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Vecchio 13-05-2010, 01.22.23
Manu
 
Messaggi: n/a
Predefinito [RECE] Stati Uniti - West Coast e parchi

Scrivo una lunga e dettagliata recensione del mio recente viaggio nel
SudOvest degli Stati Uniti. Ringrazio quanti mi hanno fornito direttamente o
indirettamente qui sul ng informazioni utili per il viaggio.
Mi auguro che le info contenute in questa recensione possano essere
altrettanto utili per futuri viaggiatori. Abbiamo acquistato/prenotato tutto
in rete, volo (BA), noleggio (Hertz), hotel, escursioni ed assicurazione
(e-mondial): per gli hotel ci siamo fidati di TripAdvisor e alla fine siamo
stati molto soddisfatti delle scelte fatte (in ogni step della recensione
dedicherò qualche parola alla sistemazione). Le principali tappe del nostro
tour sono state nell'ordine: San Francisco, Yosemite, Sequoia, Death Valley,
Las Vegas, Bryce Canyon, Monument Valley, Grand Canyon e Los Angeles. 15
giorni di vacanza e più di 4.000 km percorsi in auto.
San Francisco: prima città meta del nostro tour. Decidiamo di non noleggiare
la macchina all'arrivo a Frisco: parcheggi troppo cari e la città si visita
tranquillamente con i mezzi pubblici. Soggiorniamo a Fisherman's Wharf,
riteniamo che la posizione sia favorevole per visitare al meglio la città
nei soli due giorni che abbiamo a disposizione. Arriviamo nel tardo
pomeriggio, giusto in tempo per vedere il tramonto sulla baia, accarezzati
(o meglio schiaffeggiati!) dalla brezza che ci fa capire che useremo presto
le felpe che abbiamo portato con noi in valigia. Il giorno seguente, vittime
ancora del jet lag, iniziamo la scoperta della città: passeggiata verso il
Golden Gate, qualche foto di rito e poi passeggiata lungo l'Embarcadero. Una
serie di "pier" si snoda davanti a noi: decidiamo di andare fino al Pier 1,
per visitare Farmer's Market. In breve capiamo che la cartina inganna sulle
distanze, quei pochi centimetri sulla mappa si trasformano in chilometri di
asfalto sotto i nostri piedi. Durante la passeggiata, ci fermiamo al Pier
39, divenuto casa di decine di leoni marini in posa per la foto dei turisti.
Qualche veloce giro nei negozietti e poi, dopo aver raggiunto Farmer's
Market, si va con i mezzi pubblici verso i quartieri più centrali. Muoversi
con i mezzi pubblici a Frisco è davvero semplice: si può raggiungere
qualunque punto della città, anche se, i tempi di spostamento non sono
proprio velocissimi. Utilizziamo i Cable Car ed i tram (provenienti da varie
città del mondo, tra cui Milano). La città mostra da subito le sue
caratteristiche strade con accentuati saliscendi, scomode per chi le deve
risalire a piedi ma con panorami davvero suggestivi sulla baia. Per non
farci mancare nulla, ci imbattiamo anche in un arresto da parte di due
poliziotti in borghese alla nostra fermata del tram. Il giorno dopo
partecipiamo all'escursione pianificata per Alcatraz: se ne vanno 3 ore
buone in cui visitiamo l'isola ed i luoghi di detenzione, davvero
inquietanti nella loro ridotta dimensione e luminosità. Tornati sulla terra
ferma, decidiamo di visitare la California Academy of Sciences. Apprezziamo
da subito gli ambienti di questa struttura e le numerose specie esposte:
purtroppo è chiuso il planetario, riservato ad un evento non aperto al
pubblico. Nonostante questo, siamo molto soddisfatti della visita. Il nostro
soggiorno a Frisco volge al termine e decidiamo di tornare verso i quartieri
centrali per una visita a Castro, dove ci fermiamo per cena (ristorante
Catch, valida scelta).
Riguardo all'alloggio, abbiamo soggiornato all'Argonaut Hotel. Stanze pulite
e confortevoli, personale cordiale e piccola colazione compresa nel prezzo.
Peccato che la nostra stanza abbia la vista sul cortile interno e non sulla
baia.
Yosemite: noleggiamo la macchina a Frisco, presso l'agenzia Hertz a 300 mt
dall'hotel. Prenotazione e pagamento già effettuati prima della partenza, ci
viene dato un comodo SUV che consente di stivare l'ingente mole di bagagli
che abbiamo con noi. In qualche ora raggiungiamo il parco, il clima è
decisamente più fresco di Frisco e ci accoglie anche qualche fiocco di neve.
Acquistiamo il pass annuale per i parchi ed ammiriamo le fantastiche
Bridalveil Fall e le altre cascate del parco. Facciamo qualche breve
sentiero da cui si scorgono le splendide cime montuose della Sierra mentre
vengono imbiancate.
Soggiorniamo all'hotel Yosemite View Lodge. Economica sistemazione, niente
fronzoli, molto essenziale, ma comoda per l'accesso al parco in quanto a
pochi km dall'ingresso.

Sequoia: dopo il proseguimento della visita allo Yosemite verso il Mirror
Lake (questa volta sotto un piacevole sole, ma con la temperatura intorno
allo zero...), partiamo alla volta del Sequoia. Dopo alcune centinaia di
chilometri, sulla salita che porta verso l'ingresso del parco, ci accoglie
una bufera di neve.
Diverse auto sono costrette a desistere ed a tornare indietro. Noi non
vogliamo correre rischi, torniamo indietro e ci fermiamo per acquistare le
catene ma al negozio ci dicono di averle finite e ci invitano a tentare la
risalita perchè con le 4WD dovremmo farcela. In effetti la nostra Jeep si
arrampica tra i tornanti sul manto nevoso, i mezzi spalano la strada ma la
salita è dura. Arriviamo al bivio per il nostro hotel e troviamo la strada
chiusa. I ranger ci dicono che non verrà riaperta prima del giorno seguente:
c'è troppa neve, niente rischi. Cerchiamo una sistemazione alternativa ed
abbiamo la fortuna di trovarla al primo tentativo. Il giorno successivo
visitiamo il parco di Sequoia, dove questi alberi giganti troneggiano
avvolti dal manto bianco della neve caduta. Dormiamo al The John Muir Lodge,
anche qui valgono le stesse considerazioni per l'hotel di Yosemite: hotel
essenziale e pulito, con un bel salone comune dotato di divani e caminetti
dove conversare con gli altri ospiti del lodge (dato il clima, qualunque
sistemazione al caldo sarebbe stata comunque ben accetta). Nel frattempo
chiamo l'altro hotel, quello già prenotato e pagato, il Wuksachi Lodge.
Faccio presente il problema, inizialmente a loro la strada non risulta
chiusa. Insisto circa l'impossibilità di raggiungerli: mi propongono uno
spostamento del soggiorno ma ovviamente a me non interessa, il tour è già
tutto pianificato. Dopo qualche minuto di conversazione telefonica, mi viene
riconosciuto il risarcimento dell'importo pagato. Comportamento corretto e
comprensivo che voglio segnalare.

Death Valley: ci arriviamo nel tardo pomeriggio. Lasciamo i -5 gradi del
Sequoia e partiamo per uno dei trasferimenti più lunghi. Gli ultimi 200 km
sono interminabili, lunghi serpentoni di strade si distendono davanti a noi.
Il poco traffico mette voglia di spingere sull'acceleratore ma l'occhiata di
un poliziotto a bordo di una pattuglia ci ricorda che è meglio settare il
cruise control dell'auto senza andare oltre al limite. Il sole ci accompagna
all'interno della valle, il paesaggio inizia ad essere lunare, i segni di
vita diminuiscono via via che ci si addentra e la neve della mattina al
Sequoia è già un ricordo. Allo Stovepipe Village, meta della tappa, ci
attendono 30 gradi ed un tramonto fantastico visto dalle vicine "Sand Dunes".
Indescrivibili i colori delle pareti montuose che disegnano la valle. Il
giorno successivo visitiamo Badwater, la depressione più bassa sotto il
livello del mare dell'emisfero occidentale, una distesa di residui salini.
Poi saliamo ai vari punti di osservazione sulla valle: tra tutti, Dante's
View e Zabriskie Point. Da qui si capisce meglio la vastità e la bellezza di
questa valle, la strada è solo un filo in mezzo al nulla. Il clima è caldo
ma piacevole: è ancora presto per le temperature infernali che rendono
torrida la valle nei mesi estivi. Dopo pranzo si riparte alla volta di Las
Vegas.
Nella Death Valley abbiamo scelto come alloggio lo Stovepipe Wells Village:
sistemazione curata ed un pratico ristorante non proprio economico, ma
considerando che si è in mezzo al nulla, più che accettabile. Di sera, il
buio della Valle ci regala una vista spettacolare del cielo stellato.

Las Vegas: arriviamo nel tardo pomeriggio, è sabato e Las Vegas inizia ad
affollarsi. C'è molto traffico, ma la posizione dell'hotel ad inizio della
Strip ci aiuta ad evitare gran parte delle code. Decidiamo di andare a
vedere il KA', uno dei diversi spettacoli del Cirque du Soleil, ottima
scelta. Cena veloce in uno dei tanti ristoranti del MGM (avevamo un buono da
50 dollari, incluso nel pacchetto) e poi via a passeggio lungo la Strip.
Luci, musica e gente ovunque. Ci si fa strada a fatica, ammiriamo l'ormai
consueto spettacolo delle fontane del Bellagio e tutti gli altri hotel che
illuminano la zona sud della Strip. Con diversi chilometri sul groppone
decidiamo di tornare in hotel e di lasciare la visita alla parte Nord della
Strip al giorno successivo. Prima di rincasare però mi faccio una puntatina
al casinò: dopo un'oretta, me ne torno con 400 dollari di vincita (il poker
non tradisce! :-) ). Vado a letto, ma so già che di quella vincita resterà
ben poco: la valigia ha ancora spazio, non avrò difficoltà a spenderli in
uno degli outlet della città. Mattinata successiva di shopping quindi: Vegas
di giorno offre poco. Poi la sera di nuovo ad ammirare l'atmosfera della
Strip (soprattutto la zona Nord), dinner buffet al Bellagio (fantastico,
prezzo e qualità del cibo entrambi ottimi). Poi di nuovo al casinò, ma
questa volta ci lascio 70 dollari. Bilancio comunque positivo.
Come sistemazione, ci siamo concessi il Signature, dependance del complesso
MgM. Suite al 37esimo piano, vista parziale sulla Strip e qualunque tipo di
comfort. Abbiamo preso un pacchetto con sconto di 50 dollari per cenare in
un ristorante MgM e promo 2x1 per il Cirque. Dopo le prime fatiche dei
parchi, insomma ci siamo concessi un po' di lusso, ma a prezzi comunque
accettabili.

Lasciamo Las Vegas ed iniziamo la seconda parte del viaggio, verso Bryce.
Tappa a Zion, verdeggiante parco che offre suggestivi panorami e facili
sentieri. Un bus navetta conduce ai vari punti del parco, non raggiungibili
con propri mezzi. La sera arriviamo a Bryce ma è ormai tardi e decidiamo di
entrare nel parco direttamente il giorno successivo.
La sistemazione prenotata è il BW Bryce Grand Hotel. Nella zona ci sono gli
hotel delle principali catene, sono più o meno tutti simili sia come prezzi
che come dotazione standard. La sera a cena scegliamo una caratteristica
Steakhouse del paese ed anche qui, come del resto nei giorni precedenti,
apprezziamo un'ottima Rib-eye steak.
Bryce: avevo visto diverse foto e Bryce si presenta davanti ai nostri occhi
in tutta la sua bellezza. Qualche guglia è ancora imbiancata dalla recente
neve tardiva. Il sole filtra tra le sculture che compongono questo
fantastico anfiteatro naturale. Decidiamo di ammirare il parco da vari punti
di osservazione e di effettuare un percorso all'interno: probabilmente
sbagliamo la scelta e quello che doveva essere un facile sentiero di poco
più di un miglio, diventa una passeggiata lunga qualche chilometro e con una
salita finale che stronca. I tornanti dissestati e le pendenze davvero ardue
sono fucilate per le nostre gambe. Altri chilometri ci aspettano, questa
volta in auto, quelli che ci separano da Page. Breve sosta ad ammirare gli
splendidi panorami che offre la strada in prossimità di Lake Powell. Una
distesa immensa si allarga davanti a noi, probabilmente uno dei panorami più
belli del viaggio se non fosse per una centrale elettrica (e per i suoi
comignoli) che spezzano le armoniose forme del paesaggio.
Alloggiamo al Curtyard e per cena scegliamo il ristorante a buffet dell'albergo
"concorrente" a quello in cui alloggiamo, il Ruby's Inn. Buona scelta.
Il giorno successivo visitiamo l'Antelope Canyon, la cui visita mi fu
consigliata proprio qui sul ng. I raggi del sole che si insinuano in questo
canyon sono davvero belli da ammirare e sono un assist anche per il più
inesperto dei fotografi (me incluso). Per raggiungerlo è necessario
avvalersi di un'escursione guidata: si viene condotti qui su mezzi piuttosto
obsoleti, ma assolutamente funzionali all'attraversamento di zone molto
tortuose e sabbiose (costo 32 dollari). Terminata la visita, si parte subito
per arrivare in tempo ad ammirare il tramonto nella Monument Valley.

Arriviamo a Kayenta, lasciamo i bagagli in hotel e ci dirigiamo subito verso
la Monument. Veniamo sorpresi da un vento piuttosto forte che ci nega
panorami nitidi a causa della sabbia sollevata dalle correnti. Ma una volta
entrati nel parco, il vento si sgonfia ed il panorama è fantastico. Pare di
guardare una cartolina. Il percorso è molto accidentato, meglio così: andare
a passo d'uomo ci consente di ammirare appieno anche dall'auto i colori
delle rocce al tramonto. La Monument trasmette quiete, la fatica dei tanti
chilometri alle spalle è dimenticata. Terminato il tour, lasciamo con enorme
nostalgia questi splendidi "monumenti" e torniamo a Kayenta.
Alloggiamo all'Hampton Inn, hotel davvero confortevole e dotato di un ottimo
ristorante all'interno. Personale gentile e disponibilissimo. Comoda la
piscina per un veloce relax pomeridiano. Al check out dimenticano di
addebitarmi la cena della sera prima, faccio presente la cosa e viene
addirittura a ringraziarmi il direttore per l'onestà. Spendo 110 dollari per
la camera con colazione e la cena. Un rapporto qualità/prezzo davvero
eccellente.

Si parte la mattina successiva, ci aspetta la giornata più faticosa del
tour: il Grand Canyon (South ***) e quasi 600 chilometri fino a Kingman. Il
Grand Canyon è fantastico, ma la foschia non mi consente di godere appieno
delle visuali e della reale profondità di queste insenature. Ci fermiamo a
diversi punti di osservazione: lo specchio visivo è enorme, il fiume non si
scorge quasi mai, ma è lui il protagonista di questo spettacolo naturale.
Facciamo qualche breve tratto della camminata, il panorama è da brividi.
Nel primo pomeriggio è ora di partire, verso Kingman, meta scelta per
spezzare in due giorni il lungo tragitto che separa Kayenta da Los Angeles.
A Kingman soggiorniamo al BW Kings Inn & Suites, sistemazione essenziale.
Anche qui ambiente pulito, personale cordiale e colazione fornita.
Apprezziamo anche la piccola piscina con vasca idro per concedersi un po' di
relax dopo le tante ore di auto.
Kingman è una delle storiche città della Route 66. Alla Mother Road deve
tutto ed infatti ovunque ci si giri si trovano riferimenti alla Route 66.
Negli anni passati Kingman era un centro nevralgico sulla 66, pieno di Motel
e distributori di carburante, ormai divenuti fatiscenti. Le crisi economiche
hanno colpito Kingman che nel tempo ha visto diminuire la sua importanza
strategica di via di comunicazione. Ma Kingman rappresenta la vera America,
quella di città medio piccole, la cui realtà è ben diversa dalle metropoli
ed in cui i segni della recente crisi economica si fanno evidenti.

Il giorno successivo visitiamo il museo dedicato alla Route 66 (4 dollari
ben spesi, il museo è piccolo ma fa capire quanto importanza abbia avuto ed
abbia ancora la Motrher Road nella storia degli Stati Uniti) e lasciamo
Kingman subito dopo la visita la museo, ci aspettano diverse ore di viaggio
prima di raggiungere l'ultima tappa del viaggio, Los Angeles. Quando la meta
sembra ormai alle porte, il navigatore del telefonino ci indica che manca
ancora più di un'ora: restiamo increduli ma alla fine la tecnologia prevale
ed arriviamo in hotel ben oltre il tempo stimato. Non bastano le 5-6 corsie
delle mitiche Highway (quelle che fino ad ora avevo solo visto nelle puntate
dei CHiPs) per avere la meglio sull'intensissimo traffico. Ma lo sapevamo,
LA è una città con una estensione impensabile. Sulle cartine tutto sembra
vicino, la realtà è diversa. Arriviamo in hotel, ma ci restiamo poco, non
vediamo l'ora di esplorare la città. Passiamo nei luoghi principali che
visiteremo con più calma il giorno successivo: Hollywood Blvd, Beverly Hills
e Bel Air. Decidiamo di cenare sulla costa e ci dirigiamo a Malibù: ho già
il nome di un ottimo ristorante di pesce, vista Oceano Pacifico. E' il
Moonshadows: la cena migliore del viaggio, piatti squisiti e le onde dell'oceano
a fare da colonna sonora.
Il giorno successivo torniamo verso i lidi di LA, prima Malibù, poi Santa
Monica e la notissima Venice Beach. Noleggiamo una bicicletta (8 dollari all'ora)
e percorriamo la pista ciclabile in direzione Nord. La morosa nota subito i
"mitici" surfisti californiani alla ricerca di onde che però oggi il
Pacifico non regala. In giro solo turisti affascinati dalle spiagge ed
americani che si tengono in forma (chi a piedi, chi in bici e chi in
roller). Ci fermiamo in uno skate park per ammirare le funamboliche
evoluzione degli skater. Ci colpisce l'abilità di un folletto di 6 anni che
scorazza tra gli adulti mostrando una classe ammirevole e degna degli
applausi degli spettatori. Lasciamo le bici e ci concediamo un giretto tra i
negozi dei dintorni, dove "investo" quel poco che è rimasto dalla vincita di
Las Vegas.
Il pomeriggio si va verso la Los Angeles più mondana: indescrivibili nella
loro opulenza le ville di Beverly Hills: la Lonely Planet dipinge un
tragitto delle ville di alcuni personaggi famosi, ma non abbiamo intenzione
di fare questo tour. Anche perché di alcune ville si vede ben poco, tanto
sono alte le cancellate ed i cespugli che sormontano i recinti. Proseguiamo
verso l'Hollywood Blvd, passeggiamo sulle famose stelle della Walk of Fame.
Poi andiamo a vedere i calchi di fronte al Chinese Theatre (Clooney la fa da
padrone tra i turisti).
Il giorno successivo concludiamo la visita a Los Angeles visitando downtown.
Ci crea qualche difficoltà la chiusura di alcune strade: scopriamo dopo che
si sta girando un video musicale della cantante Kylie Minogue. Proseguiamo
la visita in auto e poi, dopo il check out in hotel, via verso l'aeroporto.
Consegniamo con dispiacere l'auto, dopo 2.700 miglia in 15 giorni era una
seconda casa, ci eravamo quasi affezionati a questa Jeep. Si va in aeroporto
e si torna, a malincuore, a casa.
A Los Angeles soggiorniamo all'Elan, prima scelta di Trip Advisor. Ottimo
hotel, ottima posizione ed ottimo servizio. Con 20 dollari in più abbiamo il
pacchetto comprensivo di parcheggio e di late checkout che ci consente di
utilizzare la camera fino alle 14, prima di andare in aeroporto. Camera
accogliente, personale molto cordiale. Unica pecca la colazione, non proprio
variegata. Comoda la postazione internet gratuita che ci consente di fare il
check-in online del volo e di stampare le carte di imbarco prima di andare
in aeroporto.
Chiudo la recensione (immagino estenuante per chi ha avuto la voglia ed il
coraggio di leggerla tutta) con qualche consiglio che può essere utile a chi
sta valutando di fare un giro in alcuni dei luoghi che ho visitato.
Il noleggio dell'auto in California è molto conveniente, niente supplementi
per il drop off e per l'aggiunta di guidatori. Quasi tutti gli hotel sono
dotati di Wi-Fi, molto comodo per cercare info utili per il viaggio e per
chiamare casa/ufficio utilizzando Skype o simili, con ovvi risparmi di
costi. Senz'altro conveniente il pass annuale per i parchi se ne visitate
diversi. Conveniente anche il Pass per i trasporti a San Francisco o il City
Pass se si visitano alcune delle attrazioni comprese nel pacchetto. Spesa
totale del viaggio di circa 2.500 euro a persona (tutto compreso,
considerando divisi per 4 persone i costi di auto e carburante). Se ci sono
informazioni utili o chiarimenti che posso fornire, basta chiedere in
risposta a questo post.
Grazie per l'attenzione e scusate per la prolissità.

Manu


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Vecchio 13-05-2010, 07.10.00
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Predefinito Re: Stati Uniti - West Coast e parchi

