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Vecchio 15-10-2009, 22.32.38
David
 
Messaggi: n/a
Predefinito [RECE] New York City (lunghetto)

NYC (26 settembre - 4 ottobre 2009)



Dopo quattro anni dalla nascita di Sara eccoci di partenza per questo nostro
primo viaggio senza di lei (non immaginate quanto mi sia mancata!. David mi
prende in giro ma credo che sarà la prima e anche l'ultima volta per me!).
Partiamo alle 11,30 alla volta di Nizza con Giancarlo e Federica che
condivideranno con noi questa vacanza (speriamo bene. di non rimetterci
anche questi di amici. ). Gli avvenimenti degli ultimi giorni ci hanno fatto
temere davvero di non partire ma alla fine si è sistemato quasi tutto a
parte il raffreddore e la febbriciattola di Sara che ci mettono un po' d'ansia.
Alle 15,35 ci imbarchiamo sul volo della British diretto a Londra dove
atterriamo due ore dopo. Ci fa compagnia (!!!) quello strafatto di Pete
Doherty (lo riconosce Federica . col massimo rispetto ma per me è un emerito
sconosciuto), il suo entourage e soprattutto quello che pare il suo manager
e che ha un aspetto terrificante. Al controllo passaporti di Heatrow l'addetto
ha qualcosa da ridire con il passaporto di Monica (che scade tra un mese e
mezzo), forse la "danza" dei sei mesi di validità residua non è ancora
finita e anche questo funzionario, come quello del Comune di Albenga e della
Questura di Savona, non è convinto che il passaporto italiano sia valido per
l'ingresso negli USA fino alla scadenza. Dopo una serie di telefonate
concitate e un po' di ansia da parte nostra passiamo i controlli e alle
18,10 ci imbarchiamo alla volta della Grande Mela. Arriviamo alle 20,40 al
JFK e siamo lesti ad uscire dall'aereo e a raggiungere l'immigrazione, poco
dopo arrivano infatti tutti gli altri passeggeri compresi quelli di un altro
volo e la coda si fa veramente lunga. L'immigrazione ci ruba il tempo delle
formalità e di qualche battuta con un simpatico ufficiale che non ha niente
da ridire sul passaporto di Monica, salvo controllare sul manuale che l'Italia
è esente dalla regola dei sei mesi dato che fa da qualche anno parte del
"Six Month Club". Impronte, fotografie e via con i timbri di entrata. I
bagagli ci sono e in un attimo usciamo e veniamo dirottati verso un taxi da
un ometto che smista le persone in arrivo. Col tassista non fatichiamo più
di tanto a spiegargli che deve portarci al 207 East 117th Street ad East
Harlem. Mentre viaggiamo in macchina nel Queens scorgiamo Manhattan e i
grattacieli, che emozione! Paghiamo i 45 $ della tariffa fissa più il
pedaggio di un ponte, più l'immancabile mancia, per un totale di 56 $ in
quattro. Scarichiamo le valigie e cerchiamo di aprire il particolare
lucchetto nel quale Peter, il tipo dell'agenzia Staysmartnyc.com con cui
abbiamo prenotato l'appartamento (1310 $ / 982 ? per sette notti in
quattro), ci ha lasciato la chiave del portone. Dopo avere armeggiato un po'
riesco ad aprire e entriamo, certo che lo stabile e le scale non promettono
molto bene (per un momento ci eravamo illusi che il nostro appartamento
fosse quello affianco, molto carino dall'esterno e invece..). Digitiamo la
combinazione della serratura ed entriamo in casa, l'appartamento ci
sorprende: è molto carino, pulito ed accogliente, con il parquet
dappertutto, si vede che è stato ristrutturato di recente ed arredato con
mobili Ikea, ci sono due camere, due bagni, soggiorno con angolo cottura
attrezzato di tutto e sgabuzzino, c'è la tv e anche il Wifi. Comincia a
piovere, le previsioni non sbagliano! Siamo un po' stanchi ma Giancarlo ed
io usciamo a comprare i generi di prima necessità, qualche bottiglie di
acqua, di Coke, tovaglioli di carta e due confezioni da sei di birra (24 $
in totale)( siamo in America ed è giusto fare gli Americani!. peccato che le
birre rimarranno quasi tutte nel frigo dell'appartamento. ). L'impatto è
forte ma il quartiere non è male, è popolato da immigrati latinoamericani,
case basse, molto popolare ma non ci sembra pericoloso (a me di sera un po'
inquieta.qui la moda tra i neri o i latini è di indossare felpe col
cappuccio che si calano sulla testa e a mala pena riesci a scorgere i loro
volti.) , piuttosto ci pare la vera America, quella vista in 10.000 film!
Passiamo anche dal McDonald's (12 $) a prendere qualcosa da mangiare (ble!
