-Monge o Cardinal-Lemoine), mi affretto a raggiungere
l'Institut du Monde Arabe (IMA), a visitare una mostra davvero
straordinaria, che raccoglie 500 pezzi della più grande collezione privata
di arte islamica che esista al mondo, quella di Nasser David Khalili,
[url]http://www.imarabe.org/temp/expo/artsislam.html[/url] (fino al 14 marzo 2010). Il
Prof. Khalili proviene da una famiglia di mercanti d'arte ebrei di Isfahan.
Dopo aver studiato negli Stati Uniti, si è stabilito a Londra ed è da
parecchi anni cittadino britannico. La sua collezione (che non si limita
all'arte islamica) non ha ancora un proprio spazio espositivo permanente, ma
è in "tournée" dal 1994/95, e ha già toccato diversi Paesi e continenti,
[url]http://www.khalili.org/exhibitions.html[/url]

La mostra dell'IMA gode anche di uno splendido allestimento, che dà il
massimo risalto possibile alla profusione di ceramiche, tappeti, miniature,
manoscritti miniati (fra i quali preziosissimi Corani antichi, di cui uno -
particolarmente raro - proveniente dalla Sicilia islamica), vetri, gioielli,
lacche, astrolabi, boiseries, cofanetti intarsiati... Un insieme dalla
bellezza e raffinatezza sfolgoranti!

Rimango fino all'ora della chiusura (le 18). Lascio l'IMA pervasa da una
sensazione di profonda contentezza, con gli occhi ancora pieni di tutte le
meraviglie che ho appena finito di ammirare. Le luci incassate nel parvis
creano un'atmosfera assai suggestiva, sembrano rendere meno gelida l'aria
della sera. La Senna, a pochi passi, è un nastro scuro. Al di là del ponte,
si distinguono appena le sagome degli hôtels particuliers secenteschi
dell'Ile Saint-Louis.

Imbocco il boulevard Saint-Germain, ancora addobbato per le Feste (come, del
resto, tutta la città), diretta a una delle più grandi e fornite librerie
parigine, "Eyrolles", dove trovo l'ultima copia rimasta della guida Le Petit
Futé sul Libano. Non è certo un granché, ma sembra essere l'unica guida
esclusivamente sul Libano e pubblicata di recente disponibile sul mercato...

Tornata al des Arènes, il concierge mi assegna la stessa stanza che avevo
occupato nel gennaio e marzo 2007, la 51, una piccola matrimoniale (che
consiglio unicamente a uso singola) che dà sulle Arènes de Lutèce.
Controllo per prima cosa che non ci siano più gli odiosi guanciali rivestiti
di plastica che avevo trovato tre anni fa: sono stati fortunatamente
sostituiti con normali guanciali di cotone e imbottiti di piume.

Ceno, unica commensale, nel ristorantino a fianco del des Arènes, "Le Petit
Panthéon" (ai clienti dell'albergo viene offerto un Kir). Il "patron" è un
cordiale Berbero della Cabilia. Mi racconta della sua famiglia: della moglie
che proviene dal suo stesso villaggio, dei suoi bimbi di 4 e 6 anni, del
Padre, morto da parecchi anni ormai, classe 1913, militare tutto di un
pezzo, che gli ha insegnato "come si sta al mondo", della Madre, dolcissima
e analfabeta, che mi fa pensare a quella, tanto amata, di Camus. Dei
cognati, che fanno i medici a Montréal, ma che non si trovano bene in
Canada, e pensano di tornare a Parigi, dove si sono laureati. Mi parla poi
della Guerra d'Algeria, dei legami comunque indissolubili con la Francia,
del rapporto di amore/odio con questo Paese, dei sogni che nutre per i suoi
figlioletti, cittadini francesi che non dovranno mai dimenticare le proprie
radici cabile...

Mercoledì, 6 gennaio:

Oggi faccio una gita fuori porta:-), a Versailles, dove prenderò diversi
piccioni con una fava (e anche un sacco di freddo): tappa alla reggia per
visitare la mostra "Luigi XIV, l'uomo e il re", [url]http://tinyurl.com/koo6sy[/url]
(fino al 7 febbraio 2010), la Galleria degli Specchi post-restauro radicale
e il Petit Trianon, anch'esso riportato da poco all'antico splendore (e, per
la prima volta, aperto integralmente al pubblico). Non ero più venuta da
queste parti dalla grande nevicata del 2004...