On May 12, 3:22*pm, "Manu" <n...@m.please> wrote:[color=blue]
> Scrivo una lunga e dettagliata recensione del mio recente viaggio nel
> SudOvest degli Stati Uniti. Ringrazio quanti mi hanno fornito direttamente o
> indirettamente qui sul ng informazioni utili per il viaggio.
> Mi auguro che le info contenute in questa recensione possano essere
> altrettanto utili per futuri viaggiatori. Abbiamo acquistato/prenotato tutto
> in rete, volo (BA), noleggio (Hertz), hotel, escursioni ed assicurazione
> (e-mondial): per gli hotel ci siamo fidati di TripAdvisor e alla fine siamo
> stati molto soddisfatti delle scelte fatte (in ogni step della recensione
> dedicherò qualche parola alla sistemazione). Le principali tappe del nostro
> tour sono state nell'ordine: San Francisco, Yosemite, Sequoia, Death Valley,
> Las Vegas, Bryce Canyon, Monument Valley, Grand Canyon e Los Angeles. 15
> giorni di vacanza e più di 4.000 km percorsi in auto.
> San Francisco: prima città meta del nostro tour. Decidiamo di non noleggiare
> la macchina all'arrivo a Frisco: parcheggi troppo cari e la città si visita
> tranquillamente con i mezzi pubblici. Soggiorniamo a Fisherman's Wharf,
> riteniamo che la posizione sia favorevole per visitare al meglio la città
> nei soli due giorni che abbiamo a disposizione. Arriviamo nel tardo
> pomeriggio, giusto in tempo per vedere il tramonto sulla baia, accarezzati
> (o meglio schiaffeggiati!) dalla brezza che ci fa capire che useremo presto
> le felpe che abbiamo portato con noi in valigia. Il giorno seguente, vittime
> ancora del jet lag, iniziamo la scoperta della città: passeggiata versoil
> Golden Gate, qualche foto di rito e poi passeggiata lungo l'Embarcadero. Una
> serie di "pier" si snoda davanti a noi: decidiamo di andare fino al Pier 1,
> per visitare Farmer's Market. In breve capiamo che la cartina inganna sulle
> distanze, quei pochi centimetri sulla mappa si trasformano in chilometri di
> asfalto sotto i nostri piedi. Durante la passeggiata, ci fermiamo al Pier
> 39, divenuto casa di decine di leoni marini in posa per la foto dei turisti.
> Qualche veloce giro nei negozietti e poi, dopo aver raggiunto Farmer's
> Market, si va con i mezzi pubblici verso i quartieri più centrali. Muoversi
> con i mezzi pubblici a Frisco è davvero semplice: si può raggiungere
> qualunque punto della città, anche se, i tempi di spostamento non sono
> proprio velocissimi. Utilizziamo i Cable Car ed i tram (provenienti da varie
> città del mondo, tra cui Milano). La città mostra da subito le sue
> caratteristiche strade con accentuati saliscendi, scomode per chi le deve
> risalire a piedi ma con panorami davvero suggestivi sulla baia. Per non
> farci mancare nulla, ci imbattiamo anche in un arresto da parte di due
> poliziotti in borghese alla nostra fermata del tram. Il giorno dopo
> partecipiamo all'escursione pianificata per Alcatraz: se ne vanno 3 ore
> buone in cui visitiamo l'isola ed i luoghi di detenzione, davvero
> inquietanti nella loro ridotta dimensione e luminosità. Tornati sulla terra
> ferma, decidiamo di visitare la California Academy of Sciences. Apprezziamo
> da subito gli ambienti di questa struttura e le numerose specie esposte:
> purtroppo è chiuso il planetario, riservato ad un evento non aperto al
> pubblico. Nonostante questo, siamo molto soddisfatti della visita. Il nostro
> soggiorno a Frisco volge al termine e decidiamo di tornare verso i quartieri
> centrali per una visita a Castro, dove ci fermiamo per cena (ristorante
> Catch, valida scelta).
> Riguardo all'alloggio, abbiamo soggiornato all'Argonaut Hotel. Stanze pulite
> e confortevoli, personale cordiale e piccola colazione compresa nel prezzo.
> Peccato che la nostra stanza abbia la vista sul cortile interno e non sulla
> baia.
> Yosemite: noleggiamo la macchina a Frisco, presso l'agenzia Hertz a 300 mt
> dall'hotel. Prenotazione e pagamento già effettuati prima della partenza, ci
> viene dato un comodo SUV che consente di stivare l'ingente mole di bagagli
> che abbiamo con noi. In qualche ora raggiungiamo il parco, il clima è
> decisamente più fresco di Frisco e ci accoglie anche qualche fiocco di neve.
> Acquistiamo il pass annuale per i parchi ed ammiriamo le fantastiche
> Bridalveil Fall e le altre cascate del parco. Facciamo qualche breve
> sentiero da cui si scorgono le splendide cime montuose della Sierra mentre
> vengono imbiancate.
> Soggiorniamo all'hotel Yosemite View Lodge. Economica sistemazione, niente
> fronzoli, molto essenziale, ma comoda per l'accesso al parco in quanto a
> pochi km dall'ingresso.
>
> Sequoia: dopo il proseguimento della visita allo Yosemite verso il Mirror
> Lake (questa volta sotto un piacevole sole, ma con la temperatura intorno
> allo zero...), partiamo alla volta del Sequoia. Dopo alcune centinaia di
> chilometri, sulla salita che porta verso l'ingresso del parco, ci accoglie
> una bufera di neve.
> Diverse auto sono costrette a desistere ed a tornare indietro. Noi non
> vogliamo correre rischi, torniamo indietro e ci fermiamo per acquistare le
> catene ma al negozio ci dicono di averle finite e ci invitano a tentare la
> risalita perchè con le 4WD dovremmo farcela. In effetti la nostra Jeep si
> arrampica tra i tornanti sul manto nevoso, i mezzi spalano la strada ma la
> salita è dura. Arriviamo al bivio per il nostro hotel e troviamo la strada
> chiusa. I ranger ci dicono che non verrà riaperta prima del giorno seguente:
> c'è troppa neve, niente rischi. Cerchiamo una sistemazione alternativa ed
> abbiamo la fortuna di trovarla al primo tentativo. Il giorno successivo
> visitiamo il parco di Sequoia, dove questi alberi giganti troneggiano
> avvolti dal manto bianco della neve caduta. Dormiamo al The John Muir Lodge,
> anche qui valgono le stesse considerazioni per l'hotel di Yosemite: hotel
> essenziale e pulito, con un bel salone comune dotato di divani e caminetti
> dove conversare con gli altri ospiti del lodge (dato il clima, qualunque
> sistemazione al caldo sarebbe stata comunque ben accetta). Nel frattempo
> chiamo l'altro hotel, quello già prenotato e pagato, il Wuksachi Lodge.
> Faccio presente il problema, inizialmente a loro la strada non risulta
> chiusa. Insisto circa l'impossibilità di raggiungerli: mi propongono uno
> spostamento del soggiorno ma ovviamente a me non interessa, il tour è già
> tutto pianificato. Dopo qualche minuto di conversazione telefonica, mi viene
> riconosciuto il risarcimento dell'importo pagato. Comportamento corretto e
> comprensivo che voglio segnalare.
>
> Death Valley: ci arriviamo nel tardo pomeriggio. Lasciamo i -5 gradi del
> Sequoia e partiamo per uno dei trasferimenti più lunghi. Gli ultimi 200km
> sono interminabili, lunghi serpentoni di strade si distendono davanti a noi.
> Il poco traffico mette voglia di spingere sull'acceleratore ma l'occhiatadi
> un poliziotto a bordo di una pattuglia ci ricorda che è meglio settare il
> cruise control dell'auto senza andare oltre al limite. Il sole ci accompagna
> all'interno della valle, il paesaggio inizia ad essere lunare, i segni di
> vita diminuiscono via via che ci si addentra e la neve della mattina al
> Sequoia è già un ricordo. Allo Stovepipe Village, meta della tappa, ci
> attendono 30 gradi ed un tramonto fantastico visto dalle vicine "Sand Dunes".
> Indescrivibili i colori delle pareti montuose che disegnano la valle. Il
> giorno successivo visitiamo Badwater, la depressione più bassa sotto il
> livello del mare dell'emisfero occidentale, una distesa di residui salini..
> Poi saliamo ai vari punti di osservazione sulla valle: tra tutti, Dante's
> View e Zabriskie Point. Da qui si capisce meglio la vastità e la bellezza di
> questa valle, la strada è solo un filo in mezzo al nulla. Il clima è caldo
> ma piacevole: è ancora presto per le temperature infernali che rendono
> torrida la valle nei mesi estivi. Dopo pranzo si riparte alla volta di Las
> Vegas.
> Nella Death Valley abbiamo scelto come alloggio lo Stovepipe Wells Village:
> sistemazione curata ed un pratico ristorante non proprio economico, ma
> considerando che si è in mezzo al nulla, più che accettabile. Di sera, il
> buio della Valle ci regala una vista spettacolare del cielo stellato.
>
> Las Vegas: arriviamo nel tardo pomeriggio, è sabato e Las Vegas inizia ad
> affollarsi. C'è molto traffico, ma la posizione dell'hotel ad inizio della
> Strip ci aiuta ad evitare gran parte delle code. Decidiamo di andare a
> vedere il KA', uno dei diversi spettacoli del Cirque du Soleil, ottima
> scelta. Cena veloce in uno dei tanti ristoranti del MGM (avevamo un buonoda
> 50 dollari, incluso nel pacchetto) e poi via a passeggio lungo la Strip.
> Luci, musica e gente ovunque. Ci si fa strada a fatica, ammiriamo l'ormai
> consueto spettacolo delle fontane del Bellagio e tutti gli altri hotel che
> illuminano la zona sud della Strip. Con diversi chilometri sul groppone
> decidiamo di tornare in hotel e di lasciare la visita alla parte Nord della
> Strip al giorno successivo. Prima di rincasare però mi faccio una puntatina
> al casinò: dopo un'oretta, me ne torno con 400 dollari di vincita (il poker
> non tradisce! :-) ). Vado a letto, ma so già che di quella vincita resterà
> ben poco: la valigia ha ancora spazio, non avrò difficoltà a spenderli in
> uno degli outlet della città. Mattinata successiva di shopping quindi: Vegas
> di giorno offre poco. Poi la sera di nuovo ad ammirare l'atmosfera della
> Strip (soprattutto la zona Nord), dinner buffet al Bellagio (fantastico,
> prezzo e qualità del cibo entrambi ottimi). Poi di nuovo al casinò, ma
> questa volta ci lascio 70 dollari. Bilancio comunque positivo.
> Come sistemazione, ci siamo concessi il Signature, dependance del complesso
> MgM. Suite al 37esimo piano, vista parziale sulla Strip e qualunque tipo di
> comfort. Abbiamo preso un pacchetto con sconto di 50 dollari per cenare in
> un ristorante MgM e promo 2x1 per il Cirque. Dopo le prime fatiche dei
> parchi, insomma ci siamo concessi un po' di lusso, ma a prezzi comunque
> accettabili.
>
> Lasciamo Las Vegas ed iniziamo la seconda parte del viaggio, verso Bryce.
> Tappa a Zion, verdeggiante parco che offre suggestivi panorami e facili
> sentieri. Un bus navetta conduce ai vari punti del parco, non raggiungibili
> con propri mezzi. La sera arriviamo a Bryce ma è ormai tardi e decidiamo di
> entrare nel parco direttamente il giorno successivo.
> La sistemazione prenotata è il BW Bryce Grand Hotel. Nella zona ci sonogli
> hotel delle principali catene, sono più o meno tutti simili sia come prezzi
> che come dotazione standard. La sera a cena scegliamo una caratteristica
> Steakhouse del paese ed anche qui, come del resto nei giorni precedenti,
> apprezziamo un'ottima Rib-eye steak.
> Bryce: avevo visto diverse foto e Bryce si presenta davanti ai nostri occhi
> in tutta la sua bellezza. Qualche guglia è ancora imbiancata dalla recente
> neve tardiva. Il sole filtra tra le sculture che compongono questo
> fantastico anfiteatro naturale. Decidiamo di ammirare il parco da vari punti
> di osservazione e di effettuare un percorso all'interno: probabilmente
> sbagliamo la scelta e quello che doveva essere un facile sentiero di poco
> più di un miglio, diventa una passeggiata lunga qualche chilometro e con una
> salita finale che stronca. I tornanti dissestati e le pendenze davvero ardue
> sono fucilate per le nostre gambe. Altri chilometri ci aspettano, questa
> volta in auto, quelli che ci separano da Page. Breve sosta ad ammirare gli
> splendidi panorami che offre la strada in prossimità di Lake Powell. Una
> distesa immensa si allarga davanti a noi, probabilmente uno dei panorami più
> belli del viaggio se non fosse per una centrale elettrica (e per i suoi
> comignoli) che spezzano le armoniose forme del paesaggio.
> Alloggiamo al Curtyard e per cena scegliamo il ristorante a buffet dell'albergo
> "concorrente" a quello in cui alloggiamo, il Ruby's Inn. Buona scelta.
> Il giorno successivo visitiamo l'Antelope Canyon, la cui visita mi fu
> consigliata proprio qui sul ng. I raggi del sole che si insinuano in questo
> canyon sono davvero belli da ammirare e sono un assist anche per il più
> inesperto dei fotografi (me incluso). Per raggiungerlo è necessario
> avvalersi di un'escursione guidata: si viene condotti qui su mezzi piuttosto
> obsoleti, ma assolutamente funzionali all'attraversamento di zone molto
> tortuose e sabbiose (costo 32 dollari). Terminata la visita, si parte subito
> per arrivare in tempo ad ammirare il tramonto nella Monument Valley.
>
> Arriviamo a Kayenta, lasciamo i bagagli in hotel e ci dirigiamo subito verso
> la Monument. Veniamo sorpresi da un vento piuttosto forte che ci nega
> panorami nitidi a causa della sabbia sollevata dalle correnti. Ma una volta
> entrati nel parco, il vento si sgonfia ed il panorama è fantastico. Pare di
> guardare una cartolina. Il percorso è molto accidentato, meglio così:andare
> a passo d'uomo ci consente di ammirare appieno anche dall'auto i colori
> delle rocce al tramonto. La Monument trasmette quiete, la fatica dei tanti
> chilometri alle spalle è dimenticata. Terminato il tour, lasciamo con enorme
> nostalgia questi splendidi "monumenti" e torniamo a Kayenta.
> Alloggiamo all'Hampton Inn, hotel davvero confortevole e dotato di un ottimo
> ristorante all'interno. Personale gentile e disponibilissimo. Comoda la
> piscina per un veloce relax pomeridiano. *Al check out dimenticano di
> addebitarmi la cena della sera prima, faccio presente la cosa e viene
> addirittura a ringraziarmi il direttore per l'onestà. Spendo 110 dollari per
> la camera con colazione e la cena. Un rapporto qualità/prezzo davvero
> eccellente.
>
> Si parte la mattina successiva, ci aspetta la giornata più faticosa del
> tour: il Grand Canyon (South ***) e quasi 600 chilometri fino a Kingman. Il
> Grand Canyon è fantastico, ma la foschia non mi consente di godere appieno
> delle visuali e della reale profondità di queste insenature. Ci fermiamo a
> diversi punti di osservazione: lo specchio visivo è enorme, il fiume non si
> scorge quasi mai, ma è lui il protagonista di questo spettacolo naturale.
> Facciamo qualche breve tratto della camminata, il panorama è da brividi..
> Nel primo pomeriggio è ora di partire, verso Kingman, meta scelta per
> spezzare in due giorni il lungo tragitto che separa Kayenta da Los Angeles.
> A Kingman soggiorniamo al BW Kings Inn & Suites, sistemazione essenziale.
> Anche qui ambiente pulito, personale cordiale e colazione fornita.
> Apprezziamo anche la piccola piscina con vasca idro per concedersi un po'di
> relax dopo le tante ore di auto.
> Kingman è una delle storiche città della Route 66. Alla Mother Road deve
> tutto ed infatti ovunque ci si giri si trovano riferimenti alla Route 66.
> Negli anni passati Kingman era un centro nevralgico sulla 66, pieno di Motel
> e distributori di carburante, ormai divenuti fatiscenti. Le crisi economiche
> hanno colpito Kingman che nel tempo ha visto diminuire la sua importanza
> strategica di via di comunicazione. Ma Kingman rappresenta la vera America,
> quella di città medio piccole, la cui realtà è ben diversa dalle metropoli
> ed in cui i segni della recente crisi economica si fanno evidenti.
>
> Il giorno successivo visitiamo il museo dedicato alla Route 66 (4 dollari
> ben spesi, il museo è piccolo ma fa capire quanto importanza abbia avuto ed
> abbia ancora la Motrher Road nella storia degli Stati Uniti) e lasciamo
> Kingman subito dopo la visita la museo, ci aspettano diverse ore di viaggio
> prima di raggiungere l'ultima tappa del viaggio, Los Angeles. Quando la meta
> sembra ormai alle porte, il navigatore del telefonino ci indica che manca
> ancora più di un'ora: restiamo increduli ma alla fine la tecnologia prevale
> ed arriviamo in hotel ben oltre il tempo stimato. Non bastano le 5-6 corsie
> delle mitiche Highway (quelle che fino ad ora avevo solo visto nelle puntate
> dei CHiPs) per avere la meglio sull'intensissimo traffico. Ma lo sapevamo,
> LA è una città con una estensione impensabile. Sulle cartine tutto sembra
> vicino, la realtà è diversa. Arriviamo in hotel, ma ci restiamo poco,non
> vediamo l'ora di esplorare la città. Passiamo nei luoghi principali che
> visiteremo con più calma il giorno successivo: Hollywood Blvd, Beverly Hills
> e Bel Air. Decidiamo di cenare sulla costa e ci dirigiamo a Malibù: ho già
> il nome di un ottimo ristorante di pesce, vista Oceano Pacifico. E' il
> Moonshadows: la cena migliore del viaggio, piatti squisiti e le onde dell'oceano
> a fare da colonna sonora.
> Il giorno successivo torniamo verso i lidi di LA, prima Malibù, poi Santa
> Monica e la notissima Venice Beach. Noleggiamo una bicicletta (8 dollari all'ora)
> e percorriamo la pista ciclabile in direzione Nord. La morosa nota subitoi
> "mitici" surfisti californiani alla ricerca di onde che però oggi il
> Pacifico non regala. In giro solo turisti affascinati dalle spiagge ed
> americani che si tengono in forma (chi a piedi, chi in bici e chi in
> roller). Ci fermiamo in uno skate park per ammirare le funamboliche
> evoluzione degli skater. Ci colpisce l'abilità di un folletto di 6 anniche
> scorazza tra gli adulti mostrando una classe ammirevole e degna degli
> applausi degli spettatori. Lasciamo le bici e ci concediamo un giretto tra i
> negozi dei dintorni, dove "investo" quel poco che è rimasto dalla vincita di
> Las Vegas.
> Il pomeriggio si va verso la Los Angeles più mondana: indescrivibili nella
> loro opulenza le ville di Beverly Hills: la Lonely Planet dipinge un
> tragitto delle ville di alcuni personaggi famosi, ma non abbiamo intenzione
> di fare questo tour. Anche perché di alcune ville si vede ben poco, tanto
> sono alte le cancellate ed i cespugli che sormontano i recinti. Proseguiamo
> verso l'Hollywood Blvd, passeggiamo sulle famose stelle della Walk of Fame.
> Poi andiamo a vedere i calchi di fronte al Chinese Theatre (Clooney la fada
> padrone tra i turisti).
> Il giorno successivo concludiamo la visita a Los Angeles visitando downtown.
> Ci crea qualche difficoltà la chiusura di alcune strade: scopriamo dopoche
> si sta girando un video musicale della cantante Kylie Minogue. Proseguiamo
> la visita in auto e poi, dopo il check out in hotel, via verso l'aeroporto.
> Consegniamo con dispiacere l'auto, dopo 2.700 miglia in 15 giorni era una
> seconda casa, ci eravamo quasi affezionati a questa Jeep. Si va in aeroporto
> e si torna, a malincuore, a casa.
> A Los Angeles soggiorniamo all'Elan, prima scelta di Trip Advisor. Ottimo
> hotel, ottima posizione ed ottimo servizio. Con 20 dollari in più abbiamo il
> pacchetto comprensivo di parcheggio e di late checkout che ci consente di
> utilizzare la camera fino alle 14, prima di andare in aeroporto. Camera
> accogliente, personale molto cordiale. Unica pecca la colazione, non proprio
> variegata. Comoda la postazione internet gratuita che ci consente di fareil
> check-in online del volo e di stampare le carte di imbarco prima di andare
> in aeroporto.
> Chiudo la recensione (immagino estenuante per chi ha avuto la voglia ed il
> coraggio di leggerla tutta) con qualche consiglio che può essere utile a chi
> sta valutando di fare un giro in alcuni dei luoghi che ho visitato.
> Il noleggio dell'auto in California è molto conveniente, niente supplementi
> per il drop off e per l'aggiunta di guidatori. Quasi tutti gli hotel sono
> dotati di Wi-Fi, molto comodo per cercare info utili per il viaggio e per
> chiamare casa/ufficio utilizzando Skype o simili, con ovvi risparmi di
> costi. Senz'altro conveniente il pass annuale per i parchi se ne visitate
> diversi. Conveniente anche il Pass per i trasporti a San Francisco o il City
> Pass se si visitano alcune delle attrazioni comprese nel pacchetto. Spesa
> totale del viaggio di circa 2.500 euro a persona (tutto compreso,
> considerando divisi per 4 persone i costi di auto e carburante). Se ci sono
> informazioni utili o chiarimenti che posso fornire, basta chiedere in
> risposta a questo post.
> Grazie per l'attenzione e scusate per la prolissità.
>
> Manu[/color]


Bella recensione ed interessantissimo il tuo viaggio. Pero' devo
farti notare che In California c'e' una citta' che si chiama San
Francisco. Frisco non esiste. Siamo molto orgogliosi della nostra
citta' e delle origini del suo nome (specialmente quelli che tra noi
sono amanti degli animali). Per favore non storpiatelo.

[url]http://www.journalism.sfsu.edu/www/pubs/gater/fall97/sept11/Frisco.html[/url]

[url]http://www.friscovista.com/news/2006/12/03/dont-call-it-frisco/[/url]

gfc
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  #3  
Vecchio 13-05-2010, 07.10.00
gfc
 
Messaggi: n/a
Predefinito Re: Stati Uniti - West Coast e parchi

On May 12, 3:22*pm, "Manu" <n...@m.please> wrote:[color=blue]
> Scrivo una lunga e dettagliata recensione del mio recente viaggio nel
> SudOvest degli Stati Uniti. Ringrazio quanti mi hanno fornito direttamente o
> indirettamente qui sul ng informazioni utili per il viaggio.
> Mi auguro che le info contenute in questa recensione possano essere
> altrettanto utili per futuri viaggiatori. Abbiamo acquistato/prenotato tutto
> in rete, volo (BA), noleggio (Hertz), hotel, escursioni ed assicurazione
> (e-mondial): per gli hotel ci siamo fidati di TripAdvisor e alla fine siamo
> stati molto soddisfatti delle scelte fatte (in ogni step della recensione
> dedicherò qualche parola alla sistemazione). Le principali tappe del nostro
> tour sono state nell'ordine: San Francisco, Yosemite, Sequoia, Death Valley,
> Las Vegas, Bryce Canyon, Monument Valley, Grand Canyon e Los Angeles. 15
> giorni di vacanza e più di 4.000 km percorsi in auto.
> San Francisco: prima città meta del nostro tour. Decidiamo di non noleggiare
> la macchina all'arrivo a Frisco: parcheggi troppo cari e la città si visita
> tranquillamente con i mezzi pubblici. Soggiorniamo a Fisherman's Wharf,
> riteniamo che la posizione sia favorevole per visitare al meglio la città
> nei soli due giorni che abbiamo a disposizione. Arriviamo nel tardo
> pomeriggio, giusto in tempo per vedere il tramonto sulla baia, accarezzati
> (o meglio schiaffeggiati!) dalla brezza che ci fa capire che useremo presto
> le felpe che abbiamo portato con noi in valigia. Il giorno seguente, vittime
> ancora del jet lag, iniziamo la scoperta della città: passeggiata versoil
> Golden Gate, qualche foto di rito e poi passeggiata lungo l'Embarcadero. Una
> serie di "pier" si snoda davanti a noi: decidiamo di andare fino al Pier 1,
> per visitare Farmer's Market. In breve capiamo che la cartina inganna sulle
> distanze, quei pochi centimetri sulla mappa si trasformano in chilometri di
> asfalto sotto i nostri piedi. Durante la passeggiata, ci fermiamo al Pier
> 39, divenuto casa di decine di leoni marini in posa per la foto dei turisti.
> Qualche veloce giro nei negozietti e poi, dopo aver raggiunto Farmer's
> Market, si va con i mezzi pubblici verso i quartieri più centrali. Muoversi
> con i mezzi pubblici a Frisco è davvero semplice: si può raggiungere
> qualunque punto della città, anche se, i tempi di spostamento non sono
> proprio velocissimi. Utilizziamo i Cable Car ed i tram (provenienti da varie
> città del mondo, tra cui Milano). La città mostra da subito le sue
> caratteristiche strade con accentuati saliscendi, scomode per chi le deve
> risalire a piedi ma con panorami davvero suggestivi sulla baia. Per non
> farci mancare nulla, ci imbattiamo anche in un arresto da parte di due
> poliziotti in borghese alla nostra fermata del tram. Il giorno dopo
> partecipiamo all'escursione pianificata per Alcatraz: se ne vanno 3 ore
> buone in cui visitiamo l'isola ed i luoghi di detenzione, davvero
> inquietanti nella loro ridotta dimensione e luminosità. Tornati sulla terra
> ferma, decidiamo di visitare la California Academy of Sciences. Apprezziamo
> da subito gli ambienti di questa struttura e le numerose specie esposte:
> purtroppo è chiuso il planetario, riservato ad un evento non aperto al
> pubblico. Nonostante questo, siamo molto soddisfatti della visita. Il nostro
> soggiorno a Frisco volge al termine e decidiamo di tornare verso i quartieri
> centrali per una visita a Castro, dove ci fermiamo per cena (ristorante
> Catch, valida scelta).
> Riguardo all'alloggio, abbiamo soggiornato all'Argonaut Hotel. Stanze pulite
> e confortevoli, personale cordiale e piccola colazione compresa nel prezzo.
> Peccato che la nostra stanza abbia la vista sul cortile interno e non sulla
> baia.
> Yosemite: noleggiamo la macchina a Frisco, presso l'agenzia Hertz a 300 mt
> dall'hotel. Prenotazione e pagamento già effettuati prima della partenza, ci
> viene dato un comodo SUV che consente di stivare l'ingente mole di bagagli
> che abbiamo con noi. In qualche ora raggiungiamo il parco, il clima è
> decisamente più fresco di Frisco e ci accoglie anche qualche fiocco di neve.
> Acquistiamo il pass annuale per i parchi ed ammiriamo le fantastiche
> Bridalveil Fall e le altre cascate del parco. Facciamo qualche breve
> sentiero da cui si scorgono le splendide cime montuose della Sierra mentre
> vengono imbiancate.
> Soggiorniamo all'hotel Yosemite View Lodge. Economica sistemazione, niente
> fronzoli, molto essenziale, ma comoda per l'accesso al parco in quanto a
> pochi km dall'ingresso.
>
> Sequoia: dopo il proseguimento della visita allo Yosemite verso il Mirror
> Lake (questa volta sotto un piacevole sole, ma con la temperatura intorno
> allo zero...), partiamo alla volta del Sequoia. Dopo alcune centinaia di
> chilometri, sulla salita che porta verso l'ingresso del parco, ci accoglie
> una bufera di neve.
> Diverse auto sono costrette a desistere ed a tornare indietro. Noi non
> vogliamo correre rischi, torniamo indietro e ci fermiamo per acquistare le
> catene ma al negozio ci dicono di averle finite e ci invitano a tentare la
> risalita perchè con le 4WD dovremmo farcela. In effetti la nostra Jeep si
> arrampica tra i tornanti sul manto nevoso, i mezzi spalano la strada ma la
> salita è dura. Arriviamo al bivio per il nostro hotel e troviamo la strada
> chiusa. I ranger ci dicono che non verrà riaperta prima del giorno seguente:
> c'è troppa neve, niente rischi. Cerchiamo una sistemazione alternativa ed
> abbiamo la fortuna di trovarla al primo tentativo. Il giorno successivo
> visitiamo il parco di Sequoia, dove questi alberi giganti troneggiano
> avvolti dal manto bianco della neve caduta. Dormiamo al The John Muir Lodge,
> anche qui valgono le stesse considerazioni per l'hotel di Yosemite: hotel
> essenziale e pulito, con un bel salone comune dotato di divani e caminetti
> dove conversare con gli altri ospiti del lodge (dato il clima, qualunque
> sistemazione al caldo sarebbe stata comunque ben accetta). Nel frattempo
> chiamo l'altro hotel, quello già prenotato e pagato, il Wuksachi Lodge.
> Faccio presente il problema, inizialmente a loro la strada non risulta
> chiusa. Insisto circa l'impossibilità di raggiungerli: mi propongono uno
> spostamento del soggiorno ma ovviamente a me non interessa, il tour è già
> tutto pianificato. Dopo qualche minuto di conversazione telefonica, mi viene
> riconosciuto il risarcimento dell'importo pagato. Comportamento corretto e
> comprensivo che voglio segnalare.
>
> Death Valley: ci arriviamo nel tardo pomeriggio. Lasciamo i -5 gradi del
> Sequoia e partiamo per uno dei trasferimenti più lunghi. Gli ultimi 200km
> sono interminabili, lunghi serpentoni di strade si distendono davanti a noi.
> Il poco traffico mette voglia di spingere sull'acceleratore ma l'occhiatadi
> un poliziotto a bordo di una pattuglia ci ricorda che è meglio settare il
> cruise control dell'auto senza andare oltre al limite. Il sole ci accompagna
> all'interno della valle, il paesaggio inizia ad essere lunare, i segni di
> vita diminuiscono via via che ci si addentra e la neve della mattina al
> Sequoia è già un ricordo. Allo Stovepipe Village, meta della tappa, ci
> attendono 30 gradi ed un tramonto fantastico visto dalle vicine "Sand Dunes".
> Indescrivibili i colori delle pareti montuose che disegnano la valle. Il
> giorno successivo visitiamo Badwater, la depressione più bassa sotto il
> livello del mare dell'emisfero occidentale, una distesa di residui salini..
> Poi saliamo ai vari punti di osservazione sulla valle: tra tutti, Dante's
> View e Zabriskie Point. Da qui si capisce meglio la vastità e la bellezza di
> questa valle, la strada è solo un filo in mezzo al nulla. Il clima è caldo
> ma piacevole: è ancora presto per le temperature infernali che rendono
> torrida la valle nei mesi estivi. Dopo pranzo si riparte alla volta di Las
> Vegas.
> Nella Death Valley abbiamo scelto come alloggio lo Stovepipe Wells Village:
> sistemazione curata ed un pratico ristorante non proprio economico, ma
> considerando che si è in mezzo al nulla, più che accettabile. Di sera, il
> buio della Valle ci regala una vista spettacolare del cielo stellato.
>
> Las Vegas: arriviamo nel tardo pomeriggio, è sabato e Las Vegas inizia ad
> affollarsi. C'è molto traffico, ma la posizione dell'hotel ad inizio della
> Strip ci aiuta ad evitare gran parte delle code. Decidiamo di andare a
> vedere il KA', uno dei diversi spettacoli del Cirque du Soleil, ottima
> scelta. Cena veloce in uno dei tanti ristoranti del MGM (avevamo un buonoda
> 50 dollari, incluso nel pacchetto) e poi via a passeggio lungo la Strip.
> Luci, musica e gente ovunque. Ci si fa strada a fatica, ammiriamo l'ormai
> consueto spettacolo delle fontane del Bellagio e tutti gli altri hotel che
> illuminano la zona sud della Strip. Con diversi chilometri sul groppone
> decidiamo di tornare in hotel e di lasciare la visita alla parte Nord della
> Strip al giorno successivo. Prima di rincasare però mi faccio una puntatina
> al casinò: dopo un'oretta, me ne torno con 400 dollari di vincita (il poker
> non tradisce! :-) ). Vado a letto, ma so già che di quella vincita resterà
> ben poco: la valigia ha ancora spazio, non avrò difficoltà a spenderli in
> uno degli outlet della città. Mattinata successiva di shopping quindi: Vegas
> di giorno offre poco. Poi la sera di nuovo ad ammirare l'atmosfera della
> Strip (soprattutto la zona Nord), dinner buffet al Bellagio (fantastico,
> prezzo e qualità del cibo entrambi ottimi). Poi di nuovo al casinò, ma
> questa volta ci lascio 70 dollari. Bilancio comunque positivo.
> Come sistemazione, ci siamo concessi il Signature, dependance del complesso
> MgM. Suite al 37esimo piano, vista parziale sulla Strip e qualunque tipo di
> comfort. Abbiamo preso un pacchetto con sconto di 50 dollari per cenare in
> un ristorante MgM e promo 2x1 per il Cirque. Dopo le prime fatiche dei
> parchi, insomma ci siamo concessi un po' di lusso, ma a prezzi comunque
> accettabili.
>
> Lasciamo Las Vegas ed iniziamo la seconda parte del viaggio, verso Bryce.
> Tappa a Zion, verdeggiante parco che offre suggestivi panorami e facili
> sentieri. Un bus navetta conduce ai vari punti del parco, non raggiungibili
> con propri mezzi. La sera arriviamo a Bryce ma è ormai tardi e decidiamo di
> entrare nel parco direttamente il giorno successivo.
> La sistemazione prenotata è il BW Bryce Grand Hotel. Nella zona ci sonogli
> hotel delle principali catene, sono più o meno tutti simili sia come prezzi
> che come dotazione standard. La sera a cena scegliamo una caratteristica
> Steakhouse del paese ed anche qui, come del resto nei giorni precedenti,
> apprezziamo un'ottima Rib-eye steak.
> Bryce: avevo visto diverse foto e Bryce si presenta davanti ai nostri occhi
> in tutta la sua bellezza. Qualche guglia è ancora imbiancata dalla recente
> neve tardiva. Il sole filtra tra le sculture che compongono questo
> fantastico anfiteatro naturale. Decidiamo di ammirare il parco da vari punti
> di osservazione e di effettuare un percorso all'interno: probabilmente
> sbagliamo la scelta e quello che doveva essere un facile sentiero di poco
> più di un miglio, diventa una passeggiata lunga qualche chilometro e con una
> salita finale che stronca. I tornanti dissestati e le pendenze davvero ardue
> sono fucilate per le nostre gambe. Altri chilometri ci aspettano, questa
> volta in auto, quelli che ci separano da Page. Breve sosta ad ammirare gli
> splendidi panorami che offre la strada in prossimità di Lake Powell. Una
> distesa immensa si allarga davanti a noi, probabilmente uno dei panorami più
> belli del viaggio se non fosse per una centrale elettrica (e per i suoi
> comignoli) che spezzano le armoniose forme del paesaggio.
> Alloggiamo al Curtyard e per cena scegliamo il ristorante a buffet dell'albergo
> "concorrente" a quello in cui alloggiamo, il Ruby's Inn. Buona scelta.
> Il giorno successivo visitiamo l'Antelope Canyon, la cui visita mi fu
> consigliata proprio qui sul ng. I raggi del sole che si insinuano in questo
> canyon sono davvero belli da ammirare e sono un assist anche per il più
> inesperto dei fotografi (me incluso). Per raggiungerlo è necessario
> avvalersi di un'escursione guidata: si viene condotti qui su mezzi piuttosto
> obsoleti, ma assolutamente funzionali all'attraversamento di zone molto
> tortuose e sabbiose (costo 32 dollari). Terminata la visita, si parte subito
> per arrivare in tempo ad ammirare il tramonto nella Monument Valley.
>
> Arriviamo a Kayenta, lasciamo i bagagli in hotel e ci dirigiamo subito verso
> la Monument. Veniamo sorpresi da un vento piuttosto forte che ci nega
> panorami nitidi a causa della sabbia sollevata dalle correnti. Ma una volta
> entrati nel parco, il vento si sgonfia ed il panorama è fantastico. Pare di
> guardare una cartolina. Il percorso è molto accidentato, meglio così:andare
> a passo d'uomo ci consente di ammirare appieno anche dall'auto i colori
> delle rocce al tramonto. La Monument trasmette quiete, la fatica dei tanti
> chilometri alle spalle è dimenticata. Terminato il tour, lasciamo con enorme
> nostalgia questi splendidi "monumenti" e torniamo a Kayenta.
> Alloggiamo all'Hampton Inn, hotel davvero confortevole e dotato di un ottimo
> ristorante all'interno. Personale gentile e disponibilissimo. Comoda la
> piscina per un veloce relax pomeridiano. *Al check out dimenticano di
> addebitarmi la cena della sera prima, faccio presente la cosa e viene
> addirittura a ringraziarmi il direttore per l'onestà. Spendo 110 dollari per
> la camera con colazione e la cena. Un rapporto qualità/prezzo davvero
> eccellente.
>
> Si parte la mattina successiva, ci aspetta la giornata più faticosa del
> tour: il Grand Canyon (South ***) e quasi 600 chilometri fino a Kingman. Il
> Grand Canyon è fantastico, ma la foschia non mi consente di godere appieno
> delle visuali e della reale profondità di queste insenature. Ci fermiamo a
> diversi punti di osservazione: lo specchio visivo è enorme, il fiume non si
> scorge quasi mai, ma è lui il protagonista di questo spettacolo naturale.
> Facciamo qualche breve tratto della camminata, il panorama è da brividi..
> Nel primo pomeriggio è ora di partire, verso Kingman, meta scelta per
> spezzare in due giorni il lungo tragitto che separa Kayenta da Los Angeles.
> A Kingman soggiorniamo al BW Kings Inn & Suites, sistemazione essenziale.
> Anche qui ambiente pulito, personale cordiale e colazione fornita.
> Apprezziamo anche la piccola piscina con vasca idro per concedersi un po'di
> relax dopo le tante ore di auto.
> Kingman è una delle storiche città della Route 66. Alla Mother Road deve
> tutto ed infatti ovunque ci si giri si trovano riferimenti alla Route 66.
> Negli anni passati Kingman era un centro nevralgico sulla 66, pieno di Motel
> e distributori di carburante, ormai divenuti fatiscenti. Le crisi economiche
> hanno colpito Kingman che nel tempo ha visto diminuire la sua importanza
> strategica di via di comunicazione. Ma Kingman rappresenta la vera America,
> quella di città medio piccole, la cui realtà è ben diversa dalle metropoli
> ed in cui i segni della recente crisi economica si fanno evidenti.
>
> Il giorno successivo visitiamo il museo dedicato alla Route 66 (4 dollari
> ben spesi, il museo è piccolo ma fa capire quanto importanza abbia avuto ed
> abbia ancora la Motrher Road nella storia degli Stati Uniti) e lasciamo
> Kingman subito dopo la visita la museo, ci aspettano diverse ore di viaggio
> prima di raggiungere l'ultima tappa del viaggio, Los Angeles. Quando la meta
> sembra ormai alle porte, il navigatore del telefonino ci indica che manca
> ancora più di un'ora: restiamo increduli ma alla fine la tecnologia prevale
> ed arriviamo in hotel ben oltre il tempo stimato. Non bastano le 5-6 corsie
> delle mitiche Highway (quelle che fino ad ora avevo solo visto nelle puntate
> dei CHiPs) per avere la meglio sull'intensissimo traffico. Ma lo sapevamo,
> LA è una città con una estensione impensabile. Sulle cartine tutto sembra
> vicino, la realtà è diversa. Arriviamo in hotel, ma ci restiamo poco,non
> vediamo l'ora di esplorare la città. Passiamo nei luoghi principali che
> visiteremo con più calma il giorno successivo: Hollywood Blvd, Beverly Hills
> e Bel Air. Decidiamo di cenare sulla costa e ci dirigiamo a Malibù: ho già
> il nome di un ottimo ristorante di pesce, vista Oceano Pacifico. E' il
> Moonshadows: la cena migliore del viaggio, piatti squisiti e le onde dell'oceano
> a fare da colonna sonora.
> Il giorno successivo torniamo verso i lidi di LA, prima Malibù, poi Santa
> Monica e la notissima Venice Beach. Noleggiamo una bicicletta (8 dollari all'ora)
> e percorriamo la pista ciclabile in direzione Nord. La morosa nota subitoi
> "mitici" surfisti californiani alla ricerca di onde che però oggi il
> Pacifico non regala. In giro solo turisti affascinati dalle spiagge ed
> americani che si tengono in forma (chi a piedi, chi in bici e chi in
> roller). Ci fermiamo in uno skate park per ammirare le funamboliche
> evoluzione degli skater. Ci colpisce l'abilità di un folletto di 6 anniche
> scorazza tra gli adulti mostrando una classe ammirevole e degna degli
> applausi degli spettatori. Lasciamo le bici e ci concediamo un giretto tra i
> negozi dei dintorni, dove "investo" quel poco che è rimasto dalla vincita di
> Las Vegas.
> Il pomeriggio si va verso la Los Angeles più mondana: indescrivibili nella
> loro opulenza le ville di Beverly Hills: la Lonely Planet dipinge un
> tragitto delle ville di alcuni personaggi famosi, ma non abbiamo intenzione
> di fare questo tour. Anche perché di alcune ville si vede ben poco, tanto
> sono alte le cancellate ed i cespugli che sormontano i recinti. Proseguiamo
> verso l'Hollywood Blvd, passeggiamo sulle famose stelle della Walk of Fame.
> Poi andiamo a vedere i calchi di fronte al Chinese Theatre (Clooney la fada
> padrone tra i turisti).
> Il giorno successivo concludiamo la visita a Los Angeles visitando downtown.
> Ci crea qualche difficoltà la chiusura di alcune strade: scopriamo dopoche
> si sta girando un video musicale della cantante Kylie Minogue. Proseguiamo
> la visita in auto e poi, dopo il check out in hotel, via verso l'aeroporto.
> Consegniamo con dispiacere l'auto, dopo 2.700 miglia in 15 giorni era una
> seconda casa, ci eravamo quasi affezionati a questa Jeep. Si va in aeroporto
> e si torna, a malincuore, a casa.
> A Los Angeles soggiorniamo all'Elan, prima scelta di Trip Advisor. Ottimo
> hotel, ottima posizione ed ottimo servizio. Con 20 dollari in più abbiamo il
> pacchetto comprensivo di parcheggio e di late checkout che ci consente di
> utilizzare la camera fino alle 14, prima di andare in aeroporto. Camera
> accogliente, personale molto cordiale. Unica pecca la colazione, non proprio
> variegata. Comoda la postazione internet gratuita che ci consente di fareil
> check-in online del volo e di stampare le carte di imbarco prima di andare
> in aeroporto.
> Chiudo la recensione (immagino estenuante per chi ha avuto la voglia ed il
> coraggio di leggerla tutta) con qualche consiglio che può essere utile a chi
> sta valutando di fare un giro in alcuni dei luoghi che ho visitato.
> Il noleggio dell'auto in California è molto conveniente, niente supplementi
> per il drop off e per l'aggiunta di guidatori. Quasi tutti gli hotel sono
> dotati di Wi-Fi, molto comodo per cercare info utili per il viaggio e per
> chiamare casa/ufficio utilizzando Skype o simili, con ovvi risparmi di
> costi. Senz'altro conveniente il pass annuale per i parchi se ne visitate
> diversi. Conveniente anche il Pass per i trasporti a San Francisco o il City
> Pass se si visitano alcune delle attrazioni comprese nel pacchetto. Spesa
> totale del viaggio di circa 2.500 euro a persona (tutto compreso,
> considerando divisi per 4 persone i costi di auto e carburante). Se ci sono
> informazioni utili o chiarimenti che posso fornire, basta chiedere in
> risposta a questo post.
> Grazie per l'attenzione e scusate per la prolissità.
>
> Manu[/color]