Che schifezza.spero di sopravvivere questi giorni.). Rientriamo a casa e
mangiamo gli hamburger piuttosto schifosi di questo fast food, due
chiacchiere e andiamo a dormire, non prima di avere stracciato con sommo
piacere tutta la documentazione portata nell'evenienza che in dogana
avessero fatto storie a Monica per non avere riconsegnato il formulario
I-94W all'uscita da Miami nel 2004. Prima di andare a letto consegno a
Monica il regalo dei suoi genitori per il suo compleanno: lunedì andiamo a
vedere il musical Mamma Mia a Broadway (questa davvero è stata una sorpresa.
d'altra parte non succede mica spesso di trovarsi a NY per il proprio
40esimo). [Domenica 27 settembre] Per via del fuso dormo poco e male, mi
sveglio alle 4,30 e alle 6 faccio capolino in soggiorno dove trovo Giancarlo
che fa le parole crociate, anche lui non riesce più a dormire. Aspettiamo
che faccia giorno e che le due cornacchie si sveglino, piove. Usciamo di
casa presto, facciamo una colazione piuttosto mediocre da Dunkin' Donuts
(6,50 $ in due), le ciambelle sono buone ma i beveroni non molto ( dire non
molto mi pare "eccessivo". il mio beverono ad esempio ma anche quello di
David finiscono nel primo tombino fuori la porta. e se non lo beve lui. è
tutto detto).. Cerchiamo la scheda per telefonare e, dopo avere girato
diversi negozietti, ne compro due da 5 dollari per l'Europa, scopriremo che
una permette di telefonare per 180 minuti e ne consumeremo meno di mezza.
Facciamo l'abbonamento settimanale per la metropolitana, la Metrocard al
costo di 27 $ a testa. Prendiamo la metro per qualche fermata e poi facciamo
un pezzo a piedi per arrivare al Metropiltan Museum of Art comunemente detto
Met, che si trova sulla Fifth Avenue a metà di Central Park. Il biglietto
costa 20 $, il museo è immenso e c'è molta gente, forse perché è domenica ma
forse anche perché piove. Diamo un'occhiata veloce, i musei non sono il
nostro forte, troviamo molto interessanti e grandiose le esposizioni di ori
precolombiani e le sale della pittura europea, soprattutto quella
impressionista che è qui rappresentata da alcuni dipinti molto famosi e
molto belli. Usciti dal Met riprendiamo la metro e andiamo in centro a
mangiare, ci incuriosisce un tipico locale americano stile pub con i
televisori dappertutto che trasmettono le partite domenicali di Football. Si
chiama Legends, si trova sulla 33th Street West, dorremmo essere dalle parti
dell'Empire State Building ma non riusciamo a vederlo, ci sono le nuvole
troppo basse. Poi le nuvole si alzano, esce un po' di sole, e ci accorgiamo
che siamo proprio di fronte al più alto grattacielo di NY e dalla vetrina
del locale ne vediamo anche la cima. Mangiamo bene con 53 $. Usciamo e
facciamo un giro da Macy's, che la guida dice essere il più grande negozio
del mondo, non so se sia vero ma grande lo è, con le sue particolari scale
mobili in legno originali di quando fu eretto il palazzo. Facciamo qualche
acquisto e poi ci dirigiamo verso il Madison Square Garden perché nelle
vicinanze c'è un grande negozio di fotografia che vorrei vedere ma è chiuso.
Andiamo allora a Times Square, ombelico della città, con la folla presente
giorno e notte e le luci sfolgoranti (che casotto. e chi lo poteva
immaginare). Ci riposiamo un po' all'Hard Rock Cafe, beviamo una birra e una
bibita (11,50 $) e compriamo qualche maglietta. Siamo stanchi e torniamo a
casa con la metro, saltiamo la cena, abbiamo pranzato tardi. Ci svacchiamo
un po' sul divano ma presto ci si chiudono gli occhi dalla stanchezza e
andiamo a letto abbastanza presto. [Lunedì 28 settembre] Ieri le previsioni
del canale televisivo di NY davano un bel sole per questa mattina e allora
ne approfittiamo per andare a vedere la Statua della libertà e Ellis Island.
Abbiamo prenotato da casa il biglietto flessibile per tre giorni (12 $ a
testa). Prendiamo la metro e andiamo fino alla punta sud di Manhattan.
Facciamo colazione nel nostro primo Starbuck Coffee in Park Row proprio
sotto la City Hall. La colazione è buona e anche i beveroni che chiamano
caffè e cappuccino sono bevibili (11 $). Poi andiamo a Battery Park a
prendere il ferry per la nostra gita, il parco è pieno di scoiattoli e il
nostro pensiero va subito a Sara che li avrebbe adorati (anche se in maniera
diversa da Giancarlo!). C'è molta coda e ci sono da passare rigidi controlli
di sicurezza stile aeroporto. Ma facciamo in fretta, sono molto organizzati,
in 10 minuti siamo sul traghetto che parte poco dopo alla volta di Miss
Liberty. Il panorama di Manhattan in poppa è veramente favoloso, peccato per
un pochino di foschia e peccato che manchino dallo skyline le Torri Gemelle.
