[NEWS] Da Rotterdam al Madagascar in auto
DA [url]http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/05_Maggio/23/rotterdam_africa_madagascar.html[/url]
24 maggio 2007
L'avventura di un giovane olandese è diventato una sorta di
documentario
Da Rotterdam al Madagascar in auto
Arnoud de Vroomen ha attraversato il Continente Nero su 4 ruote.
Quando tornerà a casa, avrà percorso 65 mila km
ANTANANARIVO (MADAGASCAR) - All'inizio doveva essere solo un viaggio
d'avventura, con protagonisti due giovani squattrinati olandesi alla
guida di due vecchie Citroen 2CV che documentavano le infinite
bellezze del continente africano. Ma con il passar dei mesi e dei
chilometri l'avventura dell'olandese Arnoud de Vroomen è diventata un
vero e proprio documentario nel quale non solo si celebrano gli
aspetti positivi del "Continente Nero", ma anche le tantissime
iniziative intraprese da aziende locali e internazionali per
migliorare la vita di tanti paesi del continenti africano.
STORIA - «Tutto è cominciato quasi per scherzo» afferma Arnoud de
Vroomen, il protagonista di questa ambiziosa avvenuta. «Nel 1995 ero
in Africa Occidentale e ho incontrato due ragazzi che con una Land
Rover erano partiti da Londra e dovevano arrivare a Città del Capo.
Rimasi molto impressionato allora e dissi a me stesso che avrei tanto
amato fare un viaggio simile, ma con la mia Citroen 2CV». Una volta
tornato a Rotterdam Arnoud coinvolge il suo amico Frans Bruens,
possessore anche lui di una vecchia Citroen 2 CV. Il 4 marzo partono
da Rotterdam e mano mano che attraversano i paesi africani i problemi
si moltiplicano: «Il mio amico Franz ha passato numerose traversie con
la sua auto che velocemente si è deteriorata. In più, quando eravamo
in Senegal gli sono stati rubati i documenti e le poche cose che
aveva. Alla fine una volta arrivato in Ghana ha deciso di tornare a
casa».
ARRIVO - La partenza dell'amico non ha fermato Arnoud che dopo otto
mesi ha raggiunto il Madagascar nel novembre del 2006. Arnoud, anche
durante il viaggio, ha continuato a lavorare per la sua azienda, la
"BushProof". Questa in passato ha vinto un premio offerto dalla Banca
Mondiale per aver prodotto un sistema di filtraggio a basso costo che
permette di depurare l'acqua facendola diventare potabile. Il sistema
è stato sperimentato positivamente in alcune aree rurali dell'Africa e
durante il suo lungo viaggio Arnould ha potuto documentare quali
benefici questa iniziativa della sua azienda ha prodotto nei paesi
africani.
VIAGGIO - Durante la lunga traversata Arnoud ha anche filmato le tante
iniziative positive intraprese in Africa da diverse aziende locali e
internazionali e che hanno lo scopo di far progredire questo
martoriato continente. «Da quando lavoravo in Burkina Faso nel 1995 ho
sempre saputo che in Africa esistono iniziative brillanti e positive.
Io credo che bastano poche persone forti e tenaci per migliorare le
condizioni di molte città africane. Oggi in Africa ci sono centinaia
di persone che anche gratuitamente combattono per migliorare il
continente. Il mio documentario ha lo scopo di raccontare la tenacia
di queste persone».
RITORNO - Il 23 maggio è cominciato il viaggio di ritorno di Arnoud.
Lasciato il Madagascar spera di arrivare a Rotterdam per il prossimo
settembre, dopo aver attraversato in ordine Sud Africa, Monzambico,
Malawi, Zambia, Tanzania, Ruanda, Uganda, Kenya, Etiopia, Sudan,
Egitto, Italia, Svizzera e Germania. Alla fine, sostiene il giovane
olandese, tra viaggio di andata e ritorno avrà percorso circa 65.000
km. Secondo Arnoud uno dei mali più grandi dell'Africa è la
corruzione: «La corruzione è ovunque. Anche per passare da uno Stato
all'altro devi pagare e sopportare che alla frontiera alcuni dei tuoi
beni siano portati via. Ciò è davvero irritante». Tuttavia l'Africa,
per Arnoud, è un posto incredibile: «Gli Africani in generale sono
fantastici, sono persone accoglienti e calorose. In realtà l'Africa è
lontana dal ritratto che dipingono ogni giorno i media. Essa non è
solo corruzione e aggressività. Io invito tutti a scoprirla da soli.
E' il continente più bello del mondo».
Francesco Tortora
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