Bella recensione ed interessantissimo il tuo viaggio. Pero' devo
farti notare che In California c'e' una citta' che si chiama San
Francisco. Frisco non esiste. Siamo molto orgogliosi della nostra
citta' e delle origini del suo nome (specialmente quelli che tra noi
sono amanti degli animali). Per favore non storpiatelo.

[url]http://www.journalism.sfsu.edu/www/pubs/gater/fall97/sept11/Frisco.html[/url]

[url]http://www.friscovista.com/news/2006/12/03/dont-call-it-frisco/[/url]

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Vecchio 13-05-2010, 07.10.00
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Predefinito Re: Stati Uniti - West Coast e parchi

On May 12, 3:22*pm, "Manu" <n...@m.please> wrote:[color=blue]
> Scrivo una lunga e dettagliata recensione del mio recente viaggio nel
> SudOvest degli Stati Uniti. Ringrazio quanti mi hanno fornito direttamente o
> indirettamente qui sul ng informazioni utili per il viaggio.
> Mi auguro che le info contenute in questa recensione possano essere
> altrettanto utili per futuri viaggiatori. Abbiamo acquistato/prenotato tutto
> in rete, volo (BA), noleggio (Hertz), hotel, escursioni ed assicurazione
> (e-mondial): per gli hotel ci siamo fidati di TripAdvisor e alla fine siamo
> stati molto soddisfatti delle scelte fatte (in ogni step della recensione
> dedicherò qualche parola alla sistemazione). Le principali tappe del nostro
> tour sono state nell'ordine: San Francisco, Yosemite, Sequoia, Death Valley,
> Las Vegas, Bryce Canyon, Monument Valley, Grand Canyon e Los Angeles. 15
> giorni di vacanza e più di 4.000 km percorsi in auto.
> San Francisco: prima città meta del nostro tour. Decidiamo di non noleggiare
> la macchina all'arrivo a Frisco: parcheggi troppo cari e la città si visita
> tranquillamente con i mezzi pubblici. Soggiorniamo a Fisherman's Wharf,
> riteniamo che la posizione sia favorevole per visitare al meglio la città
> nei soli due giorni che abbiamo a disposizione. Arriviamo nel tardo
> pomeriggio, giusto in tempo per vedere il tramonto sulla baia, accarezzati
> (o meglio schiaffeggiati!) dalla brezza che ci fa capire che useremo presto
> le felpe che abbiamo portato con noi in valigia. Il giorno seguente, vittime
> ancora del jet lag, iniziamo la scoperta della città: passeggiata versoil
> Golden Gate, qualche foto di rito e poi passeggiata lungo l'Embarcadero. Una
> serie di "pier" si snoda davanti a noi: decidiamo di andare fino al Pier 1,
> per visitare Farmer's Market. In breve capiamo che la cartina inganna sulle
> distanze, quei pochi centimetri sulla mappa si trasformano in chilometri di
> asfalto sotto i nostri piedi. Durante la passeggiata, ci fermiamo al Pier
> 39, divenuto casa di decine di leoni marini in posa per la foto dei turisti.
> Qualche veloce giro nei negozietti e poi, dopo aver raggiunto Farmer's
> Market, si va con i mezzi pubblici verso i quartieri più centrali. Muoversi
> con i mezzi pubblici a Frisco è davvero semplice: si può raggiungere
> qualunque punto della città, anche se, i tempi di spostamento non sono
> proprio velocissimi. Utilizziamo i Cable Car ed i tram (provenienti da varie
> città del mondo, tra cui Milano). La città mostra da subito le sue
> caratteristiche strade con accentuati saliscendi, scomode per chi le deve
> risalire a piedi ma con panorami davvero suggestivi sulla baia. Per non
> farci mancare nulla, ci imbattiamo anche in un arresto da parte di due
> poliziotti in borghese alla nostra fermata del tram. Il giorno dopo
> partecipiamo all'escursione pianificata per Alcatraz: se ne vanno 3 ore
> buone in cui visitiamo l'isola ed i luoghi di detenzione, davvero
> inquietanti nella loro ridotta dimensione e luminosità. Tornati sulla terra
> ferma, decidiamo di visitare la California Academy of Sciences. Apprezziamo
> da subito gli ambienti di questa struttura e le numerose specie esposte:
> purtroppo è chiuso il planetario, riservato ad un evento non aperto al
> pubblico. Nonostante questo, siamo molto soddisfatti della visita. Il nostro
> soggiorno a Frisco volge al termine e decidiamo di tornare verso i quartieri
> centrali per una visita a Castro, dove ci fermiamo per cena (ristorante
> Catch, valida scelta).
> Riguardo all'alloggio, abbiamo soggiornato all'Argonaut Hotel. Stanze pulite
> e confortevoli, personale cordiale e piccola colazione compresa nel prezzo.
> Peccato che la nostra stanza abbia la vista sul cortile interno e non sulla
> baia.
> Yosemite: noleggiamo la macchina a Frisco, presso l'agenzia Hertz a 300 mt
> dall'hotel. Prenotazione e pagamento già effettuati prima della partenza, ci
> viene dato un comodo SUV che consente di stivare l'ingente mole di bagagli
> che abbiamo con noi. In qualche ora raggiungiamo il parco, il clima è
> decisamente più fresco di Frisco e ci accoglie anche qualche fiocco di neve.
> Acquistiamo il pass annuale per i parchi ed ammiriamo le fantastiche
> Bridalveil Fall e le altre cascate del parco. Facciamo qualche breve
> sentiero da cui si scorgono le splendide cime montuose della Sierra mentre
> vengono imbiancate.
> Soggiorniamo all'hotel Yosemite View Lodge. Economica sistemazione, niente
> fronzoli, molto essenziale, ma comoda per l'accesso al parco in quanto a
> pochi km dall'ingresso.
>
> Sequoia: dopo il proseguimento della visita allo Yosemite verso il Mirror
> Lake (questa volta sotto un piacevole sole, ma con la temperatura intorno
> allo zero...), partiamo alla volta del Sequoia. Dopo alcune centinaia di
> chilometri, sulla salita che porta verso l'ingresso del parco, ci accoglie
> una bufera di neve.
> Diverse auto sono costrette a desistere ed a tornare indietro. Noi non
> vogliamo correre rischi, torniamo indietro e ci fermiamo per acquistare le
> catene ma al negozio ci dicono di averle finite e ci invitano a tentare la
> risalita perchè con le 4WD dovremmo farcela. In effetti la nostra Jeep si
> arrampica tra i tornanti sul manto nevoso, i mezzi spalano la strada ma la
> salita è dura. Arriviamo al bivio per il nostro hotel e troviamo la strada
> chiusa. I ranger ci dicono che non verrà riaperta prima del giorno seguente:
> c'è troppa neve, niente rischi. Cerchiamo una sistemazione alternativa ed
> abbiamo la fortuna di trovarla al primo tentativo. Il giorno successivo
> visitiamo il parco di Sequoia, dove questi alberi giganti troneggiano
> avvolti dal manto bianco della neve caduta. Dormiamo al The John Muir Lodge,
> anche qui valgono le stesse considerazioni per l'hotel di Yosemite: hotel
> essenziale e pulito, con un bel salone comune dotato di divani e caminetti
> dove conversare con gli altri ospiti del lodge (dato il clima, qualunque
> sistemazione al caldo sarebbe stata comunque ben accetta). Nel frattempo
> chiamo l'altro hotel, quello già prenotato e pagato, il Wuksachi Lodge.
> Faccio presente il problema, inizialmente a loro la strada non risulta
> chiusa. Insisto circa l'impossibilità di raggiungerli: mi propongono uno
> spostamento del soggiorno ma ovviamente a me non interessa, il tour è già
> tutto pianificato. Dopo qualche minuto di conversazione telefonica, mi viene
> riconosciuto il risarcimento dell'importo pagato. Comportamento corretto e
> comprensivo che voglio segnalare.
>
> Death Valley: ci arriviamo nel tardo pomeriggio. Lasciamo i -5 gradi del
> Sequoia e partiamo per uno dei trasferimenti più lunghi. Gli ultimi 200km
> sono interminabili, lunghi serpentoni di strade si distendono davanti a noi.
> Il poco traffico mette voglia di spingere sull'acceleratore ma l'occhiatadi
> un poliziotto a bordo di una pattuglia ci ricorda che è meglio settare il
> cruise control dell'auto senza andare oltre al limite. Il sole ci accompagna
> all'interno della valle, il paesaggio inizia ad essere lunare, i segni di
> vita diminuiscono via via che ci si addentra e la neve della mattina al
> Sequoia è già un ricordo. Allo Stovepipe Village, meta della tappa, ci
> attendono 30 gradi ed un tramonto fantastico visto dalle vicine "Sand Dunes".
> Indescrivibili i colori delle pareti montuose che disegnano la valle. Il
> giorno successivo visitiamo Badwater, la depressione più bassa sotto il
> livello del mare dell'emisfero occidentale, una distesa di residui salini..
> Poi saliamo ai vari punti di osservazione sulla valle: tra tutti, Dante's
> View e Zabriskie Point. Da qui si capisce meglio la vastità e la bellezza di
> questa valle, la strada è solo un filo in mezzo al nulla. Il clima è caldo
> ma piacevole: è ancora presto per le temperature infernali che rendono
> torrida la valle nei mesi estivi. Dopo pranzo si riparte alla volta di Las
> Vegas.
> Nella Death Valley abbiamo scelto come alloggio lo Stovepipe Wells Village:
> sistemazione curata ed un pratico ristorante non proprio economico, ma
> considerando che si è in mezzo al nulla, più che accettabile. Di sera, il
> buio della Valle ci regala una vista spettacolare del cielo stellato.
>
> Las Vegas: arriviamo nel tardo pomeriggio, è sabato e Las Vegas inizia ad
> affollarsi. C'è molto traffico, ma la posizione dell'hotel ad inizio della
> Strip ci aiuta ad evitare gran parte delle code. Decidiamo di andare a
> vedere il KA', uno dei diversi spettacoli del Cirque du Soleil, ottima
> scelta. Cena veloce in uno dei tanti ristoranti del MGM (avevamo un buonoda
> 50 dollari, incluso nel pacchetto) e poi via a passeggio lungo la Strip.
> Luci, musica e gente ovunque. Ci si fa strada a fatica, ammiriamo l'ormai
> consueto spettacolo delle fontane del Bellagio e tutti gli altri hotel che
> illuminano la zona sud della Strip. Con diversi chilometri sul groppone
> decidiamo di tornare in hotel e di lasciare la visita alla parte Nord della
> Strip al giorno successivo. Prima di rincasare però mi faccio una puntatina
> al casinò: dopo un'oretta, me ne torno con 400 dollari di vincita (il poker
> non tradisce! :-) ). Vado a letto, ma so già che di quella vincita resterà
> ben poco: la valigia ha ancora spazio, non avrò difficoltà a spenderli in
> uno degli outlet della città. Mattinata successiva di shopping quindi: Vegas
> di giorno offre poco. Poi la sera di nuovo ad ammirare l'atmosfera della
> Strip (soprattutto la zona Nord), dinner buffet al Bellagio (fantastico,
> prezzo e qualità del cibo entrambi ottimi). Poi di nuovo al casinò, ma
> questa volta ci lascio 70 dollari. Bilancio comunque positivo.
> Come sistemazione, ci siamo concessi il Signature, dependance del complesso
> MgM. Suite al 37esimo piano, vista parziale sulla Strip e qualunque tipo di
> comfort. Abbiamo preso un pacchetto con sconto di 50 dollari per cenare in
> un ristorante MgM e promo 2x1 per il Cirque. Dopo le prime fatiche dei
> parchi, insomma ci siamo concessi un po' di lusso, ma a prezzi comunque
> accettabili.
>
> Lasciamo Las Vegas ed iniziamo la seconda parte del viaggio, verso Bryce.
> Tappa a Zion, verdeggiante parco che offre suggestivi panorami e facili
> sentieri. Un bus navetta conduce ai vari punti del parco, non raggiungibili
> con propri mezzi. La sera arriviamo a Bryce ma è ormai tardi e decidiamo di
> entrare nel parco direttamente il giorno successivo.
> La sistemazione prenotata è il BW Bryce Grand Hotel. Nella zona ci sonogli
> hotel delle principali catene, sono più o meno tutti simili sia come prezzi
> che come dotazione standard. La sera a cena scegliamo una caratteristica
> Steakhouse del paese ed anche qui, come del resto nei giorni precedenti,
> apprezziamo un'ottima Rib-eye steak.
> Bryce: avevo visto diverse foto e Bryce si presenta davanti ai nostri occhi
> in tutta la sua bellezza. Qualche guglia è ancora imbiancata dalla recente
> neve tardiva. Il sole filtra tra le sculture che compongono questo
> fantastico anfiteatro naturale. Decidiamo di ammirare il parco da vari punti
> di osservazione e di effettuare un percorso all'interno: probabilmente
> sbagliamo la scelta e quello che doveva essere un facile sentiero di poco
> più di un miglio, diventa una passeggiata lunga qualche chilometro e con una
> salita finale che stronca. I tornanti dissestati e le pendenze davvero ardue
> sono fucilate per le nostre gambe. Altri chilometri ci aspettano, questa
> volta in auto, quelli che ci separano da Page. Breve sosta ad ammirare gli
> splendidi panorami che offre la strada in prossimità di Lake Powell. Una
> distesa immensa si allarga davanti a noi, probabilmente uno dei panorami più
> belli del viaggio se non fosse per una centrale elettrica (e per i suoi
> comignoli) che spezzano le armoniose forme del paesaggio.
> Alloggiamo al Curtyard e per cena scegliamo il ristorante a buffet dell'albergo
> "concorrente" a quello in cui alloggiamo, il Ruby's Inn. Buona scelta.
> Il giorno successivo visitiamo l'Antelope Canyon, la cui visita mi fu
> consigliata proprio qui sul ng. I raggi del sole che si insinuano in questo
> canyon sono davvero belli da ammirare e sono un assist anche per il più
> inesperto dei fotografi (me incluso). Per raggiungerlo è necessario
> avvalersi di un'escursione guidata: si viene condotti qui su mezzi piuttosto
> obsoleti, ma assolutamente funzionali all'attraversamento di zone molto
> tortuose e sabbiose (costo 32 dollari). Terminata la visita, si parte subito
> per arrivare in tempo ad ammirare il tramonto nella Monument Valley.
>
> Arriviamo a Kayenta, lasciamo i bagagli in hotel e ci dirigiamo subito verso
> la Monument. Veniamo sorpresi da un vento piuttosto forte che ci nega
> panorami nitidi a causa della sabbia sollevata dalle correnti. Ma una volta
> entrati nel parco, il vento si sgonfia ed il panorama è fantastico. Pare di
> guardare una cartolina. Il percorso è molto accidentato, meglio così:andare
> a passo d'uomo ci consente di ammirare appieno anche dall'auto i colori
> delle rocce al tramonto. La Monument trasmette quiete, la fatica dei tanti
> chilometri alle spalle è dimenticata. Terminato il tour, lasciamo con enorme
> nostalgia questi splendidi "monumenti" e torniamo a Kayenta.
> Alloggiamo all'Hampton Inn, hotel davvero confortevole e dotato di un ottimo
> ristorante all'interno. Personale gentile e disponibilissimo. Comoda la
> piscina per un veloce relax pomeridiano. *Al check out dimenticano di
> addebitarmi la cena della sera prima, faccio presente la cosa e viene
> addirittura a ringraziarmi il direttore per l'onestà. Spendo 110 dollari per
> la camera con colazione e la cena. Un rapporto qualità/prezzo davvero
> eccellente.
>
> Si parte la mattina successiva, ci aspetta la giornata più faticosa del
> tour: il Grand Canyon (South ***) e quasi 600 chilometri fino a Kingman. Il
> Grand Canyon è fantastico, ma la foschia non mi consente di godere appieno
> delle visuali e della reale profondità di queste insenature. Ci fermiamo a
> diversi punti di osservazione: lo specchio visivo è enorme, il fiume non si
> scorge quasi mai, ma è lui il protagonista di questo spettacolo naturale.
> Facciamo qualche breve tratto della camminata, il panorama è da brividi..
> Nel primo pomeriggio è ora di partire, verso Kingman, meta scelta per
> spezzare in due giorni il lungo tragitto che separa Kayenta da Los Angeles.
> A Kingman soggiorniamo al BW Kings Inn & Suites, sistemazione essenziale.
> Anche qui ambiente pulito, personale cordiale e colazione fornita.
> Apprezziamo anche la piccola piscina con vasca idro per concedersi un po'di
> relax dopo le tante ore di auto.
> Kingman è una delle storiche città della Route 66. Alla Mother Road deve
> tutto ed infatti ovunque ci si giri si trovano riferimenti alla Route 66.
> Negli anni passati Kingman era un centro nevralgico sulla 66, pieno di Motel
> e distributori di carburante, ormai divenuti fatiscenti. Le crisi economiche
> hanno colpito Kingman che nel tempo ha visto diminuire la sua importanza
> strategica di via di comunicazione. Ma Kingman rappresenta la vera America,
> quella di città medio piccole, la cui realtà è ben diversa dalle metropoli
> ed in cui i segni della recente crisi economica si fanno evidenti.
>
> Il giorno successivo visitiamo il museo dedicato alla Route 66 (4 dollari
> ben spesi, il museo è piccolo ma fa capire quanto importanza abbia avuto ed
> abbia ancora la Motrher Road nella storia degli Stati Uniti) e lasciamo
> Kingman subito dopo la visita la museo, ci aspettano diverse ore di viaggio
> prima di raggiungere l'ultima tappa del viaggio, Los Angeles. Quando la meta
> sembra ormai alle porte, il navigatore del telefonino ci indica che manca
> ancora più di un'ora: restiamo increduli ma alla fine la tecnologia prevale
> ed arriviamo in hotel ben oltre il tempo stimato. Non bastano le 5-6 corsie
> delle mitiche Highway (quelle che fino ad ora avevo solo visto nelle puntate
> dei CHiPs) per avere la meglio sull'intensissimo traffico. Ma lo sapevamo,
> LA è una città con una estensione impensabile. Sulle cartine tutto sembra
> vicino, la realtà è diversa. Arriviamo in hotel, ma ci restiamo poco,non
> vediamo l'ora di esplorare la città. Passiamo nei luoghi principali che
> visiteremo con più calma il giorno successivo: Hollywood Blvd, Beverly Hills
> e Bel Air. Decidiamo di cenare sulla costa e ci dirigiamo a Malibù: ho già
> il nome di un ottimo ristorante di pesce, vista Oceano Pacifico. E' il
> Moonshadows: la cena migliore del viaggio, piatti squisiti e le onde dell'oceano
> a fare da colonna sonora.
> Il giorno successivo torniamo verso i lidi di LA, prima Malibù, poi Santa
> Monica e la notissima Venice Beach. Noleggiamo una bicicletta (8 dollari all'ora)
> e percorriamo la pista ciclabile in direzione Nord. La morosa nota subitoi
> "mitici" surfisti californiani alla ricerca di onde che però oggi il
> Pacifico non regala. In giro solo turisti affascinati dalle spiagge ed
> americani che si tengono in forma (chi a piedi, chi in bici e chi in
> roller). Ci fermiamo in uno skate park per ammirare le funamboliche
> evoluzione degli skater. Ci colpisce l'abilità di un folletto di 6 anniche
> scorazza tra gli adulti mostrando una classe ammirevole e degna degli
> applausi degli spettatori. Lasciamo le bici e ci concediamo un giretto tra i
> negozi dei dintorni, dove "investo" quel poco che è rimasto dalla vincita di
> Las Vegas.
> Il pomeriggio si va verso la Los Angeles più mondana: indescrivibili nella
> loro opulenza le ville di Beverly Hills: la Lonely Planet dipinge un
> tragitto delle ville di alcuni personaggi famosi, ma non abbiamo intenzione
> di fare questo tour. Anche perché di alcune ville si vede ben poco, tanto
> sono alte le cancellate ed i cespugli che sormontano i recinti. Proseguiamo
> verso l'Hollywood Blvd, passeggiamo sulle famose stelle della Walk of Fame.
> Poi andiamo a vedere i calchi di fronte al Chinese Theatre (Clooney la fada
> padrone tra i turisti).
> Il giorno successivo concludiamo la visita a Los Angeles visitando downtown.
> Ci crea qualche difficoltà la chiusura di alcune strade: scopriamo dopoche
> si sta girando un video musicale della cantante Kylie Minogue. Proseguiamo
> la visita in auto e poi, dopo il check out in hotel, via verso l'aeroporto.
> Consegniamo con dispiacere l'auto, dopo 2.700 miglia in 15 giorni era una
> seconda casa, ci eravamo quasi affezionati a questa Jeep. Si va in aeroporto
> e si torna, a malincuore, a casa.
> A Los Angeles soggiorniamo all'Elan, prima scelta di Trip Advisor. Ottimo
> hotel, ottima posizione ed ottimo servizio. Con 20 dollari in più abbiamo il
> pacchetto comprensivo di parcheggio e di late checkout che ci consente di
> utilizzare la camera fino alle 14, prima di andare in aeroporto. Camera
> accogliente, personale molto cordiale. Unica pecca la colazione, non proprio
> variegata. Comoda la postazione internet gratuita che ci consente di fareil
> check-in online del volo e di stampare le carte di imbarco prima di andare
> in aeroporto.
> Chiudo la recensione (immagino estenuante per chi ha avuto la voglia ed il
> coraggio di leggerla tutta) con qualche consiglio che può essere utile a chi
> sta valutando di fare un giro in alcuni dei luoghi che ho visitato.
> Il noleggio dell'auto in California è molto conveniente, niente supplementi
> per il drop off e per l'aggiunta di guidatori. Quasi tutti gli hotel sono
> dotati di Wi-Fi, molto comodo per cercare info utili per il viaggio e per
> chiamare casa/ufficio utilizzando Skype o simili, con ovvi risparmi di
> costi. Senz'altro conveniente il pass annuale per i parchi se ne visitate
> diversi. Conveniente anche il Pass per i trasporti a San Francisco o il City
> Pass se si visitano alcune delle attrazioni comprese nel pacchetto. Spesa
> totale del viaggio di circa 2.500 euro a persona (tutto compreso,
> considerando divisi per 4 persone i costi di auto e carburante). Se ci sono
> informazioni utili o chiarimenti che posso fornire, basta chiedere in
> risposta a questo post.
> Grazie per l'attenzione e scusate per la prolissità.
>
> Manu[/color]