Cominciamo a vedere la Statua che si avvicina, è spettacolare e maestosa,
verde sul suo enorme piedistallo, chissà che impressione faceva agli
emigranti che la vedevano troneggiare poco prima di attraccare ad Ellis
Island che è poco lontana. Scendiamo dal ferry e facciamo rapidamente il
giro dell'isolotto facendo un po' di foto, non saliremo sul piedistallo e
soprattutto sulla corona che è stata riaperta da poco ed è prenotata per i
prossimi 18 mesi! Riprendiamo il ferry per coprire il breve tragitto per
Ellis Island dove visitiamo il museo dell'immigrazione, non particolarmente
bello ma carico di significati. Il nostro pensiero va alla situazione
italiana e ai CPT, dove si vivono sogni e drammi analoghi. Dopo la visita
riprendiamo il ferry per tornare a Manhattan, si è alzato il vento ma si sta
bene e il panorama è emozionante. Da Battery Park risaliamo lungo la Trinity
Place e arriviamo a Ground Zero. La zona è oggi un enorme cantiere dove
lavorano migliaia di persone e mezzi, tutto attorniato da grattacieli che
saranno sicuramente stati danneggiati nei crolli, è un posto suggestivo. (mi
commuovo. non puoi non pensare a tutte le persone che qui sono morte. ci
sono le loro foto e fiori ai diversi angoli delle strade. David insiste per
fotografare . io non so se le foto le avrei fatte.). Lungo la recinzione del
cantiere ci sono le gigantografie dei progetti che sorgeranno. Prendiamo la
metro e ci spostiamo al Greenwich Village, abbiamo letto sulla guida di un
locale dove pranzare. Ci vuole un po' a trovarlo ma alla fine arriviamo al
Corner Bistrot, 331 W 4th Street, un tipico locale newyorchese piuttosto
buio ed affollato. Mangiamo al banco un hamburger che la guida definisce il
migliore della città (bha.sarà anche vero ma io lo trovo appena passabile )
, in effetti non è male e anche i prezzi sono abbastanza contenuti, il
proprietario è molto cordiale (qui tutti hanno almeno un parente prossimo
italiano o comunque conoscono le nostre città d'arte e fanno volentieri due
chiacchiere.), spendiamo 24 $ a coppia. Dopo la pausa pranzo facciamo un po'
di shopping ed andiamo a cercare un negozio di jeans che hanno segnalato a
Giancarlo. Poi passeggiamo per un tratto abbastanza lungo in direzione nord
su una strada rialzata pedonale che doveva essere la sede dei binari di una
ferrovia leggera (questo quartiere è abitato da coppie gay. ne vediamo
alcune "sfacciatamente gay" anche se l'aspettativa in generale era di
incontrare molti più personaggi eccentrici e invece con David osserviamo che
forse a Londra sotto questo aspetto era stato più divertente). Arriviamo a
Chelsea dove ci separiamo, Monica ed io torniamo a casa a fare una doccia e
un riposino, mentre Federica e Giancarlo rimangono in giro, l'appuntamento è
per le 19,30 a teatro. Usciamo di casa appena in tempo per farci cogliere da
un bel temporale serale, prendiamo la metro e andiamo all'appuntamento al
Winter Garden Theatre al 1634 della Broadway, dove abbiamo prenotato dall'Italia
i biglietti (70 $ a testa) per vedere Mamma Mia che inizia alle 20. Il
teatro, anonimo da fuori, all'interno è grandioso e ha un fascino retrò,
contiene 1500 persone, in gran maggioranza turisti. Il musical dura due ore
e mezzo, ci piace molto e nel finale tutto il teatro (molte le babbione
presenti) si alza in piedi a cantare e ballare le canzoni degli Abba. Dopo
lo spettacolo andiamo a mangiare a Times Square da Bubba Gump Shrimp Co.
Naturalmente mangiamo gamberetti cucinati in diversi modi, tutti molto
pesanti per il fegato e lo stomaco! (per la preparazione del mio piatto
credo avessero spolpato un'intera piantagione di aglio! Povera me.ho lo
stomaco in fiamme ma non so come.. HO DIGERITO BENISSIMO e dormito un sonno
tranquillo.) Spendiamo 55 $ e nel complesso mangiamo discretamente a parte i
bruciori di stomaco che si profilano (ma non ci saranno.). Riprendiamo la
metro e torniamo a casa per un po' di meritato riposo. [Martedì 29
settembre] Questa mattina decidiamo di fare colazione sulla Lexington tra la
63rd e la 64th, in un locale suggerito sulla guida di Giancarlo, Le Pain
Quotidien. Ci accomodiamo in una saletta molto graziosa tutta a vetri con
vista sui grattacieli e compagnia di anziane newyorchesi che prendono il
tea. La colazione è ottima (27 $ a coppia) tutta a base di prodotti
biologici, frutta, marmellate, una specie di nutella e pane di tipi diversi.