Fra métro e RER, ci vuole circa un'ora per raggiungere Versailles dal
Quartier Latin. Arrivo alle biglietterie del castello poco dopo le 9. C'è
già un po' di fila, ma niente di "drammatico". La signora allo sportello mi
consiglia la formula "Passeport" (18 euro), che consente l'accesso a tutte
le sezioni della reggia, esposizioni temporanee incluse.

Incredibilmente, "Luigi XIV, l'uomo e il re" è la prima mostra in assoluto
che la reggia di Versailles dedica al suo creatore. Per l'occasione, sono
state raccolte molte testimonianze della vita del Re Sole - uno dei sovrani
più longevi della storia di Francia - allo scopo di ricreare il suo mondo,
di farne conoscere i gusti e gli interessi ai visitatori, mettendo in
evidenza ciò che amava collezionare ed esporre nei propri Appartamenti, su
lunghi scaffali disposti su pareti ricoperte di specchi. Non mancano,
ovviamente, numerosi ritratti, dal superbo busto del Bernini, alle tele di
Le Brun, Mignard, Rigaud...
E poi mobili, porcellane, cristallerie, argenti, tappeti, arazzi, gioielli,
objets d'art, armi e armature (fra le quali una, stupenda, di fabbricazione
veneziana), a sottolineare la sontuosità della Versailles di Luigi XIV.

La Galleria degli Specchi è abbacinante e affollatissima, ma è in quelli che
furono gli Appartamenti di diversi Dauphins che vado letteralmente in brodo
di giuggiole, di fronte a un numero considerevole di ritratti di Nattier (in
gran parte delle figlie di Luigi XV), artista che adoro e del quale fu
allestita, fra il '99 e il 2000, una ricchissima retrospettiva proprio qui a
Versailles, [url]http://tinyurl.com/yehhuup[/url]

Esco nei giardini, che il gelo ha tramutato in una sorta di immensa pista di
pattinaggio: tutte le fontane, i bassins, il Grand Canal sono ghiacciati
ormai da settimane (ma la chiusura del parco, a titolo precauzionale, verrà
decisa solo sabato 9 gennaio). Persino Apollo ha l'aria intirizzita!;-) Gli
unici ad aver l'aria di sentirsi perfettamente a proprio agio sono i turisti
russi, ai quali sembrerà di trovarsi a Peterhof in primavera...:-)

Del trenino, presumibilmente a causa del gran freddo, non vi è traccia.
Gambe in spalla, m'incammino quindi verso il Petit Trianon. Ho sempre più
l'impressione che il mio naso stia per staccarsi dalla faccia, brrrr...
Quando, finalmente, raggiungo il mio obiettivo, il tepore che vi trovo ha un
che di paradisiaco!;-)

Anche qui, i restauratori hanno fatto un lavoro eccellente, sia per quanto
riguarda l'edificio in sé (per la prima volta, sono stati aperti al pubblico
i locali di servizio del pian terreno), che il suo contenuto (divani e
poltrone sono stati rifoderati, rinnovati i copriletti e i baldacchini; il
tutto con sete e broccati finissimi),
[url]http://www.chateauversailles.fr/domaine-marie-antoinette[/url]

Se vi pungesse vaghezza di girare per lo Hameau de la Reine in perfetta
solitudine, una glaciale giornata d'inizio gennaio è l'ideale!:-) A parte
me, gli unici esseri viventi presenti sono alcuni cigni, delle anatre,
qualche sparuto passerotto, e due mucche in un piccolo recinto nel cortile
della Fattoria. Probabilmente si chiedono chi (o cosa) me lo faccia fare, di
star qui all'aperto, anziché davanti a un caminetto acceso, con magari un
bicchiere di punch bollente in mano!;-)

Lascio il Domaine de la Reine dalla succitata Fattoria, prendo il bus no. 1
e torno nel centro di Versailles. Dopo pranzo, visito il Musée Lambinet,
[url]http://www.musee-lambinet.fr[/url], che sembra essere ben poco conosciuto anche
dagli stessi Franciliens. E' un peccato, perché non vi mancano, a mio
avviso, gli spunti d'interesse, soprattutto se si è appassionati di arti
decorative, o di storia francese, in particolare del periodo rivoluzionario
(una sala è dedicata a Charlotte Corday).