Bella recensione ed interessantissimo il tuo viaggio. Pero' devo
farti notare che In California c'e' una citta' che si chiama San
Francisco. Frisco non esiste. Siamo molto orgogliosi della nostra
citta' e delle origini del suo nome (specialmente quelli che tra noi
sono amanti degli animali). Per favore non storpiatelo.

[url]http://www.journalism.sfsu.edu/www/pubs/gater/fall97/sept11/Frisco.html[/url]

[url]http://www.friscovista.com/news/2006/12/03/dont-call-it-frisco/[/url]

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Vecchio 13-05-2010, 07.10.00
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Predefinito Re: Stati Uniti - West Coast e parchi

On May 12, 3:22*pm, "Manu" <n...@m.please> wrote:[color=blue]
> Scrivo una lunga e dettagliata recensione del mio recente viaggio nel
> SudOvest degli Stati Uniti. Ringrazio quanti mi hanno fornito direttamente o
> indirettamente qui sul ng informazioni utili per il viaggio.
> Mi auguro che le info contenute in questa recensione possano essere
> altrettanto utili per futuri viaggiatori. Abbiamo acquistato/prenotato tutto
> in rete, volo (BA), noleggio (Hertz), hotel, escursioni ed assicurazione
> (e-mondial): per gli hotel ci siamo fidati di TripAdvisor e alla fine siamo
> stati molto soddisfatti delle scelte fatte (in ogni step della recensione
> dedicherò qualche parola alla sistemazione). Le principali tappe del nostro
> tour sono state nell'ordine: San Francisco, Yosemite, Sequoia, Death Valley,
> Las Vegas, Bryce Canyon, Monument Valley, Grand Canyon e Los Angeles. 15
> giorni di vacanza e più di 4.000 km percorsi in auto.
> San Francisco: prima città meta del nostro tour. Decidiamo di non noleggiare
> la macchina all'arrivo a Frisco: parcheggi troppo cari e la città si visita
> tranquillamente con i mezzi pubblici. Soggiorniamo a Fisherman's Wharf,
> riteniamo che la posizione sia favorevole per visitare al meglio la città
> nei soli due giorni che abbiamo a disposizione. Arriviamo nel tardo
> pomeriggio, giusto in tempo per vedere il tramonto sulla baia, accarezzati
> (o meglio schiaffeggiati!) dalla brezza che ci fa capire che useremo presto
> le felpe che abbiamo portato con noi in valigia. Il giorno seguente, vittime
> ancora del jet lag, iniziamo la scoperta della città: passeggiata versoil
> Golden Gate, qualche foto di rito e poi passeggiata lungo l'Embarcadero. Una
> serie di "pier" si snoda davanti a noi: decidiamo di andare fino al Pier 1,
> per visitare Farmer's Market. In breve capiamo che la cartina inganna sulle
> distanze, quei pochi centimetri sulla mappa si trasformano in chilometri di
> asfalto sotto i nostri piedi. Durante la passeggiata, ci fermiamo al Pier
> 39, divenuto casa di decine di leoni marini in posa per la foto dei turisti.
> Qualche veloce giro nei negozietti e poi, dopo aver raggiunto Farmer's
> Market, si va con i mezzi pubblici verso i quartieri più centrali. Muoversi
> con i mezzi pubblici a Frisco è davvero semplice: si può raggiungere
> qualunque punto della città, anche se, i tempi di spostamento non sono
> proprio velocissimi. Utilizziamo i Cable Car ed i tram (provenienti da varie
> città del mondo, tra cui Milano). La città mostra da subito le sue
> caratteristiche strade con accentuati saliscendi, scomode per chi le deve
> risalire a piedi ma con panorami davvero suggestivi sulla baia. Per non
> farci mancare nulla, ci imbattiamo anche in un arresto da parte di due
> poliziotti in borghese alla nostra fermata del tram. Il giorno dopo
> partecipiamo all'escursione pianificata per Alcatraz: se ne vanno 3 ore
> buone in cui visitiamo l'isola ed i luoghi di detenzione, davvero
> inquietanti nella loro ridotta dimensione e luminosità. Tornati sulla terra
> ferma, decidiamo di visitare la California Academy of Sciences. Apprezziamo
> da subito gli ambienti di questa struttura e le numerose specie esposte:
> purtroppo è chiuso il planetario, riservato ad un evento non aperto al
> pubblico. Nonostante questo, siamo molto soddisfatti della visita. Il nostro
> soggiorno a Frisco volge al termine e decidiamo di tornare verso i quartieri
> centrali per una visita a Castro, dove ci fermiamo per cena (ristorante
> Catch, valida scelta).
> Riguardo all'alloggio, abbiamo soggiornato all'Argonaut Hotel. Stanze pulite
> e confortevoli, personale cordiale e piccola colazione compresa nel prezzo.
> Peccato che la nostra stanza abbia la vista sul cortile interno e non sulla
> baia.
> Yosemite: noleggiamo la macchina a Frisco, presso l'agenzia Hertz a 300 mt
> dall'hotel. Prenotazione e pagamento già effettuati prima della partenza, ci
> viene dato un comodo SUV che consente di stivare l'ingente mole di bagagli
> che abbiamo con noi. In qualche ora raggiungiamo il parco, il clima è
> decisamente più fresco di Frisco e ci accoglie anche qualche fiocco di neve.
> Acquistiamo il pass annuale per i parchi ed ammiriamo le fantastiche
> Bridalveil Fall e le altre cascate del parco. Facciamo qualche breve
> sentiero da cui si scorgono le splendide cime montuose della Sierra mentre
> vengono imbiancate.
> Soggiorniamo all'hotel Yosemite View Lodge. Economica sistemazione, niente
> fronzoli, molto essenziale, ma comoda per l'accesso al parco in quanto a
> pochi km dall'ingresso.
>
> Sequoia: dopo il proseguimento della visita allo Yosemite verso il Mirror
> Lake (questa volta sotto un piacevole sole, ma con la temperatura intorno
> allo zero...), partiamo alla volta del Sequoia. Dopo alcune centinaia di
> chilometri, sulla salita che porta verso l'ingresso del parco, ci accoglie
> una bufera di neve.
> Diverse auto sono costrette a desistere ed a tornare indietro. Noi non
> vogliamo correre rischi, torniamo indietro e ci fermiamo per acquistare le
> catene ma al negozio ci dicono di averle finite e ci invitano a tentare la
> risalita perchè con le 4WD dovremmo farcela. In effetti la nostra Jeep si
> arrampica tra i tornanti sul manto nevoso, i mezzi spalano la strada ma la
> salita è dura. Arriviamo al bivio per il nostro hotel e troviamo la strada
> chiusa. I ranger ci dicono che non verrà riaperta prima del giorno seguente:
> c'è troppa neve, niente rischi. Cerchiamo una sistemazione alternativa ed
> abbiamo la fortuna di trovarla al primo tentativo. Il giorno successivo
> visitiamo il parco di Sequoia, dove questi alberi giganti troneggiano
> avvolti dal manto bianco della neve caduta. Dormiamo al The John Muir Lodge,
> anche qui valgono le stesse considerazioni per l'hotel di Yosemite: hotel
> essenziale e pulito, con un bel salone comune dotato di divani e caminetti
> dove conversare con gli altri ospiti del lodge (dato il clima, qualunque
> sistemazione al caldo sarebbe stata comunque ben accetta). Nel frattempo
> chiamo l'altro hotel, quello già prenotato e pagato, il Wuksachi Lodge.
> Faccio presente il problema, inizialmente a loro la strada non risulta
> chiusa. Insisto circa l'impossibilità di raggiungerli: mi propongono uno
> spostamento del soggiorno ma ovviamente a me non interessa, il tour è già
> tutto pianificato. Dopo qualche minuto di conversazione telefonica, mi viene
> riconosciuto il risarcimento dell'importo pagato. Comportamento corretto e
> comprensivo che voglio segnalare.
>
> Death Valley: ci arriviamo nel tardo pomeriggio. Lasciamo i -5 gradi del
> Sequoia e partiamo per uno dei trasferimenti più lunghi. Gli ultimi 200km
> sono interminabili, lunghi serpentoni di strade si distendono davanti a noi.
> Il poco traffico mette voglia di spingere sull'acceleratore ma l'occhiatadi
> un poliziotto a bordo di una pattuglia ci ricorda che è meglio settare il
> cruise control dell'auto senza andare oltre al limite. Il sole ci accompagna
> all'interno della valle, il paesaggio inizia ad essere lunare, i segni di
> vita diminuiscono via via che ci si addentra e la neve della mattina al
> Sequoia è già un ricordo. Allo Stovepipe Village, meta della tappa, ci
> attendono 30 gradi ed un tramonto fantastico visto dalle vicine "Sand Dunes".
> Indescrivibili i colori delle pareti montuose che disegnano la valle. Il
> giorno successivo visitiamo Badwater, la depressione più bassa sotto il
> livello del mare dell'emisfero occidentale, una distesa di residui salini..
> Poi saliamo ai vari punti di osservazione sulla valle: tra tutti, Dante's
> View e Zabriskie Point. Da qui si capisce meglio la vastità e la bellezza di
> questa valle, la strada è solo un filo in mezzo al nulla. Il clima è caldo
> ma piacevole: è ancora presto per le temperature infernali che rendono
> torrida la valle nei mesi estivi. Dopo pranzo si riparte alla volta di Las
> Vegas.
> Nella Death Valley abbiamo scelto come alloggio lo Stovepipe Wells Village:
> sistemazione curata ed un pratico ristorante non proprio economico, ma
> considerando che si è in mezzo al nulla, più che accettabile. Di sera, il
> buio della Valle ci regala una vista spettacolare del cielo stellato.
>
> Las Vegas: arriviamo nel tardo pomeriggio, è sabato e Las Vegas inizia ad
> affollarsi. C'è molto traffico, ma la posizione dell'hotel ad inizio della
> Strip ci aiuta ad evitare gran parte delle code. Decidiamo di andare a
> vedere il KA', uno dei diversi spettacoli del Cirque du Soleil, ottima
> scelta. Cena veloce in uno dei tanti ristoranti del MGM (avevamo un buonoda
> 50 dollari, incluso nel pacchetto) e poi via a passeggio lungo la Strip.
> Luci, musica e gente ovunque. Ci si fa strada a fatica, ammiriamo l'ormai
> consueto spettacolo delle fontane del Bellagio e tutti gli altri hotel che
> illuminano la zona sud della Strip. Con diversi chilometri sul groppone
> decidiamo di tornare in hotel e di lasciare la visita alla parte Nord della
> Strip al giorno successivo. Prima di rincasare però mi faccio una puntatina
> al casinò: dopo un'oretta, me ne torno con 400 dollari di vincita (il poker
> non tradisce! :-) ). Vado a letto, ma so già che di quella vincita resterà
> ben poco: la valigia ha ancora spazio, non avrò difficoltà a spenderli in
> uno degli outlet della città. Mattinata successiva di shopping quindi: Vegas
> di giorno offre poco. Poi la sera di nuovo ad ammirare l'atmosfera della
> Strip (soprattutto la zona Nord), dinner buffet al Bellagio (fantastico,
> prezzo e qualità del cibo entrambi ottimi). Poi di nuovo al casinò, ma
> questa volta ci lascio 70 dollari. Bilancio comunque positivo.
> Come sistemazione, ci siamo concessi il Signature, dependance del complesso
> MgM. Suite al 37esimo piano, vista parziale sulla Strip e qualunque tipo di
> comfort. Abbiamo preso un pacchetto con sconto di 50 dollari per cenare in
> un ristorante MgM e promo 2x1 per il Cirque. Dopo le prime fatiche dei
> parchi, insomma ci siamo concessi un po' di lusso, ma a prezzi comunque
> accettabili.
>
> Lasciamo Las Vegas ed iniziamo la seconda parte del viaggio, verso Bryce.
> Tappa a Zion, verdeggiante parco che offre suggestivi panorami e facili
> sentieri. Un bus navetta conduce ai vari punti del parco, non raggiungibili
> con propri mezzi. La sera arriviamo a Bryce ma è ormai tardi e decidiamo di
> entrare nel parco direttamente il giorno successivo.
> La sistemazione prenotata è il BW Bryce Grand Hotel. Nella zona ci sonogli
> hotel delle principali catene, sono più o meno tutti simili sia come prezzi
> che come dotazione standard. La sera a cena scegliamo una caratteristica
> Steakhouse del paese ed anche qui, come del resto nei giorni precedenti,
> apprezziamo un'ottima Rib-eye steak.
> Bryce: avevo visto diverse foto e Bryce si presenta davanti ai nostri occhi
> in tutta la sua bellezza. Qualche guglia è ancora imbiancata dalla recente
> neve tardiva. Il sole filtra tra le sculture che compongono questo
> fantastico anfiteatro naturale. Decidiamo di ammirare il parco da vari punti
> di osservazione e di effettuare un percorso all'interno: probabilmente
> sbagliamo la scelta e quello che doveva essere un facile sentiero di poco
> più di un miglio, diventa una passeggiata lunga qualche chilometro e con una
> salita finale che stronca. I tornanti dissestati e le pendenze davvero ardue
> sono fucilate per le nostre gambe. Altri chilometri ci aspettano, questa
> volta in auto, quelli che ci separano da Page. Breve sosta ad ammirare gli
> splendidi panorami che offre la strada in prossimità di Lake Powell. Una
> distesa immensa si allarga davanti a noi, probabilmente uno dei panorami più
> belli del viaggio se non fosse per una centrale elettrica (e per i suoi
> comignoli) che spezzano le armoniose forme del paesaggio.
> Alloggiamo al Curtyard e per cena scegliamo il ristorante a buffet dell'albergo
> "concorrente" a quello in cui alloggiamo, il Ruby's Inn. Buona scelta.
> Il giorno successivo visitiamo l'Antelope Canyon, la cui visita mi fu
> consigliata proprio qui sul ng. I raggi del sole che si insinuano in questo
> canyon sono davvero belli da ammirare e sono un assist anche per il più
> inesperto dei fotografi (me incluso). Per raggiungerlo è necessario
> avvalersi di un'escursione guidata: si viene condotti qui su mezzi piuttosto
> obsoleti, ma assolutamente funzionali all'attraversamento di zone molto
> tortuose e sabbiose (costo 32 dollari). Terminata la visita, si parte subito
> per arrivare in tempo ad ammirare il tramonto nella Monument Valley.
>
> Arriviamo a Kayenta, lasciamo i bagagli in hotel e ci dirigiamo subito verso
> la Monument. Veniamo sorpresi da un vento piuttosto forte che ci nega
> panorami nitidi a causa della sabbia sollevata dalle correnti. Ma una volta
> entrati nel parco, il vento si sgonfia ed il panorama è fantastico. Pare di
> guardare una cartolina. Il percorso è molto accidentato, meglio così:andare
> a passo d'uomo ci consente di ammirare appieno anche dall'auto i colori
> delle rocce al tramonto. La Monument trasmette quiete, la fatica dei tanti
> chilometri alle spalle è dimenticata. Terminato il tour, lasciamo con enorme
> nostalgia questi splendidi "monumenti" e torniamo a Kayenta.
> Alloggiamo all'Hampton Inn, hotel davvero confortevole e dotato di un ottimo
> ristorante all'interno. Personale gentile e disponibilissimo. Comoda la
> piscina per un veloce relax pomeridiano. *Al check out dimenticano di
> addebitarmi la cena della sera prima, faccio presente la cosa e viene
> addirittura a ringraziarmi il direttore per l'onestà. Spendo 110 dollari per
> la camera con colazione e la cena. Un rapporto qualità/prezzo davvero
> eccellente.
>
> Si parte la mattina successiva, ci aspetta la giornata più faticosa del
> tour: il Grand Canyon (South ***) e quasi 600 chilometri fino a Kingman. Il
> Grand Canyon è fantastico, ma la foschia non mi consente di godere appieno
> delle visuali e della reale profondità di queste insenature. Ci fermiamo a
> diversi punti di osservazione: lo specchio visivo è enorme, il fiume non si
> scorge quasi mai, ma è lui il protagonista di questo spettacolo naturale.
> Facciamo qualche breve tratto della camminata, il panorama è da brividi..
> Nel primo pomeriggio è ora di partire, verso Kingman, meta scelta per
> spezzare in due giorni il lungo tragitto che separa Kayenta da Los Angeles.
> A Kingman soggiorniamo al BW Kings Inn & Suites, sistemazione essenziale.
> Anche qui ambiente pulito, personale cordiale e colazione fornita.
> Apprezziamo anche la piccola piscina con vasca idro per concedersi un po'di
> relax dopo le tante ore di auto.
> Kingman è una delle storiche città della Route 66. Alla Mother Road deve
> tutto ed infatti ovunque ci si giri si trovano riferimenti alla Route 66.
> Negli anni passati Kingman era un centro nevralgico sulla 66, pieno di Motel
> e distributori di carburante, ormai divenuti fatiscenti. Le crisi economiche
> hanno colpito Kingman che nel tempo ha visto diminuire la sua importanza
> strategica di via di comunicazione. Ma Kingman rappresenta la vera America,
> quella di città medio piccole, la cui realtà è ben diversa dalle metropoli
> ed in cui i segni della recente crisi economica si fanno evidenti.
>
> Il giorno successivo visitiamo il museo dedicato alla Route 66 (4 dollari
> ben spesi, il museo è piccolo ma fa capire quanto importanza abbia avuto ed
> abbia ancora la Motrher Road nella storia degli Stati Uniti) e lasciamo
> Kingman subito dopo la visita la museo, ci aspettano diverse ore di viaggio
> prima di raggiungere l'ultima tappa del viaggio, Los Angeles. Quando la meta
> sembra ormai alle porte, il navigatore del telefonino ci indica che manca
> ancora più di un'ora: restiamo increduli ma alla fine la tecnologia prevale
> ed arriviamo in hotel ben oltre il tempo stimato. Non bastano le 5-6 corsie
> delle mitiche Highway (quelle che fino ad ora avevo solo visto nelle puntate
> dei CHiPs) per avere la meglio sull'intensissimo traffico. Ma lo sapevamo,
> LA è una città con una estensione impensabile. Sulle cartine tutto sembra
> vicino, la realtà è diversa. Arriviamo in hotel, ma ci restiamo poco,non
> vediamo l'ora di esplorare la città. Passiamo nei luoghi principali che
> visiteremo con più calma il giorno successivo: Hollywood Blvd, Beverly Hills
> e Bel Air. Decidiamo di cenare sulla costa e ci dirigiamo a Malibù: ho già
> il nome di un ottimo ristorante di pesce, vista Oceano Pacifico. E' il
> Moonshadows: la cena migliore del viaggio, piatti squisiti e le onde dell'oceano
> a fare da colonna sonora.
> Il giorno successivo torniamo verso i lidi di LA, prima Malibù, poi Santa
> Monica e la notissima Venice Beach. Noleggiamo una bicicletta (8 dollari all'ora)
> e percorriamo la pista ciclabile in direzione Nord. La morosa nota subitoi
> "mitici" surfisti californiani alla ricerca di onde che però oggi il
> Pacifico non regala. In giro solo turisti affascinati dalle spiagge ed
> americani che si tengono in forma (chi a piedi, chi in bici e chi in
> roller). Ci fermiamo in uno skate park per ammirare le funamboliche
> evoluzione degli skater. Ci colpisce l'abilità di un folletto di 6 anniche
> scorazza tra gli adulti mostrando una classe ammirevole e degna degli
> applausi degli spettatori. Lasciamo le bici e ci concediamo un giretto tra i
> negozi dei dintorni, dove "investo" quel poco che è rimasto dalla vincita di
> Las Vegas.
> Il pomeriggio si va verso la Los Angeles più mondana: indescrivibili nella
> loro opulenza le ville di Beverly Hills: la Lonely Planet dipinge un
> tragitto delle ville di alcuni personaggi famosi, ma non abbiamo intenzione
> di fare questo tour. Anche perché di alcune ville si vede ben poco, tanto
> sono alte le cancellate ed i cespugli che sormontano i recinti. Proseguiamo
> verso l'Hollywood Blvd, passeggiamo sulle famose stelle della Walk of Fame.
> Poi andiamo a vedere i calchi di fronte al Chinese Theatre (Clooney la fada
> padrone tra i turisti).
> Il giorno successivo concludiamo la visita a Los Angeles visitando downtown.
> Ci crea qualche difficoltà la chiusura di alcune strade: scopriamo dopoche
> si sta girando un video musicale della cantante Kylie Minogue. Proseguiamo
> la visita in auto e poi, dopo il check out in hotel, via verso l'aeroporto.
> Consegniamo con dispiacere l'auto, dopo 2.700 miglia in 15 giorni era una
> seconda casa, ci eravamo quasi affezionati a questa Jeep. Si va in aeroporto
> e si torna, a malincuore, a casa.
> A Los Angeles soggiorniamo all'Elan, prima scelta di Trip Advisor. Ottimo
> hotel, ottima posizione ed ottimo servizio. Con 20 dollari in più abbiamo il
> pacchetto comprensivo di parcheggio e di late checkout che ci consente di
> utilizzare la camera fino alle 14, prima di andare in aeroporto. Camera
> accogliente, personale molto cordiale. Unica pecca la colazione, non proprio
> variegata. Comoda la postazione internet gratuita che ci consente di fareil
> check-in online del volo e di stampare le carte di imbarco prima di andare
> in aeroporto.
> Chiudo la recensione (immagino estenuante per chi ha avuto la voglia ed il
> coraggio di leggerla tutta) con qualche consiglio che può essere utile a chi
> sta valutando di fare un giro in alcuni dei luoghi che ho visitato.
> Il noleggio dell'auto in California è molto conveniente, niente supplementi
> per il drop off e per l'aggiunta di guidatori. Quasi tutti gli hotel sono
> dotati di Wi-Fi, molto comodo per cercare info utili per il viaggio e per
> chiamare casa/ufficio utilizzando Skype o simili, con ovvi risparmi di
> costi. Senz'altro conveniente il pass annuale per i parchi se ne visitate
> diversi. Conveniente anche il Pass per i trasporti a San Francisco o il City
> Pass se si visitano alcune delle attrazioni comprese nel pacchetto. Spesa
> totale del viaggio di circa 2.500 euro a persona (tutto compreso,
> considerando divisi per 4 persone i costi di auto e carburante). Se ci sono
> informazioni utili o chiarimenti che posso fornire, basta chiedere in
> risposta a questo post.
> Grazie per l'attenzione e scusate per la prolissità.
>
> Manu[/color]


Bella recensione ed interessantissimo il tuo viaggio. Pero' devo
farti notare che In California c'e' una citta' che si chiama San
Francisco. Frisco non esiste. Siamo molto orgogliosi della nostra
citta' e delle origini del suo nome (specialmente quelli che tra noi
sono amanti degli animali). Per favore non storpiatelo.