E' una bella giornata ed abbiamo deciso di dedicare la mattinata ad un giro
per Central Park. Entriamo nel parco dall'estremità sud orientale e
camminiamo verso nord. Vediamo da fuori lo zoo, reso famoso da Madagascar,
con il suo orologio con gli animali. Proseguendo verso nord vediamo la
statua di Balto, il lago con le immancabili barche a remi, la Betsheda
Fountain, la statua di Alice nel Paese delle Meraviglie e arriviamo al
Belvedere Castle, dal quale si gode un bel panorama. Ci dirigiamo verso
ovest alla ricerca di Strawberry Fields. Ammiriamo gli alti ed imponenti
condomini sul lato ovest del parco dove vivono molti vip e dove viveva e fu
ucciso John Lennon. Ritornando verso sud passiamo attraverso lo Sheep
Meadow, la grandissima zona verde priva di alberi, famosa per essere stata
immortalata in decine di film. Arriviamo alla pista di pattinaggio dove ci
sono lavori in corso e non si vede niente. Usciamo dal parco da dove siamo
entrati e ci avviamo a piedi sulla Fifth Avenue (evvai! Finalmente un po' di
acquisti!), dove vediamo l'Hotel Plaza, di fronte Fao Schwartz e l'Apple
store in una sorta di cubo di vetro avveniristico. Entriamo per fare qualche
acquisto nel grande negozio di giocattoli e poi continuiamo sulla quinta
fino ad arrivare da Tiffany dove una visita, senza comprare niente, e una
foto sono d'obbligo! Siamo incuriositi da un palazzo su cui campeggia la
scritta "ITALIA" e che tra i bassorilievi che lo decorano ne ha uno con il
simbolo del fascismo (scopriremo poi essere "Palazzo d'Italia", una
costruzione degli anni '30 eretta nel complesso del Rockefeller Center
insieme ai palazzi francese e britannico e poi fatti decorare da scultori
dei Paesi di appartenenza. Per molti anni è stato la sede del consolato
italiano). Poi cerchiamo un posto per riposarci un po' e mangiare qualcosa.
Entriamo nell'hotel Le Parker Meridien sulla 57th West perché dentro c'è il
ristorante Norma's consigliato dalla guida. Il ristorante è chic e cerca di
darsi un certo tono ma il cibo non è particolare e non hanno neanche la
birra da bere, ci portano dei bicchieroni di acqua con il sempre presente ed
abbondante ghiaccio (questa cosa del ghiaccio mi sconvolge. nemmeno fuori
avessimo il "Sahara". e se anche gli raccomandi che vuoi l'acqua o la
bibita senza ghiaccio, almeno qualche cubetto dentro non riescono a non
ficcartelo. è poi c'è anche la storia dell'aria condizionata. ma qui hanno
tutti caldo?. un po' "oltre le righe" lo sono stì americani!) ma è
imbevibile per il cloro, così ripieghiamo sulla Coca Cola con grande
disappunto mio e di Giancarlo. Paghiamo 68 $ a coppia e usciamo non molto
soddisfatti alla volta di un po' di shopping sulla quinta da Abercrombie &
Fitch, un negozio a più piani dove sparano musica a palla, profumi a manetta
e ci sono modelli e modelle da urlo (non è decisamente il posto per David e
in fondo nemmeno per me ma resistiamo al folklore locale e facciamo anche
qualche acquisto). Proseguiamo fino ad arrivare al Rockefeller Center dove
facciamo un giro per vedere la zona che in inverno si trasforma in pista di
pattinaggio e dove è posto il grande albero di Natale. Prendiamo la metro e
andiamo al Village dove abbiamo letto esserci una birreria con più di 300
tipi di birre e siamo incuriositi. Troviamo il Peculier sulla Bleecker St,
il locale è molto tetro e deserto, si trova nella zona universitaria, ci
sediamo e Federica si accorge di aver perso la cartina che aveva in tasca e
esce a cercarla. Ritorna poco dopo : l'ha ritrovata nel parco. Beviamo un
birra nemmeno troppo buona e riprendiamo la metro per tornare a casa. Ci
riposiamo un po', facciamo una doccia e decidiamo di andare a cena da Sylvia's
ad Harlem nella zona nera, diverso da East Harem che è la zona
latinoamericana. Prendiamo la metro per una fermata a nord, scendiamo alla
125th e andiamo a piedi fino al ristorante che si trova sulla Lenox. Il
tragitto non è molto lungo ma siamo un po' in apprensione, forse più
suggestionati dalla fama del quartiere piuttosto che da cose reali, a dire
la verità l'unico particolare inquietante sono i ragazzi neri con le loro
felpe coi cappucci. Il ristorante è molto affollato ma c'è un tavolo anche
per noi. Ordiniamo piatti tipici del sud, io mi lancio con il famoso
barbecue con salsa e patate dolci candite, tutto accompagnato da pane dolce
di mais. Mangiamo bene con 47 $ a coppia e poi ci facciamo "coraggio" e
torniamo a casa a piedi. [Mercoledì 30 settembre] Facciamo colazione in
centro a base di Pancacke in un grande self service (11 $ a coppia) e
andiamo all'Empire State Building per comprare il biglietto per salire all'86°
piano, la giornata è coperta ma le nuvole sono alte e il cielo è limpido, ci
dicono esserci più di 25 miglia di visibilità. Fuori della costruzione c'è
una manifestazione pro Tibet perché all'interno c'è in visita una
delegazione cinese. Paghiamo 20 $ a testa e ci sottoponiamo ai controlli di
rito (raggi x agli zaini, metal detector per noi). La salita è velocissima e
il panorama che si gode è strabiliante. Da ogni lato del grattacielo c'è un
vista mozzafiato e ad un certo punto esce anche un raggio di sole che
illumina la parte sud di Manhattan e rende tutto più affascinante, ci sono
molti turisti e tutti scattano un sacco di fotografie (che freddo!). Una
volta scesi gironzoliamo un po' sulla quinta fino alla Public Library, la
grande biblioteca di NYC che ospita le bellezza di sette milioni di volumi.