Rientro a Parigi nel tardo pomeriggio. Stasera a cena, mi "concederò" una
crêpe flambée al Grand Marnier: il clima è sicuramente quello più
appropriato!:-)

Giovedì 7 gennaio:

Nella notte ha nuovamente nevicato. Lo square des Arènes de Lutèce, ancora
chiuso, appare perfettamente candido, dalla finestra della mia camera
d'albergo, e perfettamente silenzioso.

Prima di recarmi al Musée du Luxembourg (ho prenotato l'ingresso all'orario
di apertura, le 10,30), faccio un giro sull'Ile Saint-Louis, resa ancora più
suggestiva dal sottile strato di neve, simile a zucchero a velo, che la
ricopre. Al M° Sully-Morland, un giovanotto bruxellois con fidanzata
giapponese mi chiede dove possono trovare dei bouquinistes. Secondo me, con
questo "froid de canard", son rimasti tutti a casa, al calduccio!;-)

La mostra del Luxembourg (museo che, dopo il 17 gennaio, per almeno un anno,
resterà chiuso al pubblico) è "Louis Comfort Tiffany. Colori e Luce",
[url]http://www.museeduluxembourg.fr[/url] Il titolo non potrebbe essere più azzeccato
di così! Dalle lampade ai vasi, passando per le vetrate istoriate, la luce,
con la sua miriade di riflessi, e gli intensi blu, rossi, verdi, gialli
delle creazioni di Tiffany e dei suoi collaboratori, la fanno da padroni.
Bellissimo, nella sua estrema semplicità, l'allestimento di Hubert Le Gall,
che aveva fatto un ottimo lavoro anche per la mostra del 2007, quella
dedicata a Lalique.

Pranzo in una delle mie crêperies parigine preferite, la minuscola "La
Bolée" (25, rue Servandoni), a qualche decina di metri dal Musée du
Luxembourg. Scambiare due chiacchiere con la "patronne" è sempre molto
piacevole. Fra appassionate d'arte, "le courant passe"!:-)

Rimango un po' delusa dall'esposizione "Bruegel, Memling, Van Eyck... La
Collection Brukenthal", al Musée Jacquemart-André (ha chiuso i battenti l'11
gennaio 2010), [url]http://tinyurl.com/qsfqwu[/url]
A parte l'eterno problema, in questo museo peraltro bellissimo, delle sale
destinate alle mostre temporanee troppo piccole in proporzione
all'affluenza, l'unico quadro che mi colpisce veramente è lo straordinario
"Ritratto d'uomo col berretto blu" di Van Eyck, [url]http://tinyurl.com/yehz5zt[/url]
Guardando quest'opera, appare evidente da chi sia stato influenzato
Antonello da Messina...

Trovo decisamente più interessante la mostra "L'Età d'Oro olandese. Da
Rembrandt a Vermeer", alla Pinacothèque de Paris, [url]http://tinyurl.com/yfpal7p[/url]
(fino al 7 febbraio 2010). Non solo per alcune tele di grande pregio (in
primis, naturalmente, "La lettera d'amore", [url]http://tinyurl.com/ybcva5x[/url], che
Vermeer dipinse intorno al 1669), ma anche per le meravigliose porcellane di
Delft e i raffinatissimi pezzi d'argenteria, in massima parte secenteschi,
fra i quali una lampada d'Hanukkah di squisita fattura.

Ringrazio gli amici Ariella e Paolo Punter per avermi consigliato il
ristorante "El Picaflor" (a pochi passi dall'Hôtel des Arènes, in rue
Lacépède, traversa della rue Monge), [url]http://www.picaflor.fr/pica/pica.htm[/url],
che propone cucina peruviana (e latino-americana in genere). Davvero ottimo
il loro aji de gallina.

(Continua)

*********************

Ciao,

Carla

[url]www.faqparigine.it[/url]

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Vecchio 13-01-2010, 12.07.36
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carla polastro ha spiegato il 12/01/2010 :[color=blue]
> Martedì, 5 gennaio:
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