[url]http://www.journalism.sfsu.edu/www/pubs/gater/fall97/sept11/Frisco.html[/url]

[url]http://www.friscovista.com/news/2006/12/03/dont-call-it-frisco/[/url]

gfc
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  #6  
Vecchio 13-05-2010, 07.10.00
gfc
 
Messaggi: n/a
Predefinito Re: Stati Uniti - West Coast e parchi

On May 12, 3:22*pm, "Manu" <n...@m.please> wrote:[color=blue]
> Scrivo una lunga e dettagliata recensione del mio recente viaggio nel
> SudOvest degli Stati Uniti. Ringrazio quanti mi hanno fornito direttamente o
> indirettamente qui sul ng informazioni utili per il viaggio.
> Mi auguro che le info contenute in questa recensione possano essere
> altrettanto utili per futuri viaggiatori. Abbiamo acquistato/prenotato tutto
> in rete, volo (BA), noleggio (Hertz), hotel, escursioni ed assicurazione
> (e-mondial): per gli hotel ci siamo fidati di TripAdvisor e alla fine siamo
> stati molto soddisfatti delle scelte fatte (in ogni step della recensione
> dedicherò qualche parola alla sistemazione). Le principali tappe del nostro
> tour sono state nell'ordine: San Francisco, Yosemite, Sequoia, Death Valley,
> Las Vegas, Bryce Canyon, Monument Valley, Grand Canyon e Los Angeles. 15
> giorni di vacanza e più di 4.000 km percorsi in auto.
> San Francisco: prima città meta del nostro tour. Decidiamo di non noleggiare
> la macchina all'arrivo a Frisco: parcheggi troppo cari e la città si visita
> tranquillamente con i mezzi pubblici. Soggiorniamo a Fisherman's Wharf,
> riteniamo che la posizione sia favorevole per visitare al meglio la città
> nei soli due giorni che abbiamo a disposizione. Arriviamo nel tardo
> pomeriggio, giusto in tempo per vedere il tramonto sulla baia, accarezzati
> (o meglio schiaffeggiati!) dalla brezza che ci fa capire che useremo presto
> le felpe che abbiamo portato con noi in valigia. Il giorno seguente, vittime
> ancora del jet lag, iniziamo la scoperta della città: passeggiata versoil
> Golden Gate, qualche foto di rito e poi passeggiata lungo l'Embarcadero. Una
> serie di "pier" si snoda davanti a noi: decidiamo di andare fino al Pier 1,
> per visitare Farmer's Market. In breve capiamo che la cartina inganna sulle
> distanze, quei pochi centimetri sulla mappa si trasformano in chilometri di
> asfalto sotto i nostri piedi. Durante la passeggiata, ci fermiamo al Pier
> 39, divenuto casa di decine di leoni marini in posa per la foto dei turisti.
> Qualche veloce giro nei negozietti e poi, dopo aver raggiunto Farmer's
> Market, si va con i mezzi pubblici verso i quartieri più centrali. Muoversi
> con i mezzi pubblici a Frisco è davvero semplice: si può raggiungere
> qualunque punto della città, anche se, i tempi di spostamento non sono
> proprio velocissimi. Utilizziamo i Cable Car ed i tram (provenienti da varie
> città del mondo, tra cui Milano). La città mostra da subito le sue
> caratteristiche strade con accentuati saliscendi, scomode per chi le deve
> risalire a piedi ma con panorami davvero suggestivi sulla baia. Per non
> farci mancare nulla, ci imbattiamo anche in un arresto da parte di due
> poliziotti in borghese alla nostra fermata del tram. Il giorno dopo
> partecipiamo all'escursione pianificata per Alcatraz: se ne vanno 3 ore
> buone in cui visitiamo l'isola ed i luoghi di detenzione, davvero
> inquietanti nella loro ridotta dimensione e luminosità. Tornati sulla terra
> ferma, decidiamo di visitare la California Academy of Sciences. Apprezziamo
> da subito gli ambienti di questa struttura e le numerose specie esposte:
> purtroppo è chiuso il planetario, riservato ad un evento non aperto al
> pubblico. Nonostante questo, siamo molto soddisfatti della visita. Il nostro
> soggiorno a Frisco volge al termine e decidiamo di tornare verso i quartieri
> centrali per una visita a Castro, dove ci fermiamo per cena (ristorante
> Catch, valida scelta).
> Riguardo all'alloggio, abbiamo soggiornato all'Argonaut Hotel. Stanze pulite
> e confortevoli, personale cordiale e piccola colazione compresa nel prezzo.
> Peccato che la nostra stanza abbia la vista sul cortile interno e non sulla
> baia.
> Yosemite: noleggiamo la macchina a Frisco, presso l'agenzia Hertz a 300 mt
> dall'hotel. Prenotazione e pagamento già effettuati prima della partenza, ci
> viene dato un comodo SUV che consente di stivare l'ingente mole di bagagli
> che abbiamo con noi. In qualche ora raggiungiamo il parco, il clima è
> decisamente più fresco di Frisco e ci accoglie anche qualche fiocco di neve.
> Acquistiamo il pass annuale per i parchi ed ammiriamo le fantastiche
> Bridalveil Fall e le altre cascate del parco. Facciamo qualche breve
> sentiero da cui si scorgono le splendide cime montuose della Sierra mentre
> vengono imbiancate.
> Soggiorniamo all'hotel Yosemite View Lodge. Economica sistemazione, niente
> fronzoli, molto essenziale, ma comoda per l'accesso al parco in quanto a
> pochi km dall'ingresso.
>
> Sequoia: dopo il proseguimento della visita allo Yosemite verso il Mirror
> Lake (questa volta sotto un piacevole sole, ma con la temperatura intorno
> allo zero...), partiamo alla volta del Sequoia. Dopo alcune centinaia di
> chilometri, sulla salita che porta verso l'ingresso del parco, ci accoglie
> una bufera di neve.
> Diverse auto sono costrette a desistere ed a tornare indietro. Noi non
> vogliamo correre rischi, torniamo indietro e ci fermiamo per acquistare le
> catene ma al negozio ci dicono di averle finite e ci invitano a tentare la
> risalita perchè con le 4WD dovremmo farcela. In effetti la nostra Jeep si
> arrampica tra i tornanti sul manto nevoso, i mezzi spalano la strada ma la
> salita è dura. Arriviamo al bivio per il nostro hotel e troviamo la strada
> chiusa. I ranger ci dicono che non verrà riaperta prima del giorno seguente:
> c'è troppa neve, niente rischi. Cerchiamo una sistemazione alternativa ed
> abbiamo la fortuna di trovarla al primo tentativo. Il giorno successivo
> visitiamo il parco di Sequoia, dove questi alberi giganti troneggiano
> avvolti dal manto bianco della neve caduta. Dormiamo al The John Muir Lodge,
> anche qui valgono le stesse considerazioni per l'hotel di Yosemite: hotel
> essenziale e pulito, con un bel salone comune dotato di divani e caminetti
> dove conversare con gli altri ospiti del lodge (dato il clima, qualunque
> sistemazione al caldo sarebbe stata comunque ben accetta). Nel frattempo
> chiamo l'altro hotel, quello già prenotato e pagato, il Wuksachi Lodge.
> Faccio presente il problema, inizialmente a loro la strada non risulta
> chiusa. Insisto circa l'impossibilità di raggiungerli: mi propongono uno
> spostamento del soggiorno ma ovviamente a me non interessa, il tour è già
> tutto pianificato. Dopo qualche minuto di conversazione telefonica, mi viene
> riconosciuto il risarcimento dell'importo pagato. Comportamento corretto e
> comprensivo che voglio segnalare.
>
> Death Valley: ci arriviamo nel tardo pomeriggio. Lasciamo i -5 gradi del
> Sequoia e partiamo per uno dei trasferimenti più lunghi. Gli ultimi 200km
> sono interminabili, lunghi serpentoni di strade si distendono davanti a noi.
> Il poco traffico mette voglia di spingere sull'acceleratore ma l'occhiatadi
> un poliziotto a bordo di una pattuglia ci ricorda che è meglio settare il
> cruise control dell'auto senza andare oltre al limite. Il sole ci accompagna
> all'interno della valle, il paesaggio inizia ad essere lunare, i segni di
> vita diminuiscono via via che ci si addentra e la neve della mattina al
> Sequoia è già un ricordo. Allo Stovepipe Village, meta della tappa, ci
> attendono 30 gradi ed un tramonto fantastico visto dalle vicine "Sand Dunes".
> Indescrivibili i colori delle pareti montuose che disegnano la valle. Il
> giorno successivo visitiamo Badwater, la depressione più bassa sotto il
> livello del mare dell'emisfero occidentale, una distesa di residui salini..
> Poi saliamo ai vari punti di osservazione sulla valle: tra tutti, Dante's
> View e Zabriskie Point. Da qui si capisce meglio la vastità e la bellezza di
> questa valle, la strada è solo un filo in mezzo al nulla. Il clima è caldo
> ma piacevole: è ancora presto per le temperature infernali che rendono
> torrida la valle nei mesi estivi. Dopo pranzo si riparte alla volta di Las
> Vegas.
> Nella Death Valley abbiamo scelto come alloggio lo Stovepipe Wells Village:
> sistemazione curata ed un pratico ristorante non proprio economico, ma
> considerando che si è in mezzo al nulla, più che accettabile. Di sera, il
> buio della Valle ci regala una vista spettacolare del cielo stellato.
>
> Las Vegas: arriviamo nel tardo pomeriggio, è sabato e Las Vegas inizia ad
> affollarsi. C'è molto traffico, ma la posizione dell'hotel ad inizio della
> Strip ci aiuta ad evitare gran parte delle code. Decidiamo di andare a
> vedere il KA', uno dei diversi spettacoli del Cirque du Soleil, ottima
> scelta. Cena veloce in uno dei tanti ristoranti del MGM (avevamo un buonoda
> 50 dollari, incluso nel pacchetto) e poi via a passeggio lungo la Strip.
> Luci, musica e gente ovunque. Ci si fa strada a fatica, ammiriamo l'ormai
> consueto spettacolo delle fontane del Bellagio e tutti gli altri hotel che
> illuminano la zona sud della Strip. Con diversi chilometri sul groppone
> decidiamo di tornare in hotel e di lasciare la visita alla parte Nord della
> Strip al giorno successivo. Prima di rincasare però mi faccio una puntatina
> al casinò: dopo un'oretta, me ne torno con 400 dollari di vincita (il poker
> non tradisce! :-) ). Vado a letto, ma so già che di quella vincita resterà
> ben poco: la valigia ha ancora spazio, non avrò difficoltà a spenderli in
> uno degli outlet della città. Mattinata successiva di shopping quindi: Vegas
> di giorno offre poco. Poi la sera di nuovo ad ammirare l'atmosfera della
> Strip (soprattutto la zona Nord), dinner buffet al Bellagio (fantastico,
> prezzo e qualità del cibo entrambi ottimi). Poi di nuovo al casinò, ma
> questa volta ci lascio 70 dollari. Bilancio comunque positivo.
> Come sistemazione, ci siamo concessi il Signature, dependance del complesso
> MgM. Suite al 37esimo piano, vista parziale sulla Strip e qualunque tipo di
> comfort. Abbiamo preso un pacchetto con sconto di 50 dollari per cenare in
> un ristorante MgM e promo 2x1 per il Cirque. Dopo le prime fatiche dei
> parchi, insomma ci siamo concessi un po' di lusso, ma a prezzi comunque
> accettabili.
>
> Lasciamo Las Vegas ed iniziamo la seconda parte del viaggio, verso Bryce.
> Tappa a Zion, verdeggiante parco che offre suggestivi panorami e facili
> sentieri. Un bus navetta conduce ai vari punti del parco, non raggiungibili
> con propri mezzi. La sera arriviamo a Bryce ma è ormai tardi e decidiamo di
> entrare nel parco direttamente il giorno successivo.
> La sistemazione prenotata è il BW Bryce Grand Hotel. Nella zona ci sonogli
> hotel delle principali catene, sono più o meno tutti simili sia come prezzi
> che come dotazione standard. La sera a cena scegliamo una caratteristica
> Steakhouse del paese ed anche qui, come del resto nei giorni precedenti,
> apprezziamo un'ottima Rib-eye steak.
> Bryce: avevo visto diverse foto e Bryce si presenta davanti ai nostri occhi
> in tutta la sua bellezza. Qualche guglia è ancora imbiancata dalla recente
> neve tardiva. Il sole filtra tra le sculture che compongono questo
> fantastico anfiteatro naturale. Decidiamo di ammirare il parco da vari punti
> di osservazione e di effettuare un percorso all'interno: probabilmente
> sbagliamo la scelta e quello che doveva essere un facile sentiero di poco
> più di un miglio, diventa una passeggiata lunga qualche chilometro e con una
> salita finale che stronca. I tornanti dissestati e le pendenze davvero ardue
> sono fucilate per le nostre gambe. Altri chilometri ci aspettano, questa
> volta in auto, quelli che ci separano da Page. Breve sosta ad ammirare gli
> splendidi panorami che offre la strada in prossimità di Lake Powell. Una
> distesa immensa si allarga davanti a noi, probabilmente uno dei panorami più
> belli del viaggio se non fosse per una centrale elettrica (e per i suoi
> comignoli) che spezzano le armoniose forme del paesaggio.
> Alloggiamo al Curtyard e per cena scegliamo il ristorante a buffet dell'albergo
> "concorrente" a quello in cui alloggiamo, il Ruby's Inn. Buona scelta.
> Il giorno successivo visitiamo l'Antelope Canyon, la cui visita mi fu
> consigliata proprio qui sul ng. I raggi del sole che si insinuano in questo
> canyon sono davvero belli da ammirare e sono un assist anche per il più
> inesperto dei fotografi (me incluso). Per raggiungerlo è necessario
> avvalersi di un'escursione guidata: si viene condotti qui su mezzi piuttosto
> obsoleti, ma assolutamente funzionali all'attraversamento di zone molto
> tortuose e sabbiose (costo 32 dollari). Terminata la visita, si parte subito
> per arrivare in tempo ad ammirare il tramonto nella Monument Valley.
>
> Arriviamo a Kayenta, lasciamo i bagagli in hotel e ci dirigiamo subito verso
> la Monument. Veniamo sorpresi da un vento piuttosto forte che ci nega
> panorami nitidi a causa della sabbia sollevata dalle correnti. Ma una volta
> entrati nel parco, il vento si sgonfia ed il panorama è fantastico. Pare di
> guardare una cartolina. Il percorso è molto accidentato, meglio così:andare
> a passo d'uomo ci consente di ammirare appieno anche dall'auto i colori
> delle rocce al tramonto. La Monument trasmette quiete, la fatica dei tanti
> chilometri alle spalle è dimenticata. Terminato il tour, lasciamo con enorme
> nostalgia questi splendidi "monumenti" e torniamo a Kayenta.
> Alloggiamo all'Hampton Inn, hotel davvero confortevole e dotato di un ottimo
> ristorante all'interno. Personale gentile e disponibilissimo. Comoda la
> piscina per un veloce relax pomeridiano. *Al check out dimenticano di
> addebitarmi la cena della sera prima, faccio presente la cosa e viene
> addirittura a ringraziarmi il direttore per l'onestà. Spendo 110 dollari per
> la camera con colazione e la cena. Un rapporto qualità/prezzo davvero
> eccellente.
>
> Si parte la mattina successiva, ci aspetta la giornata più faticosa del
> tour: il Grand Canyon (South ***) e quasi 600 chilometri fino a Kingman. Il
> Grand Canyon è fantastico, ma la foschia non mi consente di godere appieno
> delle visuali e della reale profondità di queste insenature. Ci fermiamo a
> diversi punti di osservazione: lo specchio visivo è enorme, il fiume non si
> scorge quasi mai, ma è lui il protagonista di questo spettacolo naturale.
> Facciamo qualche breve tratto della camminata, il panorama è da brividi..
> Nel primo pomeriggio è ora di partire, verso Kingman, meta scelta per
> spezzare in due giorni il lungo tragitto che separa Kayenta da Los Angeles.
> A Kingman soggiorniamo al BW Kings Inn & Suites, sistemazione essenziale.
> Anche qui ambiente pulito, personale cordiale e colazione fornita.
> Apprezziamo anche la piccola piscina con vasca idro per concedersi un po'di
> relax dopo le tante ore di auto.
> Kingman è una delle storiche città della Route 66. Alla Mother Road deve
> tutto ed infatti ovunque ci si giri si trovano riferimenti alla Route 66.
> Negli anni passati Kingman era un centro nevralgico sulla 66, pieno di Motel
> e distributori di carburante, ormai divenuti fatiscenti. Le crisi economiche
> hanno colpito Kingman che nel tempo ha visto diminuire la sua importanza
> strategica di via di comunicazione. Ma Kingman rappresenta la vera America,
> quella di città medio piccole, la cui realtà è ben diversa dalle metropoli
> ed in cui i segni della recente crisi economica si fanno evidenti.
>
> Il giorno successivo visitiamo il museo dedicato alla Route 66 (4 dollari
> ben spesi, il museo è piccolo ma fa capire quanto importanza abbia avuto ed
> abbia ancora la Motrher Road nella storia degli Stati Uniti) e lasciamo
> Kingman subito dopo la visita la museo, ci aspettano diverse ore di viaggio
> prima di raggiungere l'ultima tappa del viaggio, Los Angeles. Quando la meta
> sembra ormai alle porte, il navigatore del telefonino ci indica che manca
> ancora più di un'ora: restiamo increduli ma alla fine la tecnologia prevale
> ed arriviamo in hotel ben oltre il tempo stimato. Non bastano le 5-6 corsie
> delle mitiche Highway (quelle che fino ad ora avevo solo visto nelle puntate
> dei CHiPs) per avere la meglio sull'intensissimo traffico. Ma lo sapevamo,
> LA è una città con una estensione impensabile. Sulle cartine tutto sembra
> vicino, la realtà è diversa. Arriviamo in hotel, ma ci restiamo poco,non
> vediamo l'ora di esplorare la città. Passiamo nei luoghi principali che
> visiteremo con più calma il giorno successivo: Hollywood Blvd, Beverly Hills
> e Bel Air. Decidiamo di cenare sulla costa e ci dirigiamo a Malibù: ho già
> il nome di un ottimo ristorante di pesce, vista Oceano Pacifico. E' il
> Moonshadows: la cena migliore del viaggio, piatti squisiti e le onde dell'oceano
> a fare da colonna sonora.
> Il giorno successivo torniamo verso i lidi di LA, prima Malibù, poi Santa
> Monica e la notissima Venice Beach. Noleggiamo una bicicletta (8 dollari all'ora)
> e percorriamo la pista ciclabile in direzione Nord. La morosa nota subitoi
> "mitici" surfisti californiani alla ricerca di onde che però oggi il
> Pacifico non regala. In giro solo turisti affascinati dalle spiagge ed
> americani che si tengono in forma (chi a piedi, chi in bici e chi in
> roller). Ci fermiamo in uno skate park per ammirare le funamboliche
> evoluzione degli skater. Ci colpisce l'abilità di un folletto di 6 anniche
> scorazza tra gli adulti mostrando una classe ammirevole e degna degli
> applausi degli spettatori. Lasciamo le bici e ci concediamo un giretto tra i
> negozi dei dintorni, dove "investo" quel poco che è rimasto dalla vincita di
> Las Vegas.
> Il pomeriggio si va verso la Los Angeles più mondana: indescrivibili nella
> loro opulenza le ville di Beverly Hills: la Lonely Planet dipinge un
> tragitto delle ville di alcuni personaggi famosi, ma non abbiamo intenzione
> di fare questo tour. Anche perché di alcune ville si vede ben poco, tanto
> sono alte le cancellate ed i cespugli che sormontano i recinti. Proseguiamo
> verso l'Hollywood Blvd, passeggiamo sulle famose stelle della Walk of Fame.
> Poi andiamo a vedere i calchi di fronte al Chinese Theatre (Clooney la fada
> padrone tra i turisti).
> Il giorno successivo concludiamo la visita a Los Angeles visitando downtown.
> Ci crea qualche difficoltà la chiusura di alcune strade: scopriamo dopoche
> si sta girando un video musicale della cantante Kylie Minogue. Proseguiamo
> la visita in auto e poi, dopo il check out in hotel, via verso l'aeroporto.
> Consegniamo con dispiacere l'auto, dopo 2.700 miglia in 15 giorni era una
> seconda casa, ci eravamo quasi affezionati a questa Jeep. Si va in aeroporto
> e si torna, a malincuore, a casa.
> A Los Angeles soggiorniamo all'Elan, prima scelta di Trip Advisor. Ottimo
> hotel, ottima posizione ed ottimo servizio. Con 20 dollari in più abbiamo il
> pacchetto comprensivo di parcheggio e di late checkout che ci consente di
> utilizzare la camera fino alle 14, prima di andare in aeroporto. Camera
> accogliente, personale molto cordiale. Unica pecca la colazione, non proprio
> variegata. Comoda la postazione internet gratuita che ci consente di fareil
> check-in online del volo e di stampare le carte di imbarco prima di andare
> in aeroporto.
> Chiudo la recensione (immagino estenuante per chi ha avuto la voglia ed il
> coraggio di leggerla tutta) con qualche consiglio che può essere utile a chi
> sta valutando di fare un giro in alcuni dei luoghi che ho visitato.
> Il noleggio dell'auto in California è molto conveniente, niente supplementi
> per il drop off e per l'aggiunta di guidatori. Quasi tutti gli hotel sono
> dotati di Wi-Fi, molto comodo per cercare info utili per il viaggio e per
> chiamare casa/ufficio utilizzando Skype o simili, con ovvi risparmi di
> costi. Senz'altro conveniente il pass annuale per i parchi se ne visitate
> diversi. Conveniente anche il Pass per i trasporti a San Francisco o il City
> Pass se si visitano alcune delle attrazioni comprese nel pacchetto. Spesa
> totale del viaggio di circa 2.500 euro a persona (tutto compreso,
> considerando divisi per 4 persone i costi di auto e carburante). Se ci sono
> informazioni utili o chiarimenti che posso fornire, basta chiedere in
> risposta a questo post.
> Grazie per l'attenzione e scusate per la prolissità.
>
> Manu[/color]


Bella recensione ed interessantissimo il tuo viaggio. Pero' devo
farti notare che In California c'e' una citta' che si chiama San
Francisco. Frisco non esiste. Siamo molto orgogliosi della nostra
citta' e delle origini del suo nome (specialmente quelli che tra noi
sono amanti degli animali). Per favore non storpiatelo.

[url]http://www.journalism.sfsu.edu/www/pubs/gater/fall97/sept11/Frisco.html[/url]

[url]http://www.friscovista.com/news/2006/12/03/dont-call-it-frisco/[/url]

gfc
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  #7  
Vecchio 13-05-2010, 07.10.00
gfc
 
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Predefinito Re: Stati Uniti - West Coast e parchi