Visitiamo l'interno con le grandi sale di lettura e gli enormi tavoli pieni
di computer con libera connessione ad internet . Usciti dalla biblioteca ci
dirigiamo al Grand Central Terminal, la celebre stazione immortalata tra gli
altri da Madacascar e da Gli Intoccabili. L'atrio è maestoso con un'enorme
bandiera e la volta decorata con le costellazioni. Facciamo anche un giro
nei negozi interni e in una galleria commerciale dove ci sono solo
gastronomie (che spettacolo. ma allora se volessero qualcosa di decente
potrebbero cucinarlo anche loro. allora perché fuori ha tutto lo stesso
sapore e non riesci a mangiare alro che hamburger e patate?). Facciamo una
passeggiata lungo il "Museum Mile", vediamo tra gli altri il Guggenheim ma
solo da fuori e poi ci fermiamo per pranzo al Barking Dog sulla 3rd Avenue
angolo con la 93th. Mangiamo bene con 44 $ a coppia. Poi prendiamo la metro
e torniamo a casa, andiamo a posare gli zaini e a prepararci per il
concerto. Arriviamo con la metropolitana alla Pennsylvania (Penn) Station,
facciamo il biglietto (7,25 $ a testa) e prendiamo un treno NJ Transit per
Secacaus dove cambiamo per destinazione Giant Stadium (Meadowlands). Il
viaggio dura in tutto una ventina di minuti e siamo molto colpiti dall'organizzazione
che hanno messo in piedi per servire questo gruppo di impianti sportivi nel
New Jersey. Arrivati allo stadio andiamo a prendere i biglietti che abbiamo
prenotato dall'Italia (114 $ a testa), nei piazzali ci sono mole auto con il
bagagliaio aperto e persone che banchettano con birra e carne alla brace
cucinata nel parcheggio, sono organizzatissimi, con sedie e tavoli da
campeggio, la musica di Bruce si diffonde in ogni dove. Aspettiamo una mezz'ora
e poi aprono i cancelli, una minuziosa perquisizione ed entriamo. Lo stadio
è molto bello, pulito ed ordinato, pensare che a breve sarà demolito, a
fianco è quasi pronto quello nuovo. Un'addetta ci mostra il nostro posto che
è al coperto e proprio a ridosso di quei palchi chiusi da vetrate e
riscaldati che si vedono nei film. Fa un po' freddo e c'è vento, ma
sopportabile (diciamo che per i miei gusti saremo potuti arrivare
tranquillamente un paio d'ore dopo ma Federica è agitatissima ed
eccitatissima e la assecondiamo, in fondo è lei l'unica vera fan do noi
quattro!). Nello stadio ci sono molti angoli dove vendono da bere e da
mangiare (birra e hot dog su tutto) tutto ordinato, pulito. Noto un
distributore di salse, cannucce e tovagliolini che da noi durerebbero pochi
secondi; è inutile, siamo a contatto con una cultura diversa! Bruce
Springsteen si fa attendere, doveva cominciare alle 19,30, invece attacca
alle 20,15 ma poi non tira più il fiato fino alle 23,30! Monica e io non
siamo suoi grandi estimatori ma lo spettacolo è bello e il Boss una vera
belva sul palco, nonostante i suoi 60 anni suonati! Rimaniamo stupiti nel
vedere le persone davanti al palco con molto spazio e totale assenza di
calca. Gli spazzini puliscono senza sosta e alla fine dello show lo stadio è
lindo come quando siamo entrati, bagni compresi (vera e propria fantascienza
da noi.come quando entri nei locali e tutti ti salutano oppure ti chiedono
come stai, se hai passato una buona giornata e non mancano, prima di
salutarti, di augurarti ENJOY!! ENJOY!!. BRAVI! Questo ci sorprende in
positivo e ancora una volta dobbiamo concluderne che avremo qualcosa da
imparare noi ITALIANI! ). Finito il concerto riprendiamo il treno per
Secacaus: tutti in fila diligenti, altrimenti i poliziotti si inca@@ano. Da
li, assistiti e guidati da un sacco di personale, prendiamo il treno per New
York Penn Station dove arriviamo pochi minuti dopo. E' tardi e prendiamo un
taxi per tornare a casa, impieghiamo abbastanza poco per fare capire al
taxista dove ci deve portare, una quindicina di minuti (lungo la 3rd Ave a
velocità pazzesca e con continui e non segnalati cambi di corsia) e siamo a
casa, ce la caviamo con 17 $ in quattro. [Giovedì 1° ottobre] Si parte con
la metro alla volta di Brooklyn, scendiamo alla City Hall e raggiungiamo
Front Street in taxi (7 dollari in quattro) dove ci fermiamo per fare
colazione al Caffè del Dumbo General Store (25 $ a coppia). Dopo colazione
rientriamo a Manhattan a piedi lungo il celebre Brooklyn Bridge. La
passeggiata è emozionante, molto bello il paesaggio e la vista dello skyline
di Manhattan, anche da qui si avverte l'assenza delle Torri che dovevano
dominare lo scenario. Arrivati nuovamente alla City Hall prendiamo la metro
e scendiamo in Canal Street per una passeggiata a Chinatown e Little Italy.
La parte cinese è piuttosto sporca e caotica anche se pittoresca, le scritte
sono tutte in cinese e ci sono negozi che vendono ogni genere di articolo,
dai pesci secchi alle rane vive, dalle anatre cotte appese in vetrina a
stranissime varietà di verdura! Ci sono anche buffi negozi di barbiere con
le vecchie insegne a cilindro rotante. Little Italy è ormai un ricordo fatto
di ristoranti e pizzerie, i cinesi hanno invaso anche questo quartiere e gli
italiani sono andati a vivere altrove. Ci spostiamo a Soho e facciamo una
passeggiata nel quartiere della case dalle facciate di ghisa, con l'itinerario
suggerito dalla guida (ecco. io qui ci vivrei. davvero unico!). Per pranzo
ci fermiamo da Fanelli's al 94 della Prince Street, un altro tipico locale
di NYC con il bancone lunghissimo. Mangiamo discretamente con 38 $ a coppia
e dopo pranzo ci spostiamo verso nord nell'East Village a fare una
passeggiata e a cercare la vecchia birreria McSorley's Old Ale House sulla
7th East. Il locale è molto antico e anche la polvere che lo copre! Il
pavimento è cosparso di segatura ma la birra, che servono sempre in due
boccali ogni ordine, è buona. Un paio di assaggi (10 $ a coppia) e facciamo
un salto con la metro a vedere il Flatiron Building sulla quinta all'altezza
di Madison Square. Ammiriamo questa affascinante e particolare costruzione a
sezione triangolare e poi proseguiamo in direzione Times Square dove
vogliamo visitare un grande negozio di giocattoli. Entriamo da Toys R Us ed
è come entrare in un parco di divertimenti, tre piani zeppi di giocattoli,
rappresentazioni dei monumenti della città realizzati con i Lego e perfino
un vera ruota panoramica alta 20 metri dove i bambini possono salire. Non
troviamo il phon che Sara ci ha chiesto come regalo ma compriamo lo stesso
qualcosa. Usciti dal negozio ci separiamo, Monica ed io vogliamo salire sul
grattacielo del Rockefeller Center e vedere NYC in notturna. Federica e
Giancarlo non sono interessati, ci diamo appuntamento davanti alla statua di
Prometeo per le 21,00. Acquistiamo i biglietti (21 $ a testa) e saliamo in
un attimo al 70° piano del Top of the Rock, il principale concorrente dell'Empire
in fatto di vista sulla città. Il panorama notturno è favoloso, forse
addirittura più affascinante di quello diurno. C'è molta visibilità e c'è un
vento gelido che ci sferza. L'Empire è vicino e questa sera è colorato di
giallo e rosso in onore della visita dei cinesi. Facciamo molte fotografie
nella speranza che riescano anche se siamo in notturna. Scendiamo e ci
troviamo nel mezzo delle riprese di un documentario (non è la prima volta.
qui a NY succede anche questo: di trovarti senza saperlo nel bel mezzo delle
riprese di un film). Ci riuniamo ai nostri compagni di viaggio e andiamo a
cena in un ristorante brasiliano che hanno adocchiato mentre passeggiavano
sulla 9th Ave all'angolo con la 50th West. Il ristorante si chiama Rice N
Beans, mangiamo bene con 68 $ a coppia, tutto a base di piatti brasiliani
accompagnati da sangria. Per tornare a casa prendiamo un taxi (15 $ in
quattro) che, con la solita guida spericolata, ci porta ad East Harlem all'appartamento.