On May 12, 3:22*pm, "Manu" <n...@m.please> wrote:[color=blue]
> Scrivo una lunga e dettagliata recensione del mio recente viaggio nel
> SudOvest degli Stati Uniti. Ringrazio quanti mi hanno fornito direttamente o
> indirettamente qui sul ng informazioni utili per il viaggio.
> Mi auguro che le info contenute in questa recensione possano essere
> altrettanto utili per futuri viaggiatori. Abbiamo acquistato/prenotato tutto
> in rete, volo (BA), noleggio (Hertz), hotel, escursioni ed assicurazione
> (e-mondial): per gli hotel ci siamo fidati di TripAdvisor e alla fine siamo
> stati molto soddisfatti delle scelte fatte (in ogni step della recensione
> dedicherò qualche parola alla sistemazione). Le principali tappe del nostro
> tour sono state nell'ordine: San Francisco, Yosemite, Sequoia, Death Valley,
> Las Vegas, Bryce Canyon, Monument Valley, Grand Canyon e Los Angeles. 15
> giorni di vacanza e più di 4.000 km percorsi in auto.
> San Francisco: prima città meta del nostro tour. Decidiamo di non noleggiare
> la macchina all'arrivo a Frisco: parcheggi troppo cari e la città si visita
> tranquillamente con i mezzi pubblici. Soggiorniamo a Fisherman's Wharf,
> riteniamo che la posizione sia favorevole per visitare al meglio la città
> nei soli due giorni che abbiamo a disposizione. Arriviamo nel tardo
> pomeriggio, giusto in tempo per vedere il tramonto sulla baia, accarezzati
> (o meglio schiaffeggiati!) dalla brezza che ci fa capire che useremo presto
> le felpe che abbiamo portato con noi in valigia. Il giorno seguente, vittime
> ancora del jet lag, iniziamo la scoperta della città: passeggiata versoil
> Golden Gate, qualche foto di rito e poi passeggiata lungo l'Embarcadero. Una
> serie di "pier" si snoda davanti a noi: decidiamo di andare fino al Pier 1,
> per visitare Farmer's Market. In breve capiamo che la cartina inganna sulle
> distanze, quei pochi centimetri sulla mappa si trasformano in chilometri di
> asfalto sotto i nostri piedi. Durante la passeggiata, ci fermiamo al Pier
> 39, divenuto casa di decine di leoni marini in posa per la foto dei turisti.
> Qualche veloce giro nei negozietti e poi, dopo aver raggiunto Farmer's
> Market, si va con i mezzi pubblici verso i quartieri più centrali. Muoversi
> con i mezzi pubblici a Frisco è davvero semplice: si può raggiungere
> qualunque punto della città, anche se, i tempi di spostamento non sono
> proprio velocissimi. Utilizziamo i Cable Car ed i tram (provenienti da varie
> città del mondo, tra cui Milano). La città mostra da subito le sue
> caratteristiche strade con accentuati saliscendi, scomode per chi le deve
> risalire a piedi ma con panorami davvero suggestivi sulla baia. Per non
> farci mancare nulla, ci imbattiamo anche in un arresto da parte di due
> poliziotti in borghese alla nostra fermata del tram. Il giorno dopo
> partecipiamo all'escursione pianificata per Alcatraz: se ne vanno 3 ore
> buone in cui visitiamo l'isola ed i luoghi di detenzione, davvero
> inquietanti nella loro ridotta dimensione e luminosità. Tornati sulla terra
> ferma, decidiamo di visitare la California Academy of Sciences. Apprezziamo
> da subito gli ambienti di questa struttura e le numerose specie esposte:
> purtroppo è chiuso il planetario, riservato ad un evento non aperto al
> pubblico. Nonostante questo, siamo molto soddisfatti della visita. Il nostro
> soggiorno a Frisco volge al termine e decidiamo di tornare verso i quartieri
> centrali per una visita a Castro, dove ci fermiamo per cena (ristorante
> Catch, valida scelta).
> Riguardo all'alloggio, abbiamo soggiornato all'Argonaut Hotel. Stanze pulite
> e confortevoli, personale cordiale e piccola colazione compresa nel prezzo.
> Peccato che la nostra stanza abbia la vista sul cortile interno e non sulla
> baia.
> Yosemite: noleggiamo la macchina a Frisco, presso l'agenzia Hertz a 300 mt
> dall'hotel. Prenotazione e pagamento già effettuati prima della partenza, ci
> viene dato un comodo SUV che consente di stivare l'ingente mole di bagagli
> che abbiamo con noi. In qualche ora raggiungiamo il parco, il clima è
> decisamente più fresco di Frisco e ci accoglie anche qualche fiocco di neve.
> Acquistiamo il pass annuale per i parchi ed ammiriamo le fantastiche
> Bridalveil Fall e le altre cascate del parco. Facciamo qualche breve
> sentiero da cui si scorgono le splendide cime montuose della Sierra mentre
> vengono imbiancate.
> Soggiorniamo all'hotel Yosemite View Lodge. Economica sistemazione, niente
> fronzoli, molto essenziale, ma comoda per l'accesso al parco in quanto a
> pochi km dall'ingresso.
>
> Sequoia: dopo il proseguimento della visita allo Yosemite verso il Mirror
> Lake (questa volta sotto un piacevole sole, ma con la temperatura intorno
> allo zero...), partiamo alla volta del Sequoia. Dopo alcune centinaia di
> chilometri, sulla salita che porta verso l'ingresso del parco, ci accoglie
> una bufera di neve.
> Diverse auto sono costrette a desistere ed a tornare indietro. Noi non
> vogliamo correre rischi, torniamo indietro e ci fermiamo per acquistare le
> catene ma al negozio ci dicono di averle finite e ci invitano a tentare la
> risalita perchè con le 4WD dovremmo farcela. In effetti la nostra Jeep si
> arrampica tra i tornanti sul manto nevoso, i mezzi spalano la strada ma la
> salita è dura. Arriviamo al bivio per il nostro hotel e troviamo la strada
> chiusa. I ranger ci dicono che non verrà riaperta prima del giorno seguente:
> c'è troppa neve, niente rischi. Cerchiamo una sistemazione alternativa ed
> abbiamo la fortuna di trovarla al primo tentativo. Il giorno successivo
> visitiamo il parco di Sequoia, dove questi alberi giganti troneggiano
> avvolti dal manto bianco della neve caduta. Dormiamo al The John Muir Lodge,
> anche qui valgono le stesse considerazioni per l'hotel di Yosemite: hotel
> essenziale e pulito, con un bel salone comune dotato di divani e caminetti
> dove conversare con gli altri ospiti del lodge (dato il clima, qualunque
> sistemazione al caldo sarebbe stata comunque ben accetta). Nel frattempo
> chiamo l'altro hotel, quello già prenotato e pagato, il Wuksachi Lodge.
> Faccio presente il problema, inizialmente a loro la strada non risulta
> chiusa. Insisto circa l'impossibilità di raggiungerli: mi propongono uno
> spostamento del soggiorno ma ovviamente a me non interessa, il tour è già
> tutto pianificato. Dopo qualche minuto di conversazione telefonica, mi viene
> riconosciuto il risarcimento dell'importo pagato. Comportamento corretto e
> comprensivo che voglio segnalare.
>
> Death Valley: ci arriviamo nel tardo pomeriggio. Lasciamo i -5 gradi del
> Sequoia e partiamo per uno dei trasferimenti più lunghi. Gli ultimi 200km
> sono interminabili, lunghi serpentoni di strade si distendono davanti a noi.
> Il poco traffico mette voglia di spingere sull'acceleratore ma l'occhiatadi
> un poliziotto a bordo di una pattuglia ci ricorda che è meglio settare il
> cruise control dell'auto senza andare oltre al limite. Il sole ci accompagna
> all'interno della valle, il paesaggio inizia ad essere lunare, i segni di
> vita diminuiscono via via che ci si addentra e la neve della mattina al
> Sequoia è già un ricordo. Allo Stovepipe Village, meta della tappa, ci
> attendono 30 gradi ed un tramonto fantastico visto dalle vicine "Sand Dunes".
> Indescrivibili i colori delle pareti montuose che disegnano la valle. Il
> giorno successivo visitiamo Badwater, la depressione più bassa sotto il
> livello del mare dell'emisfero occidentale, una distesa di residui salini..
> Poi saliamo ai vari punti di osservazione sulla valle: tra tutti, Dante's
> View e Zabriskie Point. Da qui si capisce meglio la vastità e la bellezza di
> questa valle, la strada è solo un filo in mezzo al nulla. Il clima è caldo
> ma piacevole: è ancora presto per le temperature infernali che rendono
> torrida la valle nei mesi estivi. Dopo pranzo si riparte alla volta di Las
> Vegas.
> Nella Death Valley abbiamo scelto come alloggio lo Stovepipe Wells Village:
> sistemazione curata ed un pratico ristorante non proprio economico, ma
> considerando che si è in mezzo al nulla, più che accettabile. Di sera, il
> buio della Valle ci regala una vista spettacolare del cielo stellato.
>
> Las Vegas: arriviamo nel tardo pomeriggio, è sabato e Las Vegas inizia ad
> affollarsi. C'è molto traffico, ma la posizione dell'hotel ad inizio della
> Strip ci aiuta ad evitare gran parte delle code. Decidiamo di andare a
> vedere il KA', uno dei diversi spettacoli del Cirque du Soleil, ottima
> scelta. Cena veloce in uno dei tanti ristoranti del MGM (avevamo un buonoda
> 50 dollari, incluso nel pacchetto) e poi via a passeggio lungo la Strip.
> Luci, musica e gente ovunque. Ci si fa strada a fatica, ammiriamo l'ormai
> consueto spettacolo delle fontane del Bellagio e tutti gli altri hotel che
> illuminano la zona sud della Strip. Con diversi chilometri sul groppone
> decidiamo di tornare in hotel e di lasciare la visita alla parte Nord della
> Strip al giorno successivo. Prima di rincasare però mi faccio una puntatina
> al casinò: dopo un'oretta, me ne torno con 400 dollari di vincita (il poker
> non tradisce! :-) ). Vado a letto, ma so già che di quella vincita resterà
> ben poco: la valigia ha ancora spazio, non avrò difficoltà a spenderli in
> uno degli outlet della città. Mattinata successiva di shopping quindi: Vegas
> di giorno offre poco. Poi la sera di nuovo ad ammirare l'atmosfera della
> Strip (soprattutto la zona Nord), dinner buffet al Bellagio (fantastico,
> prezzo e qualità del cibo entrambi ottimi). Poi di nuovo al casinò, ma
> questa volta ci lascio 70 dollari. Bilancio comunque positivo.
> Come sistemazione, ci siamo concessi il Signature, dependance del complesso
> MgM. Suite al 37esimo piano, vista parziale sulla Strip e qualunque tipo di
> comfort. Abbiamo preso un pacchetto con sconto di 50 dollari per cenare in
> un ristorante MgM e promo 2x1 per il Cirque. Dopo le prime fatiche dei
> parchi, insomma ci siamo concessi un po' di lusso, ma a prezzi comunque
> accettabili.
>
> Lasciamo Las Vegas ed iniziamo la seconda parte del viaggio, verso Bryce.
> Tappa a Zion, verdeggiante parco che offre suggestivi panorami e facili
> sentieri. Un bus navetta conduce ai vari punti del parco, non raggiungibili
> con propri mezzi. La sera arriviamo a Bryce ma è ormai tardi e decidiamo di
> entrare nel parco direttamente il giorno successivo.
> La sistemazione prenotata è il BW Bryce Grand Hotel. Nella zona ci sonogli
> hotel delle principali catene, sono più o meno tutti simili sia come prezzi
> che come dotazione standard. La sera a cena scegliamo una caratteristica
> Steakhouse del paese ed anche qui, come del resto nei giorni precedenti,
> apprezziamo un'ottima Rib-eye steak.
> Bryce: avevo visto diverse foto e Bryce si presenta davanti ai nostri occhi
> in tutta la sua bellezza. Qualche guglia è ancora imbiancata dalla recente
> neve tardiva. Il sole filtra tra le sculture che compongono questo
> fantastico anfiteatro naturale. Decidiamo di ammirare il parco da vari punti
> di osservazione e di effettuare un percorso all'interno: probabilmente
> sbagliamo la scelta e quello che doveva essere un facile sentiero di poco
> più di un miglio, diventa una passeggiata lunga qualche chilometro e con una
> salita finale che stronca. I tornanti dissestati e le pendenze davvero ardue
> sono fucilate per le nostre gambe. Altri chilometri ci aspettano, questa
> volta in auto, quelli che ci separano da Page. Breve sosta ad ammirare gli
> splendidi panorami che offre la strada in prossimità di Lake Powell. Una
> distesa immensa si allarga davanti a noi, probabilmente uno dei panorami più
> belli del viaggio se non fosse per una centrale elettrica (e per i suoi
> comignoli) che spezzano le armoniose forme del paesaggio.
> Alloggiamo al Curtyard e per cena scegliamo il ristorante a buffet dell'albergo
> "concorrente" a quello in cui alloggiamo, il Ruby's Inn. Buona scelta.
> Il giorno successivo visitiamo l'Antelope Canyon, la cui visita mi fu
> consigliata proprio qui sul ng. I raggi del sole che si insinuano in questo
> canyon sono davvero belli da ammirare e sono un assist anche per il più
> inesperto dei fotografi (me incluso). Per raggiungerlo è necessario
> avvalersi di un'escursione guidata: si viene condotti qui su mezzi piuttosto
> obsoleti, ma assolutamente funzionali all'attraversamento di zone molto
> tortuose e sabbiose (costo 32 dollari). Terminata la visita, si parte subito
> per arrivare in tempo ad ammirare il tramonto nella Monument Valley.
>
> Arriviamo a Kayenta, lasciamo i bagagli in hotel e ci dirigiamo subito verso
> la Monument. Veniamo sorpresi da un vento piuttosto forte che ci nega
> panorami nitidi a causa della sabbia sollevata dalle correnti. Ma una volta
> entrati nel parco, il vento si sgonfia ed il panorama è fantastico. Pare di
> guardare una cartolina. Il percorso è molto accidentato, meglio così:andare
> a passo d'uomo ci consente di ammirare appieno anche dall'auto i colori
> delle rocce al tramonto. La Monument trasmette quiete, la fatica dei tanti
> chilometri alle spalle è dimenticata. Terminato il tour, lasciamo con enorme
> nostalgia questi splendidi "monumenti" e torniamo a Kayenta.
> Alloggiamo all'Hampton Inn, hotel davvero confortevole e dotato di un ottimo
> ristorante all'interno. Personale gentile e disponibilissimo. Comoda la
> piscina per un veloce relax pomeridiano. *Al check out dimenticano di
> addebitarmi la cena della sera prima, faccio presente la cosa e viene
> addirittura a ringraziarmi il direttore per l'onestà. Spendo 110 dollari per
> la camera con colazione e la cena. Un rapporto qualità/prezzo davvero
> eccellente.
>
> Si parte la mattina successiva, ci aspetta la giornata più faticosa del
> tour: il Grand Canyon (South ***) e quasi 600 chilometri fino a Kingman. Il
> Grand Canyon è fantastico, ma la foschia non mi consente di godere appieno
> delle visuali e della reale profondità di queste insenature. Ci fermiamo a
> diversi punti di osservazione: lo specchio visivo è enorme, il fiume non si
> scorge quasi mai, ma è lui il protagonista di questo spettacolo naturale.
> Facciamo qualche breve tratto della camminata, il panorama è da brividi..
> Nel primo pomeriggio è ora di partire, verso Kingman, meta scelta per
> spezzare in due giorni il lungo tragitto che separa Kayenta da Los Angeles.
> A Kingman soggiorniamo al BW Kings Inn & Suites, sistemazione essenziale.
> Anche qui ambiente pulito, personale cordiale e colazione fornita.
> Apprezziamo anche la piccola piscina con vasca idro per concedersi un po'di
> relax dopo le tante ore di auto.
> Kingman è una delle storiche città della Route 66. Alla Mother Road deve
> tutto ed infatti ovunque ci si giri si trovano riferimenti alla Route 66.
> Negli anni passati Kingman era un centro nevralgico sulla 66, pieno di Motel
> e distributori di carburante, ormai divenuti fatiscenti. Le crisi economiche
> hanno colpito Kingman che nel tempo ha visto diminuire la sua importanza
> strategica di via di comunicazione. Ma Kingman rappresenta la vera America,
> quella di città medio piccole, la cui realtà è ben diversa dalle metropoli
> ed in cui i segni della recente crisi economica si fanno evidenti.
>
> Il giorno successivo visitiamo il museo dedicato alla Route 66 (4 dollari
> ben spesi, il museo è piccolo ma fa capire quanto importanza abbia avuto ed
> abbia ancora la Motrher Road nella storia degli Stati Uniti) e lasciamo
> Kingman subito dopo la visita la museo, ci aspettano diverse ore di viaggio
> prima di raggiungere l'ultima tappa del viaggio, Los Angeles. Quando la meta
> sembra ormai alle porte, il navigatore del telefonino ci indica che manca
> ancora più di un'ora: restiamo increduli ma alla fine la tecnologia prevale
> ed arriviamo in hotel ben oltre il tempo stimato. Non bastano le 5-6 corsie
> delle mitiche Highway (quelle che fino ad ora avevo solo visto nelle puntate
> dei CHiPs) per avere la meglio sull'intensissimo traffico. Ma lo sapevamo,
> LA è una città con una estensione impensabile. Sulle cartine tutto sembra
> vicino, la realtà è diversa. Arriviamo in hotel, ma ci restiamo poco,non
> vediamo l'ora di esplorare la città. Passiamo nei luoghi principali che
> visiteremo con più calma il giorno successivo: Hollywood Blvd, Beverly Hills
> e Bel Air. Decidiamo di cenare sulla costa e ci dirigiamo a Malibù: ho già
> il nome di un ottimo ristorante di pesce, vista Oceano Pacifico. E' il
> Moonshadows: la cena migliore del viaggio, piatti squisiti e le onde dell'oceano
> a fare da colonna sonora.
> Il giorno successivo torniamo verso i lidi di LA, prima Malibù, poi Santa
> Monica e la notissima Venice Beach. Noleggiamo una bicicletta (8 dollari all'ora)
> e percorriamo la pista ciclabile in direzione Nord. La morosa nota subitoi
> "mitici" surfisti californiani alla ricerca di onde che però oggi il
> Pacifico non regala. In giro solo turisti affascinati dalle spiagge ed
> americani che si tengono in forma (chi a piedi, chi in bici e chi in
> roller). Ci fermiamo in uno skate park per ammirare le funamboliche
> evoluzione degli skater. Ci colpisce l'abilità di un folletto di 6 anniche
> scorazza tra gli adulti mostrando una classe ammirevole e degna degli
> applausi degli spettatori. Lasciamo le bici e ci concediamo un giretto tra i
> negozi dei dintorni, dove "investo" quel poco che è rimasto dalla vincita di
> Las Vegas.
> Il pomeriggio si va verso la Los Angeles più mondana: indescrivibili nella
> loro opulenza le ville di Beverly Hills: la Lonely Planet dipinge un
> tragitto delle ville di alcuni personaggi famosi, ma non abbiamo intenzione
> di fare questo tour. Anche perché di alcune ville si vede ben poco, tanto
> sono alte le cancellate ed i cespugli che sormontano i recinti. Proseguiamo
> verso l'Hollywood Blvd, passeggiamo sulle famose stelle della Walk of Fame.
> Poi andiamo a vedere i calchi di fronte al Chinese Theatre (Clooney la fada
> padrone tra i turisti).
> Il giorno successivo concludiamo la visita a Los Angeles visitando downtown.
> Ci crea qualche difficoltà la chiusura di alcune strade: scopriamo dopoche
> si sta girando un video musicale della cantante Kylie Minogue. Proseguiamo
> la visita in auto e poi, dopo il check out in hotel, via verso l'aeroporto.
> Consegniamo con dispiacere l'auto, dopo 2.700 miglia in 15 giorni era una
> seconda casa, ci eravamo quasi affezionati a questa Jeep. Si va in aeroporto
> e si torna, a malincuore, a casa.
> A Los Angeles soggiorniamo all'Elan, prima scelta di Trip Advisor. Ottimo
> hotel, ottima posizione ed ottimo servizio. Con 20 dollari in più abbiamo il
> pacchetto comprensivo di parcheggio e di late checkout che ci consente di
> utilizzare la camera fino alle 14, prima di andare in aeroporto. Camera
> accogliente, personale molto cordiale. Unica pecca la colazione, non proprio
> variegata. Comoda la postazione internet gratuita che ci consente di fareil
> check-in online del volo e di stampare le carte di imbarco prima di andare
> in aeroporto.
> Chiudo la recensione (immagino estenuante per chi ha avuto la voglia ed il
> coraggio di leggerla tutta) con qualche consiglio che può essere utile a chi
> sta valutando di fare un giro in alcuni dei luoghi che ho visitato.
> Il noleggio dell'auto in California è molto conveniente, niente supplementi
> per il drop off e per l'aggiunta di guidatori. Quasi tutti gli hotel sono
> dotati di Wi-Fi, molto comodo per cercare info utili per il viaggio e per
> chiamare casa/ufficio utilizzando Skype o simili, con ovvi risparmi di
> costi. Senz'altro conveniente il pass annuale per i parchi se ne visitate
> diversi. Conveniente anche il Pass per i trasporti a San Francisco o il City
> Pass se si visitano alcune delle attrazioni comprese nel pacchetto. Spesa
> totale del viaggio di circa 2.500 euro a persona (tutto compreso,
> considerando divisi per 4 persone i costi di auto e carburante). Se ci sono
> informazioni utili o chiarimenti che posso fornire, basta chiedere in
> risposta a questo post.
> Grazie per l'attenzione e scusate per la prolissità.
>
> Manu[/color]


Bella recensione ed interessantissimo il tuo viaggio. Pero' devo
farti notare che In California c'e' una citta' che si chiama San
Francisco. Frisco non esiste. Siamo molto orgogliosi della nostra
citta' e delle origini del suo nome (specialmente quelli che tra noi
sono amanti degli animali). Per favore non storpiatelo.

[url]http://www.journalism.sfsu.edu/www/pubs/gater/fall97/sept11/Frisco.html[/url]

[url]http://www.friscovista.com/news/2006/12/03/dont-call-it-frisco/[/url]

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Vecchio 13-05-2010, 07.10.00
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Predefinito Re: Stati Uniti - West Coast e parchi

On May 12, 3:22*pm, "Manu" <n...@m.please> wrote:[color=blue]
> Scrivo una lunga e dettagliata recensione del mio recente viaggio nel
> SudOvest degli Stati Uniti. Ringrazio quanti mi hanno fornito direttamente o
> indirettamente qui sul ng informazioni utili per il viaggio.
> Mi auguro che le info contenute in questa recensione possano essere
> altrettanto utili per futuri viaggiatori. Abbiamo acquistato/prenotato tutto
> in rete, volo (BA), noleggio (Hertz), hotel, escursioni ed assicurazione
> (e-mondial): per gli hotel ci siamo fidati di TripAdvisor e alla fine siamo
> stati molto soddisfatti delle scelte fatte (in ogni step della recensione
> dedicherò qualche parola alla sistemazione). Le principali tappe del nostro
> tour sono state nell'ordine: San Francisco, Yosemite, Sequoia, Death Valley,
> Las Vegas, Bryce Canyon, Monument Valley, Grand Canyon e Los Angeles. 15
> giorni di vacanza e più di 4.000 km percorsi in auto.
> San Francisco: prima città meta del nostro tour. Decidiamo di non noleggiare
> la macchina all'arrivo a Frisco: parcheggi troppo cari e la città si visita
> tranquillamente con i mezzi pubblici. Soggiorniamo a Fisherman's Wharf,
> riteniamo che la posizione sia favorevole per visitare al meglio la città
> nei soli due giorni che abbiamo a disposizione. Arriviamo nel tardo
> pomeriggio, giusto in tempo per vedere il tramonto sulla baia, accarezzati
> (o meglio schiaffeggiati!) dalla brezza che ci fa capire che useremo presto
> le felpe che abbiamo portato con noi in valigia. Il giorno seguente, vittime
> ancora del jet lag, iniziamo la scoperta della città: passeggiata versoil
> Golden Gate, qualche foto di rito e poi passeggiata lungo l'Embarcadero. Una
> serie di "pier" si snoda davanti a noi: decidiamo di andare fino al Pier 1,
> per visitare Farmer's Market. In breve capiamo che la cartina inganna sulle
> distanze, quei pochi centimetri sulla mappa si trasformano in chilometri di
> asfalto sotto i nostri piedi. Durante la passeggiata, ci fermiamo al Pier
> 39, divenuto casa di decine di leoni marini in posa per la foto dei turisti.
> Qualche veloce giro nei negozietti e poi, dopo aver raggiunto Farmer's
> Market, si va con i mezzi pubblici verso i quartieri più centrali. Muoversi
> con i mezzi pubblici a Frisco è davvero semplice: si può raggiungere
> qualunque punto della città, anche se, i tempi di spostamento non sono
> proprio velocissimi. Utilizziamo i Cable Car ed i tram (provenienti da varie
> città del mondo, tra cui Milano). La città mostra da subito le sue
> caratteristiche strade con accentuati saliscendi, scomode per chi le deve
> risalire a piedi ma con panorami davvero suggestivi sulla baia. Per non
> farci mancare nulla, ci imbattiamo anche in un arresto da parte di due
> poliziotti in borghese alla nostra fermata del tram. Il giorno dopo
> partecipiamo all'escursione pianificata per Alcatraz: se ne vanno 3 ore
> buone in cui visitiamo l'isola ed i luoghi di detenzione, davvero
> inquietanti nella loro ridotta dimensione e luminosità. Tornati sulla terra
> ferma, decidiamo di visitare la California Academy of Sciences. Apprezziamo
> da subito gli ambienti di questa struttura e le numerose specie esposte:
> purtroppo è chiuso il planetario, riservato ad un evento non aperto al
> pubblico. Nonostante questo, siamo molto soddisfatti della visita. Il nostro
> soggiorno a Frisco volge al termine e decidiamo di tornare verso i quartieri
> centrali per una visita a Castro, dove ci fermiamo per cena (ristorante
> Catch, valida scelta).
> Riguardo all'alloggio, abbiamo soggiornato all'Argonaut Hotel. Stanze pulite
> e confortevoli, personale cordiale e piccola colazione compresa nel prezzo.
> Peccato che la nostra stanza abbia la vista sul cortile interno e non sulla
> baia.
> Yosemite: noleggiamo la macchina a Frisco, presso l'agenzia Hertz a 300 mt
> dall'hotel. Prenotazione e pagamento già effettuati prima della partenza, ci
> viene dato un comodo SUV che consente di stivare l'ingente mole di bagagli
> che abbiamo con noi. In qualche ora raggiungiamo il parco, il clima è
> decisamente più fresco di Frisco e ci accoglie anche qualche fiocco di neve.
> Acquistiamo il pass annuale per i parchi ed ammiriamo le fantastiche
> Bridalveil Fall e le altre cascate del parco. Facciamo qualche breve
> sentiero da cui si scorgono le splendide cime montuose della Sierra mentre
> vengono imbiancate.
> Soggiorniamo all'hotel Yosemite View Lodge. Economica sistemazione, niente
> fronzoli, molto essenziale, ma comoda per l'accesso al parco in quanto a
> pochi km dall'ingresso.
>
> Sequoia: dopo il proseguimento della visita allo Yosemite verso il Mirror
> Lake (questa volta sotto un piacevole sole, ma con la temperatura intorno
> allo zero...), partiamo alla volta del Sequoia. Dopo alcune centinaia di
> chilometri, sulla salita che porta verso l'ingresso del parco, ci accoglie
> una bufera di neve.
> Diverse auto sono costrette a desistere ed a tornare indietro. Noi non
> vogliamo correre rischi, torniamo indietro e ci fermiamo per acquistare le
> catene ma al negozio ci dicono di averle finite e ci invitano a tentare la
> risalita perchè con le 4WD dovremmo farcela. In effetti la nostra Jeep si
> arrampica tra i tornanti sul manto nevoso, i mezzi spalano la strada ma la
> salita è dura. Arriviamo al bivio per il nostro hotel e troviamo la strada
> chiusa. I ranger ci dicono che non verrà riaperta prima del giorno seguente:
> c'è troppa neve, niente rischi. Cerchiamo una sistemazione alternativa ed
> abbiamo la fortuna di trovarla al primo tentativo. Il giorno successivo
> visitiamo il parco di Sequoia, dove questi alberi giganti troneggiano
> avvolti dal manto bianco della neve caduta. Dormiamo al The John Muir Lodge,
> anche qui valgono le stesse considerazioni per l'hotel di Yosemite: hotel
> essenziale e pulito, con un bel salone comune dotato di divani e caminetti
> dove conversare con gli altri ospiti del lodge (dato il clima, qualunque
> sistemazione al caldo sarebbe stata comunque ben accetta). Nel frattempo
> chiamo l'altro hotel, quello già prenotato e pagato, il Wuksachi Lodge.
> Faccio presente il problema, inizialmente a loro la strada non risulta
> chiusa. Insisto circa l'impossibilità di raggiungerli: mi propongono uno
> spostamento del soggiorno ma ovviamente a me non interessa, il tour è già
> tutto pianificato. Dopo qualche minuto di conversazione telefonica, mi viene
> riconosciuto il risarcimento dell'importo pagato. Comportamento corretto e
> comprensivo che voglio segnalare.
>
> Death Valley: ci arriviamo nel tardo pomeriggio. Lasciamo i -5 gradi del
> Sequoia e partiamo per uno dei trasferimenti più lunghi. Gli ultimi 200km
> sono interminabili, lunghi serpentoni di strade si distendono davanti a noi.
> Il poco traffico mette voglia di spingere sull'acceleratore ma l'occhiatadi
> un poliziotto a bordo di una pattuglia ci ricorda che è meglio settare il
> cruise control dell'auto senza andare oltre al limite. Il sole ci accompagna
> all'interno della valle, il paesaggio inizia ad essere lunare, i segni di
> vita diminuiscono via via che ci si addentra e la neve della mattina al
> Sequoia è già un ricordo. Allo Stovepipe Village, meta della tappa, ci
> attendono 30 gradi ed un tramonto fantastico visto dalle vicine "Sand Dunes".
> Indescrivibili i colori delle pareti montuose che disegnano la valle. Il
> giorno successivo visitiamo Badwater, la depressione più bassa sotto il
> livello del mare dell'emisfero occidentale, una distesa di residui salini..
> Poi saliamo ai vari punti di osservazione sulla valle: tra tutti, Dante's
> View e Zabriskie Point. Da qui si capisce meglio la vastità e la bellezza di
> questa valle, la strada è solo un filo in mezzo al nulla. Il clima è caldo
> ma piacevole: è ancora presto per le temperature infernali che rendono
> torrida la valle nei mesi estivi. Dopo pranzo si riparte alla volta di Las
> Vegas.
> Nella Death Valley abbiamo scelto come alloggio lo Stovepipe Wells Village:
> sistemazione curata ed un pratico ristorante non proprio economico, ma
> considerando che si è in mezzo al nulla, più che accettabile. Di sera, il
> buio della Valle ci regala una vista spettacolare del cielo stellato.
>
> Las Vegas: arriviamo nel tardo pomeriggio, è sabato e Las Vegas inizia ad
> affollarsi. C'è molto traffico, ma la posizione dell'hotel ad inizio della
> Strip ci aiuta ad evitare gran parte delle code. Decidiamo di andare a
> vedere il KA', uno dei diversi spettacoli del Cirque du Soleil, ottima
> scelta. Cena veloce in uno dei tanti ristoranti del MGM (avevamo un buonoda
> 50 dollari, incluso nel pacchetto) e poi via a passeggio lungo la Strip.
> Luci, musica e gente ovunque. Ci si fa strada a fatica, ammiriamo l'ormai
> consueto spettacolo delle fontane del Bellagio e tutti gli altri hotel che
> illuminano la zona sud della Strip. Con diversi chilometri sul groppone
> decidiamo di tornare in hotel e di lasciare la visita alla parte Nord della
> Strip al giorno successivo. Prima di rincasare però mi faccio una puntatina
> al casinò: dopo un'oretta, me ne torno con 400 dollari di vincita (il poker
> non tradisce! :-) ). Vado a letto, ma so già che di quella vincita resterà
> ben poco: la valigia ha ancora spazio, non avrò difficoltà a spenderli in
> uno degli outlet della città. Mattinata successiva di shopping quindi: Vegas
> di giorno offre poco. Poi la sera di nuovo ad ammirare l'atmosfera della
> Strip (soprattutto la zona Nord), dinner buffet al Bellagio (fantastico,
> prezzo e qualità del cibo entrambi ottimi). Poi di nuovo al casinò, ma
> questa volta ci lascio 70 dollari. Bilancio comunque positivo.
> Come sistemazione, ci siamo concessi il Signature, dependance del complesso
> MgM. Suite al 37esimo piano, vista parziale sulla Strip e qualunque tipo di
> comfort. Abbiamo preso un pacchetto con sconto di 50 dollari per cenare in
> un ristorante MgM e promo 2x1 per il Cirque. Dopo le prime fatiche dei
> parchi, insomma ci siamo concessi un po' di lusso, ma a prezzi comunque
> accettabili.
>
> Lasciamo Las Vegas ed iniziamo la seconda parte del viaggio, verso Bryce.
> Tappa a Zion, verdeggiante parco che offre suggestivi panorami e facili
> sentieri. Un bus navetta conduce ai vari punti del parco, non raggiungibili
> con propri mezzi. La sera arriviamo a Bryce ma è ormai tardi e decidiamo di
> entrare nel parco direttamente il giorno successivo.
> La sistemazione prenotata è il BW Bryce Grand Hotel. Nella zona ci sonogli
> hotel delle principali catene, sono più o meno tutti simili sia come prezzi
> che come dotazione standard. La sera a cena scegliamo una caratteristica
> Steakhouse del paese ed anche qui, come del resto nei giorni precedenti,
> apprezziamo un'ottima Rib-eye steak.
> Bryce: avevo visto diverse foto e Bryce si presenta davanti ai nostri occhi
> in tutta la sua bellezza. Qualche guglia è ancora imbiancata dalla recente
> neve tardiva. Il sole filtra tra le sculture che compongono questo
> fantastico anfiteatro naturale. Decidiamo di ammirare il parco da vari punti
> di osservazione e di effettuare un percorso all'interno: probabilmente
> sbagliamo la scelta e quello che doveva essere un facile sentiero di poco
> più di un miglio, diventa una passeggiata lunga qualche chilometro e con una
> salita finale che stronca. I tornanti dissestati e le pendenze davvero ardue
> sono fucilate per le nostre gambe. Altri chilometri ci aspettano, questa
> volta in auto, quelli che ci separano da Page. Breve sosta ad ammirare gli
> splendidi panorami che offre la strada in prossimità di Lake Powell. Una
> distesa immensa si allarga davanti a noi, probabilmente uno dei panorami più
> belli del viaggio se non fosse per una centrale elettrica (e per i suoi
> comignoli) che spezzano le armoniose forme del paesaggio.
> Alloggiamo al Curtyard e per cena scegliamo il ristorante a buffet dell'albergo
> "concorrente" a quello in cui alloggiamo, il Ruby's Inn. Buona scelta.
> Il giorno successivo visitiamo l'Antelope Canyon, la cui visita mi fu
> consigliata proprio qui sul ng. I raggi del sole che si insinuano in questo
> canyon sono davvero belli da ammirare e sono un assist anche per il più
> inesperto dei fotografi (me incluso). Per raggiungerlo è necessario
> avvalersi di un'escursione guidata: si viene condotti qui su mezzi piuttosto
> obsoleti, ma assolutamente funzionali all'attraversamento di zone molto
> tortuose e sabbiose (costo 32 dollari). Terminata la visita, si parte subito
> per arrivare in tempo ad ammirare il tramonto nella Monument Valley.
>
> Arriviamo a Kayenta, lasciamo i bagagli in hotel e ci dirigiamo subito verso
> la Monument. Veniamo sorpresi da un vento piuttosto forte che ci nega
> panorami nitidi a causa della sabbia sollevata dalle correnti. Ma una volta
> entrati nel parco, il vento si sgonfia ed il panorama è fantastico. Pare di
> guardare una cartolina. Il percorso è molto accidentato, meglio così:andare
> a passo d'uomo ci consente di ammirare appieno anche dall'auto i colori
> delle rocce al tramonto. La Monument trasmette quiete, la fatica dei tanti
> chilometri alle spalle è dimenticata. Terminato il tour, lasciamo con enorme
> nostalgia questi splendidi "monumenti" e torniamo a Kayenta.
> Alloggiamo all'Hampton Inn, hotel davvero confortevole e dotato di un ottimo
> ristorante all'interno. Personale gentile e disponibilissimo. Comoda la
> piscina per un veloce relax pomeridiano. *Al check out dimenticano di
> addebitarmi la cena della sera prima, faccio presente la cosa e viene
> addirittura a ringraziarmi il direttore per l'onestà. Spendo 110 dollari per
> la camera con colazione e la cena. Un rapporto qualità/prezzo davvero
> eccellente.
>
> Si parte la mattina successiva, ci aspetta la giornata più faticosa del
> tour: il Grand Canyon (South ***) e quasi 600 chilometri fino a Kingman. Il
> Grand Canyon è fantastico, ma la foschia non mi consente di godere appieno
> delle visuali e della reale profondità di queste insenature. Ci fermiamo a
> diversi punti di osservazione: lo specchio visivo è enorme, il fiume non si
> scorge quasi mai, ma è lui il protagonista di questo spettacolo naturale.
> Facciamo qualche breve tratto della camminata, il panorama è da brividi..
> Nel primo pomeriggio è ora di partire, verso Kingman, meta scelta per
> spezzare in due giorni il lungo tragitto che separa Kayenta da Los Angeles.
> A Kingman soggiorniamo al BW Kings Inn & Suites, sistemazione essenziale.
> Anche qui ambiente pulito, personale cordiale e colazione fornita.
> Apprezziamo anche la piccola piscina con vasca idro per concedersi un po'di
> relax dopo le tante ore di auto.
> Kingman è una delle storiche città della Route 66. Alla Mother Road deve
> tutto ed infatti ovunque ci si giri si trovano riferimenti alla Route 66.
> Negli anni passati Kingman era un centro nevralgico sulla 66, pieno di Motel
> e distributori di carburante, ormai divenuti fatiscenti. Le crisi economiche
> hanno colpito Kingman che nel tempo ha visto diminuire la sua importanza
> strategica di via di comunicazione. Ma Kingman rappresenta la vera America,
> quella di città medio piccole, la cui realtà è ben diversa dalle metropoli
> ed in cui i segni della recente crisi economica si fanno evidenti.
>
> Il giorno successivo visitiamo il museo dedicato alla Route 66 (4 dollari
> ben spesi, il museo è piccolo ma fa capire quanto importanza abbia avuto ed
> abbia ancora la Motrher Road nella storia degli Stati Uniti) e lasciamo
> Kingman subito dopo la visita la museo, ci aspettano diverse ore di viaggio
> prima di raggiungere l'ultima tappa del viaggio, Los Angeles. Quando la meta
> sembra ormai alle porte, il navigatore del telefonino ci indica che manca
> ancora più di un'ora: restiamo increduli ma alla fine la tecnologia prevale
> ed arriviamo in hotel ben oltre il tempo stimato. Non bastano le 5-6 corsie
> delle mitiche Highway (quelle che fino ad ora avevo solo visto nelle puntate
> dei CHiPs) per avere la meglio sull'intensissimo traffico. Ma lo sapevamo,
> LA è una città con una estensione impensabile. Sulle cartine tutto sembra
> vicino, la realtà è diversa. Arriviamo in hotel, ma ci restiamo poco,non
> vediamo l'ora di esplorare la città. Passiamo nei luoghi principali che
> visiteremo con più calma il giorno successivo: Hollywood Blvd, Beverly Hills
> e Bel Air. Decidiamo di cenare sulla costa e ci dirigiamo a Malibù: ho già
> il nome di un ottimo ristorante di pesce, vista Oceano Pacifico. E' il
> Moonshadows: la cena migliore del viaggio, piatti squisiti e le onde dell'oceano
> a fare da colonna sonora.
> Il giorno successivo torniamo verso i lidi di LA, prima Malibù, poi Santa
> Monica e la notissima Venice Beach. Noleggiamo una bicicletta (8 dollari all'ora)
> e percorriamo la pista ciclabile in direzione Nord. La morosa nota subitoi
> "mitici" surfisti californiani alla ricerca di onde che però oggi il
> Pacifico non regala. In giro solo turisti affascinati dalle spiagge ed
> americani che si tengono in forma (chi a piedi, chi in bici e chi in
> roller). Ci fermiamo in uno skate park per ammirare le funamboliche
> evoluzione degli skater. Ci colpisce l'abilità di un folletto di 6 anniche
> scorazza tra gli adulti mostrando una classe ammirevole e degna degli
> applausi degli spettatori. Lasciamo le bici e ci concediamo un giretto tra i
> negozi dei dintorni, dove "investo" quel poco che è rimasto dalla vincita di
> Las Vegas.
> Il pomeriggio si va verso la Los Angeles più mondana: indescrivibili nella
> loro opulenza le ville di Beverly Hills: la Lonely Planet dipinge un
> tragitto delle ville di alcuni personaggi famosi, ma non abbiamo intenzione
> di fare questo tour. Anche perché di alcune ville si vede ben poco, tanto
> sono alte le cancellate ed i cespugli che sormontano i recinti. Proseguiamo
> verso l'Hollywood Blvd, passeggiamo sulle famose stelle della Walk of Fame.
> Poi andiamo a vedere i calchi di fronte al Chinese Theatre (Clooney la fada
> padrone tra i turisti).
> Il giorno successivo concludiamo la visita a Los Angeles visitando downtown.
> Ci crea qualche difficoltà la chiusura di alcune strade: scopriamo dopoche
> si sta girando un video musicale della cantante Kylie Minogue. Proseguiamo
> la visita in auto e poi, dopo il check out in hotel, via verso l'aeroporto.
> Consegniamo con dispiacere l'auto, dopo 2.700 miglia in 15 giorni era una
> seconda casa, ci eravamo quasi affezionati a questa Jeep. Si va in aeroporto
> e si torna, a malincuore, a casa.
> A Los Angeles soggiorniamo all'Elan, prima scelta di Trip Advisor. Ottimo
> hotel, ottima posizione ed ottimo servizio. Con 20 dollari in più abbiamo il
> pacchetto comprensivo di parcheggio e di late checkout che ci consente di
> utilizzare la camera fino alle 14, prima di andare in aeroporto. Camera
> accogliente, personale molto cordiale. Unica pecca la colazione, non proprio
> variegata. Comoda la postazione internet gratuita che ci consente di fareil
> check-in online del volo e di stampare le carte di imbarco prima di andare
> in aeroporto.
> Chiudo la recensione (immagino estenuante per chi ha avuto la voglia ed il
> coraggio di leggerla tutta) con qualche consiglio che può essere utile a chi
> sta valutando di fare un giro in alcuni dei luoghi che ho visitato.
> Il noleggio dell'auto in California è molto conveniente, niente supplementi
> per il drop off e per l'aggiunta di guidatori. Quasi tutti gli hotel sono
> dotati di Wi-Fi, molto comodo per cercare info utili per il viaggio e per
> chiamare casa/ufficio utilizzando Skype o simili, con ovvi risparmi di
> costi. Senz'altro conveniente il pass annuale per i parchi se ne visitate
> diversi. Conveniente anche il Pass per i trasporti a San Francisco o il City
> Pass se si visitano alcune delle attrazioni comprese nel pacchetto. Spesa
> totale del viaggio di circa 2.500 euro a persona (tutto compreso,
> considerando divisi per 4 persone i costi di auto e carburante). Se ci sono
> informazioni utili o chiarimenti che posso fornire, basta chiedere in
> risposta a questo post.
> Grazie per l'attenzione e scusate per la prolissità.
>
> Manu[/color]


Bella recensione ed interessantissimo il tuo viaggio. Pero' devo
farti notare che In California c'e' una citta' che si chiama San
Francisco. Frisco non esiste. Siamo molto orgogliosi della nostra
citta' e delle origini del suo nome (specialmente quelli che tra noi
sono amanti degli animali). Per favore non storpiatelo.

[url]http://www.journalism.sfsu.edu/www/pubs/gater/fall97/sept11/Frisco.html[/url]

[url]http://www.friscovista.com/news/2006/12/03/dont-call-it-frisco/[/url]

gfc
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  #9  
Vecchio 13-05-2010, 07.10.00
gfc
 
Messaggi: n/a
Predefinito Re: Stati Uniti - West Coast e parchi

On May 12, 3:22*pm, "Manu" <n...@m.please> wrote:[color=blue]
> Scrivo una lunga e dettagliata recensione del mio recente viaggio nel
> SudOvest degli Stati Uniti. Ringrazio quanti mi hanno fornito direttamente o
> indirettamente qui sul ng informazioni utili per il viaggio.
> Mi auguro che le info contenute in questa recensione possano essere
> altrettanto utili per futuri viaggiatori. Abbiamo acquistato/prenotato tutto
> in rete, volo (BA), noleggio (Hertz), hotel, escursioni ed assicurazione
> (e-mondial): per gli hotel ci siamo fidati di TripAdvisor e alla fine siamo
> stati molto soddisfatti delle scelte fatte (in ogni step della recensione
> dedicherò qualche parola alla sistemazione). Le principali tappe del nostro
> tour sono state nell'ordine: San Francisco, Yosemite, Sequoia, Death Valley,
> Las Vegas, Bryce Canyon, Monument Valley, Grand Canyon e Los Angeles. 15
> giorni di vacanza e più di 4.000 km percorsi in auto.
> San Francisco: prima città meta del nostro tour. Decidiamo di non noleggiare
> la macchina all'arrivo a Frisco: parcheggi troppo cari e la città si visita
> tranquillamente con i mezzi pubblici. Soggiorniamo a Fisherman's Wharf,
> riteniamo che la posizione sia favorevole per visitare al meglio la città
> nei soli due giorni che abbiamo a disposizione. Arriviamo nel tardo
> pomeriggio, giusto in tempo per vedere il tramonto sulla baia, accarezzati
> (o meglio schiaffeggiati!) dalla brezza che ci fa capire che useremo presto
> le felpe che abbiamo portato con noi in valigia. Il giorno seguente, vittime
> ancora del jet lag, iniziamo la scoperta della città: passeggiata versoil
> Golden Gate, qualche foto di rito e poi passeggiata lungo l'Embarcadero. Una
> serie di "pier" si snoda davanti a noi: decidiamo di andare fino al Pier 1,
> per visitare Farmer's Market. In breve capiamo che la cartina inganna sulle
> distanze, quei pochi centimetri sulla mappa si trasformano in chilometri di
> asfalto sotto i nostri piedi. Durante la passeggiata, ci fermiamo al Pier
> 39, divenuto casa di decine di leoni marini in posa per la foto dei turisti.
> Qualche veloce giro nei negozietti e poi, dopo aver raggiunto Farmer's
> Market, si va con i mezzi pubblici verso i quartieri più centrali. Muoversi
> con i mezzi pubblici a Frisco è davvero semplice: si può raggiungere
> qualunque punto della città, anche se, i tempi di spostamento non sono
> proprio velocissimi. Utilizziamo i Cable Car ed i tram (provenienti da varie
> città del mondo, tra cui Milano). La città mostra da subito le sue
> caratteristiche strade con accentuati saliscendi, scomode per chi le deve
> risalire a piedi ma con panorami davvero suggestivi sulla baia. Per non
> farci mancare nulla, ci imbattiamo anche in un arresto da parte di due
> poliziotti in borghese alla nostra fermata del tram. Il giorno dopo
> partecipiamo all'escursione pianificata per Alcatraz: se ne vanno 3 ore
> buone in cui visitiamo l'isola ed i luoghi di detenzione, davvero
> inquietanti nella loro ridotta dimensione e luminosità. Tornati sulla terra
> ferma, decidiamo di visitare la California Academy of Sciences. Apprezziamo
> da subito gli ambienti di questa struttura e le numerose specie esposte:
> purtroppo è chiuso il planetario, riservato ad un evento non aperto al
> pubblico. Nonostante questo, siamo molto soddisfatti della visita. Il nostro
> soggiorno a Frisco volge al termine e decidiamo di tornare verso i quartieri
> centrali per una visita a Castro, dove ci fermiamo per cena (ristorante
> Catch, valida scelta).
> Riguardo all'alloggio, abbiamo soggiornato all'Argonaut Hotel. Stanze pulite
> e confortevoli, personale cordiale e piccola colazione compresa nel prezzo.
> Peccato che la nostra stanza abbia la vista sul cortile interno e non sulla
> baia.
> Yosemite: noleggiamo la macchina a Frisco, presso l'agenzia Hertz a 300 mt
> dall'hotel. Prenotazione e pagamento già effettuati prima della partenza, ci
> viene dato un comodo SUV che consente di stivare l'ingente mole di bagagli
> che abbiamo con noi. In qualche ora raggiungiamo il parco, il clima è
> decisamente più fresco di Frisco e ci accoglie anche qualche fiocco di neve.
> Acquistiamo il pass annuale per i parchi ed ammiriamo le fantastiche
> Bridalveil Fall e le altre cascate del parco. Facciamo qualche breve
> sentiero da cui si scorgono le splendide cime montuose della Sierra mentre
> vengono imbiancate.
> Soggiorniamo all'hotel Yosemite View Lodge. Economica sistemazione, niente
> fronzoli, molto essenziale, ma comoda per l'accesso al parco in quanto a
> pochi km dall'ingresso.
>
> Sequoia: dopo il proseguimento della visita allo Yosemite verso il Mirror
> Lake (questa volta sotto un piacevole sole, ma con la temperatura intorno
> allo zero...), partiamo alla volta del Sequoia. Dopo alcune centinaia di
> chilometri, sulla salita che porta verso l'ingresso del parco, ci accoglie
> una bufera di neve.
> Diverse auto sono costrette a desistere ed a tornare indietro. Noi non
> vogliamo correre rischi, torniamo indietro e ci fermiamo per acquistare le
> catene ma al negozio ci dicono di averle finite e ci invitano a tentare la
> risalita perchè con le 4WD dovremmo farcela. In effetti la nostra Jeep si
> arrampica tra i tornanti sul manto nevoso, i mezzi spalano la strada ma la
> salita è dura. Arriviamo al bivio per il nostro hotel e troviamo la strada
> chiusa. I ranger ci dicono che non verrà riaperta prima del giorno seguente:
> c'è troppa neve, niente rischi. Cerchiamo una sistemazione alternativa ed
> abbiamo la fortuna di trovarla al primo tentativo. Il giorno successivo
> visitiamo il parco di Sequoia, dove questi alberi giganti troneggiano
> avvolti dal manto bianco della neve caduta. Dormiamo al The John Muir Lodge,
> anche qui valgono le stesse considerazioni per l'hotel di Yosemite: hotel
> essenziale e pulito, con un bel salone comune dotato di divani e caminetti
> dove conversare con gli altri ospiti del lodge (dato il clima, qualunque
> sistemazione al caldo sarebbe stata comunque ben accetta). Nel frattempo
> chiamo l'altro hotel, quello già prenotato e pagato, il Wuksachi Lodge.
> Faccio presente il problema, inizialmente a loro la strada non risulta
> chiusa. Insisto circa l'impossibilità di raggiungerli: mi propongono uno
> spostamento del soggiorno ma ovviamente a me non interessa, il tour è già
> tutto pianificato. Dopo qualche minuto di conversazione telefonica, mi viene
> riconosciuto il risarcimento dell'importo pagato. Comportamento corretto e
> comprensivo che voglio segnalare.
>
> Death Valley: ci arriviamo nel tardo pomeriggio. Lasciamo i -5 gradi del
> Sequoia e partiamo per uno dei trasferimenti più lunghi. Gli ultimi 200km
> sono interminabili, lunghi serpentoni di strade si distendono davanti a noi.
> Il poco traffico mette voglia di spingere sull'acceleratore ma l'occhiatadi
> un poliziotto a bordo di una pattuglia ci ricorda che è meglio settare il
> cruise control dell'auto senza andare oltre al limite. Il sole ci accompagna
> all'interno della valle, il paesaggio inizia ad essere lunare, i segni di
> vita diminuiscono via via che ci si addentra e la neve della mattina al
> Sequoia è già un ricordo. Allo Stovepipe Village, meta della tappa, ci
> attendono 30 gradi ed un tramonto fantastico visto dalle vicine "Sand Dunes".
> Indescrivibili i colori delle pareti montuose che disegnano la valle. Il
> giorno successivo visitiamo Badwater, la depressione più bassa sotto il
> livello del mare dell'emisfero occidentale, una distesa di residui salini..
> Poi saliamo ai vari punti di osservazione sulla valle: tra tutti, Dante's
> View e Zabriskie Point. Da qui si capisce meglio la vastità e la bellezza di
> questa valle, la strada è solo un filo in mezzo al nulla. Il clima è caldo
> ma piacevole: è ancora presto per le temperature infernali che rendono
> torrida la valle nei mesi estivi. Dopo pranzo si riparte alla volta di Las
> Vegas.
> Nella Death Valley abbiamo scelto come alloggio lo Stovepipe Wells Village:
> sistemazione curata ed un pratico ristorante non proprio economico, ma
> considerando che si è in mezzo al nulla, più che accettabile. Di sera, il
> buio della Valle ci regala una vista spettacolare del cielo stellato.
>
> Las Vegas: arriviamo nel tardo pomeriggio, è sabato e Las Vegas inizia ad
> affollarsi. C'è molto traffico, ma la posizione dell'hotel ad inizio della
> Strip ci aiuta ad evitare gran parte delle code. Decidiamo di andare a
> vedere il KA', uno dei diversi spettacoli del Cirque du Soleil, ottima
> scelta. Cena veloce in uno dei tanti ristoranti del MGM (avevamo un buonoda
> 50 dollari, incluso nel pacchetto) e poi via a passeggio lungo la Strip.
> Luci, musica e gente ovunque. Ci si fa strada a fatica, ammiriamo l'ormai
> consueto spettacolo delle fontane del Bellagio e tutti gli altri hotel che
> illuminano la zona sud della Strip. Con diversi chilometri sul groppone
> decidiamo di tornare in hotel e di lasciare la visita alla parte Nord della
> Strip al giorno successivo. Prima di rincasare però mi faccio una puntatina
> al casinò: dopo un'oretta, me ne torno con 400 dollari di vincita (il poker
> non tradisce! :-) ). Vado a letto, ma so già che di quella vincita resterà
> ben poco: la valigia ha ancora spazio, non avrò difficoltà a spenderli in
> uno degli outlet della città. Mattinata successiva di shopping quindi: Vegas
> di giorno offre poco. Poi la sera di nuovo ad ammirare l'atmosfera della
> Strip (soprattutto la zona Nord), dinner buffet al Bellagio (fantastico,
> prezzo e qualità del cibo entrambi ottimi). Poi di nuovo al casinò, ma
> questa volta ci lascio 70 dollari. Bilancio comunque positivo.
> Come sistemazione, ci siamo concessi il Signature, dependance del complesso
> MgM. Suite al 37esimo piano, vista parziale sulla Strip e qualunque tipo di
> comfort. Abbiamo preso un pacchetto con sconto di 50 dollari per cenare in
> un ristorante MgM e promo 2x1 per il Cirque. Dopo le prime fatiche dei
> parchi, insomma ci siamo concessi un po' di lusso, ma a prezzi comunque
> accettabili.
>
> Lasciamo Las Vegas ed iniziamo la seconda parte del viaggio, verso Bryce.
> Tappa a Zion, verdeggiante parco che offre suggestivi panorami e facili
> sentieri. Un bus navetta conduce ai vari punti del parco, non raggiungibili
> con propri mezzi. La sera arriviamo a Bryce ma è ormai tardi e decidiamo di
> entrare nel parco direttamente il giorno successivo.
> La sistemazione prenotata è il BW Bryce Grand Hotel. Nella zona ci sonogli
> hotel delle principali catene, sono più o meno tutti simili sia come prezzi
> che come dotazione standard. La sera a cena scegliamo una caratteristica
> Steakhouse del paese ed anche qui, come del resto nei giorni precedenti,
> apprezziamo un'ottima Rib-eye steak.
> Bryce: avevo visto diverse foto e Bryce si presenta davanti ai nostri occhi
> in tutta la sua bellezza. Qualche guglia è ancora imbiancata dalla recente
> neve tardiva. Il sole filtra tra le sculture che compongono questo
> fantastico anfiteatro naturale. Decidiamo di ammirare il parco da vari punti
> di osservazione e di effettuare un percorso all'interno: probabilmente
> sbagliamo la scelta e quello che doveva essere un facile sentiero di poco
> più di un miglio, diventa una passeggiata lunga qualche chilometro e con una
> salita finale che stronca. I tornanti dissestati e le pendenze davvero ardue
> sono fucilate per le nostre gambe. Altri chilometri ci aspettano, questa
> volta in auto, quelli che ci separano da Page. Breve sosta ad ammirare gli
> splendidi panorami che offre la strada in prossimità di Lake Powell. Una
> distesa immensa si allarga davanti a noi, probabilmente uno dei panorami più
> belli del viaggio se non fosse per una centrale elettrica (e per i suoi
> comignoli) che spezzano le armoniose forme del paesaggio.
> Alloggiamo al Curtyard e per cena scegliamo il ristorante a buffet dell'albergo
> "concorrente" a quello in cui alloggiamo, il Ruby's Inn. Buona scelta.
> Il giorno successivo visitiamo l'Antelope Canyon, la cui visita mi fu
> consigliata proprio qui sul ng. I raggi del sole che si insinuano in questo
> canyon sono davvero belli da ammirare e sono un assist anche per il più
> inesperto dei fotografi (me incluso). Per raggiungerlo è necessario
> avvalersi di un'escursione guidata: si viene condotti qui su mezzi piuttosto
> obsoleti, ma assolutamente funzionali all'attraversamento di zone molto
> tortuose e sabbiose (costo 32 dollari). Terminata la visita, si parte subito
> per arrivare in tempo ad ammirare il tramonto nella Monument Valley.
>
> Arriviamo a Kayenta, lasciamo i bagagli in hotel e ci dirigiamo subito verso
> la Monument. Veniamo sorpresi da un vento piuttosto forte che ci nega
> panorami nitidi a causa della sabbia sollevata dalle correnti. Ma una volta
> entrati nel parco, il vento si sgonfia ed il panorama è fantastico. Pare di
> guardare una cartolina. Il percorso è molto accidentato, meglio così:andare
> a passo d'uomo ci consente di ammirare appieno anche dall'auto i colori
> delle rocce al tramonto. La Monument trasmette quiete, la fatica dei tanti
> chilometri alle spalle è dimenticata. Terminato il tour, lasciamo con enorme
> nostalgia questi splendidi "monumenti" e torniamo a Kayenta.
> Alloggiamo all'Hampton Inn, hotel davvero confortevole e dotato di un ottimo
> ristorante all'interno. Personale gentile e disponibilissimo. Comoda la
> piscina per un veloce relax pomeridiano. *Al check out dimenticano di
> addebitarmi la cena della sera prima, faccio presente la cosa e viene
> addirittura a ringraziarmi il direttore per l'onestà. Spendo 110 dollari per
> la camera con colazione e la cena. Un rapporto qualità/prezzo davvero
> eccellente.
>
> Si parte la mattina successiva, ci aspetta la giornata più faticosa del
> tour: il Grand Canyon (South ***) e quasi 600 chilometri fino a Kingman. Il
> Grand Canyon è fantastico, ma la foschia non mi consente di godere appieno
> delle visuali e della reale profondità di queste insenature. Ci fermiamo a
> diversi punti di osservazione: lo specchio visivo è enorme, il fiume non si
> scorge quasi mai, ma è lui il protagonista di questo spettacolo naturale.
> Facciamo qualche breve tratto della camminata, il panorama è da brividi..
> Nel primo pomeriggio è ora di partire, verso Kingman, meta scelta per
> spezzare in due giorni il lungo tragitto che separa Kayenta da Los Angeles.
> A Kingman soggiorniamo al BW Kings Inn & Suites, sistemazione essenziale.
> Anche qui ambiente pulito, personale cordiale e colazione fornita.
> Apprezziamo anche la piccola piscina con vasca idro per concedersi un po'di
> relax dopo le tante ore di auto.
> Kingman è una delle storiche città della Route 66. Alla Mother Road deve
> tutto ed infatti ovunque ci si giri si trovano riferimenti alla Route 66.
> Negli anni passati Kingman era un centro nevralgico sulla 66, pieno di Motel
> e distributori di carburante, ormai divenuti fatiscenti. Le crisi economiche
> hanno colpito Kingman che nel tempo ha visto diminuire la sua importanza
> strategica di via di comunicazione. Ma Kingman rappresenta la vera America,
> quella di città medio piccole, la cui realtà è ben diversa dalle metropoli
> ed in cui i segni della recente crisi economica si fanno evidenti.
>
> Il giorno successivo visitiamo il museo dedicato alla Route 66 (4 dollari
> ben spesi, il museo è piccolo ma fa capire quanto importanza abbia avuto ed
> abbia ancora la Motrher Road nella storia degli Stati Uniti) e lasciamo
> Kingman subito dopo la visita la museo, ci aspettano diverse ore di viaggio
> prima di raggiungere l'ultima tappa del viaggio, Los Angeles. Quando la meta
> sembra ormai alle porte, il navigatore del telefonino ci indica che manca
> ancora più di un'ora: restiamo increduli ma alla fine la tecnologia prevale
> ed arriviamo in hotel ben oltre il tempo stimato. Non bastano le 5-6 corsie
> delle mitiche Highway (quelle che fino ad ora avevo solo visto nelle puntate
> dei CHiPs) per avere la meglio sull'intensissimo traffico. Ma lo sapevamo,
> LA è una città con una estensione impensabile. Sulle cartine tutto sembra
> vicino, la realtà è diversa. Arriviamo in hotel, ma ci restiamo poco,non
> vediamo l'ora di esplorare la città. Passiamo nei luoghi principali che
> visiteremo con più calma il giorno successivo: Hollywood Blvd, Beverly Hills
> e Bel Air. Decidiamo di cenare sulla costa e ci dirigiamo a Malibù: ho già
> il nome di un ottimo ristorante di pesce, vista Oceano Pacifico. E' il
> Moonshadows: la cena migliore del viaggio, piatti squisiti e le onde dell'oceano
> a fare da colonna sonora.
> Il giorno successivo torniamo verso i lidi di LA, prima Malibù, poi Santa
> Monica e la notissima Venice Beach. Noleggiamo una bicicletta (8 dollari all'ora)
> e percorriamo la pista ciclabile in direzione Nord. La morosa nota subitoi
> "mitici" surfisti californiani alla ricerca di onde che però oggi il
> Pacifico non regala. In giro solo turisti affascinati dalle spiagge ed
> americani che si tengono in forma (chi a piedi, chi in bici e chi in
> roller). Ci fermiamo in uno skate park per ammirare le funamboliche
> evoluzione degli skater. Ci colpisce l'abilità di un folletto di 6 anniche
> scorazza tra gli adulti mostrando una classe ammirevole e degna degli
> applausi degli spettatori. Lasciamo le bici e ci concediamo un giretto tra i
> negozi dei dintorni, dove "investo" quel poco che è rimasto dalla vincita di
> Las Vegas.
> Il pomeriggio si va verso la Los Angeles più mondana: indescrivibili nella
> loro opulenza le ville di Beverly Hills: la Lonely Planet dipinge un
> tragitto delle ville di alcuni personaggi famosi, ma non abbiamo intenzione
> di fare questo tour. Anche perché di alcune ville si vede ben poco, tanto
> sono alte le cancellate ed i cespugli che sormontano i recinti. Proseguiamo
> verso l'Hollywood Blvd, passeggiamo sulle famose stelle della Walk of Fame.
> Poi andiamo a vedere i calchi di fronte al Chinese Theatre (Clooney la fada
> padrone tra i turisti).
> Il giorno successivo concludiamo la visita a Los Angeles visitando downtown.
> Ci crea qualche difficoltà la chiusura di alcune strade: scopriamo dopoche
> si sta girando un video musicale della cantante Kylie Minogue. Proseguiamo
> la visita in auto e poi, dopo il check out in hotel, via verso l'aeroporto.
> Consegniamo con dispiacere l'auto, dopo 2.700 miglia in 15 giorni era una
> seconda casa, ci eravamo quasi affezionati a questa Jeep. Si va in aeroporto
> e si torna, a malincuore, a casa.
> A Los Angeles soggiorniamo all'Elan, prima scelta di Trip Advisor. Ottimo
> hotel, ottima posizione ed ottimo servizio. Con 20 dollari in più abbiamo il
> pacchetto comprensivo di parcheggio e di late checkout che ci consente di
> utilizzare la camera fino alle 14, prima di andare in aeroporto. Camera
> accogliente, personale molto cordiale. Unica pecca la colazione, non proprio
> variegata. Comoda la postazione internet gratuita che ci consente di fareil
> check-in online del volo e di stampare le carte di imbarco prima di andare
> in aeroporto.
> Chiudo la recensione (immagino estenuante per chi ha avuto la voglia ed il
> coraggio di leggerla tutta) con qualche consiglio che può essere utile a chi
> sta valutando di fare un giro in alcuni dei luoghi che ho visitato.
> Il noleggio dell'auto in California è molto conveniente, niente supplementi
> per il drop off e per l'aggiunta di guidatori. Quasi tutti gli hotel sono
> dotati di Wi-Fi, molto comodo per cercare info utili per il viaggio e per
> chiamare casa/ufficio utilizzando Skype o simili, con ovvi risparmi di
> costi. Senz'altro conveniente il pass annuale per i parchi se ne visitate
> diversi. Conveniente anche il Pass per i trasporti a San Francisco o il City
> Pass se si visitano alcune delle attrazioni comprese nel pacchetto. Spesa
> totale del viaggio di circa 2.500 euro a persona (tutto compreso,
> considerando divisi per 4 persone i costi di auto e carburante). Se ci sono
> informazioni utili o chiarimenti che posso fornire, basta chiedere in
> risposta a questo post.
> Grazie per l'attenzione e scusate per la prolissità.
>
> Manu[/color]