[ Venerdì 2 ottobre] Questa mattina andiamo a fare colazione da Alice's Tea
Cup Charter II sulla 64th East angolo con la Lexington, un localino molto
particolare (25 $ a coppia). Ci dividiamo, oggi è il giorno dello "svacco",
l'ultima giornata piena a NYC. Giancarlo e Federica vanno in giro senza meta
e per le ultime compere. Noi due ci dirigiamo a sud di Manhattan nel
Financial District, mi fa piacere vedere il palazzo della Borsa. Il
quartiere è modernissimo, alti grattacieli quasi soffocano le costruzioni
più antiche come la Trinity Church e il suo cimitero dove sono sepolti molti
dei primi abitanti della città. La zona è molto sorvegliata da polizia e
corpi speciali, ci sono anche poliziotti a cavallo. La facciata del palazzo
della borsa è molto suggestiva con l'enorme bandiera stesa sulle colonne
della facciata. Di fronte visitiamo l'interno del Federal Hall dove
Washington giurò come primo presidente degli USA. Ci dimentichiamo di
cercare e fare una foto alla statua del toro che è diventata simbolo di Wall
Street, pazienza sarà per la prossima volta. Camminiamo lungo Trinity Place
e in un attimo siamo di nuovo a Ground Zero. Svoltiamo in Liberty Street e,
mentre Monica guarda l'entrata del World Trade Center Memorial, io mi
accorgo che sta arrivando il camion dei pompieri della Ten House (Ladder Co
10, Engine Co 10), la stazione più tristemente famosa della città in quanto
i suoi uomini furono i primi ad intervenire l'11/9 e sei di loro morirono
nel crollo delle torri. Sul muro esterno della caserma è stato realizzato un
grande bassorilievo in bronzo con un tributo e i nomi dei 343 vigili del
fuoco morti nei soccorsi. Finalmente sono riuscito a vedere una stazione dei
pompieri, che credevo fossero abbondantissime a Manhattan, ma non ero ancora
riuscito a trovarne una. Proseguiamo e oltrepassiamo l'enorme cantiere
tramite la passerella che porta al World Financial Center, gravemente
danneggiato dagli attentati. Dalle finestre dell'edificio si vede benissimo
Ground Zero e si intuisce la devastazione. Visitiamo anche il Winter Garden,
una sorta di padiglione tutto di vetro con vere palme all'interno, l'esplosione
delle torri ruppe tutti i vetri e ricoprì di detriti tutta l'area. Usciamo
all'esterno per una passeggiata sul lungo Hudson e vediamo delle barche a
vela che fanno scuola sul fiume con i grattacieli del New Jersey sullo
sfondo. Quest'area ha un grande fascino. Ci fermiamo in uno Starbucks per
bere qualcosa e per un riposino e poi prendiamo la metro e andiamo a fare un
giro (quello consigliato dalla guida) al Greenwich Village. Vediamo tra le
altre cose la famosa Gay Street, il quartiere è carino, tutte casette basse
con le immancabili scale antincendio esterne. Pranziamo al Cornelia Street
Café nella omonima strada, ce la caviamo con 35 $ in due, il locale è carino
e alla sera fanno musica dal vivo con un programma molto fitto. Diamo anche
un'occhiata ai ristoranti della zona dato che questa sera festeggeremo il
compleanno di Monica (che in realtà è domani ma saremo in aereo). Torniamo a
Soho che è il quartiere che più ci è piaciuto, per una passeggiata e un po'
di shopping, mi compro un paio di jeans e una felpa da Lucky Brand sulla
Green St. Alle 18,30 abbiamo appuntamento sulla Broadway con Giancarlo e
Federica e insieme decidiamo di tornare al Village per cena. Gironzoliamo un
po' e alla fine torniamo in Cornelia Street e decidiamo di entrare al Little
Avana Restaurant. Mangiamo piatti cubani annaffiati dalla non troppo cubana
sangria, io ordino un picadillo che è veramente ben cucinato e saporito (59
$ a coppia). Dopo cena optiamo per il taxi per tornare a casa, l'autista è
un po' stupito circa la destinazione, ci dice che è molto a nord, che ci
sono da fare più di cento street a salire ma alla fine si convince e ci
porta a dormire (23 $ in quattro). [ Sabato 3 ottobre] Oggi è l'ultimo
giorno e quella babbiona di Monica compie 40 anni. Finiamo di fare le valige
e portiamo i bagagli alla lavanderia dei genitori di Peter. Poi prendiamo la
metro e andiamo in centro, oggi le previsioni danno pioggia e temporali e ci
siamo lasciati un museo come jolly. Facciamo colazione in uno Starbucks
Coffee al Sony Building sulla Madison Avenue (11 $ in due) e poi andiamo all'Apple
Store sulla Fifth Ave per fare il checkin online. Non resistiamo alla
tentazione di entrare al World of Disney sempre sulla quinta e compriamo un
bellissimo peluche di Monster & Co. a Sara (..e l'uncino di plastica del
Capitano che è la cosa più economica e che apprezzerà di più in assoluto).
Raggiungiamo poi l'entrata del MoMA, facciamo i biglietti (20 $ a testa),
lasciamo gli zaini al guardaroba (gratuito!) e ci dividiamo dandoci
appuntamento tra un paio d'ore. I nostri gusti sono sempre gli stessi e la
parte che apprezziamo di più è quella della pittura impressionista e
postimpressionista. Le sale della fotografia sono interessanti e piene di
foto belle e famose, mentre le sale dell'arte moderna proprio non fanno per
noi ed opere come "il filo elastico" o "due fogli bianchi incorniciati"
proprio non riusciamo a capirle ed apprezzarle. Fuori si è messo a piovere
( ma è mai possibile che con un'acqua torrenziale si vada in giro in
infradito?. io e David vediamo lungo la strada diverse persone stese a
terra. ovviamente. si scivola!. questo in effetti è un po' strano.) e così
prendiamo la metro per andare sulla 60th East, vogliamo andare a pranzo da
Serendipity. Purtroppo è pienissimo e c'è molta gente in coda, decidiamo
così di entrare alla Brasserie 360 sempre sulla 60th angolo con la 3rd Ave.
Il posto è molto grande ed abbastanza bello, ci accompagna al tavolo una
ragazza che ci dice avere la mamma calabrese. Mangiamo, sempre le stesse
cose tipo hamburger, patatine, omelette, spendiamo 52 $ a coppia per un buon
pasto. Usciti dal ristorante attraversiamo la strada e visitiamo il Dylan's
Candy Bar, un enorme negozio di caramelle e dolciumi in genere (meno male
che non abbiamo più soldi altrimenti qui David si sarebbe rovinato!) .
Passiamo davanti a Bloomingdale's e Giancarlo e Federica entrano a fare un
giro mentre Monica ed io preferiamo passeggiare ancora un po' visto che ha
anche smesso di piovere e sta uscendo il sole. Poi tutti insieme andiamo a
piedi verso nord per qualche isolato finche siamo stanchi e prendiamo la
metro per tornare alla lavanderia a prendere le valige. Lasciamo 10 dollari
di mancia al tipo che ci ha tenuto i bagagli, fermiamo un taxi in direzione
Kennedy Airport Twerminal 7. Dopo una ventina di minuti di macchina
arriviamo al JFK, il taxi ci prende i soliti 45 $ più pedaggio e mancia per
un totale di 56 $. Lasciamo i bagagli al banco e ci avviamo verso i
controlli di sicurezza in attesa della partenza del nostro volo prevista per
le 22,30. Purtroppo l'aereo viene segnalato in ritardo sui monitor,
partiremo alle 23,30, giusto il tempo per un pasto veloce al McDonald's dell'aeroporto
e per spendere l'ultimo dollaro e mezzo che ho in tasca, mi devo fare
regalare 7 centesimi da Federica per svuotarmi le tasche e comprare un Twix.
Partiamo con un ora di ritardo alla volta di Londra, l'aereo è più brutto di
quello dell'andata e non c'e la fila di sedili da quattro. [ Domenica 4
ottobre] Il viaggio fila via tranquillo tra uno spuntino e una dormita, ma
arriviamo a Heathtrow in ritardo e ci respingono ai controlli di sicurezza,
il volo per Nizza delle 11,40 è chiuso. Andiamo al banco della British per
cercare un altro volo ma ci dicono che sono tutti pieni perché è domenica,
il primo posto sicuro è alle 20,40 (sob!), nel frattempo ci metteranno in
lista di attesa su tutti i voli ma con scarsissime speranze. Ci "omaggiano"
di 10 sterline a testa per il pranzo. Monica ha una crisi, ci teneva ad
andare a cena dai suoi genitori e fare la festa con Sara per il suo
compleanno, invece pare che arriveremo a casa a notte fonda. L'aereo delle
13,55 parte pieno e le nostre flebili speranze sono per quello delle 16,50.
Invece alle 16,15 capita quello che non ti aspetti: io e Giancarlo andiamo
al banco della British dove l'impiegata ci ritira le carte di imbarco in
standby, le strappa e, senza dirci niente, ci consegna le carte di imbarco
con i posti assegnati, si parte, evviva! Alle 19,45 circa atterriamo a Nizza
in una bella e calda serata, le valige arrivano subito anche perché saranno
state caricate per ultime. Paghiamo gli 84 ? del parcheggio (un furto!),
andiamo con la navetta a prendere la macchina e alle 21,15 siamo a casa. Che
dire. questo viaggio forse l'avremo goduto di più in un altro momento della
nostra vita ma certo è stato speciale e speciale l'occasione che lo ha
determinato. NY è "fantasmagorica"(come dice una mia amica).. non so dire se
può essere meglio o peggio di una Roma o di Firenze, forse non è
confrontabile anche se, per come sono io, forse Roma o Firenze mi piacciono
di più. Certo che le vedute di NY dall'alto o dal mare ti tolgono il fiato e
credo che uno spettacolo così non sia ripetibile in nessun altro posto del
mondo. Almeno potremo dire di esserci stati e. evviva l'America e gli
Americani!

PS al ritorno Sara mi dice "mamma però un giorno va bene, ma tanti giorni
sono troppi!". SIGH!





David e Monica


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