Bella recensione ed interessantissimo il tuo viaggio. Pero' devo
farti notare che In California c'e' una citta' che si chiama San
Francisco. Frisco non esiste. Siamo molto orgogliosi della nostra
citta' e delle origini del suo nome (specialmente quelli che tra noi
sono amanti degli animali). Per favore non storpiatelo.

[url]http://www.journalism.sfsu.edu/www/pubs/gater/fall97/sept11/Frisco.html[/url]

[url]http://www.friscovista.com/news/2006/12/03/dont-call-it-frisco/[/url]

gfc
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  #10  
Vecchio 13-05-2010, 07.10.00
gfc
 
Messaggi: n/a
Predefinito Re: Stati Uniti - West Coast e parchi

On May 12, 3:22*pm, "Manu" <n...@m.please> wrote:[color=blue]
> Scrivo una lunga e dettagliata recensione del mio recente viaggio nel
> SudOvest degli Stati Uniti. Ringrazio quanti mi hanno fornito direttamente o
> indirettamente qui sul ng informazioni utili per il viaggio.
> Mi auguro che le info contenute in questa recensione possano essere
> altrettanto utili per futuri viaggiatori. Abbiamo acquistato/prenotato tutto
> in rete, volo (BA), noleggio (Hertz), hotel, escursioni ed assicurazione
> (e-mondial): per gli hotel ci siamo fidati di TripAdvisor e alla fine siamo
> stati molto soddisfatti delle scelte fatte (in ogni step della recensione
> dedicherò qualche parola alla sistemazione). Le principali tappe del nostro
> tour sono state nell'ordine: San Francisco, Yosemite, Sequoia, Death Valley,
> Las Vegas, Bryce Canyon, Monument Valley, Grand Canyon e Los Angeles. 15
> giorni di vacanza e più di 4.000 km percorsi in auto.
> San Francisco: prima città meta del nostro tour. Decidiamo di non noleggiare
> la macchina all'arrivo a Frisco: parcheggi troppo cari e la città si visita
> tranquillamente con i mezzi pubblici. Soggiorniamo a Fisherman's Wharf,
> riteniamo che la posizione sia favorevole per visitare al meglio la città
> nei soli due giorni che abbiamo a disposizione. Arriviamo nel tardo
> pomeriggio, giusto in tempo per vedere il tramonto sulla baia, accarezzati
> (o meglio schiaffeggiati!) dalla brezza che ci fa capire che useremo presto
> le felpe che abbiamo portato con noi in valigia. Il giorno seguente, vittime
> ancora del jet lag, iniziamo la scoperta della città: passeggiata versoil
> Golden Gate, qualche foto di rito e poi passeggiata lungo l'Embarcadero. Una
> serie di "pier" si snoda davanti a noi: decidiamo di andare fino al Pier 1,
> per visitare Farmer's Market. In breve capiamo che la cartina inganna sulle
> distanze, quei pochi centimetri sulla mappa si trasformano in chilometri di
> asfalto sotto i nostri piedi. Durante la passeggiata, ci fermiamo al Pier
> 39, divenuto casa di decine di leoni marini in posa per la foto dei turisti.
> Qualche veloce giro nei negozietti e poi, dopo aver raggiunto Farmer's
> Market, si va con i mezzi pubblici verso i quartieri più centrali. Muoversi
> con i mezzi pubblici a Frisco è davvero semplice: si può raggiungere
> qualunque punto della città, anche se, i tempi di spostamento non sono
> proprio velocissimi. Utilizziamo i Cable Car ed i tram (provenienti da varie
> città del mondo, tra cui Milano). La città mostra da subito le sue
> caratteristiche strade con accentuati saliscendi, scomode per chi le deve
> risalire a piedi ma con panorami davvero suggestivi sulla baia. Per non
> farci mancare nulla, ci imbattiamo anche in un arresto da parte di due
> poliziotti in borghese alla nostra fermata del tram. Il giorno dopo
> partecipiamo all'escursione pianificata per Alcatraz: se ne vanno 3 ore
> buone in cui visitiamo l'isola ed i luoghi di detenzione, davvero
> inquietanti nella loro ridotta dimensione e luminosità. Tornati sulla terra
> ferma, decidiamo di visitare la California Academy of Sciences. Apprezziamo
> da subito gli ambienti di questa struttura e le numerose specie esposte:
> purtroppo è chiuso il planetario, riservato ad un evento non aperto al
> pubblico. Nonostante questo, siamo molto soddisfatti della visita. Il nostro
> soggiorno a Frisco volge al termine e decidiamo di tornare verso i quartieri
> centrali per una visita a Castro, dove ci fermiamo per cena (ristorante
> Catch, valida scelta).
> Riguardo all'alloggio, abbiamo soggiornato all'Argonaut Hotel. Stanze pulite
> e confortevoli, personale cordiale e piccola colazione compresa nel prezzo.
> Peccato che la nostra stanza abbia la vista sul cortile interno e non sulla
> baia.
> Yosemite: noleggiamo la macchina a Frisco, presso l'agenzia Hertz a 300 mt
> dall'hotel. Prenotazione e pagamento già effettuati prima della partenza, ci
> viene dato un comodo SUV che consente di stivare l'ingente mole di bagagli
> che abbiamo con noi. In qualche ora raggiungiamo il parco, il clima è
> decisamente più fresco di Frisco e ci accoglie anche qualche fiocco di neve.
> Acquistiamo il pass annuale per i parchi ed ammiriamo le fantastiche
> Bridalveil Fall e le altre cascate del parco. Facciamo qualche breve
> sentiero da cui si scorgono le splendide cime montuose della Sierra mentre
> vengono imbiancate.
> Soggiorniamo all'hotel Yosemite View Lodge. Economica sistemazione, niente
> fronzoli, molto essenziale, ma comoda per l'accesso al parco in quanto a
> pochi km dall'ingresso.
>
> Sequoia: dopo il proseguimento della visita allo Yosemite verso il Mirror
> Lake (questa volta sotto un piacevole sole, ma con la temperatura intorno
> allo zero...), partiamo alla volta del Sequoia. Dopo alcune centinaia di
> chilometri, sulla salita che porta verso l'ingresso del parco, ci accoglie
> una bufera di neve.
> Diverse auto sono costrette a desistere ed a tornare indietro. Noi non
> vogliamo correre rischi, torniamo indietro e ci fermiamo per acquistare le
> catene ma al negozio ci dicono di averle finite e ci invitano a tentare la
> risalita perchè con le 4WD dovremmo farcela. In effetti la nostra Jeep si
> arrampica tra i tornanti sul manto nevoso, i mezzi spalano la strada ma la
> salita è dura. Arriviamo al bivio per il nostro hotel e troviamo la strada
> chiusa. I ranger ci dicono che non verrà riaperta prima del giorno seguente:
> c'è troppa neve, niente rischi. Cerchiamo una sistemazione alternativa ed
> abbiamo la fortuna di trovarla al primo tentativo. Il giorno successivo
> visitiamo il parco di Sequoia, dove questi alberi giganti troneggiano
> avvolti dal manto bianco della neve caduta. Dormiamo al The John Muir Lodge,
> anche qui valgono le stesse considerazioni per l'hotel di Yosemite: hotel
> essenziale e pulito, con un bel salone comune dotato di divani e caminetti
> dove conversare con gli altri ospiti del lodge (dato il clima, qualunque
> sistemazione al caldo sarebbe stata comunque ben accetta). Nel frattempo
> chiamo l'altro hotel, quello già prenotato e pagato, il Wuksachi Lodge.
> Faccio presente il problema, inizialmente a loro la strada non risulta
> chiusa. Insisto circa l'impossibilità di raggiungerli: mi propongono uno
> spostamento del soggiorno ma ovviamente a me non interessa, il tour è già
> tutto pianificato. Dopo qualche minuto di conversazione telefonica, mi viene
> riconosciuto il risarcimento dell'importo pagato. Comportamento corretto e
> comprensivo che voglio segnalare.
>
> Death Valley: ci arriviamo nel tardo pomeriggio. Lasciamo i -5 gradi del
> Sequoia e partiamo per uno dei trasferimenti più lunghi. Gli ultimi 200km
> sono interminabili, lunghi serpentoni di strade si distendono davanti a noi.
> Il poco traffico mette voglia di spingere sull'acceleratore ma l'occhiatadi
> un poliziotto a bordo di una pattuglia ci ricorda che è meglio settare il
> cruise control dell'auto senza andare oltre al limite. Il sole ci accompagna
> all'interno della valle, il paesaggio inizia ad essere lunare, i segni di
> vita diminuiscono via via che ci si addentra e la neve della mattina al
> Sequoia è già un ricordo. Allo Stovepipe Village, meta della tappa, ci
> attendono 30 gradi ed un tramonto fantastico visto dalle vicine "Sand Dunes".
> Indescrivibili i colori delle pareti montuose che disegnano la valle. Il
> giorno successivo visitiamo Badwater, la depressione più bassa sotto il
> livello del mare dell'emisfero occidentale, una distesa di residui salini..
> Poi saliamo ai vari punti di osservazione sulla valle: tra tutti, Dante's
> View e Zabriskie Point. Da qui si capisce meglio la vastità e la bellezza di
> questa valle, la strada è solo un filo in mezzo al nulla. Il clima è caldo
> ma piacevole: è ancora presto per le temperature infernali che rendono
> torrida la valle nei mesi estivi. Dopo pranzo si riparte alla volta di Las
> Vegas.
> Nella Death Valley abbiamo scelto come alloggio lo Stovepipe Wells Village:
> sistemazione curata ed un pratico ristorante non proprio economico, ma
> considerando che si è in mezzo al nulla, più che accettabile. Di sera, il
> buio della Valle ci regala una vista spettacolare del cielo stellato.
>
> Las Vegas: arriviamo nel tardo pomeriggio, è sabato e Las Vegas inizia ad
> affollarsi. C'è molto traffico, ma la posizione dell'hotel ad inizio della
> Strip ci aiuta ad evitare gran parte delle code. Decidiamo di andare a
> vedere il KA', uno dei diversi spettacoli del Cirque du Soleil, ottima
> scelta. Cena veloce in uno dei tanti ristoranti del MGM (avevamo un buonoda
> 50 dollari, incluso nel pacchetto) e poi via a passeggio lungo la Strip.
> Luci, musica e gente ovunque. Ci si fa strada a fatica, ammiriamo l'ormai
> consueto spettacolo delle fontane del Bellagio e tutti gli altri hotel che
> illuminano la zona sud della Strip. Con diversi chilometri sul groppone
> decidiamo di tornare in hotel e di lasciare la visita alla parte Nord della
> Strip al giorno successivo. Prima di rincasare però mi faccio una puntatina
> al casinò: dopo un'oretta, me ne torno con 400 dollari di vincita (il poker
> non tradisce! :-) ). Vado a letto, ma so già che di quella vincita resterà
> ben poco: la valigia ha ancora spazio, non avrò difficoltà a spenderli in
> uno degli outlet della città. Mattinata successiva di shopping quindi: Vegas
> di giorno offre poco. Poi la sera di nuovo ad ammirare l'atmosfera della
> Strip (soprattutto la zona Nord), dinner buffet al Bellagio (fantastico,
> prezzo e qualità del cibo entrambi ottimi). Poi di nuovo al casinò, ma
> questa volta ci lascio 70 dollari. Bilancio comunque positivo.
> Come sistemazione, ci siamo concessi il Signature, dependance del complesso
> MgM. Suite al 37esimo piano, vista parziale sulla Strip e qualunque tipo di
> comfort. Abbiamo preso un pacchetto con sconto di 50 dollari per cenare in
> un ristorante MgM e promo 2x1 per il Cirque. Dopo le prime fatiche dei
> parchi, insomma ci siamo concessi un po' di lusso, ma a prezzi comunque
> accettabili.
>
> Lasciamo Las Vegas ed iniziamo la seconda parte del viaggio, verso Bryce.
> Tappa a Zion, verdeggiante parco che offre suggestivi panorami e facili
> sentieri. Un bus navetta conduce ai vari punti del parco, non raggiungibili
> con propri mezzi. La sera arriviamo a Bryce ma è ormai tardi e decidiamo di
> entrare nel parco direttamente il giorno successivo.
> La sistemazione prenotata è il BW Bryce Grand Hotel. Nella zona ci sonogli
> hotel delle principali catene, sono più o meno tutti simili sia come prezzi
> che come dotazione standard. La sera a cena scegliamo una caratteristica
> Steakhouse del paese ed anche qui, come del resto nei giorni precedenti,
> apprezziamo un'ottima Rib-eye steak.
> Bryce: avevo visto diverse foto e Bryce si presenta davanti ai nostri occhi
> in tutta la sua bellezza. Qualche guglia è ancora imbiancata dalla recente
> neve tardiva. Il sole filtra tra le sculture che compongono questo
> fantastico anfiteatro naturale. Decidiamo di ammirare il parco da vari punti
> di osservazione e di effettuare un percorso all'interno: probabilmente
> sbagliamo la scelta e quello che doveva essere un facile sentiero di poco
> più di un miglio, diventa una passeggiata lunga qualche chilometro e con una
> salita finale che stronca. I tornanti dissestati e le pendenze davvero ardue
> sono fucilate per le nostre gambe. Altri chilometri ci aspettano, questa
> volta in auto, quelli che ci separano da Page. Breve sosta ad ammirare gli
> splendidi panorami che offre la strada in prossimità di Lake Powell. Una
> distesa immensa si allarga davanti a noi, probabilmente uno dei panorami più
> belli del viaggio se non fosse per una centrale elettrica (e per i suoi
> comignoli) che spezzano le armoniose forme del paesaggio.
> Alloggiamo al Curtyard e per cena scegliamo il ristorante a buffet dell'albergo
> "concorrente" a quello in cui alloggiamo, il Ruby's Inn. Buona scelta.
> Il giorno successivo visitiamo l'Antelope Canyon, la cui visita mi fu
> consigliata proprio qui sul ng. I raggi del sole che si insinuano in questo
> canyon sono davvero belli da ammirare e sono un assist anche per il più
> inesperto dei fotografi (me incluso). Per raggiungerlo è necessario
> avvalersi di un'escursione guidata: si viene condotti qui su mezzi piuttosto
> obsoleti, ma assolutamente funzionali all'attraversamento di zone molto
> tortuose e sabbiose (costo 32 dollari). Terminata la visita, si parte subito
> per arrivare in tempo ad ammirare il tramonto nella Monument Valley.
>
> Arriviamo a Kayenta, lasciamo i bagagli in hotel e ci dirigiamo subito verso
> la Monument. Veniamo sorpresi da un vento piuttosto forte che ci nega
> panorami nitidi a causa della sabbia sollevata dalle correnti. Ma una volta
> entrati nel parco, il vento si sgonfia ed il panorama è fantastico. Pare di
> guardare una cartolina. Il percorso è molto accidentato, meglio così:andare
> a passo d'uomo ci consente di ammirare appieno anche dall'auto i colori
> delle rocce al tramonto. La Monument trasmette quiete, la fatica dei tanti
> chilometri alle spalle è dimenticata. Terminato il tour, lasciamo con enorme
> nostalgia questi splendidi "monumenti" e torniamo a Kayenta.
> Alloggiamo all'Hampton Inn, hotel davvero confortevole e dotato di un ottimo
> ristorante all'interno. Personale gentile e disponibilissimo. Comoda la
> piscina per un veloce relax pomeridiano. *Al check out dimenticano di
> addebitarmi la cena della sera prima, faccio presente la cosa e viene
> addirittura a ringraziarmi il direttore per l'onestà. Spendo 110 dollari per
> la camera con colazione e la cena. Un rapporto qualità/prezzo davvero
> eccellente.
>
> Si parte la mattina successiva, ci aspetta la giornata più faticosa del
> tour: il Grand Canyon (South ***) e quasi 600 chilometri fino a Kingman. Il
> Grand Canyon è fantastico, ma la foschia non mi consente di godere appieno
> delle visuali e della reale profondità di queste insenature. Ci fermiamo a
> diversi punti di osservazione: lo specchio visivo è enorme, il fiume non si
> scorge quasi mai, ma è lui il protagonista di questo spettacolo naturale.
> Facciamo qualche breve tratto della camminata, il panorama è da brividi..
> Nel primo pomeriggio è ora di partire, verso Kingman, meta scelta per
> spezzare in due giorni il lungo tragitto che separa Kayenta da Los Angeles.
> A Kingman soggiorniamo al BW Kings Inn & Suites, sistemazione essenziale.
> Anche qui ambiente pulito, personale cordiale e colazione fornita.
> Apprezziamo anche la piccola piscina con vasca idro per concedersi un po'di
> relax dopo le tante ore di auto.
> Kingman è una delle storiche città della Route 66. Alla Mother Road deve
> tutto ed infatti ovunque ci si giri si trovano riferimenti alla Route 66.
> Negli anni passati Kingman era un centro nevralgico sulla 66, pieno di Motel
> e distributori di carburante, ormai divenuti fatiscenti. Le crisi economiche
> hanno colpito Kingman che nel tempo ha visto diminuire la sua importanza
> strategica di via di comunicazione. Ma Kingman rappresenta la vera America,
> quella di città medio piccole, la cui realtà è ben diversa dalle metropoli
> ed in cui i segni della recente crisi economica si fanno evidenti.
>
> Il giorno successivo visitiamo il museo dedicato alla Route 66 (4 dollari
> ben spesi, il museo è piccolo ma fa capire quanto importanza abbia avuto ed
> abbia ancora la Motrher Road nella storia degli Stati Uniti) e lasciamo
> Kingman subito dopo la visita la museo, ci aspettano diverse ore di viaggio
> prima di raggiungere l'ultima tappa del viaggio, Los Angeles. Quando la meta
> sembra ormai alle porte, il navigatore del telefonino ci indica che manca
> ancora più di un'ora: restiamo increduli ma alla fine la tecnologia prevale
> ed arriviamo in hotel ben oltre il tempo stimato. Non bastano le 5-6 corsie
> delle mitiche Highway (quelle che fino ad ora avevo solo visto nelle puntate
> dei CHiPs) per avere la meglio sull'intensissimo traffico. Ma lo sapevamo,
> LA è una città con una estensione impensabile. Sulle cartine tutto sembra
> vicino, la realtà è diversa. Arriviamo in hotel, ma ci restiamo poco,non
> vediamo l'ora di esplorare la città. Passiamo nei luoghi principali che
> visiteremo con più calma il giorno successivo: Hollywood Blvd, Beverly Hills
> e Bel Air. Decidiamo di cenare sulla costa e ci dirigiamo a Malibù: ho già
> il nome di un ottimo ristorante di pesce, vista Oceano Pacifico. E' il
> Moonshadows: la cena migliore del viaggio, piatti squisiti e le onde dell'oceano
> a fare da colonna sonora.
> Il giorno successivo torniamo verso i lidi di LA, prima Malibù, poi Santa
> Monica e la notissima Venice Beach. Noleggiamo una bicicletta (8 dollari all'ora)
> e percorriamo la pista ciclabile in direzione Nord. La morosa nota subitoi
> "mitici" surfisti californiani alla ricerca di onde che però oggi il
> Pacifico non regala. In giro solo turisti affascinati dalle spiagge ed
> americani che si tengono in forma (chi a piedi, chi in bici e chi in
> roller). Ci fermiamo in uno skate park per ammirare le funamboliche
> evoluzione degli skater. Ci colpisce l'abilità di un folletto di 6 anniche
> scorazza tra gli adulti mostrando una classe ammirevole e degna degli
> applausi degli spettatori. Lasciamo le bici e ci concediamo un giretto tra i
> negozi dei dintorni, dove "investo" quel poco che è rimasto dalla vincita di
> Las Vegas.
> Il pomeriggio si va verso la Los Angeles più mondana: indescrivibili nella
> loro opulenza le ville di Beverly Hills: la Lonely Planet dipinge un
> tragitto delle ville di alcuni personaggi famosi, ma non abbiamo intenzione
> di fare questo tour. Anche perché di alcune ville si vede ben poco, tanto
> sono alte le cancellate ed i cespugli che sormontano i recinti. Proseguiamo
> verso l'Hollywood Blvd, passeggiamo sulle famose stelle della Walk of Fame.
> Poi andiamo a vedere i calchi di fronte al Chinese Theatre (Clooney la fada
> padrone tra i turisti).
> Il giorno successivo concludiamo la visita a Los Angeles visitando downtown.
> Ci crea qualche difficoltà la chiusura di alcune strade: scopriamo dopoche
> si sta girando un video musicale della cantante Kylie Minogue. Proseguiamo
> la visita in auto e poi, dopo il check out in hotel, via verso l'aeroporto.
> Consegniamo con dispiacere l'auto, dopo 2.700 miglia in 15 giorni era una
> seconda casa, ci eravamo quasi affezionati a questa Jeep. Si va in aeroporto
> e si torna, a malincuore, a casa.
> A Los Angeles soggiorniamo all'Elan, prima scelta di Trip Advisor. Ottimo
> hotel, ottima posizione ed ottimo servizio. Con 20 dollari in più abbiamo il
> pacchetto comprensivo di parcheggio e di late checkout che ci consente di
> utilizzare la camera fino alle 14, prima di andare in aeroporto. Camera
> accogliente, personale molto cordiale. Unica pecca la colazione, non proprio
> variegata. Comoda la postazione internet gratuita che ci consente di fareil
> check-in online del volo e di stampare le carte di imbarco prima di andare
> in aeroporto.
> Chiudo la recensione (immagino estenuante per chi ha avuto la voglia ed il
> coraggio di leggerla tutta) con qualche consiglio che può essere utile a chi
> sta valutando di fare un giro in alcuni dei luoghi che ho visitato.
> Il noleggio dell'auto in California è molto conveniente, niente supplementi
> per il drop off e per l'aggiunta di guidatori. Quasi tutti gli hotel sono
> dotati di Wi-Fi, molto comodo per cercare info utili per il viaggio e per
> chiamare casa/ufficio utilizzando Skype o simili, con ovvi risparmi di
> costi. Senz'altro conveniente il pass annuale per i parchi se ne visitate
> diversi. Conveniente anche il Pass per i trasporti a San Francisco o il City
> Pass se si visitano alcune delle attrazioni comprese nel pacchetto. Spesa
> totale del viaggio di circa 2.500 euro a persona (tutto compreso,
> considerando divisi per 4 persone i costi di auto e carburante). Se ci sono
> informazioni utili o chiarimenti che posso fornire, basta chiedere in
> risposta a questo post.
> Grazie per l'attenzione e scusate per la prolissità.
>
> Manu[/color]


Bella recensione ed interessantissimo il tuo viaggio. Pero' devo
farti notare che In California c'e' una citta' che si chiama San
Francisco. Frisco non esiste. Siamo molto orgogliosi della nostra
citta' e delle origini del suo nome (specialmente quelli che tra noi
sono amanti degli animali). Per favore non storpiatelo.

[url]http://www.journalism.sfsu.edu/www/pubs/gater/fall97/sept11/Frisco.html[/url]

[url]http://www.friscovista.com/news/2006/12/03/dont-call-it-frisco/[/url]

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